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Autore: Assasymphonie    15/02/2015    0 recensioni
Fino ad un'ora prima tutto quello gli si era profilato come una grandissima idea, forse la migliore che avesse avuto negli ultimi tempi: approfittare di un momento di pausa nel viaggio per avventurarsi su un sentiero quasi perpendicolare al terreno per raggiungere la cima di quella montagna ( o collina? ).
[ LaviYuu ]
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo del capitolo: On top of the world.
Personaggi:  Lavi / Yuu Kanda
Rating: Giallo
Note dell'autore: One-shot / Introspettiva / Romantica
Disclaimer: Personaggi, luoghi e abitudini sono di proprietà del mangaka; lo scritto e le situazioni sono di mia proprietà.

.On top of the world.

Fino ad un'ora prima tutto quello gli si era profilato come una grandissima idea, forse la migliore che avesse avuto negli ultimi tempi: approfittare di un momento di pausa nel viaggio per avventurarsi su un sentiero quasi perpendicolare al terreno per raggiungere la cima di quella montagna ( o collina? ). Ovviamente prima di ritrovarsi a metà del suddetto sentiero, abbracciato ad un albero e il sudore in posti che non ricordava nemmeno di avere!
« Y-Yu-chan, ti prego, ho cambiato idea, torniamo a valle... ! » Lavi sperava di averlo detto a voce bassa, almeno quanto bastava a non farsi udire dal compagno trascinato in quella scalata della speranza: ne vedeva la schiena, ad una decina di passi da lui e dal suo nuovo amico albero, contratta e sfiorata ad ogni passo dall lunga coda color pece che tanto bene si amalgamava con la pelle delle loro divise. E vide chiaramente quel corpo longilineo fermarsi di scatto, come punto da un insetto; era ancora in tempo per sganciarsi dall'albero e rotolare a valle come avrebbe dovuto fare fin dall'inizio?
« ... cosa stai dicendo, Rabi? Vuoi per caso tornare giù e farmi fare tutto il percorso al contrario ora? » La voce di Kanda era senza inflessione, perfettamente calma, fredda come acciaio e Lavi sapeva cosa significava quell'insolita quiete nella voce del giapponese. Percepì distintamente la saliva scivolargli in gola e raggiungere lo stomaco con lo stesso peso di un mattone da due chili; lento, addirittura troppo lento per un iperattivo come Lavi, si distaccò dall'albero senza distogliere lo sguardo da quella schiena sempre più rigida, sempre più irritata. Forse avrebbe dovuto aggiungere alla lista di " cose da non fare mai col proprio ragazzo specialmente se questo si chiama Kanda Yuu " l'andare in giro per sentieri. « A-ASSOLUTAMENTE NO YU-CHAN. »
Più che coraggio, per fare quei pochi passi che lo distanziavano da Kanda gli servì una buonissima dose di autoconvincimento che non fossero i propri tendini quelle cose in fiamme nelle gambe e che la vetta di quella montagna fosse più vicina di quanto pensasse. Piuttosto che ammettere di fronte a Kanda di essere stanco e di voler tornare indietro ( nemmeno arrivò a pensare di voler essere preso in braccio, aveva imparato da molto tempo a non chiedere queste cose ), si sarebbe volentieri tranciato le ginocchia: questo dicevano le sue sopracciglia aggrottate e le labbra assottigliate mentre a passi pesanti sul sentiero argilloso raggiungeva e superava la figura immobile di Kanda. « ... » Figura che rimase immobile e silenziosa, socchiudendo le palpebre sugli occhi scuri solo per seguire meglio ogni movimento del rosso: un passo, un altro, un ginocchio che cedette in un battito di ciglia e Kanda si ritrovò non solo a reggere il proprio peso ma anche quello di Lavi, letteralmente catapultato all'indietro dal tradimento delle proprie stesse gambe. « Coniglio... la prossima volta che osi cadermi addosso, ti faccio rotolare giù. »
Il sibilo delle parole del giapponese fu come una carezza per Lavi. Nel momento in cui aveva sentito il proprio ginocchio cedere già si era visto su un letto d'ospedale, con il panda lì seduto a sciorinare rimproveri e un Kanda ai piedi del letto incapace di non sbuffare perché, ehy, un ragazzo con una gamba rotta è tutto meno che utile, specialmente in determinate situazioni. Il sollievo di sentire quel petto ampio contro la propria schiena, le dita affusolate strette attorno alle sue braccia e, soprattutto, il respiro lievemente affaticato dietro la sua nuca fu tale da farlo ridacchiare... o forse era semplicemente un velo di isteria. « Yu-chan, sei proprio un principe, mi hai afferrato subito! Però... » L'occhio verde come l'erba attorno al sentiero si spostò verso il basso, osservando con aria critica la gamba che non voleva smettere di tremare, neppure in quel momento. « ... non credo di poter camminare e tra poco è il tramonto. Peccato, mi avevano detto che da lassù si vede un panorama incredibile e speravo... » " di vederlo con te ".
Ma questo non lo disse, non Lavi che nonostante la sua presenza rumorosa sapeva benissimo cosa dire e cosa non dire. A  ben pensarci la sua intera esistenza era basata sull'assenza delle parole, che fossero discorsi o fonti intere, poteva dire di esserci abituato. Per questo si limitò a sorridere verso la vetta, provando ad allontanarsi dalla presa di Kanda stranamente più molle del solito. « Dai Yu-chan, scend- E-EHY! »
No, quello non lo aveva previsto.
La presa di Kanda non si era allentata per diletto, ma perché il braccio sinistro lasciò andare la spalla di Lavi per portarsi sotto le ginocchia, sfiorando a malapena quello infortunato, per sollevare quel corpo inaspettatamente pesante ( come al solito! ) in una posizione più agevole rispetto a tante altre. Non c'era nessuno a guardarli, questo si ripeteva, e nessuno avrebbe fatto parola del fatto che Kanda Yuu, il temuto esorcista, stava prendendo in braccio come una principessa il proprio stupido ragazzo fattosi male come il perfetto cretino qual era. Gli ci volle qualche secondo per aggiustare il respiro e sistemare meglio il carico sulle braccia, carico che per una volta riuscì a stare zitto. Inutile dire che Kanda ne fu enormemente compiaciuto, zittire Lavi era diventato un obbiettivo raggiungibile solo attraverso modi estranei alla sua persona e avrebbe voluto evitarli il più possibile.
« Ora zitto. » Gli concesse solo questo, insieme al permesso di circondargli il collo con le braccia, prima di ricominciare a salire. Lentamente, ad ogni passo, la luce attorno a loro andava diventando più calda, diversa dalla luce brillante con cui avevano iniziato la scalata. Il verde delle foglie si tinse di oro, il cielo cominciò a prendere i toni del violetto e i capelli di Lavi, silenzioso e stretto al suo petto come un vero coniglio, arrivare ad avere la medesima intensità del suo fuoco.
Erano per caso tanto caldi come sembravano? Lo avrebbero bruciato se avesse osato toccarli, immergervi il viso? Troppe domande a cui non voleva davvero una risposta, non mentre sapeva di compiere gli ultimi passi. Vedeva finalmente il crinale a pochi metri e la presa delle braccia dell'altro si intensificò attorno al collo. Uno, due, tre passi--- e nessuno dei due era pronto a ciò che stavano vedendo.
Nessun sentiero si diramava davanti a loro, moriva esattamente in cima a quell'elevazione: da lì in poi solo una distesa di alberi infinita, ondulata, una valle verde in lontananza e ancora più lontano i contorni fumosi di quelle che dovevano essere vere montagne, alte e nevose. Al di sopra di esse sprazzi di nuvole violacee venivano tinte di rosso e di oro da un sole che bruciava come una fiamma, colpendo qualsiasi cosa, incendiandola, rendendola preziosa.
Lavi si divincolò un po' da quelle braccia ormai stanche, riuscendo a toccare il terreno con la gamba sana; non si allontanò da Kanda, anzi, si permise il lusso di appoggiarsi contro di lui mentre quest'ultimo non guardava il tramonto. Guardava il giovane Bookman.
Evidentemente l'impressione avuta poco prima non poteva fermarsi ai capelli, era impossibile: la pelle del ragazzo, da bianca come l'avorio, andava a tingersi di un rossore naturale sulle gote e di oro dal tramonto, oro che riverberava in quell'iride così intensa rendendola liquida, viva, meravigliata di fronte a tutto quello. E i capelli? Osò posarvi una mano, portando qualche ciuffo dietro l'orecchio, in un gesto che mai si sarebbe azzardato di compiere da qualche altra parte. Ma quel Lavi, quel ragazzo tanto stupito da uno spettacolo completamente naturale...
« Oi. » La voce borbottante e secca di Kanda lo fece girare, seppur malvolentieri: finalmente il rosso non era il colore del sangue che bagnava la terra, ma un rosso diverso, un rosso che scaldava la pelle e che andava disfacendosi piano, lentamente, nel blu della notte. Lo stesso blu che ritrovò negli occhi profondi come laghi alpini di Kanda, lo stesso blu che lo guardava come se fosse lui quel tramonto tra le montagne. « Yu-cha--- » Il tono interrogativo venne smorzato, soffocato: non era da Kanda baciarlo davanti ad un tramonto.
In effetti, pensò, rovinarsi la gamba poteva benissimo valere un momento del genere e si arrese, come il tramonto si arrese alla notte che lo abbracciava.

.Fine.

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... era da molto tempo che non scrivevo qualcosa su D.Gray-man, perdonatemi gggn ;_;
Dedicata al mio amorevole e tanto cavaliere Yu-chan ( L )
   
 
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