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Autore: Shan_live_to_run    16/02/2015    0 recensioni
"Questo andava contro tutto ciò che mi avevano sempre insegnato in merito al 'non dar confidenza agli sconosciuti' però quell'uomo mi ispirava fiducia, e una qual certa tenerezza, e, per un motivo a me ancora ignoto mi sembrava un volto familiare"
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ancora non mi spiego come ho fatto ad accettare di accompagnarti!”

Erano le 11 di sera in quel di Cannes, e io e la mi amica eravamo in giro dalle 8 di quella stessa mattina in cerca di notizie, o qualunque altra cosa riguardasse i suoi adorati Mars.

-Ti prego torniamo a casa sono sfinita!-

-Suvvia non piagnucolare! Pensa a come ti rifarai gli occhi se trovo quel che cerco!-

-Ma non dire.. lo sai benissimo che lo stai facendo solo per te perchè a me non frega un fico secco!-

-Lasciami concentrare! Questo è l'albergo e ora non devo fare altro che rimanere qui appostate ad aspettare che arrivino!-

perlomeno la vicino c'era un muretto e ci eravamo potute sedere; io ero andata a prendere dei gelati, perchè Penny ovviamente non si era voluta scollare nemmeno un attimo da li per non rischiare di perdersi qualcosa. Erano passate già due ore e io mi ero decisamente scocciata di stare ad aspettare come una statua di sale “il mio fondo schiena sta prendendo la forma di questo dannato muretto! Io vado a fare un giro... se ti sposti prima che torno avvisami” “ok come vuoi.. a dopo”

Mi avviai verso il lungo mare, mi piace guardare tutte le luci che si riflettono sulla superficie lievemente increspata dell'acqua e riempire i polmoni con la brezza marina; arrivata alla fine della passeggiata mi arrampicai su un piccolo scoglio li vicino per poter osservare tutto il panorama della città che si affacciava sul mare, lontana dal rumore della folla che riempiva la strada.

Stetti lì un po' e poi decisi di tornare indietro da Penny, dopotutto non la potevo abbandonare da sola a quell'ora per la città, ma quando arrivai in prossimità dell'albergo dove l'avevo lasciata a stalkerizzare la band vidi un gran confusione e decisi che ne volevo stare alla larga così feci un altro giro per aspettarla al retro dell'albergo dove c'era meno casino.

Mi sedetti su una panchina ad aspettare e nel mentre mi acesi una sigaretta, quando all'improvviso la porta del retro dell'hotel si aprì e ne uscì un uomo: abbastanza altro, con una gran barba nera, un berretto nero di lana e degli scarponi (ma era matto col caldo che faceva??!) ma dall'aria decisamente arrabbiata. Mi si avvicinò “scusami hai da accendere per favore?” gli diedi il mio accendino “posso sedermi?” “certo” gli risposi mentre mi spostavo per fargli posto. Mi era familiare, non so bene perhè ma quell'uomo mi era familiare. Si tolse il cappello che racchiudeva una lunga coda di capelli neri come la sua barba, ma continuava ad avere un'aria così corrucciata che quasi mi faceva tenerezza; “ehy, stai bene? Nel senso, è tutto apposto? Lo so che non sono fatti miei però, ecco, sembri un tantino giù...” l'uomo si era girato per lanciarmi un'occhiata perplessa, forse avrei dovuto semplicemente farmi i fatti miei! Poi fece un gran sospiro e si mise a fissare il vuoto “Si è tutto ok grazie..... se non fosse per quell'idiota!” aveva alzato la voce, doveva essere proprio arrabbiato con questo 'idiota' “noi ci facciamo sempre il culo e lui è solo buono a combinare danni! E quando non fa danni si comporta come un moccioso viziato!” ok, era decisamente arrabbiato. “Oh, mi dispiace...” non sapevo esattamente cosa dire, anche perchè non sapevo molto della faccenda, però mi venne un'idea “ti va di andare a fare due passi, magari ti rilassi un po'..” Ma cosa mi saltava in mente?! Questo andava contro tutto ciò che mi avevano sempre insegnato in merito al 'non dar confidenza agli sconosciuti' però quell'uomo mi ispirava fiducia, e una qual certa tenerezza, e, per un motivo a me ancora ignoto mi sembrava un volto familiare. “Ok ci sto, guida tu però, io non conosco il posto” e prima che potessi dire qualcosa si alzò in piedi e si bardò con il solito cappello e occhiali da sole neri ( certo che era proprio un tipo strano!) mi alzai anche io e lo condussi verso la passeggiata sul lungo mare nella speranza che quel panorama calmasse anche lui.

 

La strada era pressochè deserta, camminavamo da una ventina di minuti e lui continuava a essere silenzioso e pensieroso, “Allora... questo idiota cosa potrà mai aver fatto di così terribile..? è un tuo collega di lavoro? Un tuo amico?” si girò a guardarmi, mi scrutava con i suoi occhi neri, profondi, quasi volesse leggermi dentro per capire chi fossi “non sei obbligato a parlarne ovviamente....” ok, cominciavo a sentirmi un po' in imbarazzo! Non volevo mi scambiasse per un'impicciona quando in realtà volevo solo essere gentile!







Salve a tutti! Che dire, è la prima volta che pubblico e sinceramente non sono ben sicura delle mie doti di scrittrice ahaha! Sto comunque lavorando a qualche progetto e tra tutti questo mi sembrava il più decente al momento.. non è proprio il top ma cercherò di fare meglio nel resto della storia!

   
 
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