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Autore: Onaila    16/02/2015    2 recensioni
Stava guardando l'albero di mele rosse che aveva in giardino.
Si sedé nella panchina di pietra, stringendosi di più nella vestaglia, giacché indossava solamente il pigiama di seta grigia.
Sospirò guardando le stelle che illuminavano l'immenso giardino.
Quanti giorni erano passati da quando se ne era andato?
Dieci, quindici?
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Malefica, Regina Mills
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Stava guardando l'albero di mele rosse che aveva in giardino.
Si sedé nella panchina di pietra, stringendosi di più nella vestaglia, giacché indossava solamente il pigiama di seta grigia.
Sospirò guardando le stelle che illuminavano l'immenso giardino.
Quanti giorni erano passati da quando se ne era andato?
Dieci, quindici?
Anche se aveva il cuore a pezzi, riusciva ad andare avanti e a fingere quel poco perché nessuno le domandasse come stava. Era quasi certa che lo stesso facesse anche Belle, presa in giro da Tremotino per così tempo.
Un sorriso si propagò dalle sue labbra, nel pensare al Signor Oscuro. Anche a lei sarebbe accaduto lo stesso se si fosse lasciata trascinare dal male, ancora una volta. Ma non l'aveva fatto, anche se ora soffriva la sua mancanza, era orgogliosa di non aver deluso le persone che amava o comunque a differenza del mago, lei aveva ancora una possibilità di rivedere il suo Ladro.
Si alzò notando l'illuminarsi della sua stanza, era Henry che la cercava. Si smaterializzò “Mamma?” “Sono in cucina, Henry” fece in tempo a rispondere. Lo sentì scendere le scale e raggiungerla fino ad abbracciarla “Va tutto bene, tesoro?” chiese veramente preoccupata, il ragazzo sembrava sconvolto e non era la prima volta “Non ti ho trovato nel letto e...” “E cosa Henry?” lo guardava adesso, e il vero Credente scosse la testa “Nulla, non è niente” era in quei momenti che Regina si preoccupava veramente, quando lui non voleva parlargli “Henry ti prego dimmi cosa c'è che non va” lo fece sedere e iniziò a preparare del thé per calmare entrambi “Mi sono preoccupato, tutto qui” “Henry...” mise l'acqua sopra il fuoco e si sedé di fronte a lui “Non hai nulla di cui preoccuparti, tesoro. Sto bene, volevo solo bere del thé tutto qui. Cosa ti ha svegliato?” il ragazzo sembrò chiudersi a riccio “Un corvo” si spaventò nell'udire il fischiettio del bollitore, che lei si affrettò a togliere dalle fiamme, iniziando a preparare la tisana “Un corvo?” domandò sapendo che si riferiva a un altro dei suoi incubi, il ragazzo annuì “Sì, un corvo tutto nero, che ti attaccava. Ho provato ad aiutarti ma delle mani mi hanno trattenuto e..e..” la strega lo abbracciò “Tranquillo, era solo un brutto sogno. Io sto bene e a Storybrook non ci sono corvi” rise facendolo ridere con lei.

 

Quando uscì da casa Henry era ancora a letto e stava dormendo tranquillo. Gli aveva lasciato un messaggio sopra il tavolo in cucina con la colazione pronta. Non voleva che si spaventasse di nuovo non sapendo dove fosse andata.
Montò sulla Mercedes e si diresse verso Granny's, punto di ritrovo con gli altri per discutere di come liberare le persone dentro il cappello e la città dalla cupola.
Sentiva le urla di Leroy ancora prima di entrare. Aveva uno strano mal di testa quella mattina e di certo non voleva che aumentasse a causa di un nano che non sapeva controllare la sua voce.
Non appena dentro ordinò del caffè “Regina” conosceva troppo bene quella voce e ben presto la proprietaria occupò il posto libero accanto a lei “Swan” la Salvatrice si tolse la giacca “Allora come va oggi?” “Bene come tutti i giorni in cui me l'hai chiesto” “E tutti i giorni continui a mentire” era troppo stanca per ribattere, prese un sorso di caffè mentre si sentì chiudere lo stomaco nel vedere la cioccolata calda con panna e cannella di Emma “Sei sicura di stare bene? Sei pallida oggi” distolse lo sguardo dalla bevanda nella speranza che quel malessere potesse passare “Sì, piuttosto a che punto siete?” domandò cercando di distogliere i pensieri da quella bibita disgustosa, Emma si stupì di quel comportamento bizzarro “Siamo a un punto morto. C'è qualcosa che non va?” Regina abbandonò il posto a sedere e si catapultò fuori dalla porta, seguita subito dopo dalla Salvatrice “Regina?” la vide prendere dei lunghi respiri “Torna pure dentro, tra poco rientro anch’io” disse tra un respiro e l'altro “No che non entro, non ti lascio così” “Ti ho detto di non preoccuparti sto bene, vedi?” si mise dritta, nel dimostrare che stava bene, infatti, sembrava che non fosse accaduto nulla oppure sapeva mentire bene “Che cosa ti è successo?” l'ex-sindaco sospirò sapendo che non l'avrebbe mai fatta rientrare se non avesse ottenuto una risposta sincera “Non mi sento tanto bene, og...in questi giorni. Ma non è niente di cui preoccuparsi, sarà solo dell'influenza” “Allora torna subito a casa e stai sotto le coperte. Ci penso io qui. Più tardi t’informerò su quanto detto” disse ma Regina rise “Non entrerai qua dentro Regina. Non ti sto chiedendo di farlo per me, ma per Henry” “Che cosa c'entra Henry, adesso?!” esclamò alzando le mani al cielo “Come se non lo sapessi. Sai parla anche a me dei suoi recenti incubi. Vuoi farlo preoccupare ulteriormente?” la madre adottiva si morse un labbro “D'accordo, come vuoi” disse alzando le mani al cielo e dirigendosi verso l'auto.

Aveva appena aperto la porta di casa, quando percepì qualcosa di strano. Non sapeva spiegarselo ma sentiva che qualcosa era cambiato a Storybrook, aveva percepito la stessa cosa con l'arrivo di Emma “Che fai non entri?” domandò un Henry indaffarato con un videogioco mentre passava per l'ingresso “Come?” domandò a sua volta Regina non avendolo sentito, e a quel punto il ragazzo rise e si avvicinò “Che cosa c'è là fuori che ti ha distratta?” sua madre gli scompigliò i capelli “Nulla” rispose entrando, imitata da lui “Come mai già di ritorno a casa?” “Non aveva senso che restassi, mi aggiornerà più tardi Emma” iniziò a salire le scale “Dove stai andando?” “A sdraiarmi un poco, non ho dormito molto questa notte” il giovane ragazzo la guardò salire le scale e decise di seguirla, l'inseguita solo quando raggiunse la sua stanza si accorse di essere pedinata “Che cosa stai facendo?” domandò voltandosi “Vengo con te, non posso?” la donna sospirò entrando in stanza da letto.
Si stava abituando a quello strano comportamento recente del figlio, ma non poteva dargli torto, da quando faceva, quegli strani incubi non gli era facile stare tranquillo verso di lei. E se per confortare un poco le sue paure, gli serviva starle vicino, di certo non sarebbe stata lei ad allontanarlo.
Prese il pigiama e andò in bagno a cambiarsi mentre il ragazzo si stendeva sopra l'enorme letto e ricominciò a giocare “Spero che almeno toglierai il suono” il ragazzo alzò la mano mostrando degli auricolari.
Regina sorrise per la preparazione del giovane, e solo dopo un’ulteriore fitta alla testa decise di mettersi sotto le coperte. Ci mise poco tempo a prendere sonno, confortata dal suono cadenzale dei tasti del gamepad e dalla presenza calda del figlio.

Fu l'essere chiamata da Henry più volte che la fece svegliare, aveva il fiato corto e si sentiva calda, come se avesse fatto una lunga corsa “Mamma!” si sentì stringere dall'abbraccio del figlio “C-cosa è successo?” disse preoccupata nel vedere Emma bianca in volto al suo fianco “Regina eri bollente, abbiamo davvero temuto per te” solo allora si accorse di non essere più nel letto ma immersa nella vasca da bagno completamente piena di ghiaccio “Io...Io non ricordo” prese il volto di Henry, ora solcato da incontrollabili lacrime e si rattristò nel vederlo così “Tesoro, va tutto bene. Sto bene ora, vedi?” nell'alzarsi ebbe un capogiro e ringraziò che ci fosse la Salvatrice in quel momento, perché sennò sarebbe caduta a terra “Non stai per niente bene! Smettila di dirlo se non è vero!” il giovane ragazzo strinse il pigiama argentato adesso fradicio. Regina depositò una mano, ancora calda, sulla sua testa “D'accordo, te lo prometto” disse preoccupata più per il figlio che per se stessa.
Con l'aiuto di Emma si fece sedere sul letto e con un gesto della mano fece asciugare gli abiti “Sei sicura che ti convenga usare la magia?” “In questo momento non è il mio problema principale. Henry vieni qua, per favore” il ragazzo che la fissava dallo stipite del bagno si avvicinò con cautela “Starò bene è solo febbre, sono stata sciocca io a non aver cura del mio corpo” non sembrò averlo rincuorato così guardò Emma come a chiederle aiuto “Henry ascolta stanotte dormirò anch’io qui, ok? Così possiamo tenere d'occhio questa sciocca donna” in altri momenti Regina non gli avrebbe permesso di utilizzare quel termine con lei, ma se fosse servito ad attenuare la paura di Henry glielo avrebbe concesso molto volentieri. Ringraziò il cielo quando lo vide sorridere “D'accordo stalle vicino mentre ordino la cena per tutti” disse uscendo dalla stanza e riapparendo poco dopo “Mangeremo accanto a te” aggiunse, ed entrambe le mamme lo guardarono “D'accordo” rispose Regina leggermente divertita, almeno a dare ordini aveva preso da lei.
Non appena Henry fu fuori portata di udito Emma guardò Regina “Che diavolo è successo?” domandò nel vederla mettersi sotto le coperte “Non lo so” disse aggiustando i cuscini in modo da stare seduta, sì massaggiò la tempia che ancora pulsava “Ti fa male la testa?” la strega annuì “Ci dovrebbero essere dei medicinali nel primo cassetto” e indicò un mobiletto nero che era proprio di fronte a loro, attaccato al muro.
Gli consegnò il medicinale e un bicchiere d'acqua “Non faresti prima a guarirti?” Regina rise “La magia ha sempre un prezzo e non ho voglia di scoprire di quale si tratti. Guarirò con calma, è solo un po' di febbre” “E se non lo fosse?” domandò Swan a questo punto e l'altra donna la guardò perplessa “Che cosa intendi?” “L'incubi di Henry, te che in questo periodo stai male. Non pensi che potrebbero essere delle coincidenze?” “Non è possibile. Quanto tempo è passato da Ingrid? E poi nessuno può uscire come nessuno può entrare a Storybrook. E sappiamo bene entrambe che ora in questa città non c'è nessuno in grado di battermi, figurarsi ferirmi” si pentì di aver riso perché un’altra fitta le attraversò la testa, chiuse gli occhi per un attimo cercando di far passare il dolore “Più che altro, dovresti andare a controllare cosa sta ordinando Henry. Con lui al telefono rischiamo di mangiare patatine fritte e hamburger” aggiunse scherzosa, cercando di cambiare argomento. Non gli piaceva essere al centro dell'attenzione né tanto meno parlare di se stessa e per quanto Emma poco la conoscesse, aveva capito il messaggio e scese in cucina per controllare l'ordine del figlio.
Solo allora Regina si permise di abbandonarsi un poco e si accorse di stare veramente male, non riusciva a percepire la sua magia né tanto meno quella altrui. Ancora non sapeva com’era stata in grado di asciugarsi quei vestiti.
Che cosa le stava succedendo?
Ripensò allo sguardo sconvolto di Henry e si pentì di essere stata così sprovveduta.
Ricordò l'abbraccio che le rivolse in bagno, un abbraccio disperato, impaurito, lo stesso che gli aveva rivoltò la sera prima.
Durò un attimo, si ricordò cosa le disse quella sera suo figlio. Emma aveva ragione, non era della semplice influenza e nello stesso momento in cui si domandò il perché ci stessero mettendo così tempo, sentì un tonfo di qualcosa che si rompeva “Swan? Henry?” chiamò ma non ottenendo nessuna risposta si catapultò dal letto, ignorando la nausea e i capogiri. Scese le scale sostenendosi al corrimano “Henry?!” chiamò ancora preoccupata, ma non ottenne nessuna risposta. Trovò la Salvatrice priva di sensi distesa in cucina, la scosse e chiamò più volte, fino a che non riprese i sensi “R-Regina?” “Dov'è Henry?” domandò preoccupata “L'ha preso” “Chi?!” “Un Corvo” disse alzandosi “Andiamo” comandò Regina “Dove?” domandò l'altra “In Biblioteca. E' lì che si trova Henry”.

“Sei sicura di farcela?” Regina non perse tempo a risponderle, visto che non era sicura di saperne la risposta e s’incamminò verso l'ascensore che portava al piano inferiore della Libreria, Emma la toccò sulla spalla, ma bastò quel gesto a fermarla “Regina...” “Ha nostro figlio Swan. Vuoi che ti risponda? No, non sono sicura di farcela, perché non sono sicura della mia magia, ma mio figlio è in pericolo e ora è l'unica cosa che mi resta. Non voglio perdere anche lui!Non sono in grado di sopportare anche questo, non ora...” le ultime parole furono quasi un sussurro trasformato in supplica “D'accordo, ma chi è che dobbiamo affrontare?” domandò la Salvatrice arrendendosi ed entrando nell'ascensore con la Regina Cattiva “Malefica”.

“Bene, bene ecco una mia cara conoscenza” disse l'addomesticatrice di corvi “Dov'è lui, Malefica?” “Non mi saluti neanche mia vecchia amica?” “Non ha niente da spartire con te!” s’intromise Emma “E tu chi saresti?” “La Salvatrice” Malefica rise “Regina sei sempre stata una donna dal cuore debole e sarà proprio questo che ti porterà alla rovina. Come ti senti oggi?” “Come hai fatto?” domandò la madre adottiva “Cosa? A lanciare l'incantesimo? E' stata la cosa più semplice del mondo. Henry era il mezzo. Tutti gli incubi che aveva non erano altro che l'incantesimo che s’insediava ulteriormente in te e tu da brava madre non facevi altro che preoccuparti, senza renderti conto di cosa ti stesse colpendo” “Quindi tu sei la causa di tutto” disse ora Swan “Dov'è Henry, Malefica?” qualcosa passò negli occhi delle due madri, qualcosa che Malefica aveva già visto in passato e di cui temeva il potere.
Con un gesto fece apparire il giovane ragazzo e con un altro lo fece smaterializzare con la Salvatrice “Ora siamo solo noi due” “Non puoi abbandonare questo posto non è vero? Se esci sei debole” “E tu invece sei debole comunque” “Posso batterti Malefica, l'ho già fatto” ma era una finta, sapeva che in quello stato non sarebbe riuscita a sconfiggere nessuno, così indietreggiò fino alla porta dell'ascensore “Ma non ho voglia di scontrarmi con una vecchia amica” con un gesto della mano aumentò il sigillo dell'incantesimo che tenevano bloccata la rapitrice “Maledetta!” riuscì a gridare prima di scomparire e di trasformarsi in un’altra forma all'interno di quelle mura. Regina non sarebbe rimasta a scoprire di quale si trattasse e salì sull'ascensore, che la portò al sicuro in biblioteca. Non appena fu fuori, sentì le sue gambe cedere e fu sorretta da Emma “H-Henry?” “E' al sicuro, ora riposa Regina” anche se provò a lottare contro la stanchezza del suo corpo, l’oscurità ebbe il sopravvento, avvolgendola e cullandola.

 

   
 
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