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Autore: Anna Wanderer Love    16/02/2015    3 recensioni
- Rachel? Ci sei? - si ritrovò senza più nessun appoggio ed emise un gridolino mentre cadeva a terra. La testa di Connor Stoll spuntò da dietro i pesanti tendaggi viola, e i suoi occhi la osservarono confusi.
- Ma che stai facendo?
Lei gli indirizzò un’occhiataccia glaciale. - Secondo te? Sto organizzando un pigiama party - sbottò, cercando di contenere il rossore sulle proprie guance e riprendere il controllo.
Quando Rachel sclera contro Octavian, Apollo si fa quattro risate e Connor Stoll vuole un pigiama party.
( Rachollo all the way, yess :* )
[ Missing Moment de "La Casa di Ade" ]
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Apollo, Connor Stoll, Rachel Elizabeth Dare
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Pigiama Party

Quando Rachel sclera contro Octavian,
Apollo si fa due risate,
e Connor Stoll vuole
un pigiama party.


- Oh, avanti - borbottò Rachel, lanciando stizzita la felpa sul divano in pelle nera del suo “antro” sulla collina. Si lasciò cadere stancamente su un cuscino viola, e sospirò. - Ma chi diavolo si crede di essere, quel... quel... mph! - mugugnò, afferrando irritata il cuscino da sotto alla sua schiena e lanciandolo contro la parete.
- “Reyna! Non puoi prendere seriamente la cosa! Per distrugger questi stupidi Greci una volta per tutte...” - imitò con voce stridula le parole che aveva ascoltato solo qualche decina di minuti prima - ma vai agli Inferi, Octavian- sbuffò, pesantemente irritata.
Si passò le mani sul viso lentigginoso, con gli occhi che balenavano d’irritazione. - Stupido Romano - disse, frustrata.
Una risata la fece saltare di circa venti centimetri. Si mise seduta e i suoi occhi corsero alla direzione da cui proveniva la voce. Aggrottò le sopracciglia quando vide un ragazzo alto, dalla corporatura slanciata e muscolosa, accasciato sulla poltrona di fianco al televisore al plasma. Aveva un sorrisetto strafottente sulle labbra, jeans scuri e una maglia arancione, però con sfumature viola lungo i bordi. Un paio di Ray Ban erano adagiati sui capelli biondi, spettinati a regola d’arte. I suoi occhi ambrati la fissavano divertiti.
- Mi par di capire che Octavian non ti sta molto simpatico - la stuzzicò sorridendo. Rachel lo guardò di traverso, mettendosi seduta e tormentando un ciuffo di capelli rossi.
- Spiegami come potrei trovare simpatico quel... quel... - Rachel sbuffò sonoramente e si alzò di scatto, cominciando a percorrere per tutta la sua lunghezza il tappeto peloso viola di fianco al divano. Agitò esasperata le braccia per aria, gesticolando mentre parlava accalorata: - Dei miei, è un tale idiota! Sembra che voglia apposta la guerra per ucciderci tutti! Non riesco a credere che sia così cieco da non vedere che la vera minaccia è Gea - sbottò, girandosi di scatto e dando le spalle ad Apollo. Lui la fissò divertito, seguendo la linea a spirale che i suoi ricci formavano cadendo sulle sue spalle.
- E ha persino messo in discussione il mio ruolo di Oracolo - strepitò Rachel. Era stanca, nervosa e preoccupata per Percy e Annabeth, che a quanto pareva erano vivi, gli altri cinque semidei dell’Argo II, temeva che la situazione con Gea potesse precipitare e cosa le toccava fare? Ascoltare i piagnucolii di quel bellimbusto Romano che aveva al posto del cervello una noce e che osava persino sacrificare dei poveri, innocenti orsetti di peluche.
- Octavian non è mai stato molto... - ad Apollo mancò una parola e annaspò alla sua ricerca, mentre la ragazza si voltava verso di lui mettendosi le mani sui fianchi e trapassandolo con il suo sguardo verde. - Intelligente? Furbo? Amichevole? Capace? Sveglio? Brillante?
Un sorrisino apparve veloce sulle labbra del dio, mentre si alzava in piedi -e Rachel si rese conto di quanto fosse splendente. Sembrava un modello di una rivista di alta moda -quelli che a pranzo mangiano solo caviale e a cena pure.
- Ho capito che non ti piace, mio dolce Oracolo, ma pazienta. Presto si risolverà tutto - mormorò, avvicinandosi a lei. I suoi lineamenti si erano addolciti, non c’era più alcuna vena d’ironia nella sua voce. Nessuna presa in giro.
Rachel sospirò, abbassando lo sguardo e incrociando le braccia.
- Io... - la voce le tremò. - Ho paura. Ho paura che Percy e Annaneth... - le mancò la voce, e tirò su col naso. - E se non sopravvivessero? E se perdessimo la guerra? Cosa succederebb...
Si zittì quando venne attirata ad un petto. Arrossì, aggrappandosi alla stoffa che ricopriva la schiena di Apollo, appoggiando la testa alla sua clavicola mentre le braccia possenti del dio la scaldavano -letteralmente.
- Andrà tutto bene - le rispose lui, accarezzandole dolcemente l’incavo della schiena. - Non permetterò a nessuno di toccare il mio Oracolo.
Un sorriso sfuggì alle labbra di Rachel, mentre una lacrima le sfuggiva al controllo, solcando la sua pelle bianca.
Alzò la testa e i suoi occhi verdi si incontrarono con quelli dorati del dio. Fu un attimo.
Le braccia di Apollo indebolirono la presa sui suoi fianchi, e Rachel sentì le proprie gambe cedere mentre le labbra del dio si posavano soffici sulle sue, e un uragano le si scatenava dentro.
- Rachel? Ci sei? - si ritrovò senza più nessun appoggio ed emise un gridolino mentre cadeva a terra. La testa di Connor Stoll spuntò da dietro i pesanti tendaggi viola, e i suoi occhi la osservarono confusi.
- Ma che stai facendo?
Lei gli indirizzò un’occhiataccia glaciale. - Secondo te? Sto organizzando un pigiama party - sbottò, cercando di contenere il rossore sulle proprie guance e riprendere il controllo. Cosa del tutto inutile -insomma, aveva appena baciato Apollo!
Il volto di Connor si illuminò. - Davvero?
Rachel si prese la faccia tra le mani, esasperata. Ma sotto sotto, sorrideva.








 

   
 
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