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Autore: lilyhachi    16/02/2015    2 recensioni
[Bellamy Blake/Clarke Griffin; possibili spoiler sulla 2x11]
Valeva la pena rischiare.
Queste erano le uniche parole che Clarke riusciva a ripetere nella sua testa, come se fossero una preghiera rivolta ad ogni possibile divinità in ascolto. Clarke pregava, in cuor suo, che ne fosse davvero valsa la pena e che presto Bellamy sarebbe tornato da lei insieme agli altri, sano e salvo. Tuttavia, quelle non erano altro che preghiere effimere, velate dalla speranza in un miracolo dell’ultimo minuto che strappasse Bellamy dalle grinfie di quei mostri.
Valeva la pena rischiare.
Sentiva le sue grida di dolore nella testa.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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It’s worth the risk
                                        


“I'm here again. A thousand miles away from you. A broken mess, just scattered pieces of who I am.
I tried so hard. Thought I could do this on my own. I've lost so much along the way". 

 
Valeva la pena rischiare.
Queste erano le uniche parole che Clarke riusciva a ripetere nella sua testa, come se fossero una preghiera rivolta ad ogni possibile divinità in ascolto. Clarke pregava, in cuor suo, che ne fosse davvero valsa la pena e che presto Bellamy sarebbe tornato da lei insieme agli altri, sano e salvo. Tuttavia, quelle non erano altro che preghiere effimere, velate dalla speranza in un miracolo dell’ultimo minuto che strappasse Bellamy dalle grinfie di quei mostri.
Valeva la pena rischiare.
Sentiva le sue grida di dolore nella testa.
Vedeva i suoi occhi chiudersi mentre tratteneva le lacrime, perché quel dolore era troppo forte per essere ignorato, come era forte la sensazione del suo corpo che si spezzava.
Vedeva la sua bocca che si apriva per incamerare quanta più aria possibile, e il suo corpo tendersi come una corda di violino ad ogni fitta di dolore che gli veniva inferta.
Vedeva le sue labbra strette in una linea dura, mentre si sforzava per non urlare.
Vedeva le sue dita stringersi a loro volta, in cerca di una appiglio che non gli veniva concesso perché al suo corpo era stato negato ogni tipo di movimento.
Vedeva aghi che gli sfioravano il corpo, facendolo sobbalzare per il contatto con il freddo.
Vedeva figure dal volto coperto che lo scrutavano, appuntando qualcosa sui loro quaderni.
Valeva la pena rischiare.
Clarke scosse la testa, nel tentativo di ignorare quei pensieri ma la voce di Jasper che le aveva comunicato via radio la scomparsa di Bellamy era ancora perfettamente chiara, insieme alla certezza di ciò che gli avrebbero fatto.
Era semplicemente andata in pezzi, riducendosi a nulla di più che ad un rottame, in attesa che il ritorno di Bellamy all’accampamento la guarisse, salvandola.
Era un pensiero debole, scarno e di certo non adatto ad una leader ma in quel momento sembrò non farci caso perché l’assenza di Bellamy era come una voragine nel petto.
Valeva la pena rischiare.
Questo era ciò che aveva detto, guardando Bellamy e ignorando il suo sguardo ferito.
Lo aveva mandato via, come una bestia al macello, gettandolo in quella specie di bocca dell’inferno che tentava di risucchiare tutta la sua gente per chissà quale losco scopo.
Lo aveva mandato via, come un soldato il cui compito era quello di eseguire i suoi ordini.
Perché, in fin dei conti, Bellamy era proprio quello: un soldato…ma il suo soldato, quello che aveva mandato a morire senza battere ciglio, piantandogli quasi un pugnale nel petto.
Valeva la pena rischiare.
Lo aveva mandato via, perché Clarke non poteva permettersi debolezze.
Lo aveva mandato via, perché doveva prendere le redini della situazione e smetterla di comportarsi come una ragazzina ingenua dipendente dai suoi affetti.
Lo aveva mandato via, perché non doveva credere di non poterlo perdere.
Lo aveva mandato via, perché non doveva credere di non potersi svegliare sapendolo morto
L’amore era una debolezza che Clarke sapeva di non potersi concedere.
Valeva la pena rischiare.
Adesso ne stava ripagando le conseguenze, e per quanto Clarke volesse fermamente restare fedele a quel modo di agire, proprio non riusciva ad ignorare il pensiero di Bellamy.
Udì un sussurro alle sue spalle e si voltò di scatto.
Era Bellamy: aveva gli occhi vacui e le braccia abbandonate mollemente lungo i fianchi.
Sembrava un fantasma tornato per tormentarla e la stava fissando.
Non era reale. Era soltanto un incubo.
Eppure, la sua mente le stava mostrando tutt’altro.
Aprì la bocca per parlare, pronunciando parole che la colpirono dritto in faccia.
“Valeva la pena rischiare?”.
 
Then I see your face. I know I'm finally yours. I find everything. I thought I lost before. 
You call my name. I come to you in pieces. So you can make me whole”.
 
Valeva la pena rischiare.
Bellamy ignorava il dolore, non gliene importava perché lui era un sopravvissuto.
Era soltanto andato in pezzi, ma non aveva alcuna importanza.
In fin dei conti, era stata una sua idea: era stato proprio lui ad avanzare quella folle proposta a Clarke. Quindi, per quale motivo doveva sentirsi ferito? Lui era un soldato…il suo soldato e aveva soltanto fatto ciò che gli era stato detto.
Valeva la pena rischiare.
Non aveva importanza quanto stesse soffrendo, quanto avesse voglia di urlare solo per cercare di sfogare in qualche modo il dolore che ancora gli pulsava nelle vene.
Non aveva importanza che fine avrebbe fatto, l’unica cosa che doveva assicurarsi era il salvataggio dei suoi compagni, anche a costo della sua stessa vita.
Non aveva importanza l’intorpidimento che sentiva in tutto il corpo.
Non aveva importanza il fatto che lo stessero trattando come una bestia.
Clarke e i gli altri erano l’unica cosa che contasse davvero.
Valeva la pena rischiare.
Bellamy strinse gli occhi un’altra volta, mentre continuava a rompersi in mille pezzi.
Gli pareva quasi di sentire tutti i suoi organi liquefarsi, come se lo stessero bruciando dall’interno ma non aveva alcuna importanza, avrebbe stretto i denti…per lei.
Si chiese quanto fosse cambiato da quando era arrivato sulla terra.
Dov’era finito il Bellamy egoista che pensava solo ai propri interessi?
Dov’era finito il Bellamy che teneva testa a chiunque fosse in disaccordo con lui?
Era andato in pezzi, per dare la possibilità alla sua vera natura di mostrarsi.
Bellamy aveva rimesso insieme tutti i pezzi, plasmando ciò che era davvero.
Aveva dato un senso a quello che desiderava essere, e in parte era merito di lei.
Grazie a Clarke, aveva trovato ciò che credeva di aver perso.
Tuttavia, ora non era rimasto più nulla di lui. Sarebbe sopravvissuto?
A tratti quasi sperava di morire, perché come avrebbe potuto farsi vedere da lei?
Sarebbe tornato da Clarke ridotto in pezzi, e forse lei si sarebbe rotta insieme a lui.
Conosceva la sua principessa abbastanza da sentire il suo senso di colpa anche a chilometri di distanza. Clarke non se lo sarebbe mai perdonato in ogni caso e lui non poteva sopportarlo. Poteva decidere di non andare, ma Bellamy aveva fatto una scelta.
Valeva la pena rischiare.
Continuò a tenere gli occhi chiusi, ricordando come le sagome degli uomini del Mount Wether lo avessero afferrato per le braccia, portandolo via dalle gallerie. Bellamy aveva urlato conto di loro, tentando di ribellarsi ma era stato inutile.
Cercò di resistere al dolore di quegli strani trattamenti a cui era sottoposto.
Ad un tratto, udì la voce di Clarke chiamare disperatamente il suo nome.
Aprì gli occhi, incontrando la penombra di quella strana stanza degli orrori in cui era stato portato e finalmente la vide.
In un angolo c’era Clarke: aveva gli occhi colmi di lacrime e il viso cupo.
Allungò una mano verso di lui, come se le facesse male.
Protese le dita verso di lui, come se qualcosa la tenesse inchiodata al suolo.
Strinse le labbra come se volesse parlare, senza risultato.
Valeva la pena rischiare.
Bellamy udiva la sua voce, ma le labbra di lei restavano serrate.
Cercava di dirgli qualcosa, ma non riusciva a mettere insieme le parole.
Scosse la testa, nella speranza di svegliarsi da quello strano sogno.
Non era reale. Era soltanto un incubo.
Eppure, la sua mente gli stava mostrando tutt’altro.
Incastrò gli occhi in quelli di lei, concentrandosi sulla sua voce.
“Valeva la pena rischiare?”.
 
"I tried so hard. So hard. I tried so hard".

 
 
Angolo dell’autrice
 
- Piccola nota: in questa shot, ho supposto che Bellamy, una volta giunto al Mount Weather, venga scoperto e quindi sottoposto agli stessi esperimenti che ha subito Harper (ovvero estrazione del midollo).

Alla fine, sono sbarcata in questo fandom, perché non mi bastava rovinare solo quelli di Once upon a time e Teen Wolf, perdonatemi. Ad ogni modo, eccomi anche qui. Confesso di essere un po’ nervosetta per questo primo esperimento su Bellamy e Clarke e spero davvero di non aver fatto uno scempio. Adoro questi due, volevo scriverci da molto ma mi sono fatta prendere dalla pigrizia (shame on me) e dal timore di rovinarli (cosa che probabilmente ho fatto con questa shot). L’idea è nata dal promo della puntata 2x11 e da un’immagine fanmade di Clarke con la frase “It’s worth the risk” e poi l’espressione sofferente di Bellamy: insomma, il dolore. E' vero che adesso Bellamy è fuori pericolo (...più o meno) ma dopo aver visto il promo è scattata la voglia di scrivere una cosa simile: ossia Bellamy che viene sottoposto agli esperimenti per "aiutare" gli abitanti del Mount Weather e Clarke divorata dai sensi di colpa dopo aver scoperto della sua scomparsa. So che il finale non è esattamente felice e vi assicuro che non è da me, quindi siete liberissimi di lanciarmi ortaggi.
I versi in inglese sono tratti dalla canzone “Pieces” di Red. Non credo di dover fare altre precisazioni, spero solo che vi sia piaciuta. Ringrazio di vero cuore tutte le povere anime che sono arrivate fin qui e tutti coloro che mi hanno supportata. Se vi va, lasciate un commentino :)
Alla prossima,
Lily.
   
 
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