Anime & Manga > Tokyo Ghoul
Ricorda la storia  |       
Autore: Stray_Ashes    16/02/2015    2 recensioni
«Sei qui, Kaneki, perché sei appeso tra il giusto e tra lo sbagliato, attaccato alla realtà e alle tue determinazioni tramite il dolore dei tuoi sacrifici... e lottando a denti stretti, resti legato alle tue speranze. Sei qui in questo posto morto, perché altrove sei invece ancora vivo.». Takatsuki rise, e le sue risa si persero nel buio che li circondava, un buio assoluto, creato dal nulla, dall'assenza di tutto. «Di te stesso tu sei traditore, tu sei sospeso, tu sei impiccato.
Tu sei l’Appeso»

***
One-Shot un po' lunghetta, divisa quindi in tre capitoli. Un po' introspettiva, descrittiva, inquietante, dove la teoria dei Tarocchi in Tokyo Ghoul, scopre in parte le sue carte.
Genere: Dark, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kamishiro Rize, Kaneki Ken, Takatsuki Sen/Eto
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
The Hanged Man
 
Aprì gli occhi di scatto, e li aprì per la paura. Tirò su la schiena, sentendo il proprio respiro pesante, sibilante in quel silenzio assoluto, il petto che si alzava e si abbassava, ritmico. Aveva freddo, aveva paura, l’aria era umida, densa, non aveva odore, ma entrava e usciva da suoi polmoni con prepotenza, causandogli una sorta di dolore. Ma la cosa che più lo mandò in panico, fu il buio che lo circondava. Non un buio causato dall’assenza di luce, quello che si tasta la notte, ma un buio causato dall’assenza di tutto, composto dal niente, dal nulla, dal vuoto. Non stava precipitando, ma il terreno sotto di lui c’era e non c’era... lui stesso c’era e non c’era.
Non vedeva niente, sentiva i propri movimenti lenti, limitati, il suo corpo a malapena rispondeva; socchiuse la bocca, ma non riusciva ad emettere alcun suono... cosa stava accedendo? Che posto era? Perché? Le domande, frenetiche, mosse dal panico, gli si ammucchiarono in testa, come se si spintonassero, e i pensieri gli causarono un giramento di testa.
Aveva bisogno di vedere, di capire che luogo era quello, ma i suoi occhi, come le ossa e i muscoli, erano intorpiditi, deboli, addormentati... aveva aperto le palpebre, ne era sicuro, i suoi occhi avrebbero dovuto essere aperti adesso... ma il buio era così denso da riuscire a togliere qualunque certezza, e mettere dubbio anche nella cosa più banale. Sentiva i propri occhi aperti, ma aveva ancora la sensazione di averli ermeticamente chiusi, serrati.
Con un gesto lento si portò le mani sul volto, e appena avvertì il contatto con sé stesso, un brivido gelato gli attraversò la schiena, fino a toccare ogni muscolo del suo corpo. Sentì le proprie mani freddissime, dure, sottili e fragili, ma allo stesso tempo non le sentì proprio, come se fossero diafane, instabili, precarie, non costituite della materia solida a cui lui giovane ragazzo era abituato. Non certo solo le sue mani erano così, tutto il suo corpo lo era; ed era colpa di quel posto, qualunque esso fosse.
Nonostante le mani ridotte a quel modo, quando si toccò la pelle del viso, la avvertì... viscida,  e questa consapevolezza lo fece sobbalzare, terrorizzato. La sostanza viscosa rimase anche sulle dite, e il ragazzo, seppur fremente, sfiorò nuovamente quella sostanza che si era trovato addosso: era stranamente calda, viscida, quasi appiccicosa... la prima cosa che gli venne il mente, fu il sangue. Ma perché aveva del sangue in viso? E sangue di chi? Non sentiva ferite nel corpo, e attorno a lui non c’era nulla, o perlomeno nulla che vedesse.
Quasi inconsciamente, si passò la lingua sulle labbra, e sfiorò quella sostanza; la sentì, intrisa di un aroma metallico, allargarsi per il palato asciutto, e avvertire in bocca un sapore tanto intenso fu una sensazione strana da provare in un luogo come quello, in cui ogni suo altro senso era come intorpidito. Non era un sapore né buono né cattivo quello che provò, ma era sicuramente sangue, nonostante non capì di chi fosse. Di umano? Di animale? Di ghoul?
Il ragazzo scosse piano la testa, pulendosi la mano nella lacerata maglia nera che gli avvolgeva il suo fisico slanciato; considerò l’idea di alzarsi, ma sentì le gambe protestare al solo pensiero. Non aveva le forze, ed era come se nell’aria ci fosse poco ossigeno, poiché il suo respiro continuava ad essere veloce e pesante, irregolare... nella disperazione di quel vuoto e smarrimento assoluto, per un attimo si perse nel suono del proprio respiro, mescolato a quello ancora più ritmico, e martellante, del suo cuore, lì nel petto, restato a rappresentare l’unica certezza a suggerirgli che, alla fine, era ancora vivo. O di questo si convinceva.
Ma il giovane, stanco e quasi inebetito dall’oscurità assoluta, quasi non si accorse del nuovo rumore che cominciò a rimbombare nel mezzo di quel nulla... era un suono estraneo al suo corpo, ed era ticchettante, assillante, insistente, e veniva da qualche parte, là davanti a lui, e poi improvvisamente veniva da dietro, e dal suo fianco, ora lontano e ora vicino, finché non fu tutto attorno. Un minimo tac-tac continuo, che qualche volta strideva, sibilava, e il ragazzo, in preda a un terrore puro, si accorse che si muoveva, e si muoveva con milioni, milioni e miliardi di minuscole zampe, come si se si spostassero su lastre di vetro. Eppure, ancora non vedeva niente.
«C-chi c’è...?» provò a dire, mentre il suo cuore accelerava, tamburellando fino a fargli male, sconvolto dalla paura dell’ignoto che era attorno a lui. Tuttavia, quello che uscì dalla sua gola fu null’altro che un gemito strozzato. Si guardò intorno, gli occhi dilatati nel vano sforzo di vedere cosa o chi produceva quel formicolante rumore, che andava somigliando a una nenia acuta.
Appoggiò le mani davanti, sul terreno freddo, se terreno si poteva chiamare. «Dannazione, c’è qualcuno!» urlò, ma anche questa volta la sua voce suonò squillante e strozzata. «Dov-...» ma quest’ultimo tentativo di dire qualcosa affogò in un singulto terrorizzato, mentre ogni fibra del suo corpo si immobilizzava, paralizzata. Qualcosa, di molto freddo e sottile, gli aveva sfiorato il dorso della mano, e ora quel suono ticchettante era incredibilmente vicino... col suo tic tic minaccioso.
Il ragazzo si ritrasse, provò ad alzarsi, ma in realtà strisciò solo all’indietro, instabile e reso folle e confuso dalla paura; serrò i denti, smarrito, cacciandosi le indolenzite mani tra i lisci capelli, ora intrisi di sangue secco, ma che ricordava fossero bianchi.
Fu all’improvviso che, laggiù in questo posto senza tempo e senza spazio, si accese una luce. Sembrava un piccolo fuoco, che danzava, così piccolo e impotente contro l’oscurità densa, ma che indisturbato brillava di colori vermigli, e fremeva, baluginante, un fascio di piccole lingue di fiamma che si allungavano e ritraevano. Non produceva il rumore crepitante del fuoco, era tutto incredibilmente muto.
Il ragazzo si protese fissando quella luce, smanioso di averla più vicina.
«Kaneeeki...» 
Il giovane si bloccò nuovamente, sbarrando gli occhi nel buio. Kaneki... era sicuro di aver sentito quella parola, rimbombava ancora tra le pareti del nulla. Kaneki... era un nome. I-il suo, nome? Kaneki. Sì, l’avevano chiamato così molte persone, persone buone, che ora gli mancavano nonostante non ne ricordasse il volto, persone morte, persone vive, persone malvagie.
«Oh, Kaneki...».  La voce giunse di nuovo, là, dalla zona della piccola fiamma. Era una voce di una donna, acuta, beffarda, mormorata. Il suono di ogni lettera si allungava rimbombando flebile, mescolandosi al martellante ticchettio che si insinuava ancora  nell’orecchio di Kaneki, esasperandolo. La confusione del ragazzo diventò anche maggiore della paura. «Chi c’è?!» urlò, un po’ tentennante.
«Ma come, non riconosci la mia voce? La voce che ti sussurrava nella testa? Ti è bastato mangiare la mia forza, per dimenticarmi?». 
Era la voce di Rize. 



*** Angolo dell'autrice
Boh. Volevo scrivere una robetta su Tokyo Ghoul, che è attualmente il mio manga preferito, ma in realtà ho fatto una cosa incentrata su descrizioni di posti inquietanti, e di Tokyo Ghoul ho preso solo le facce...
Infatti, per ora non ha assolutamente senso.
Comunque, questa è solo la prima parte, ne seguiranno altre due, un po' più interessanti spero ^^
Mi farebbe piacere un vostro commento, o una vostra critica costruttiva perché non ho idea di come sia venuto non l'ho riletto lol
E boh, questo è quanto (?)
Bye bye c:


_MoonStorm:.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Tokyo Ghoul / Vai alla pagina dell'autore: Stray_Ashes