Anime & Manga > Sword Art Online
Ricorda la storia  |       
Autore: ryuji01    16/02/2015    2 recensioni
Tutti sanno dell'avventura fantastica dell'eroe di SAO, Kirito, e della sua donzella, Asuna. Però nessuno è a conoscenza che il più rovinoso videogioco della storia dell'umanità ha avuto un bug.
Un bug di gioco come tanti altri, ma in quel caso una così grande luce di speranza. E così forse qualcuno saprà anche dei 5 amici che hanno lottato per questa causa, ed il perché di quello che è succcesso.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
DIARIO VIRTUALE
Ciao! Sono riuji01 mi piace scrivere storie di magia, però prima di scrivere una vera e propria storia voglio provare a cimentarmi in una storia dove ho già la base. Tutte le armi, i boss, e gli scenari che scriverò sono inventati; a parte qualcosa che cercherò di copiare dall’anime( non ho letto la light novel) e alcune cose che cercherò di intrecciare. Se non vi è chiaro qualcosa ditemelo vi spiegherò tutto. Dividerò il testo in due parti: quello che accade nel gioco e quello che accade fuori, se volete che immetta un’arma o un vostro personaggio ditemelo vedrò che posso fare, però voi mandatemi la descrizione con potenza, costo, ecc. ( ho già la storia praticamente, però faccio ancora in tempo) . E in fine questo è il diario virtuale.  Questo capitolo potrebbe apparire un po’ noioso, e come noterete non sono tanto “fissato” con i dialoghi. Ditemi che ne pensate, spero che vi piaccia.                                          
AMICIZIA: VIDEOGIOCO MORTALE
Entrato nel gioco urlai dalla gioia –  Evvai! – Un po’ di avatar si girarono e mi guardarono, avevo un po’ di vergogna ad essere al centro dell’attenzione.
 Smesso di essere guardato iniziai a camminare. Le case erano fatte di mattone grigi e dello stesso colore erano quelle del pavimento, sembrava di stare in una città medioevale ; era strano, il mondo sembrava così reale e così immaginario contemporaneamente, una cosa incredibile!
 Mi ero scelto un avatar totalmente diverso dal mio vero corpo, era alto, aveva i capelli biondo-cenere, e ricci, che gli arrivarono alle spalle e dei bellissimi occhi azzurri; per me, il mio avatar era… Un vero e proprio Don Giovanni. Nella piazza c’erano tantissime persone, qualche locanda, di cui nome uno più strano dell’altro, ed un mucchio bancarelle – Sarà quella principale – Dicevo tra me e me.
– Chissà come funzioneranno le cose qui? –  è  questo che mi continuavo a chiedere: odio leggere le istruzioni dei videogiochi, e più bello abituarsi quando si è dentro che saper già tutto, ed era così che avevo fatto per tutti i videogiochi precedenti, ma questo era diverso, questo era il mio primo NerveGear, questa era la prima volta che mi buttavo, letteralmente, in un videogioco.
 Stavo cominciando ad abituarmi a camminare in questo mondo virtuale, era stranamente difficile , i miei movimenti erano ancora molto impacciati, e, come si potrebbe immaginare, all’improvviso inciampai; stavo per finire addosso ad una bambina che, a giudicare dall’avatar, avrà avuto si e no 8 anni, io ne avevo 13 e mezzo anche se il mio avatar ne dimostrava 17.
 Ero preoccupato, non volevo fargli del male, anche se questo era un gioco non volevo schiacciarla; e nel caso fosse caduta con me sarebbe stato ulteriore motivo di imbarazzo, ma come potevo fare! Sperando che tutto finisse e accettando quello che sarebbe successo, chiusi gli occhi e prima di arrivare a terra li riaprii.
La bambina era scomparsa, mi chiedevo come avesse fatto; quando ormai fui a terra ebbi la risposta, vidi la bambina che era stata tratta salvo da un ragazzo di, ancora giudicando dall’avatar, 18 anni, accompagnato da uno della mia età. Gli dissi – Scusatemi  - Il più grande di loro mi disse; con un’aria arrabbiata e di rimprovero – Ok, ma la prossima volta sta più attento – Io sorrisi annui e me la diedi a gambe levate.
Sospirai e dissi – Per quanto possa sembrare diverso i rimproveri sono tali e quali a quelli reali.
 Però chissà come aveva fatto il ragazzo a trarla in salvo – Comunque , va be’ l’importante è essere riuscito a procurarsi SAO. Iniziai a guardare le bancarelle vendevano vestiti tra cui: toghe, giacche, gonne, pantaloni, armature; potevano essere cose medioevali o cose da casa; al momento indossavo dei  semplici pantaloni una maglia a maniche lunghe e una sottospecie di armatura che mi sembrava di più un set di protezioni per i pattini a rotelle, escludendo la parte sul petto .
 Altre bancarelle ancora, vendevano degli oggetti dei più vari colori e tipi, che se ho capito bene si chiamano item e se avevo capito bene ognuno serviva a qualcosa di diverso. Guardando il loro costo pensavo che non ne avrei potuto acquistarne tanti con i soldi che possedevo; avevo già controllato quello che avevo e non mi sarei potuto permettere più di due o tre item, un pasto ad una locanda e un’arma… – Un’arma, aspetta… ma io non ho nessun’arma!! –
A quel punto non c’era tanto altro da fare( senza un’arma non puoi fare niente al di fuori della città), quindi mi diressi alla bancarella delle armi. Qua c’erano  spade, pugnali, scudi, martelli e asce. Non ero mai stato bravo a kendo, e quindi pensavo che non avrei optato per una spada.
Iniziai a guardarle, erano normalissime spade, ed asce anche se molto lucenti, non ero molto eccitato, ma non tutti erano così passivi alla visione di quelle armi. Infatti in parte a me notai un ragazzo ,stava scrivendo i nomi delle armi, il loro prezzo e la loro potenza su un taccuino.
Cercai di leggere i suoi appunti, ma era difficile. Lessi solo pugnale chiaro, costo …. Prima che finissi di leggere si era girato, penso si fosse accorto di me. Allora cominciai di nuovo a guardare le armi, anche se quello che volevo veramente era leggere quel libretto; rimasi incantato da una spada messa in una teca in alto, gli occhi mi scintillavano mentre la guardavo.
Aveva l’impugnatura ricoperta di pelle, sotto era verde come le venature che salivano su per tutta la sua lama, quest’ultima era chiarissima quasi trasparente. Il ragazzo che prima si era girato ora mi disse – Bella vero. Si chiama spada del nord: si chiama così perché il metallo con cui si produce si trova a nord di questo piano, non so precisamente dove però.
Anche se è tanto bella, non penso sia tanto ambita; per due semplicissimi motivi, il primo è che non è una spada da combattimento frontale, anzi e fragilissima; e una spada che aumenta il tuo attacco speciale; e poi perché costa tantissimo per il piano in cui si trova – In effetti costava un occhio della testa, costava duecento volte tanto i soldi che ti danno all’inizio.
Io rimasi basito dalla sua conoscenza in materia e poi dissi in tono estasiato – Ma è così bella – E lui mi rispose – Si, lo so – Poi gli dissi – Comunque, io sono Kaii, ho tredici anni e mezzo e vengo dalla periferia di Tokyo – E lui – Io mi chiamo Jotaru , è ho undici anni – Dopo i saluti ci incamminammo verso una locanda e qua io consumai il mio primo pasto virtuale, anche se consisteva solo in un panino. Mentre mangiavamo nella veranda della locanda, gli chiesi – come fai a sapere tutte quelle cose sulle armi di SAO? – Lui a quel punto disse –  Allora ai letto….  –
Abbassò la testa, io pensavo tra me e me che se gli avessi detto che avevo letto solo una riga non avrebbe continuato quindi annuì – Beh.... – Continuò – Mi piacciono le armi. Quindi nel mondo reale mi sono procurato un elenco di tutte le armi di SAO; sono davvero tante, e o cercato di impararle a memoria. È  stato difficile procurarmi quell’elenco, sai io abito in campagna – Ero basito, io non mi ero mai impegnato così tanto per un videogioco.
Rimanemmo in silenzio fino a che non dissi – Wow, io abito in città invece, e ho fatto una fatica solo per prendere il gioco – Ci fu un altro momento di silenzio e pensai  – Ok, detto così sembravo veramente cretino – il silenzio continuò però questa volta fu interrotto da un suono tipo campanello e io chiesi – Cose stato? – E Jotaru disse – Scusa era il mio NerveGear – Io lo guardai con aria interrogativa. Non avrei potuto sopportare un altro momento di silenzio e gli chiesi – Tu hai dei fratelli ho delle sorelle? – Lui disse – Si, ho una sorellona, ma quello grande sembro io; i miei genitori vivono separati, ma a causa del lavoro – Io ridacchiai – A chiamarla così sembri tu quello piccolo – Lui mi disse – Come? – E io – Sorellona – Ridemmo insieme e lui – Hai ragione – E continuò – Perché hai comprato SAO?  – E con questo cadde l’asino.
Non volevo rispondergli che l’avevo comprato perché era sulla bocca di tutti e dovevo averlo, o perché mi piacevano i videogiochi; quindi gli dissi – Perché vorrei diventare un specie di eroe – Effettivamente a scuola ero schernito e non ero neanche considerato ,quindi poteva anche essere la mia motivazione, lui mi guardò e mi disse, in tono quasi di vergogna – Io….lo preso per…  – All’improvviso un ascia passo tra la mia e la sua testa; presi un colpo. Quando mi ripresi corsi fuori e urlai – Chi è stato?! –
Tre enormi tizi dissero – Siamo stati noi, stavamo giocando, c’è qualche problema – Non avevo paura, col mio avatar ero più grande, ma Jotaru che si era finalmente ripreso  e mi aveva raggiunto fuori mi disse – Kaii, lasciamo perdere – Io gli urlai – No, ma come si sono permessi, Essere grandi e grossi no gli da il permesso di trattare le persone in questo modo – Mi guardarono con aria di sfida e anch’io , ma quando iniziarono a picchiare le loro armi sulle mani mi ricordai di non avere comprato neanche un’arma.
Allora iniziai a correre e Jotaru mi seguì a ruota. Gli chiesi stupidamente –  Ma non hai un’arma!? – E lui mi rispose – No! – E io finii dicendo – Siamo messi bene – Arrivammo a un vicolo ceco e non ci avevano persi di vista. Mancava poco e ci avrebbero attaccati.
 Dei kunai beccarono le gambe dei tizi che ci seguivano e quelli caddero a terra, vedevo una sagoma in cima alla parete del vicolo, sicuramente di una persona, e quest’ultima disse – Venite con me –  Ci diede le mani e scavalcammo il muro, la persona era un lui; la seguimmo fino a un strada stretta e buia che finiva con un incrocio dove passava un fiumiciattolo, con un ponte che ci passava sopra e qui ci fermammo.
Quei tizi avevano continuato a seguirci, ma ora li avevamo seminati, la persona si presentò – Sono Masao, e voi? – Io risposi per me e per Jotaru, dopo lui continuò – Ma cosa avete fatto a quei tizi? – Questa volta fu Jotaru a rispondere spiegandogli tutto quello che era successo – Che stupidi – Disse, con un tono da snob; subito dopo qualche secondo di silenzio scoppiammo tutti e tre a ridere come dei forsennati.
Ci incamminammo verso la piazza principale – Masao quanti anni hai e soprattutto… Perché hai quei vestiti? – Risi – Ho 14 anni e indosso questi vestiti perché mi piacciono – Mi rispose offeso; pensando che era abbastanza ridicolo con quei vestiti gli chiesi – E quanto ti sarebbero costati? – E lui – Con le armi mi sono rimasti solo…  – Stava facendo un po’ di conti con le dita – Mi sono rimasti esattamente 5 denari –
 Noi – Cosa!? – Lui mise la mano dietro la testa e ci guardo con un sorriso. Io dissi con un tono di rinfaccio – E poi saremo noi quelli stupidi.
 – Lui – Beh… –  Io gli picchiai la spalla con un pugno come dire – Che stupido. – Iniziò a suonare una campana, ci ritrovammo nella piazza principale, avevamo perso di vista Masao. Prima che potessimo iniziare a cercarlo la nostra attenzione fu sviata dal cielo che divenne rosso, e dalle piastrelle esagonali che lo coprivano uscì un liquido rosso, tipo sangue, e questo formò specie di spettro; questa inizio a parlare e disse – Miei cari giocatori benvenuti nel mio mondo il mio nome è Akihiko Kayaba e sono l’unico in grado di controllare questa dimensione – Io dissi – Chi?! – Jotaru mi rispose –  Akihiko Kayaba… è il creatore di SAO – Poi lo spettro continuò – Immagino che ormai avrete notato quasi tutti che l’opzione di log-out è scomparsa dal main menu; sappiate che non dipende da un errore nel gioco, ripeto non c’è alcun bug nel sistema, è un requisito di Sword Art Online – Controllai se stava dicendo sul serio e purtroppo era tutto vero – Non potete disconettervi di vostra iniziativa, ed è altrettanto impossibile che altre persone spengano o rimuovano il NerveGear per voi, perché nel caso ci provassero un trasmettitore dentro il NerveGear emetterebbe microonde ad alta potenza che terminerebbero il vostro cervello e la vostra vita – Io pensai tra me e me – Cosa!? – Lo spettro  –  Sfortunatamente si sono già verificati casi di parenti e amici che, ignorando il mio avvertimento hanno provato a rimuovere il NerveGear con la forza. Di conseguenza, 213 partecipanti a SAO hanno, per sempre, lasciato Aincrad, così come il mondo reale – Rimasi di sasso non potevo credere a quelle parole; quello che speravo fosse uno scherzo era la pura e semplice verità – Come vedete i mas-media stanno affrontando l’argomento, divulgando informazioni sulle numerose vittime. State tranquilli il pericolo che il NerveGear venga rimosso a forza è già notevolmente ridotto – Io pensai – Ma  quale pazzo potrebbe fare una cosa del genere – Lo spettro continuò –  Mantenete la calma – Io un po’ incacchiato – Ma come cavolo pensa che dovremmo mantenere la calma! – Lui continuò – E impegnatevi a completare il gioco; e ricordate bene, d’ora in poi nell’MMO non ci sarà più alcuna possibilità di resurrezione, nell’istante in cui i punti vita arriveranno a zero il vostro avatar scomparirà per sempre, e al tempo stesso il vostro cervello sarà distrutto dal NerveGear – Avrei  voluto urlargli contro qualcosa, ma qualunque cosa avessi detto sarebbe stata vana – Esiste un unico modo per riguadagnare la libertà: finire SAO. Vi trovate al primo livello di Aincrad, il più basso, superate i labirinti e sconfiggete il boss di ogni piano per passare al successivo, superate l’ultimo livello, il centesimo, e avrete completato il gioco – Ora parlai ad alta voce – Cento livelli!!! È impossibile –
 Lo spettro finì dicendo – E, per finire, nel vostro inventario ho depositato un piccolo regalo da parte mia: prego controllate – Aprì il main menu, c’era uno specchietto nell’inventario, lo selezionai, mi guardai e un vortice di pixel mi circondo. Quando scomparve; ero io, non c’era più il mio avatar ero io: altezza media, occhi neri e quei dannatissimi capelli rossi che tanto odiavo.
In parte a me invece c’era un ragazzo basso, capelli a spazzola marroni e occhi azzurri; era Jotaru, non ci potevo credere! E a quanto pare dal suo sguardo; era basito quanto me –  Vi starete chiedendo perché, perché Akihiko Kayaba creatore di SAO e del NerveGear ha preso una decisione simile: il mio obbiettivo è stato raggiunto, ho programmato SAO solo per creare questo mondo e osservarlo con mia immensa soddisfazione –
Ci fu un attimo di silenzio – E così tutto è compiuto – Le lacrime uscirono dagli occhi delle persone. – Termina cosi il tutorial per il lancio di SAO; auguro buona fortuna a tutti i giocatori. –  Lo spettro scomparve in un rumore che sembrava quello di un computer andato in corto circuito.
C’è chi pensava fosse uno scherzo, chi protestava e chi piangeva. Non me ne accorsi subito, ma Jotaru era corso in un vicolo. Lo seguii; aveva le mani tra i capelli e il capo chino; quando alzò il volto era in lacrime, cercai di consolarlo dicendo  – Dai che ci sono qua io, siamo insieme non devi preoccuparti – Lui mi urlò contro e mi disse – Saremo anche insieme, ma intrappolati in questo mondo! E potremo uscire solo quando qualcuno avrà finito ‘sto cavolo di gioco –
Mi accosciai, aveva ragione, mi misi a piangere, non sapevo perché, ma non riuscii a trattenere le lacrime; eravamo in un gioco mortale e il bello, è che ci eravamo entrati da soli. Disse – Kaii, scusami? – Io risposi – No, non è colpa tua se piango, stavo riflettendo; hai ragione – Ci fu un attimo in cui si sarebbe, persino,  riuscita a respirare l’aria di disperazione. Un urlo interruppe tutto.
Jotaru aveva iniziato ad urlare, io mi alzai di scatto corsi da lui e chiesi stupidamente – Che sta succedendo?! – In quel momento io pensai che poteva essere uno dei suoi parenti che gli toglieva il NerveGear, sarebbe stato normale abita in campagna. Ci guardammo e ci capimmo era finita, lui in tutta fretta aprì il main menu e mi passo una schermata di scambio: mi stava dando i suoi soldi io mi chiesi ,tra me e me, il perché, e lui come in risposta alla mia domanda disse – La s-spada.. p-prendila – Io rimasi colpito, lui stava morendo e pensava a darmi i soldi per quella spada. Accettai  e poi lo abbracciai, biascicò qualche parola tipo grazie, ma non lo capii. Dopo neanche un secondo mi scomparve tra le braccia in uno scintillio di pixel rossi; ormai era morto, avevo tredici anni e avevo già visto la morte in faccia. In quel momento pensai alla bambina a cui stavo cadendo addosso e mi si strinse la gola al pensiero che avrei potuto ucciderla.
Piangevo ancora più di prima mentre cercavo di acchiappare gli ultimi pixel rossi rimasti che fluttuavano nell’aria. Non ero sicuro di quello che dovevo fare, ma una cosa l’avrei fatta di certo; avrei comprato quella spada. Tornai in piazza, che ormai era quasi vuota, con il volto verso il basso e una persona mi picchiò alla spalla da dietro, era una mano forte, mi girai. Al momento non lo riconobbi, ma quei vestiti… Era Masao alto, magro e muscoloso con i capelli biondi e gli occhi nocciola e ora quei vestiti gli stavano bene.
Lui riusciva, non so come, a trattenere le lacrime – Cos’è successo? – Mi chiese lui;  gli raccontai tutto, come ci eravamo incontrati io e Jotaru, della spada, e di cosa era successo qualche minuto prima. Uno scintillio scese dai suoi occhi. Mi disse – Ti aiuterò a prendere la spada e ad andare avanti… E poi c’è tutto un mondo qua dentro e non tutto il male viene per nuocere – Io gli risposi – Veramente! Oh grazie, grazie mille! – Sorrisi, ora stavo piangendo di felicità; non più di tristezza. Avevo capito che sarei riuscito a mantenere la “promessa” fatta a Jotaru Prima di scomparire.
Masao mi disse – Comunque, è meglio incamminarsi. Tutti gli altri avranno già stabilito delle basi – e ci incamminammo verso il tramonto.
INTANTO NEL MONDO REALE
Jotaru si alzò dal letto di colpo, non era morto.
 Come poteva essere?! Avrebbe dovuto avere il cervello fritto e pronto per essere servito in un NerveGear d’argento. Si asciugo le lacrime che aveva agli occhi.
 Dopo aver riflettuto – giusto! – aveva messo il  NerveGear quando era già scarico e non l’avevo collegata alla presa elettrica, quindi non aveva energia per friggergli il cervello e ucciderlo.
 Si alzo dal letto era felice e triste contemporaneamente: metà di lui avrebbe voluto essere là, l’altra metà ringraziava il cielo di quello che mi era successo. Intanto che faceva avanti e indietro per la stanza e pensava se dirlo o no ai genitori senti la porta aprirsi. Era sua madre in lacrime tornata prima dal lavoro – Oh grazie al cielo che non l’hai messo! – Lei lo abbracciò lui ricambiò l’abbraccio; scelse il silenzio.
 Ma sicuramente avrebbe cercato di fare qualcosa per Kaii e per tutti gli altri, anche se non sapeva come. E infine, dopo che la madre lo lasciò, pensò – Che stupido, alla fine non gli ho più detto che ho comprato SAO perché mi piacciono i videogiochi – E sospirò in una specie di risatina.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sword Art Online / Vai alla pagina dell'autore: ryuji01