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Autore: Rain_Flames    17/02/2015    15 recensioni
Un gruppo di amiche decide di andare alla festa di Carnevale vestendosi a tema.
La scelta ricade su Cappuccetto Rosso, ma alla fine i personaggi non sono esattamente quelli della fiaba...
Ecco come un panda è riuscito a infiltrarsi nella fiaba.
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessa
Non so quanto possa essere essenziale un discorso di questo tipo in una storia nonsense… ma credo che al fine di farvi divertire di più vadano spese due parole.
Potrei raccontarvi tante cose divertenti, ma sarò il più breve possibile ^^’
È essenziale capire come sia nata questa cosa demenziale, e la risposta è: a Carnevale.
Per la festa che si è svolta nel nostro paese in concomitanza del Carnevale, la mia migliore amica Anna (AwwwA) ha proposto di vestirci a tema. Niente di strano visto che era Carnevale, ma la prima cosa che mi ha fatto ridere di tutta questa faccenda è che proponendo Cappuccetto Rosso, lei infine si sia vestita da Panda…
Chi non conosce il famoso Panda dei fratelli Grimm?
Siamo quindi riuscite a trovare i ruoli per ognuna di noi: Alice si era vestita da Cappuccetto Rosso, Daniela da lupo, Nari da nonna e River da cacciatore… in realtà era un Cowboy, ma visto che era stata Anna a vestirla non mi sono stupita molto della cosa. Infine c’ero io… io che da sempre cerco di evitare le feste in maschera come un palloncino in un campo di catctus… già…
Che cosa potevo fare se non la narratrice? Vestito semplice, cuffie con microfono e in mano una storia da propinare a chiunque tentasse di avvicinarsi. Sì, era decisamente il mio ruolo!
Per essere convincente ho deciso di scrivere la storia qui sotto -che poi ho anche stampato-, integrando persino il povero panda che si spacciava ostinatamente per un animaletto del bosco…
Che altro posso dirvi in breve? River è appassionata di Adam Lambert e dei Queen (andate a leggere le sue bellissime storie), perciò se provate ad insultarli potrebbe davvero spararvi con un fucile a canne mozze.
Anna è diventata -a causa mia- una fan di Sherlock (BBC) e per le citazioni che ho inserito un po’ mi ama… odia gli abbracci e tutto ciò che è sdolcinato e tenero. Li odia, non sto esagerando… le fanno proprio ribrezzo. Fa anche la sostenuta a volte, ma poi la scopro a leggere riviste di dubbia utilità xD Sì, le voglio bene anche per questo.
Ne abbiamo passate tante insieme ultimamente ed adoro quando si ubriaca. Questo perché sono gli unici momenti in cui non riesce proprio a controllarsi e inizia a distribuire abbracci, coccole e confessioni imbarazzanti anche alle persone più impensabili… persone alle quali, al mattino, non ha nessunissimo problema a dare dei deficienti… prima li abbraccia e poi li insulta… così finisco per shipparla con mezzo mondo maschile e lei mi inveisce contro :)
Bene, direi che se non siete ancora scappati sia meglio lasciarvi alla storia… spero di rubarvi almeno mezzo sorriso :)

 
Dedicata a tutte le amiche della pazza serata


Cappuccetto Rosso ed altre strane storie

di e con Rain_Flames



«C’era una volta in un Regno lontano, lontano un…»
«Hey scusa!» interruppe bruscamente una voce «Hey!!!» continuò sbracciandosi.
La narratrice richiuse il libro che aveva appena iniziato a leggere e un po’ scocciata si apprestò a rispondere «Chi osa disturbarmi nel bel mezzo della lettura?»
«Ciao!» tagliò corto la voce avanzando dall’ombra mentre il saluto si tramutava in una veloce rotazione delle dita della mano «Io, me medesima… beh, non che fosse un inizio col botto…» commentò sarcastica la figura di un piccolo panda.
«Di grazia, chi sei? Non ti conosco» affermò la narratrice mentre pensava in quali storie del suo libro fosse presente un animale del genere.
Dubitava che i fratelli Grimm si fossero presi la briga di pagare i diritti d’autore alla DreamWorks Animation per raccontare nelle loro favole di un Panda obeso che praticava Kung fu. Anche perché quello davanti a lei era un animale fin troppo smilzo «Forse è un sequel in cui Po scopre di avere una figlia?» si chiese mentalmente l’autrice.
«Io sono Anna e sono… un panda» rispose teatralmente la figura ancora parzialmente nascosta dalle tenebre.
«Questo lo vedo, ma perché?» domandò ancora confusa la narratrice.
«Beh» esclamò Anna facendo un passo in avanti «mio padre era un panda… mia madre era un panda… e sai a volte capita che quando due esseri viventi di sesso oppost…»
«No!!!» urlò precipitosamente la cantastorie non volendone proprio sapere di copulazioni di mammiferi orientali «Intendevo… perché mi hai interrotto?» specificò immediatamente.
«Credo di essermi persa» esclamò l’animale con fare innocente «Dov’è esattamente questo “Regno lontano, lontano” di cui parlavi?»
«Il Regno è qui» esclamò indicando il libro che teneva sulle ginocchia «Noi ci troviamo in sala registrazione».
«Ohh…» rispose delusa «e dove si colloca esattamente il Regno “Sala Registrazione”?».
La narratrice si spiaccicò in viso il palmo della mano e si massaggiò le tempie per prevenire un imminente mal di testa.
«Ascolta» le disse «Io devo lavorare e sono già in ritardo. Se stai seduta in quell’angolino buona puoi restare qui, quando avrò finito ti aiuterò a capire dove devi andare».
«Ok» squittì il panda trotterellando verso la sedia indicatale.
«Nemmeno un “grazie” o un abbraccio per ringraziarmi?» domandò la donna leggermente risentita.
«Non so che cosa ti abbiano raccontato… quella volta ero ubriaca» esclamò il panda con voce roca, sedendosi e guardandola improvvisamente minacciosa dal suo angolino buio «Ma io NON abbraccio!»
La narratrice improvvisamente intimidita dalla strana reazione della creatura decise che era meglio non fare domande.
«C’era una volta in un Regno lontano, lontano una bambina che viveva in una casetta ai margini di un bosco con la sua mamma.
Un giorno…»
«Boooored» esclamò il panda steso sul divano con le mani congiunte appoggiate sotto al mento.
«Ti avevo detto di non disturbare!!!» urlò scocciata la cantastorie «Aspetta!» disse poi confusa «Da dove arriva quel divano?»
«Era qui solo soletto nell’ombra» rispose l’animale alzando le spalle.
«Questa faccenda è sempre più assurda» borbottò la narratrice.
«Non dirlo a me» fece eco il panda «Due righe di storia e nessun cadavere o sparatoria… cos’è un libro Harmony? Dillo subito che eventualmente me ne vado».
La tentazione di mandarla a quel paese era forte, ma decise che per la sua sanità mentale avrebbe dovuto concludere il lavoro in fretta e poi risolvere il problema del plantigrado.
«Silenzio per favore o non finirò più» esclamò la ragazza «C’era una volta in un Regno lontano, lontano una bambina che viveva in una casetta ai margini di un bosco con la sua mamma.
Un giorno la madre le chiese di portare un cestino pieno di medicine alla nonna che viveva dall’altra parte di quel bos…»
«Non poteva andarci lei?» domandò il panda.
«Smettila di interrompermi!» tuonò la narratrice.
«No!» rispose «È importante, perché non ci va sua madre? E poi un cestino di medicine? Accidenti doveva proprio stare male la vecchia».
«L’autore ha scritto che dev’essere la bambina ad andarci, se non ti piace lamentati con lui» spiegò prendendo grossi respiri per calmarsi «Continuo» esclamò truce in viso prima di proseguire la lettura.
«Un giorno la madre le chiese di portare un cestino pieno di leccornie alla nonna che…»
«Ma non erano medicine?» si agitò subito il panda.
«Smettila ok!?! Ho deciso che le porta dei dolci».
«Ma è una signora anziana… sei sicura che non abbia problemi di diabete?»
«Se non stai zitta chiamo il WWF» minacciò estremamente seria la narratrice.
«Non oseresti» ribatté il panda allarmato «Lo faresti? Ok sto zitta».
«Finalmente!» disse vittoriosa la donna e riprese il suo lavoro.
«Un giorno la madre le chiese di portare un cestino pieno di leccornie alla nonna che viveva dall’altra parte di quel bosco. “Cappuccetto Rosso vai a trovare la nonna, portale questo cestino e i miei saluti. Mi raccomando non parlare con gli sconosciuti e non passare per il bosco o potresti incontrare il lupo cattivo”. La giovane Cappuccetto annuì a testa bassa, con il capo nascosto dalla sua mantellina e si incamminò subito verso la casa della nonna. Cammina, cammina dopo un po’ di strada vide un coniglietto inoltrarsi nel boscaglia e improvvisamente si mise a rincorrerlo. “Coniglio” urlò cercandolo “Coniglio dove sei?”» la narratrice si interruppe e guardò il libro corrucciando la fronte.
«Che succede?» chiese il panda «Questa volta non ti ho interrotta io».
«No…» rispose la donna meditabonda «Conosco la favola di Cappuccetto Rosso, ma c’è qualcosa di strano in questa».
«Se ti metti a trasformare supposte in cioccolato mi sembra normale» ribatté sarcastico il panda beccandosi un’occhiataccia «Continua» la spronò l’animale «magari è più interessante dell’originale».
La narratrice annuì e lasciò che fossero i personaggi a raccontarle questa versione sconosciuta della fiaba.
«Voi avete visto il coniglio di prima?» domandò Cappuccetto Rosso rivolgendosi alle due figure che osservavano il libro.
«Noi?» chiese la lettrice indicandosi.
«Sì» rispose Cappuccetto «Tu e l’orsetto lavatore».
«Sono un panda» puntualizzò l’altra stizzita.
La bambina scrollò le spalle disinteressata, facendo scivolare il cappuccio dalla sua testa.
«Ma tu sei Alice!» esclamò basita la narratrice «Questa non è la tua storia!»
Alice la guardò sorridendole colpevole «Sorpresa» esclamò agitando il cestino di vimini.
«Chi è scusa?» sussurrò il panda perplesso.
«Alice. Alice nel Paese delle Meraviglie» rispose l’altra che evidentemente aveva un ottimo udito.
«Che diavolo ci fai in questa storia?» domandò la lettrice già esausta.
«Rosso si è ammalata e io non me la sto passando molto bene ultimamente. Sai com’è… sono in affitto, il mio coinquilino continua a creare copricapi così brutti che persino quelli al matrimonio di William e Kate erano più belli, il mio gatto mangia come un dinosauro e al giorno d’oggi i croccantini costano un sacco…»
«Ok, non ci interessa la storia della tua vita» la interruppe annoiato il panda.
«Per questa volta ci passerò sopra» esclamò la narratrice «Sai almeno quello che devi fare?»
«Certo!» esclamò Alice contenta iniziando ad enumerare i passaggi fondamentali che doveva affrontare «Cestino, Lupo, scorciatoia, Nonna, Cacciatore, uccidere il…».
«Niente spoiler!!!» urlò il panda tappandosi le orecchie in preda a una crisi isterica.
«Proseguiamo…» disse sconsolata la donna.
«Ali… Cappuccetto Rosso cercò il coniglio con lo sguardo ma non trovandolo decise di inoltrarsi ancora di più nel bosco, fregandosene altamente delle raccomandazioni della madre. Arrivata ad una biforcazione del sentiero che stava seguendo, si chiese quale strada dovesse intraprendere per arrivare sana e salva alla casetta della nonna. All’improvviso da dietro un cespuglio saltò fuori un lupo».
Alice iniziò a guardarsi in giro proteggendo coraggiosamente il cestino, ma nessuno comparve.
«Scusa» esclamò la finta bambina guardando verso l’alto «ma guarda che qui non c’è nessuno».
«Lo vedo» rispose la narratrice strofinandosi il mento.
«Vuoi che vada io?» si propose il panda nella speranza di fare qualcosa di più divertente.
«Abbiamo qualcosa da perdere?» domandò retorica la lettrice spedendo Anna il panda all’interno della storia.
«Devo mangiarmi il contenuto del cestino?» chiese sorridente quest’ultima.
«No, devi indicarle la strada sbagliata e poi correre a casa della nonna» la istruì la narratrice.
«Correre?» domandò perplesso il panda non riuscendo a trattenere una risata «Ho cambiato idea, torno lì» esclamò ricomparendo al fianco della donna in sala registrazione.
«E io che faccio qui da sola?» sbuffò Alice incrociando le braccia al petto.
«Aspetta, riproviamo la scena» suggerì la lettrice «All’improvviso da dietro un cespuglio saltò fuori un lupo».
«Eccomi, scusa il ritardo Cappuccetto» esclamò l’animale avvicinandosi alle spalle della bambina «Sono andata a fare la spesa e non trovavo più parcheeee… tu chi diavolo sei?»
«Alice» disse la ragazza porgendole la mano «Rosso è a casa con l’influenza».
«Oh povera bimba, devo assolutamente andare a trovarla» disse la lupa dispiaciuta.
«È una femmina» constatò il panda perplesso.
«Non ti sfugge niente» rispose la canide sarcastica «Qualche problema?» concluse mostrando i denti aguzzi.
«Assolutamente no… dicevo per dire» si giustificò il mammifero alzando le mani «È che ha detto lupo, mi aspettavo un maschio».
«Siamo una razza in via d’estinzione e l’altro si è licenziato improvvisamente qualche mese fa. Se non ti sta bene così la storia, lamentati con il sindacato delle fiabe» rispose pungente.
«Signore per favore» le interruppe la narratrice «La storia non è ancora molto lunga, ma vorrei finire il più in fretta possibile».
«Ok, ok» alzò le zampe la lupa «andiamo avanti, devo ancora andare a casa a sistemare il bucato».
«Il… la lupa avvicinò Cappuccetto Rosso fiutando il delizioso profumino proveniente dal cestino della piccola».
«Vedi che se le facevi portare supposte ci saremmo risparmiate metà storia» borbottò il panda che venne prontamente ignorato.
«”Ciao bella bambina” le disse l’animale “Dove vai con quel cestino?”. “Vado a trovare la mia nonna che non vedo da tempo e che altrimenti mi lascerebbe fuori dal suo testamento”».
«Alice, Cappuccetto Rosso non direbbe mai una cosa simile» la riprese la narratrice.
«Guarda che fa tanto la brava ragazza che porta il cestino alla nonna, ma non è mica una santa» disse schietta Alice «L’ultimo lupo se né andato per disperazione».
«Hai un’idea stereotipata di quella ragazzina» spiegò concisamente il panda alla lettrice «le apparenze il più delle volte ingannano».
La narratrice scrollò la testa «Ok Alice, di quello che vuoi».
La ragazza sorrise trionfante e si preparò per il proseguo della storia.
«“Io so dove abita la tua nonnina” rispose la lupa “devi prendere la strada sulla destra, se vuoi posso accompagnarti così chiacchieriamo un po’”. “La mamma mi ha detto di non parlare con gli sconosciuti” rispose la ragazza».
«E se ne ricorda solo ora?» berciò il panda beccandosi un calcio negli stinchi dalla donna con in mano il libro «Hey, guarda che sono una specie protetta!!!»
Venne prontamente zittita da tutti, così al panda non restò che tornarsene sul divano iniziando a sfogliare Cosmopolitan.
«La lupa lasciò che Cappuccetto Rosso prendesse la via più lunga e subito si precipitò a casa della nonna per prepararle una bella sorpresa. Una volta arrivata sull’uscio bussò tre volte, ma non ebbe risposta. Riprovò in maniera più decisa, fino a quando si accorse che nascosto dall’edera rampicante, c’era un campanello che si decise subito a suonare. Il trillo assordante fu percepito anche dai Reami vicini».
«Sì?» chiese una vecchina sporgendo la testa appena oltre la porta «E tu chi saresti?»
«Ecco, io sarei qui per la storia» rispose la lupa «A breve dovrebbe arrivare sua nipote, perciò dovrei entrare…».
«Quella disgraziata!» si agitò la vecchia infervorandosi «Viene solo quando ha bisogno di soldi. No, no, no… sono stufa di fare i suoi comodi. Sarò anche vecchia, ma non mi faccio prendere per il culo da una bimbaminkia!» concluse rientrando in casa sbattendo la porta.
La lupa guardò spaesata in direzione della narratrice e anche il panda era rimasta a bocca aperta con la rivista penzolante dalle mani.
«Vorrei sapere dove le ha imparate certe parole» si lasciò sfuggire la lettrice.
La lupa provò a forzare la porta per entrare, ma ogni ingresso era stato sbarrato.
«Come facciamo?» chiese poi «Se la vecchia si intestardisce la storia non la mandiamo più avanti».
«Che ci fai ancora qui?» domandò Alice sbucando dal sentiero «A quest’ora avresti già dovuto mangiare la nonna».
«Io fossi in te non mi avvicinerei vestita così» rispose l’altra «Quella vuole la testa di Cappuccetto Rosso».
«È una vecchia rimbambita, cosa vuoi mai che possa fare?»
Alice si apprestò a suonare nuovamente alla porta «Nonna! Sono Cappuccetto, apri!»
«Non compro niente! Andate via» urlò la vecchina dietro l’uscio.
«Nonna apri ti ho portato da mangiare» continuò Alice tranquilla.
La porta si aprì appena e la nonnina allungò il collo per farsi vedere «Posso offrirvi una mela?» disse con uno strano luccichio negli occhi.
«No! Grazie!» esclamarono la lupa e Cappuccetto in coro e subito la porta si richiuse.
«Quella è una psicopatica» commentò il panda.
«Una sociopatica iperattiva, prego!» esclamò la donna da dietro la porta «Ed ora lasciatemi in pace! Stanno per trasmettere “Il Segreto” e non voglio scocciatori a disturbarmi».
Dopo questa sfuriata il silenzio.
«Sono in anticipo?» chiese una voce alle spalle di Cappuccetto.
«Ciao Hunter River… No, scusa ma la nonna ha altri programmi per la serata» disse la lupa affiancandosi alla cacciatrice «Bello il cambio di look».
«Oh, grazie. Ho visto Brokeback Mountain recentemente e sto in fissa adesso» sorrise la donna che indossava un cappello da Cowboy rispetto alla consueta divisa.
«È una donna» bofonchiò il panda «ma c’è un uomo in questa storia?»
«Si saranno fissati con le pari opportunità» le rispose la narratrice alzando le spalle.
Alice guardò verso l’alto «Che si fa se la nonna non collabora?»
«Saltiamo il pezzo e andiamo avanti» rispose la lettrice.
«The show must go on!» canticchiò River allegra.
«La lupa trovò la casa della nonnina disabitata e non trovando il modo di entrare decise di nascondersi e aspettare l’arrivo di Cappuccetto Rosso. Quello che non poteva immaginare è che insieme a lei sarebbe arrivata anche Hunter River».
«Io non voglio farle del male» esclamò la ragazza «Mi piacciono i lupi, sono un’amante degli animali! Guardate…» esclamò estraendo qualcosa dalla tasca «sono anche un membro del WWF».
Due urli spaventati squarciarono l’aria e nel giro di pochi secondi sia la lupa che il panda scapparono a gambe levate, ognuna per la propria strada.
«Che c’é?» chiese River spiazzata «Che ho detto di male?».
«Non puoi salvare chi non vuole essere salvato» esclamò Alice sibillina.
«Ma io…» disse la ragazza dispiaciuta.
«Su, su… non ti preoccupare» la consolò Alice «Guarda ho cestino pieno di cose buone e non so più che farmene».
«Io ho casa libera» disse River «e una collezione invidiabile di DVD. Hai mai visto I segreti di Brokeback Mountain?»
«Aspettatemi» esclamò la narratrice lanciandosi all’interno del libro per poi affiancarle «Io non l’ho mai visto, ma adoro Heath Ledger».
Le tre ragazze si incamminarono verso la casa della cacciatrice ridendo, scherzando e iniziando a mangiucchiare le prelibatezze che erano destinate alla nonna.
L’autore entrò nella sala registrazione, raccolse il libro da terra e scrollando la testa decise che non avrebbe mai più scritto niente prima di andare ad una festa di carnevale.
  
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