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Autore: theperksofbeinglawliet    17/02/2015    3 recensioni
Novembre 1992.
Taylor è la numero uno indiscussa della Wammy's House di Londra. La vita per lei non è semplice all'orfanotrofio tra relazioni sociali praticamente inesistenti o complicate e un passato tremendo con cui fare i conti.
Ma il peggio per lei sta per arrivare.
E se qualcuno le portasse via l'unica cosa che le è rimasta? Se qualcuno venisse a rivendicare la sua leadership? E se questo qualcuno fosse proprio quello che sarà destinato a diventare il detective numero uno al mondo ovvero L?
Con questa fan fiction farete un viaggio nel periodo dell'adolescenza di L, trascorso nella Wammy's House di Londra, attraverso il punto di vista di Taylor. Inoltre verrete a conoscenza di un caso molto particolare a cui L lavorerà prima del caso del serial killer di Los Angeles...
Genere: Mistero, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Nuovo personaggio, Watari
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ovviamente non ho chiuso occhio per tutta la notte tra l’ansia per i test e per la scioccante rivelazione di L della sera prima. Quel disgraziato! Ci scommetto che lo ha fatto apposta per fare in modo che non fossi abbastanza riposata per affrontare i test.
Dopo essermi preparata, prendo di nascosto un thermos pieno di caffè nero dalla cucina e mi dirigo con tutta calma verso lo studio di Roger, sorseggiando la mia bevanda.
- Vedo che ci siamo tutti. - afferma Roger, fulminando con un’occhiataccia il mio thermos. – Possiamo cominciare. –
Come al solito Roger ci divide in quattro gruppi da dieci partendo dall’ultimo in classifica al primo e ci smista in quattro diverse aule. Ritrovo L nel mio stesso gruppo, nonostante fosse una nuova recluta. – A Winchester ero tra i primi dieci... – risponde L al mio sguardo interrogativo.
- Eri il più bravo. – specifico. – Non c’è bisogno di fare tanto il modesto. So che non lo sei. – borbotto, alzando gli occhi al cielo.
- Immagino che non tu abbia dormito... – constata, adocchiando il mio thermos.
- E’ anche per colpa tua. – sbotto, indispettita. – E non guardarlo così, tanto non te ne do un po’. – affermo, stringendomi il thermos al petto come per proteggerlo dal ragazzo.
- Non berrei mai una cosa così amara... – afferma, scuotendo la testa.
- Beh, tanto meglio. – sbotto di nuovo, dirigendomi verso la nostra sala.
Mi siedo in penultima fila vicino alla finestra. L si accomoda al posto dietro di me. Sbuffo.
Nathalie si siede al posto alla mia destra. – Non basterà bere quel caffè per rimanere lucida. – afferma lei con tono di rimprovero, scuotendo la testa.
- Vedremo. – la sfido, facendole l’occhiolino.
Ned si siede dietro a Nathalie. – Uhh non so chi dei due abbia più occhiaie. – constata ghignando, passando il suo sguardo da me a L. – E’ la volta buona per riprendere il mio posto. – afferma, lanciandomi uno sguardo di sfida.
- Magari in un’altra vita, Ned. – ricambio lo sguardo, ghignando a mia volta.
- Allora. – inizia Roger, battendo le mani per attirare la nostra attenzione. – Come al solito avete un’ora di tempo per completare questo test. Sapete cosa dovete fare. – continua, prendendo il cronometro. – Iniziate... Ora! – esclama, premendo il tasto che dà l’avvio al cronometro.
Il test può sembrare un banale quiz a crocette ad una prima occhiata, ma purtroppo non è così. Ovviamente i quesiti sono molto specifici e le varie risposte sono molto simili tra loro, tanto che a volte le opzioni sembrano dire la stessa cosa o che ci sia più di una risposta esatta, ma non è mai così. La risposta esatta è sempre e solo una. Lo scopo di questo test è di mettere alla prova la nostra capacità di comprensione e di testare l’attenzione per i dettagli che risultano essere quasi sempre i punti focali per risolvere un caso.
Impugno saldamente la penna, mentre cerco di svuotare la mente da qualsiasi pensiero ed inizio il test. Purtroppo la farsa dura poco e mi ritrovo a tremare così forte da non riuscire più a scrivere.
- Te l’ho detto che il caffè non sarebbe bastato... – mormora Nathalie senza staccare gli occhi dal suo test.
“Ah sì?” penso, prendendo il thermos. - Ti dimostrerò che il caffè fa miracoli! – mormoro a mia volta dopo aver ingurgitato un sorso di caffè più che abbondante.
- Ancora venti minuti. – ci informa Roger .
- Su, Taylor. Avrai fatto un centinaio di volte un test come questo o anche uno più difficile. – mi dico, impugnando nuovamente la penna.
Un bel respiro. Mente fredda. Zero pensieri. Solo io e il test. Io e il test.
Riprendo il test da dove mi ero interrotta e finisco giusto in tempo. – Tempo scaduto! Consegnate i test e dirigetevi verso l’aula due. – ci informa Roger, passando per i banchi a ritirare i test.
Una volta consegnato il test mi fiondo subito nell’aula due. Non voglio parlare con nessuno. Tantomeno con L.
Mi siedo sempre vicino alla finestra al penultimo banco e con stizza realizzo di aver già finito il caffè. – Vaffanculo! – sbotto, lanciando il thermos dall’altra parte della classe. – Ehi, ehi, ehi! – esclama Ned, prendendo il thermos al volo. – Qualcuno qui sembra un po’ nervoso. – afferma, passandosi il thermos da una mano all’altra.
- Vaffanculo anche a te, Ned! – sputo, lanciandogli un’occhiataccia.
- Questa roba ti fa male. – constata, poggiando il thermos sul mio banco. – Oggi rischio veramente di batterti se continui così, stronzetta. – afferma, scuotendo la testa con disapprovazione.
- Ti stai proponendo di andarmi a prendere un altro caffè? – gli chiedo con fare altezzoso.
- Non sono la tua domestica, cazzo! – sbotta. – Ti vuoi dare una svegliata, Taylor? Non è certo questo il momento adatto per farsi venire i complessi di inferiorità! – esclama, sbattendo le mani sul mio banco e guardandomi in cagnesco.
- Per tua informazione non ho chiuso occhio ieri notte per i cosiddetti “complessi di inferiorità”. – rivelo, ricambiando il suo sguardo. - Quindi, con permesso, vado a prendermi un altro caffè, così mi darò una svegliata come desidera lei, Monsieur. – continuo, alzandomi con tutta calma.
- Non andrà proprio da nessuna parte, signorina Taylor. – mi ferma Roger, chiudendosi la porta alle spalle. - Si sieda, per favore. –
Ritorno al mio posto, lanciando un’ultima occhiataccia a Ned, il quale mi rivolge in risposta un sorriso fintissimo. Mi volto verso destra e ritrovo di nuovo al mio fianco Nathalie con la sua solita indomabile capigliatura. – Scusa per prima, ma avevi bisogno di un… Incoraggiamento. – si scusa, sorridendo.
- E quello lo chiami un incoraggiamento? – le chiedo, sorridendo anch’io a mio malgrado.
- Beh... Ha funzionato, no? – dice, facendomi l’occhiolino.
Le rivolgo un sorriso. Con la coda dell’occhio noto che L è di nuovo seduto dietro di me nella sua solita posizione.
Sembra una gallina che sta per fare un uovo.
Trattengo un risata e mi giro lentamente verso la cattedra, sentendo pesare su di me il suo guardo penetrante. – Com’è andato il primo test? – mi chiede, sporgendosi dal suo banco.
- Non sono affari tuoi. – sbotto a denti stretti.
Roger si schiarisce la voce per ottenere silenzio. – Bene. Sul vostro banco trovate il secondo test. Come sempre avete due ore di tempo da... Adesso. – afferma, avviando il cronometro.
Lo scopo del secondo test è quello di testare la nostra capacità di deduzione.
I test di ragionamento ipotetico - deduttivo sono fra quelli che più mettono in crisi chi si trova ad affrontarli, non perché siano richieste nozioni di base specifiche, quanto perché ci si trova di fronte a deduzioni e ragionamenti che potrebbero confondere. Nel test sono presenti una serie di problemi che non sono da risolvere, bensì bisogna dedurre cosa e perché li ha scatenati, elaborando una tesi. Più la tesi si avvicina a quella che risulta essere la risoluzione del problema, più il punteggio è alto. E’ un test molto impegnativo perché ci possono essere differenti motivi per cui accade un qualcosa e non è detto che la causa che si deduce sia quella esatta. Per questo tutti temono il famigerato “secondo test”.
Per questo è molto raro che qualcuno ottenga il punteggio massimo.
Fino a quando non è arrivato L.
La deduzione sembra essere il suo punto forte.
E io ho finito il caffè.
Sono fottuta.
Inizio a tormentarmi le mani ed abbasso lo sguardo per terra, notando un foglietto aperto vicino al mio banco.

"Non ti starai mica arrendendo?
Io ti consideravo una ragazza divertente.
Ed arrendersi non è affatto divertente.
Sai cosa è divertente? Una bella sfida!
Non mi importa del punteggio. Sono solo numeri, alla fine. A te sembra importare, invece. Allora perché non combatti per questo? Dimostra di non essere una codarda..
.
"
Lo strappo con i piedi, furiosa. – Io non sono una codarda. – mormoro a denti stretti. Prendo la penna ed inizio il test, stavolta impegnandomi sul serio.
Una volta finito il secondo test, abbiamo un po’ di tempo per riposarci in attesa dell’ultimo test. Invece di andarmi a prendere un altro caffè, vado in giardino per prendermi una boccata d’aria fresca.
- E’ decisamente molto più salutare un po’ d’aria fresca che quella robaccia che mi hai tirato addosso. – afferma Ned, stiracchiandosi.
- Oltre ad essere un ottimo modo per scaricare la tensione, trovo che sia molto gratificante lanciarti le cose addosso. – ribatto, osservando il cielo che sembra minacciare pioggia.
- Lieto di esserti stato d’aiuto, Mademoiselle. – dice, facendo un inchino, sogghignando. – Allora… Cosa ti ha scritto Mister Mistero sul biglietto? – chiede dopo un po’ con noncuranza.
- Le solite cazzate che dice per innervosirmi. Ma a te che importa? – gli rispondo, sbuffando. Non mi va di parlare di L.
- Magari pensava che tu fossi andata nel panico e ti ha dato le soluzioni... – ipotizza lui, scrollando le spalle ed ignorando bellamente la mia domanda.
- Come avrebbe potuto scrivermi una soluzione di quindici righe in un foglietto minuscolo? E poi lui non suggerirebbe mai! E soprattutto non sono andata nel panico! – esclamo, incrociando le braccia. – E non hai risposto alla mia domanda. – gli faccio notare, guardandolo di sottecchi.
- Intervallo finito, ragazzi! Dirigetevi tutti verso la sala comune. – ci informa Roger attraverso un megafono.
- C’è proprio bisogno di usare quel coso? – si lamenta Ned, affrettandosi a raggiungere la sala comune.
Pur di non rispondermi se l’è data a gambe appena ne ha avuto l’occasione quel bastardo.
Alzo gli occhi al cielo, dirigendomi a mia volta verso la sala comune per poi sedermi al mio solito posto. 
Poco dopo mi raggiunge L. Sbuffo appena si siede al tavolo dove siamo soliti pranzare e cenare.
- Oh anch’io sono felice di vederti, Tay... – L che fa del sarcasmo? Qualcuno deve aver messo qualcosa nel mio caffè.
Lo ignoro spudoratamente fino a quando Roger inizia a chiamarci uno ad uno per il terzo test. Quest’ultimo è una prova orale che testa la nostra prontezza nel prendere una decisione. Il mio asso nella manica. – Ce la posso ancora a fare. – mi dico, sorridendo fra me e me.





Spazio Autrice

Buonasera popolo di Efp!
Ed ecco finalmente i famigerati test! Cosa ne pensate? Sono credibili? Vi aspettavate altro?
Io ho cercato in tutti i modi di renderli più realistici possibile, ma devo dire che probabilmente non ce l'avrei mai fatta senza i preziosi consigli di ShinigamiGirl. Grazie tesorah <3
Chissà se la nostra Taylor riuscirà a mantenere la sua leadership oppure se sarà costretta a riconoscere la superiorità di L...
Lo scoprirete soltanto leggendo i prossimi capitoli!
Alla prossima!

theperksofbeinglawliet
  
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