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Autore: Rossella23    17/02/2015    0 recensioni
Dalia Gentel, quindici anni. Orfana di entrambi genitori. Per il mondo lei non esiste.
E' solo una ragazzina scomparsa il 16 novembre del 1745. Però conoscono Nivis, la ladra di neve.
Immobile, particolare, fredda ma sorprendente.
Capelli bianchi, occhi di ghiaccio impenetrabili.
Nivis, un corpo di ghiaccio che nasconde un raro e indifeso fiore.
Genere: Avventura, Fantasy, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Inquisizione, Rivoluzione francese/Terrore
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Intanto, nella notte cupa e fredda, il villaggio di Roseway silenzioso dormiva e la possente loggia del barone Lithgray si ereggieva sul colle più alto di quella terra.
Mura alte e rocciose circondavano la villa con due sole torri ai lati della maestosa apertura che conduceva all’interno.
Quella notte Will, mentre la sua serva Lilith gli passava uno straccio di acqua d’erbe sulle ferite al petto, pensava ancora a quella battaglia persa senza darsi per vinto.
Cominciò a pensare ad ogni minimo dettaglio che avrebbe potuto aiutarlo nel trovare la tana del suo coniglio, invano. In quel momento Lilith passò lo straccio sulla ferita più grossa e profonda.
I pensieri del barone scomparvero lasciando spazio al dolore di quello squarcio che aveva sul petto.

La serva, alla vista dell’improvvisa contrazione della mascella di Will disse:
- Mi scusi, sono mortificata. Non intendevo farle del male, Lord.-
Prontamente lui, forse per rassicurarla o forse per toglierla di torno, rispose :-
Non ti preoccupare Lilith. Torna nella tua stanza adesso. Lasciami solo.-
-Come desidera, Lord-.

Lasciò lo straccio e il secchio con l’acqua d’erbe vicino al letto del suo padrone e successivamente si diresse verso l’uscita della stanza.
Sdraiato nel suo comodo letto a baldacchino, il Lord di Roseway continuava a pensare a come vincere contro il suo acerrimo nemico: Nivis.
Niente fin’ora era riuscito a portarlo sulla via giusta. Pensava che affrontandola dal vivo avrebbe avuto dei risultati soddisfacenti.
Ma l’unico risultato che ebbe era l’immagine di quegli occhi orgogliosi e bianchi, come la neve, che non spariva dalla sua mente. Lo squarcio sul petto, dopotutto, non era doloroso quanto la fitta al cuore che le aveva procurato quella ladra.
Ah, ma lui era Will, Lord Will, e Nivis sarebbe stata sua. Ora la voleva più che mai.
La desiderava come si desidera un giocattolo o un qualcosa che si sa che poi smetteremo di ammirare, e che distruggeremo o lasceremo su un angolo della soffitta a prendere polvere.
Il desiderio di vederla ancora era sempre più forte e quella notte, per Will, fu interminabilmente infinita.


La mattina era il momento migliore per pensare, soprattutto perché Simon ancora dormiva tranquillo tra i suoi cuscini.
Nivis si trovava sul bordo della finestra ad osservare il sole che lentamente si ereggeva su nel cielo.
Il cielo si era colorato di un leggero rosa pastello.
“L’idea di Simon è una pazzia” pensò “Ma ha ragione, probabilmente sarei sistemata a vita”…
Ancora non aveva deciso cosa fare.
E avrebbe dovuto decidersi in fretta dato che se il suo amico la avesse trovata indecisa la avrebbe indotta a fare quel che vuole lui. E lei non poteva permettersi di fare pazzie.
Scese dal bordo della finestra e si guardò spontaneamente al piccolo specchio, leggermente rotto nell’angolo in basso a destra, quasi per chiedere al riflesso di se stessa qualche spiegazione.
Ma i suoi occhi videro altro: una ciocca dei suoi capelli era nera. Si era nuovamente colorata.
“Al diavolo” si disse.
Uscì velocemente dalla finestra prendendo con sè il piccolo specchio e l’arco che pochi giorni prima aveva creato.
Mirò velocemente al primo piccione che vide passare in volo e con la stessa delicatezza con cui si accarezza un gatto scoccò la freccia. Preso in pieno, l’uccello cadde morto a terra.
Nivis prese lo specchio e si guardò immediatamente. E lentamente la ciocca di capelli che poco prima era nera, la vide decolorarsi automaticamente di bianco.
“Se bianca sarà, libera come una colomba in volo resterà, ma se nera diventerà, un corvo in trappola per l’eternità sarà.” recitò nella sua mente.
Uccidere la rendeva libera e se mai qualcuno le avesse dimostrato affetto sarebbe stata prigioniera. Anche se non aveva ancora capito che tipo di prigione le sarebbe capitata,
preferiva non saperlo e continuare ad essere bianca, come la neve, e libera, come una colomba.



Rientrò in casa e Simon ormai era già sveglio.
-Quindi?- le chiese.
-Quindi cosa?- rispose per prendere tempo, giusto per pensare a cosa avrebbe potuto scegliere di fare.
-Ti va di andare al Palazzo dei Lithgray… Con me?- chiese ancora il ragazzo con pazienza, e lentamente le guance si colorarono di un roseo colore,
come se le stesse chiedendo di partecipare a un ballo in maschera con lui, quando invece, più che un ballo, si trattava di una rapina.
-Ma si dai. Che vuoi che succeda.-

Disse senza pensarci. Dopotutto erano bravi ed astuti come ladruncoli. Cosa sarebbe mai potuto accadere?
Prese la sua spada e il suo pugnale appena lucidato e raggiunse Simon alla finestra.
Un carro a tutta velocità stava proprio per passare in quel momento sotto i loro occhi.
Simon, porgendole una mano le disse:-
Sei pronta?-
-Che domande, mi pare ovvio.- rispose Nivis.
E si lanciarono al di sotto di quella che era la loro abitazione per agganciarsi al carro che li avrebbe portati al loro tesoro.
  
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