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Autore: luna29    18/02/2015    1 recensioni
Cosa siete disposti a fare per amore? Uccidere? Distruggere? Andare contro ogni legge dell’universo?
Sareste addirittura disposti a perdere voi stessi per le persone che amate?
Dal primo capitolo
-Come avete potuto, mia madre vi ucciderà- urlai con le lacrime agli occhi -Non potete batterla!-
-Neanche voi..- disse con un sorriso sghembro sul volto.
E in quel momento mi resi conto di quello che avevano fatto.
SPOILER per chi non ha letto la trilogia!
[STORIA SOSPESA]
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eravamo rimasti ore in quel salotto a parlare del nostro piano -a detta di Clio insensato e stupido- e alla fine Micene sembrò soddisfatto della nostra idea, per quanto può essere soddisfatto un uomo che rischia di non rivedere più suo figlio. Finito il dibattito, Clio annunciò che sarebbe andata a preparare la cena, dato che si era fatto tardi; Micene invece uscì di casa senza dire una parola. Rimanemmo seduti in sala solo io e Derek, uno di fronte all’altro. Stavo ancora cercando di assimilare le informazioni ricevute sul lago Averno, la nostra destinazione, che ci aveva dato Micene, quando Derek si alzò e prendendo il mio zaino si avviò verso un corridoio stretto.
-Vieni- mi disse sotto l’arco a volta, allungando la mano. Mi alzai controvoglia e, prendendo la sua mano, ci dirigemmo verso la sua camera da letto. Entrati nella stanza, andai subito ad aprire la finestra e guardai fuori. La giornata era stata serena ma ora nel cielo incombevano nubi che preannunciavano tempesta. In lontananza si poteva vedere il Colosseo in tutto il suo splendore.
-Ti va bene se stiamo nello stesso letto oppure mi tocca stare sul pavimento?- mi chiese Derek prendendo dall’armadio qualche coperta in più. Sorrisi e mi girai verso di lui.
-Oggi mi sento buona quindi ti do la possibilità distare nel letto- dissi sorniona. Lui rise di gusto e notai un velo di malinconia nei suoi occhi.
-Che cos’hai?- gli chiesi avvicinandomi e aiutandolo a fare il letto. Derek alzò gli occhi poi sbuffò di disappunto.
-Ti sembra giusto?! Se ti dico ‘niente’ tu capisci che sto mentendo, se ti dico cos’ho finisce che litighiamo…- disse aprendo il suo zaino e tirandone fuori il contenuto. –E’ ingiusto!- Lo guardai truce.
-Non ho scelto io di essere una Svelatrice e non posso accendere o spegnere questa abilità come te- sbottai indignata –Comunque se non mi vuoi dire come stai, allora ignorami!- finii prendendo il mio zaino e buttandolo sul letto. Tornai alla finestra e rimasi immobile a guardare il panorama. Sentì dietro di me il mio ragazzo buttarsi a peso morto sul letto. Sapevo in realtà cosa voleva dirmi, lo immaginavo. Avevo paura, tutti e due avevamo paura. Non sapevo a cosa andavo incontro ma sarei andata avanti per riavere la mia famiglia. Riavere la mia famiglia al posto di cosa? Sapevo che i Titani non ci avrebbero aiutato senza qualcosa in cambio. Se
Sentii due braccia cingermi da dietro e mi abbandonai a quel momento. Derek mi lasciò una scia di baci tra il collo e la spalla.
-Ho paura- mi disse poi, dopo aver nascosto il suo viso tra i miei capelli.
-Non sappiamo cosa i chiederanno i Titani in cambio della nostra richiesta… Sempre se ci arriviamo tutti interi, agli Inferi.- finì lui
Sciolsi l’abbraccio e mi girai verso di lui, portando le mie braccia intorno al suo collo. Avvicinai il mio volto al suo e poggiai la mia fronte alla sua. Sentivo il suo respiro solleticarmi la faccia.
-Se dovessi perderti..-
-Derek, siamo in pericolo. Gli Dei sono senza guinzaglio ora che mia madre non può più fermarli- sussurrai –Anche io ho paura ma se non li fermiamo metteranno tutto il mondo in ginocchio e questo non lo tollero.- Lui sorrise mestamente e mi baciò.  Dopo essersi staccato disse
-Mi è sempre piaciuto il tuo modo testardo di voler aiutare le persone-
Misi il broncio.
-Ehi non ti sto prendendo in giro. E’ un sentimento nobile ma a volte ti porta a fare cose folli-
-Come questa?!- dissi sorridendo. –Perché non cerchi di fermarmi?-
-Sarebbe un inutile spreco di tempo, preferisco venire con te e tenerti d’occhio- borbottò per poi scoppiare a ridere. Lo baciai di nuovo e stavolta lo attirai vicino a me, facendo aderire i nostri corpi.
-Doccia?- sussurrò lui al mio orecchio facendomi solletico.
-Derek c’è tua madre in casa!- dissi facendo finta di essere sconvolta e allontanandolo da me.
-Oh non ti preoccupare. Non farà caso a noi…- rispose con un sorrisetto lascivo
-Pervertito!- sbottai cercando di sentire cosa stesse facendo in quel momento Clio. Singhiozzi, seguiti sicuramente da silenziose lacrime. Inspirai bruscamente e mi diressi verso il corridoio.
- Ehi, dove vai? – mi chiese Derek dopo essere rimasto interdetto dal mio repentino cambio di umore.
- Vado ad aiutare tua madre a preparare da mangiare. Tu vai a farti la doccia e quando avrai finito sarà pronto. – dissi tornando da lui e dandogli un bacio a fior di labbra.
- E’ una vendetta per caso?- chiese lui riferendosi alla sua precedente richiesta e al nostro diverbio.
- Se la vuoi pensare in questo modo… - gongolai uscendo dalla stanza. Sperai che mi desse retta e che non si fosse accorto dell’umore di sua madre. Arrivata in cucina trovai Clio intenta a condire dell’insalata dandomi le spalle. Sapevo che mi aveva sentito arrivare ma cercava di ignorarmi e non potevo biasimarla. Gli stavo portando via l’unico figlio che aveva per una mia speranza egoista. Mi avvicinai a lei per cercare di consolarla ma lei si girò di scatto. Rimasi ferma sul posto e incatenai i miei occhi in quelli di Clio, rossi per le lacrime. Aprii la bocca per parlare ma subito mi fermò.
- Sai, io e te siamo molto simili – iniziò asciugandosi le mani nel grembiule – Anche i miei genitori erano contrari al fatto che mi sposassi con Micene. Anche loro si opposero ma io rimasi irremovibile. Lui mi amava – disse con enfasi – e Derek è il frutto del nostro amore -. Mi torturai le mani e abbassai lo sguardo.
- L’ombra che c’è sulla Casa di Roma è oscura ma non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, giusto?!- finì lei avvicinandosi e prendendomi le mani
-Giusto.- risposi guardandola triste-
-Non sto piangendo per quello che pensi tu; io sono fiera della decisione che ha preso mio figlio, spaventata forse ma sono sua madre. E sono fiera soprattutto del fatto che lui non ti lascerà mai.- sorrise mestamente.
-Ora però aiutami a preparare da mangiare altrimenti gli uomini di questa casa rimarranno a digiuno.- finì con il sorriso sulle labbra. Le fui grata di quel piccolo colloquio e le promisi che non sarebbe accaduto nulla di male, che saremmo tornati a casa. Anche io speravo di riuscire in tutto questo.



Angolo autrice.
Chiedo umilmente perdono per il ritardo ma la scuola mi sommerge, letteralmente. Vi lascio con il capitolo, recensite mi raccomando.

-29
  
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