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Autore: artemisarc    18/02/2015    3 recensioni
Non aveva mai smesso di sperare, nonostante tutto, che lei un giorno lo avesse perdonato.
Un frammento della vita di Tate dopo la morte dell'intera famiglia Harmon.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hayden, McClaine, Tate, Langdon, Violet, Harmon, Violet, Harmon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tu mi hai cambiato, Violet. 
Va via Tate, va via! 
Se ami qualcuno non dovresti mai fargli del male. 
Aspetterò, per l'eternitá, se necessario.
 

Tate si svegliò da quella che si poteva definire la dannazione dell'eternitá, quel riposo che non sarebbe mai stato tale; veniva continuamente perseguitato dai ricordi confusi di quella vita che aveva sprecato facendo del male a chiunque, la vita che aveva riacquistato il giorno in cui Violet Harmon aveva varcato la porta di quella dannata casa degli incubi, vita che aveva smarrito nello stesso istante in cui la consapevolezza di aver perso l'unica persona che abbia mai amato si era fatta strada nel suo cuore ormai ghiacciato da anni.
Aveva ormai perso il conto del tempo passato solo in quella vasca dove Violet anni e anni prima giacque priva di vita tra le sue braccia, ricordava con malinconia il periodo in cui non l'aveva ancora persa, quando sognavano di poter superare ogni cosa insieme, quando non aveva ancora violentato sua madre stracciando ogni possibilitá di poter avere un'esistenza felice insieme all'unica persona che l'avrebbe capito davvero.
Non aveva mai smesso di sperare, nonostante tutto, che lei un giorno lo avesse perdonato: i regali, i continui tentativi di incontrarla vagando in quella casa ormai diventata tutt'uno con la polvere e le ragnatele non erano serviti, così come non erano servite tutte le serate di halloween sfruttate per farle un qualsiasi tipo di sorpresa che potesse riportarla ai ricordi felici di lui. Tutto era stato vano, lei non era apparsa, non aveva lasciato alcun segno.
Tate si alzò cercando di far fluire nelle braccia tutta la forza di volontá che aveva, uscì da quella che ormai era diventata la sua stanza per sgranchirsi i muscoli indolenziti. Solitamente non vagava per la casa, sarebbe stato 'complicato' incontrare ancora una delle tante persone che aveva fatto a pezzi lì dentro, moralmente o fisicamente. La loro non era una convivenza pacifica, tutto il dolore che aveva causato aveva portato chiunque a provare un profondo odio nei suoi confronti, esclusione fatta per il fratello deturpato, per l'essere che terrorizzava chiunque nello sgabuzzino e per Hayden che non perdeva occasione per farlo infilare tra le sue gambe.
Guardò dalla finestra il paesaggio ormai morto di quello che tempo prima era un quartiere vero e proprio, le continue fughe dei probabili acquirenti causate dalla famiglia Harmon avevano ormai fatto diffondere il terrore come una macchia d'olio su tutta la zona, non si scorgeva più, neanche per sbaglio, una persona o una qualunque forma di vita che non fosse un animale o qualche uccello appollaiato sui tralicci della luce.
- Non dirmi che stai pensando ancora a quella mocciosa - 
La voce che meno avrebbe voluto sentire lo portò a distrarsi dai pensieri che gli annebbiavano la testa. 
- Hayden, lasciami in pace - 
- Dopo tutti questi anni non ti sei ancora deciso a gettare la spugna? - 
La ragazza lo guardò con fare strafottente, poggiò la spalla sullo stipite della porta e incrociò le braccia in attesa di una risposta che ormai si poteva dare per scontata. Da quando la vecchia aveva portato via il bambino che avrebbe dovuto essere suo la vita in quella casa era diventata piatta, l'unico divertimento era ormai quello di stuzzicare lo psicopatico pentito che si trovava avanti ai suoi occhi; la morte non le aveva ancora fatto passare la voglia di avere un uomo caldo che la facesse godere, e i continui rifiuti di Tate aumentavano in lei la voglia di averlo. 
- Lo sai che non ti perdonerà mai, smettila di sprecare la vita eterna dietro una ragazzina capricciosa - 
In un attimo Hayden si era spostata dietro Tate, che si era nuovamente girato verso l'esterno, aveva pronunciato quelle parole con tono seducente all'orecchio del ragazzo, mentre la sua mano si era avvicinata alla patta dei pantaloni 
- Ti ho detto di lasciarmi in pace - 
Tate scandì quelle parole duramente, stava perdendo la pazienza, nei suoi occhi si illuminò una scintilla di fuoco, afferrò la mano della ragazza, la scostò violentemente dal suo corpo, in un secondo la afferrò per il collo bloccandola sul vetro freddo. 
- Mi piace quando fai così, Tate - 
Hayden lo guardò sorridendo compiaciuta di aver suscitato nel ragazzo quella reazione, aveva visto la scintilla di furia nei suoi occhi, furia che era convinta avrebbe mutato in bisogno fisico, prima o poi. 
- Sparisci dalla mia vista - 
- Rendi tutto più divertente così, Tate - 
Hayden scomparve prima di poter aggiungere altro. 
Tate urlò frustrato per l'ennesima attenzione non desiderata, per quanto amasse Violet non riusciva a negare l'attrazzione fisica verso Hayden, lei riusciva a far uscire in lui il lato che si era ripromesso di reprimere, Violet non l'avrebbe mai perdonato se non fosse riuscito a cambiare del tutto, a diventare una persona capace solo di gesti gentili, buoni. 
Scivolò a terra con la schiena contro il muro, la testa tra le mani. I singhiozzi e le lacrime iniziarono a farsi sentire, la disperazione lo colpì come un fulmine a ciel sereno. 
Si tirò i capelli, sperando che il dolore fisico potesse sostituire quello interiore... ma non fu così.

   
 
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