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Autore: Debby_Gatta_The_Best    18/02/2015    10 recensioni
[Five Nights at Freddy's]E se gli animatronics non fossero quei mostri dall'anima nera che il gioco vuole mostrarci?
E se la vera minaccia fosse costituita da una mente contorta e diabolica e dalla divisa color porpora?
E soprattutto, cosa succederebbe se i robot incontrassero la regina dell'intelligenza artificiale, GLaDOS?
Una nuova avventura, narrata dagli occhi degli animatronics e di Mike, sta per svolgersi ed aspetta solo di essere letta!
Genere: Comico, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta
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Faceva caldo. Molto caldo.

Un grido lontano, il rumore assordante di un vetro infranto.

Troppo caldo.

Il braccio lo colpì, gettandolo in terra. Ansimava.

Te l'avevo detto, non era un buon giorno per uscire fuori.

Erano in due, le mani prive di articolazioni gli cingettero le braccia, il collo. Cercò di gridare, ma ogni parola rimase bloccata nei polmoni.

Ma tu non mi hai mai dato ascolto. Mai. Troppo preso dal tuo orgoglio per badare a quello che dicevo.

Lo stavano trascinando di peso. Lacrime di terrore iniziarono a scendergli dagli occhi. Non riusciva a respirare, non poteva reagire.

Solo che quella volta... quel giorno... avresti fatto meglio a darmi ascolto, fratello.

Uno stanzino buio, dall'aria intrisa di odori acri. Lo schiacciarono con forza contro il muro, per un attimo si sentì mancare l'aria.

Perché...?

Cercò di scalciare, fendette l'aria con le gambe, ma aveva troppa poca forza, e loro erano tre.

Non volevo morire.

Chica, gli occhi viola scintillanti nel buio, vicinissima al suo volto. Continuava a premerlo contro la parete.

Meritavo più di te. Sei sempre stato egoista, io no.

Bonnie, che fino a quel momento aveva osservato con occhi ardenti di odio, gli afferrò le gambe, bloccando definitivamente.

Saresti dovuto morire tu al posto mio.

Freddy, gli occhi azzurri irriconoscibili, attraversati da lampi di furore disumano, davanti a lui. Teneva in mano una maschera robotica.

Ma la vita, si sa...

Avanzò di qualche passo, gli attanagliò il mento con la mano sinistra e iniziò ad alzare l'altra verso il suo volto.

...è ingiusta.

Con un movimento fulmineo, un cigolio sinistro di giunture, la mascotte della pizzeria premette la maschera sul suo volto, e Mike poté sentire i ferri che gli squarciavano la pelle, le protuberanze affilate che laceravano il suo viso fino all'osso. Avrebbe voluto gridare, avrebbe voluto piangere, ma non poteva far altro che fissare con orrore il volto del suo assassino, un animatronic progettato per intrattenere bambini.

Ma non sempre, e non con tutti.

La vista iniziò ad offuscarsi, il dolore si fece lancinante. Sentiva la maschera schiacciargli le tempie, gli occhi sul punto di esplodere, la fronte pulsare terribilmente. Dagli occhi della maschera riuscì a intravedere il volto di Freddy. Questo socchiuse la bocca, lasciando intravedere uno scintillio argenteo proveniente dalla gola: l'endoscheletro. Mike rabbrividì, mentre le ultime forze evaporavano dal suo corpo. Chica continuava a tenerlo fermo, ma Bonnie lasciò cadere le gambe, che si afflosciarono come quelle di una bambola di pezza. Aveva il setto nasale paurosamente schiacciato dalla maschera, il sangue gli era colato fino alle narici e non aveva più possibilità di respirare. Freddy emise un suono cupo, metallico, e il ragazzo scorse le mascelle dentate dell'endoscheletro muoversi in modo meccanico.

«Tu, mostro»

Pronunciò il robot. La vista gli si offuscò completamente, il suono del suo stesso cuore, martellante fino a pochi istanti prima, iniziò a svanire dalla testa di Mike. La sensazione dei capelli umidi appiccicati alla testa si dissolse, la paura iniziò a sfilacciarsi... stava perdendo coscienza. Gli ultimi suoi pensieri andarono a sua madre, già vedeva il suo volto disperato su una pagina di giornale, al cugino Jeremy, che più e più volte aveva cercato di dissuaderlo da accettare l'offerta di quel lavoro, al suo vecchio amico Fritz... per un attimo rivide le fronde degli alberi della casa dei suoi nonni, dove passava le estati da piccolo, sentì il vento sulla pelle, il cinguettio degli uccelli...

Poi ci fu uno sparo.

«Fermateli, fermateli!»

«Spegnete quegli affari!»

«Salvate il ragazzo, il ragazzo!»

Scesero le tenebre più profonde. Ma solo per un secondo. Un attimo dopo, una morsa veniva staccatagli dalla faccia. Un grande respiro, a pieni polmoni, il corpo lasciato cadere verso due figure indistinte. Poi tossì, più e più volte, sputando sangue. Gli animatronics gridavano, urla raccapriccianti che si perdevano nei corridoi. Il petto di Mike si alzava e si abbassava ad una velocità spaventosa, il sangue che riprendeva a circolare nelle vene, la vista che tornava, con il dolore del volto sfigurato. Qualcuno lo aveva afferrato, lo aveva fatto sdraiare. Mike guardava il soffitto, le piccole luci da poco accese che tremolavano incerte, una mano gli passò nei capelli, dita affusolate che toccavano le ferite aperte.

«Lesioni gravi alla cute e al volto, chiamate un'ambulanza»

La dura voce di una donna che si perdeva nel buio. Perse i sensi.


Bianco. La prima cosa che vide fu il bianco. Fu travolto dal bianco. Pareti bianche, tende bianche, porte bianche... il cielo, al di fuori delle finestre, pareva anch'esso bianco. O forse erano i suoi occhi a percepire solo quel colore? Tossì. Poi cercò di portarsi seduto, ma le forze non lo avevano ancora ritrovato. Si abbandonò sul cuscino e si riaddormentò.

Si svegliò più volte, sempre più cosciente, due quello stesso giorno e una di notte, mentre una giovane dagli abiti candidi cambiava una flebo ad un altro paziente. La quarta volta c'era sua madre ad aspettarlo, che gli corse incontro ad abbracciarlo in quel modo affettuoso, estremamente materno, che ogni volta aveva messo il giovane in imbarazzo. L'anestesia tornò ad annebbiargli la mente, e la quinta volta si svegliò solo per qualche istante, giusto per notare la shilouette alta e slanciata di suo cugino camminare in tondo, davanti al suo letto, discutendo a voce alta.

Si riaddormentò.




Commento

E rieccomi, piuttosto in anticipo rispetto a quello che avevo progettato, per una nuova storia di Five Nights at Freddy's, questa volta di una sfumatura più seria e coerente al gioco... più o meno. Scoprirete ben presto perché! Questo era solo il prologo, spero abbia stuzzicato la vostra attenzione! Vi aspetto al prossimo capitolo!

  
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