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Autore: Deceptia_Tenebris    19/02/2015    2 recensioni
I passi del vuoto lo circondano.
Ogni istante della sua vita è scandito da quei passi, che non lo lasciano, gli stanno sul fiato sul collo in modo costante, perpetuo...e quel rumore. Oh, quel rumore assordante,vuoto,composto dalla stessa consistenza della cosa che lo sta compiendo, che rimbomba fino dentro la pelle, penetrando nei nervi fino a frantumare le sue ossa, intreccia ogni attimo che vive fino a farlo impazzire, inducendolo a compiere atti degni di qualsiasi pazzo. Ma lui è così tranquillo e in disparte, osserva e tace tutto il tempo. Chi mai sospetterebbe di lui?
Genere: Dark, Horror, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I passi nel vuoto
 
 

C'è questo vuoto che mi ossessiona.
Lo sento dappertutto, è dentro e fuori di me, mi circonda e non c'è niente che possa fare per allontanarla. Sento i suoi passi dietro di me, il suono di ogni suo singolo passo vibra nel mio timpano, rimbomba nella mia testa, attraversa i nervi, le vene e le ossa, passa attraverso i contorni del mio viso, in ogni muscolo, in ogni goccia di sangue, scavandomi lo stomaco e l'anima.
C'è questo vuoto che mi ossessiona.
Non sento niente. A volte l'eco di alcune emozioni sfiorano la mia sfera emotiva e appena assaggio la dolcezza della pienezza d'animo, essa sfugge rapida e mi lascia lì, inerte e fremente, un involucro vuoto e fragile che trema a contatto con la perdita e il ritorno della freddezza.
C'è questo vuoto che mi ossessiona.
Forse non sono totalmente vuoto, ma solo la maggior parte. Quando accosto la lama, percepisco l'atmosfera gelida ch'emana e squarto quella sottile barriera ch'è la mia pelle, sento un leggero dolore, forse l'unica sensazione che ho sentito più intensa nella mia esistenza.  La mia vita non può definirsi tale e non riesco a capacitarmi di come potrei definirla “vita”, una cosa che mi rovina, che sta alle mie spalle e che frantuma la mia persona, pezzo dopo pezzo, rendendomi polvere al vento.
Ci sono persone che dicono, che Dio ci ha scelto per vivere la nostra vita perché crede che siamo abbastanza forti da sopportarla, ma a volte ho la sensazione che con me invece voleva solo divertirsi, ritagliare per se stesso un momento di sadismo e ridere delle pene che lui stesso mi ha inflitto.
C'è questo vuoto che mi ossessiona.
No, non è forse il dolore la sensazione più intensa che io abbia mai provato, ora che ci penso bene. È il disgusto e soprattutto la rabbia. Intorno a me vedo così tante persone vuote, vuote come me e lo vedo chiaramente nei loro occhi, perché riesco a riconoscerli i miei simili, e un tempo pensavo che con queste persone avrei costruito un rapporto speciale, una reciproca intesa, una complicità che gli altri non avrebbero mai capito. Ma invece, loro non sembrano accorgersene, non noto nei loro occhi il peso che ho io nel cuore e questo m'incute un po' di rabbia, ma solo un po' perché spero che fingano così bene da poterlo nascondere persino a me. Invece no, perché ogni volta che provo accennare ai passi del vuoto - che forse è la morte stessa- che mi perseguitano, mi fiutano in ogni dove e che mi sta facendo scoppiare i miei nervi anche in questo istante, colgo nelle loro pupille un lampo di paura sull'ignoto e sulle mie stesse parole, e fanno finta di non aver sentito.
E questo sì, che mi fa ribollire il sangue.
C'è questo vuoto che mi ossessiona.
Quando vedo il loro sangue zampillare e sporcare le mie mani, sento il vuoto che si allontana e il cuore alleggerirsi. Come una lieve brezza marina, una ventata di aria fresca in faccia che scaturisce un goccio di sollievo. E poi sento i suoi passi che si allontanano e un pezzo di me stesso rimanere più a lungo. Uccido le persone più vuote e che non si accorgono di nulla, perché questi sacrifici non li definisco tali. Che serve a loro la vita, se la vivono con quel senso di vuoto a cui non danno né importanza né peso? A loro non interessa sentirsi pieni di vita almeno per un istante, non sanno che cosa significa essere perseguitati dal senso di vuoto che gli sta costantemente sul fiato sul collo. Un lato positivo c'è nell'essere vuoti, ovvero non provare nulla per l'agnellino che hai sacrificato. So che sguardo ho mentre osservo il scintillio svanire nelle pupille dei miei malcapitati, ne sono pienamente consapevole eppure non m'importa. Neanche del sorriso macabro che mi nasce nelle mie labbra, neanche quando prendo il loro sangue e ne assaggio il loro sapore. Non m'importa di niente.
Dall'altro canto so che non potrò uccidere per sempre, ma pur di sentire in un breve istante quel senso di pienezza che tanto ho bramato, che viene scandito dall'ultimo battito della mia vittima, , farei di tutto. Ma so -e ne sono certo- che il vuoto che mi accompagna, non se ne andrà mai, rimarrà fedele al mio fianco, costituirà ogni singola cellula, formerà le membra che mi compongono, scaverà e disintegrerà la mia anima e questo non lo sopporto, perché per tutte le vite che ho tolto e che toglierò in futuro, nessuna varrà per un attimo di pienezza e tutte annegheranno dentro di me.
C'è questo vuoto che mi ossessiona e non c'è niente che io possa fare per allontanarlo
   
 
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