In un freddo e piovoso pomeriggio invernale, sorseggiavo thé inglese e bollente con l'altra me. Il tavolo basso che ci separava e le sedie che ci ospitavano erano testimoni da ormai più di due ore di una conversazione che ormai si era impelagata in argomenti strettamente contorti e di natura filosofica.
L'altra me, che no, non era un alter ego, era una me che albergava in un corpo uguale in tutto e per tutto al mio, era arrivata a pormi la domanda più difficile di quel pomeriggio.
"E quindi tu i problemi come li affronti?"
Ed io, quella me che sta scrivendo proprio adesso, le diedi la risposta che si aspettava, in quanto di me aveva uguali anche i pensieri.
"Io? Io li affronto non affrontandoli affatto, li evito e basta."
Un po' ci vergognammo di questa nostra attitudine e calò il silenzio. Ognuna di noi immersa negli stessi pensieri dell'altra.
A.