“Just hold me”  
                      


                                   -Era gon by-
 
 
Sulle rive si infrangevano le acque del lago di Avalon , mentre le pietre dell’isola rilucevano argentee sotto il celo stellato della notte fredda.
Le guardava da lontano un vecchio: aveva la barba lunga e bianca, le folte sopracciglia dominavano maestose sugli occhi tristi.
Merlino seguiva con sguardo stanco le creste dell’onda finché non sparivano all'orizzonte, mescolandosi con le scaglie di cielo riflesse.
 
Era la vigilia di Natale.
Dalle case del paese si levavano canti di festa e risate di bambini. Nessuno si ricordava del vecchio mendicante , il vecchio del lago –così lo chiamavano- .
Da quando i più anziani avevano memoria, sembrava che fosse stato lì.
Ogni volta che un bambino chiedeva chi fosse, si raccontava la vecchia storia che circolava, tramandata dai nonni ai nipoti, la storia del mago Merlino, del leggendario regno di Camelot e del suo re, Artù.
“ E’ Merlino,  lo stregone, che attende il sorgere della nuova Era di Re Artù.”
Nessuno ci credeva veramente, tranne i bambini.
Tante volte si erano avventurati nella boscaglia che circondava il paese, per raggiungere la dimora dello stregone , sperando si sorprenderlo intento in chissà quale magia.
Ma Merlino stava sempre seduto sull'uscio della capanna, guardava le rocce dell’isola, come se vedesse qualcosa che gli altri era celato.
 
Scendeva di rado in paese e, qualora incrociasse lo sguardo di qualche giovane curioso, sorrideva benevolo, - anche se, il calore del sorriso non si estendeva mai agli occhi azzurri, la cui dolcezza era sempre adombrata da un velo di tristezza.
 
Il figlio del droghiere si era appostato come ogni anni dietro l’albero -voleva cogliere Babbo Natale con le mani nel sacco- , Merlin lo vedeva , e sorrideva, nonostante nei suoi occhi si riflettesse solo l’acqua vibrante al chiaror della luna.
 
Dopotutto era una notte come tutte le altre per lui, un’altra notte di attesa,  a cui, lui sapeva, sarebbero seguite altre infinite, prima che dalle acque del lago sorgesse nuovamente il suo re.
Ma Artù era morto, ferito da Mordred . Era spirato fra le sue braccia, mentre, riversando il suo sguardo blu in quello del compagno, lo supplicava di stringerlo.
 
Era morto, e, dopo di lui, uno per uno lo avevano seguito tutti gli altri, oltrepassando il Velo degli Antichi.
Aveva visto il declino di Camelot e la fine dei cavalieri .
Si erano susseguite vite e intrecciate storie , sotto lo sguardo dello stregone che col tempo si era fatto più vecchio.
Gli anni erano passati, ma Merlino era rimasto.
La morte era un privilegio che non gli era stato concesso: l’immortalità, da tanti desiderata, era la sua prigione.
 
Era solo e prigioniero di un mondo a cui non apparteneva più , vivendo del ricordo di un’ Era passata.
 
Merlino rimase fino all’alba sulle sponde del lago. Non si mosse quando le campane suonarono a festa, e non si mosse in nessuno dei Natali seguenti.
Attendeva Artù . E continuò ad attendere il suo ritorno.
















































N.D.A : Avevo un bel po' di feeels per la mia coppia preferita...dopo aver rivisto per l'ennesima volta il finale T_T L'avevo scritta alla vigilia di Natale ... solo ora ho avuto il tempo di pubblicarla. :3 Spero piaccia, recensioni sempre piacevoli :'D