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Autore: Caramel Macchiato    19/02/2015    0 recensioni
Questa storia è incentrata su Kentin e Amira: come si sono conosciuti, come si svilupperà la loro relazione, cosa dovranno affrontare insieme o da soli.
È la prima storia che pubblico, spero vi interessi! Se avete critiche, consigli o altro, scrivetemi per favore! Mi interessano i vostri pareri :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mi sveglio controvoglia, la luce del sole che mi arriva direttamente in faccia. Ricordo che la sera prima ero troppo immersa nei miei pensieri per ricordarmi di chiudere le tapparelle. Mi insulto sonoramente e prendo a strofinarmi gli occhi. Dovevo essere proprio andata per riuscire a dimenticare di… Kentin! Mi metto a sedere con gli occhi improvvisamente aperti e il cuore che comincia a battere all’impazzata. Un secondo: è tornato davvero o è stato solo un sogno? Il mio cellulare vibra e, come se avesse letto i miei pensieri, ecco un messaggio di Kentin. “ Ciao, dormito bene?” Non riesco a trattenere il sorriso beota che mi si stampa in faccia e decido di farlo aspettare un attimo prima di rispondergli, scendo dal letto e comincio a vestirmi fischiettando allegramente. Mi torna in mente la cena della sera prima: eravamo andati nella pizzeria all’angolo ed ero così emozionata che appena seduta non ero più riuscita a trattenermi. - Allora: raccontami tutto! Com’è stato? Cosa facevi? Ti sei integrato subito?- - Ehi ehi, quanto interesse!- Mi aveva risposto, alzando le mani in uno scherzoso segno di resa. - Ma certo! Voglio capire cosa… Come, sei cambiato così tanto- - Non è poi questa gran cosa interessante-. Quando lo avevo guardato, pronta a ribattere, gli avevo visto una smorfia disinteressata sul viso, per poi ritrovarmi a fissare i suoi occhi intensi come gemme preziose. - Piuttosto racconta tu! Che fai ora?- Mi ero lasciata andare contro lo schienale della mia sedia e avevo gesticolato con scarsa voglia. - Oh, nulla di speciale. Studio al liceo della città e voglio provare a vincere una borsa di studio. Nulla di eccitante-. - Scherzi? È fantastico! E molto impegnativo… Ah, t’invidio un po’ sai-. - Non c’è nulla da invidiare in me-. Avevo risposto, senza riuscire a trattenere il ghigno sarcastico e un po’ dispregiativo che mi usciva sempre quando qualcuno mi ammirava, senza sapere che razza di esistenza avevo condotto dalla mia entrata al liceo. Le sue sopracciglia si erano aggrottate e le due rughette tra di esse si erano fatte più profonde. - Non dire cavolate: darei tutta casa mia per un cervello come il tuo! E ora invece guardami: il tipico ammasso di muscoli ignorante-. Allora, era stato il mio turno dell’espressione severa. - Balle-. - Oh no, è vero! A militare non c’è tempo per la cultura-. - Però hai di sicuro imparato qualcosa di utile-. - Oh sì: come sopravvivere se mai ci sarà una guerra in questo paese!- L’arrivo delle pizze aveva dato una tregua alla nostra discussione e i primi bocconi li avevamo inghiottiti in silenzio, ognuno nei suoi pensieri. - Ora che farai?- Gli avevo chiesto d’un tratto, interrompendo la quiete del ristorante. - Mmm, mi piacerebbe incontrare per caso un po’ di gente della scuola, solo per vedere se mi riconoscono e come reagiscono. Poi non so, potrei farmi trovare “per caso” da un talent scout e diventare un pagliaccio che canta e si dimena come un poveraccio sul palco…-. Si era fermato per lanciarmi un’occhiata, per poi scoppiare a ridere sonoramente alla vista della mia faccia tra l’incredulo e l’allarmato. - Immagino che per quest’anno ho poco da fare, la scuola è già cominciata da un po’ e dubito che riuscirei a recuperare tutto quello che ho perso in pochi mesi: ricordo molto bene la fatica che ho fatto a studiare per finire prima la scuola media… Sfrutterò questo tempo per mettermi le idee in chiaro sul mio futuro-. Avevo annuito un po’ delusa: ero convinta che anche lui avrebbe cominciato il mio liceo, che saremmo stati assieme ogni singolo giorno,… E invece non avevo minimamente pensato con razionalità. La “io” di un tempo, sognatrice e capricciosa, stava rifacendo capolino? - Potrei trovarmi un part-time per occupare il tempo e guadagnare qualcosina-. - Sarebbe utile-. Avevo concordato - E poi… Bhé, avrei… Tanto tempo libero-. Avevo alzato lo sguardo stupita, e mi ero accorta che era leggermente arrossito, cosa che mi aveva fatto sorridere. - Già, molto probabile-. Avevo concordato, morendo dalla voglia di stuzzicarlo. - Già… Quindi potrei… Sai: passare a prenderti, ogni tanto… Non per forza-. - Sarebbe bello-. D’istinto avevo allungato una mano sopra ai nostri piatti e gli avevo preso la mano, mentre la sua espressione diventava così dolce da farmi mancare il fiato. - È un sollievo che non sei cambiata per nulla-. Aveva detto, carezzandomi il dorso della mano con il pollice. - Per certi versi nemmeno tu-. - Purtroppo sì: mi sarebbe piaciuto combattere certi lati del mio carattere-. - Per me sei perfetto così come sei ora-. Le parole erano uscite di loro spontanea volontà dalla mia bocca, cosicché ero arrossita come un peperone subito dopo averle pronunciate. Lui aveva abbassato lo sguardo, poi lo aveva rialzato su di me, due smeraldi che splendevano tra la frangetta color cioccolato. - Amira-. - S-sì?-. Aveva sorriso e si era stiracchiato sulla sedia, le guance che si colorivano di soddisfazione. - Volevo sentire se il tuo nome aveva ancora lo stesso gusto-. - E… Ce l’ha?- Avevo chiesto, il cuore che batteva così tanto che avevo paura di rischiare un infarto. - Mmm- Si era fatto pensieroso – Sembra quasi più buono-. Aveva sorriso soddisfatto, come un bambino che aveva annunciato che si era allacciato le scarpe da solo, poi si era infilato in bocca una gigantesca fetta di pizza, chiudendo il discorso. Un’ondata di tepore mi aveva pervaso tutta. Era così che ci si sentiva ad essere innamorati? Bastava uno sguardo, un sorriso o una carezza a riempirti di sensazioni positive? E se invece era solo una cosa temporanea? In fondo non ci eravamo visti da così tanto tempo che mi sembrava quasi di essere di fronte a un lupo che finge di essere una pecora. - Sai, pensavo che abbiamo passato più tempo separati che insieme da quando ci siamo conosciuti sul serio-. Avevo alzato lo sguardo incredula: era come se mi avesse letto nei pensieri. Eravamo rimasti a fissarci per un po’. Quel viso tutto nuovo, quel cipiglio serio. - Allora non ci resta che recuperare-. Avevo affermato, prima ancora che il cuore mi suggerisse la risposta. Lui aveva annuito con fare solenne. - Ancora non riesco a convincermi pienamente che sei proprio tu e non qualcuno che si finge il vecchio Kentin-. Avevo ammesso, sentendomi male non appena le parole avevano preso voce – Però il vecchio Kentin c’è ancora. Sei ancora la persona meravigliosa che eri, e ora sei pure…- Mi ero interrotta di botto, portandomi una mano alla bocca e distruggendo il tono serio della discussione. Lui aveva inclinato un po’ la testa perplesso. - Ora sono pure cosa?- - Uhm- - Amira?- - … Sei pure un figo- Avevo infine borbottato, non riuscendo ad incrociare il suo sguardo. - Lo pensi sul serio?- Dalla sua voce era sembrato sorpreso ed eccitato. - Non farmelo ripetere- - Non c’è bisogno, una volta basta! Avevo alzato timidamente lo sguardo e lo avevo visto determinato. - Quindi mi basta essere me stesso e continuare l’allenamento: niente di più facile!- I suoi occhi luminosi mi avevano trafitto. - Ti conquisterò in un baleno, stai attenta! Ora non c’è più bisogno che lo nasconda!- Mentre lui cianciava allegro, io mi ero sentita gelare, mentre il mondo rallentava pericolosamente. Tra noi c’era sempre stato un rapporto che superava decisamente la semplice amicizia, ma ora che lui aveva detto senza il minimo imbarazzo che era interessato a me le cose avevano preso una piega più seria e definitiva. Poco dopo si era interrotto e mi aveva fissato preoccupato. - Tutto apposto? Sei tutta rossa-. - Non… Non mi avevi mai detto che… Interessato… Me… Esplicitamente- Avevo mugolato. - Scherzi? Mi sembrava anche troppo evidente!- - Ma non l’hai mai detto!- - Non ce n’era bisogno! E poi non potevo!- - Sì invece! Dovevi!- Eravamo rimasti a guardarci corrucciati, poi lui aveva abbassato un po’ la testa e mi aveva guardata da sotto la frangetta. - In ogni caso: dici così perché ti dà fastidio?- - Ma sei stupido?- - Ma scusa, non hai detto niente! Anzi ti sei messa a reclamare prima!- - Non stavo reclamando, e poi era evidente!- - E perché io non me ne sono accorto?- - Perché sei uno stupido!- - E non potevi dirmelo esplicitamente?- - Non c’era bisogno di dirlo…- Mi ero interrotta, accorgendomi di essere caduta nella sua trappola, mentre un largo sorriso gli si era aperto sul viso e le spalle avevano cominciavano a tremargli dalle risate. Mi ero coperta la bocca con una mano e poi ero scoppiata a ridere sonoramente. - Che idioti che siamo- Ero riuscita a dire mentre riprendevo fiato. - Sì, è vero, ma per questo è bello- Aveva risposto, guardandomi con un’intensità da capogiro. - Quindi ora… Siamo una coppia?- Avevo buttato lì, con meno disinvoltura di quello che avrei voluto. - Mmm, non so. Tu sei così popolare…- - Non dire cavolate-. Era scoppiato a ridere, poi si era sporto verso di me. - Sarebbe fantastico-. Aveva mormorato, a pochi centimetri dalla mia faccia. - Sì-. Avevo concordato, troppo ipnotizzata per mettere assieme più di una sillaba sensata. Mi riscuoto dai ricordi della sera precedente al suono del campanello al piano di sotto, e mi rendo conto che sono davanti allo specchio con una faccia da schiaffi e un occhio senza mascara. Mi spennello le ciglia in fretta e furia mentre mia madre apre la porta e lancia uno strillo emozionato, per poi cominciare a pigolare con fare zuccheroso. - AMIIIRAAAA-. Urla dal piano di sotto. - Arrivo!- Rispondo a modo, controllandomi un ultima volta e imponendomi un’aria cool e indifferente sul viso, anche se gli angoli della bocca continuano a piegarsi all’insù e le guance sono già rosee. Prendo la borsa e mi schiarisco la voce, tutto d’un tratto spaventata all’idea di scendere le scale. Oddio. Poggio i piedi sul primo gradino e prendo una gran boccata d’aria, mentre mia madre ride sonoramente dalla cucina. Mi butto giù dalle scale senza poter avere ripensamenti ed entro in cucina: mia madre e appoggiata al bancone della cucina mentre Kentin le sta davanti con un sorriso allegro. Resto a contemplarlo per un secondo di troppo, cosicché quando si gira mi becca in pieno. Un sorriso amorevole sostituisce quello allegro. - Ciao Amira- - C-ciao- Mia madre sospira scuotendo la testa. - Potevi anche dirmelo prima che avevi un ragazzo! E che ragazzo poi!- Lo rimira da capo a piedi facendomi morire d’imbarazzo. - Mi è… Passato di mente- Dico con disinvoltura, avvicinandomi a Kentin. Al mio ragazzo. Lui mi sorride e mi passa un braccio attorno alla vita. Mia madre sospira sognante e ci guarda con sguardo affettuoso. - Sono emozionata come una ragazzina, insieme siete così belli che vi farei una foto-. - Evita per favore-. - Figlia ingrata. Vabbè, non vi trattengo oltre: avrete di meglio da fare che ascoltare i vaneggiamenti di una vecchia signora-. - Ma tu non sei vecchia!- - Sparisci dalla mia vista!- Così dicendo se ne va dalla cucina con fare teatrale, mentre Kentin ridacchia. - Mi piace- - Sì, non è male quando non straparla-. Ci sorridiamo e finalmente usciamo in quella magnifica giornata di sole, subito salutati da un venticello fresco che mi colora subito guance e naso. Ci prendiamo per mano con una naturalezza che non ha bisogno né di sguardi né di parole e ci dirigiamo verso il centro, chiacchierando spensieratamente del più e del meno, recuperando il tempo perso. Sapevo che sarebbe durata. Sapevo che i miei sentimenti erano puri e i suoi pure. In fondo ho sempre amato questo ragazzino ingenuo e dolce, ora travestito da ragazzo stupendo. FINE Ed eccoci al capolinea! Per prima cosa ringrazio le lettrici pazienti e coraggiose che sono arrivate a leggere fino qui… Grazie infinite! Poi… Basta, niente da dire! Questa era la mia prima storia, la meno entusiasmante se posso essere sincera ( rido), se vi è piaciuta comunque spero che seguirete anche le prossime e che vi interessino! Per concludere, vi chiedo di lasciarmi una recensione, se ne avete voglia, con le vostre impressioni, i vostri suggerimenti e quant’altro: mi farebbe davvero piacere! A presto!!
   
 
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