Giochi di Ruolo > Dolce Flirt
Ricorda la storia  |       
Autore: Caramel Macchiato    20/02/2015    2 recensioni
“Svegliati”
Il tuo senso dell’umorismo è piuttosto pessimo.
“ Ti sto ordinando di svegliarti”
Come se potessi. Ti manderei al quel paese, ma non so chi sei. Lasciami stare.
“ D’accordo, non mi lasci altra scelta”
Ed ecco che i miei occhi sono aperti, o meglio: nel mio sogno ho gli occhi aperti, e vedo solo bianco davanti a me. Mi giro su me stessa ma il panorama non cambia.
Che posto è questo?
“Questo è il fulcro del mondo dei tuoi sogni”
Chiedo scusa in anticipo per l'html impostato da cani!!
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Svegliati”
Il tuo senso dell’umorismo è piuttosto pessimo.
“ Ti sto ordinando di svegliarti”
Come se potessi. Ti manderei al quel paese, ma non so chi sei. Lasciami stare.
“ D’accordo, non mi lasci altra scelta”
Ed ecco che i miei occhi sono aperti, o meglio: nel mio sogno ho gli occhi aperti, e vedo solo bianco davanti a me. Mi giro su me stessa ma il panorama non cambia.
Che posto è questo?
“Questo è il fulcro del mondo dei tuoi sogni”
Carino. Molto… D’ispirazione. Ora, se vuoi scusarmi…
“ No, non andrai da nessuna parte, perché ormai ti ho svegliata”.
Ma cosa sei tu: il Gesù dei miei sogni?
“Qualcosa del genere: io sono il creatore dei tuoi sogni, il fulcro estremo di ogni tuo sogno”.
Allora sei tu la causa di certi sogni perversi che quando ci ripenso mi imbarazzo!
“No. Io uso solo alcuni pensieri o ricordi particolarmente potenti che tu hai nella tua testa e li traduco in sogni. Che genere di sogno poi dipende dal tuo stato d’animo”.
Sento una nota sarcastica nel tuo tono.
“ Ammetterai che è divertente fare lo spettatore”
In verità non vedo la parte divertente, ma proseguiamo. Perché diavolo mi hai “svegliata”, cosa vuoi dal mio sonno.
“ Oggi è un giorno speciale, cara mia. Il giorno in cui il sogno più profondo può essere realizzato”
Maddai. Sarebbe anche comico se non fossi costretta a “dormire” da… Neanche so quanto.
“Non ci credi?”
Oh no, ti credo! Giuro! Certo, se me lo dici in questa… Cosa bianca…
“ Farò finta di non avertelo chiesto. Per tutta la durata del tuo sonno potrai vivere il tuo sogno più grande”.
Ah, eccola la fregatura! Il sogno nel sogno, quindi non lo vivo davvero! Quindi non si realizza sul serio. Quindi potrà durare in eterno perché non so quando mi sveglierò!
“Tutto dipende da come lo vivrai. Se farai le cose per bene, resterà un ricordo”
Grazie tante, me lo ricordo anche senza doverlo sognare.
“ Non parlavo di te”
Vuoi dire che chi sognerò potrebbe ricordarsi di me?
“Chi o cosa o dove. Ci sarà sempre un lieve ricordo inafferrabile”
Okay senti: sei frutto dei miei sogni e temo che ieri l’infermiera abbia alzato un po’ troppo il gomito con i medicinali, quindi me ne torno a dormire. Ciao.
“… Non ho bisogno del tuo consenso per vedere nel tuo cuore…”
 
La luce bianca si spegne d’un tratto e mi ritrovo nel solito mare nero in cui vivo da anni, in parte cosciente e in parte no. Un vegetale umano. Una ragazza di diciotto anni in coma. Ecco, l’ho detto. Questa è una delle poche parti della mia coscienza attiva, palpitante che mi tormenta in ogni attimo di questo stato surreale. Sei in coma. Sei in coma. A volte sento delle voci raggiungermi da lontano, ovattate e a volte incomprensibili. A volte la coscienza mi suggerisce che è mia madre o mio padre, a volte resta muta, ad ascoltare senza capire pienamente il significato di ciò che sente.
Nel mare nero in cui mi trovo, mi giro su un fianco e mi rannicchio su me stessa, cercando il conforto del mio corpo fatto di fumo. Chiudo gli occhi e cerco di scappare da quella sensazione di disagio che mi attanaglia da prima, da quella stanza bianca. Il primo colore differente che ho percepito da molto tempo…
 
La prima cosa che percepisco è che sento chiaramente. Il cinguettio degli uccellini mi perfora le orecchie con insistenza. La seconda cosa è che, attraverso le palpebre chiuse, vedo puntini di luce colorata, segno che ci vedo. Esalo un lungo sospiro e mi sento rinascere quando riconosco il sapore fresco dell’ossigeno che mi entra dal naso e scende fino ai polmoni.
Se riconosco tutte queste sensazioni, vuol dire che sono uscita dal coma? La voce ha detto il mio sogno più grande… Possibile che si sia avverato sul serio? Cioè, non mi sono mostrata molto disponibile, però…
Decido di fare una prova così, tremando di eccitazione e di paura, provo a sollevare una palpebra. Quella segue la mia volontà senza problemi e subito viene abbagliata da raggi di sole. Concentrandomi mi accorgo di essere stesa ai piedi di un albero, la luce che gioca tra il fogliame creando un’atmosfera di pace. Decido di aprire anche l’altro occhio e mi sento scoppiare il cuore di gioia quando tutte e due le pupille cominciano a lavorare assieme, mettendo a fuoco le venature delle foglie e le cicatrici della corteccia dell’albero.
Metto in moto anche le mani, sentendo sui polpastrelli la freschezza dei fili d’erba che giocano tra le mie dita e sulle gambe. Non posso farci nulla, è forse il giorno più bello da quando me ne ricordo, e un sorriso di beatitudine mi si allarga sulla bocca, mentre gli occhi si riempiono di lacrime. Eccitata come non mai, decido di provare a vedere se anche le ossa e i muscoli rispondono al mio volere provando a mettermi seduta. In un battito di ciglia mi ritrovo con la schiena diritta e uno spettacolo incomprensibile davanti: dall’albero contro cui mi trovo, il panorama e completamente bianco, ad eccezione del cielo terso sopra di me ( almeno: credo sia sopra) e una striscia d’erba che, da dove mi trovo, continua fino ad un cancello d’argento. D’un tratto vicino al cancello vedo una persona, un ragazzo che mi dà le spalle.
Stringo ciuffi d’erba tra le dita, improvvisamente spaventata da quel luogo, persa e con una sensazione opprimente d’inquietudine sul cuore.
Il ragazzo si gira proprio in quel momento, scrutandomi con due occhi dorati da far paura, mentre un sorriso gentile gli increspa le labbra fini.

- Ah! Eccoti finalmente!-La sua voce mi raggiunge come una ventata calda e soave, lenendo un po’ della paura che mi pervade. Lui mi scruta per un po’ e, vedendo che non accenno a muovere un singolo muscolo, scrolla la testa ricoperta di capelli biondi e ridacchia.
- Non mi riconosci?-
- Dovrei?- Rispondo audacemente, decidendo che se mi alzo in piedi ho più possibilità di sfuggirgli, se si dovesse rivelare un incubo anziché un sogno del sogno, bla bla… Quella cosa lì insomma.
- Ci siamo parlati poco fa, speravo che non mi liquidassi in così breve tempo-.Strabuzzo gli occhi e, involontariamente, gli punto contro un dito.
- Sei quel pazzo del sogno della mia vita!-Lui ignora gentilmente la mia sgarbatezza e annuisce.
- Pare di sì-.
- Sei una persona? Ma mica eri un fulcro?-Lui ridacchia di nuovo e si scosta con eleganza la frangia dagli occhi.
- Sono opera tua. Tu hai deciso che mi sarei presentato in forma umana quest’oggi, ed eccomi qua. In fondo è stata una scelta saggia: almeno non ti sei spaventata troppo-.Gli lancio un’occhiata eloquente: evidentemente non era a conoscenza di tutte le paranoie che mi avevano attanagliata nell’attimo in cui avevo visto tutto questo… Bianco. Di nuovo bianco?
- Dove siamo?- Chiedo, non osando ancora spostarmi da quell’isoletta di erba.
- Questo?- Chiede allargando le braccia – Questo è il tuo sogno di quest’oggi: il tuo sogno speciale-.
- Oh andiamo! Come può essere un sogno questo?- Protesto incrociando le braccia delusa.Lui muove una mano con fare impaziente.
- Lasciami finire di spiegare una buona volta: come dicevo, questo è il tuo sogno di quest’oggi, che probabilmente durerà fino alla fine del tuo coma. È stato un caso che capitasse a te, un caso fortunato oserei aggiungere: potrai sognare per un sacco di tempo! Solitamente le persone hanno a disposizione dalle 6 alle 10 ore di sonno per vivere questo tipo di sogno-.
Ignora la mia occhiata disgustata.
- In ogni caso, questo e solo l’inizio: dal momento che è il tuo sogno, sta a te disegnarlo-.
- Cosa? Dovrei disegnare il mio sogno?-
- È quello che ho detto, sei tu a decidere come impostare il tuo sogno. Per prima cosa vieni qui-
- No guarda, penso che stare qui vada bene…-
- Non puoi cominciare stando lì! Quello è l’albero della vita che ti riporterà indietro quando sarà il momento!-
- Ma… È vuoto qui intorno!-
Lui rotea gli occhi spazientito e mi raggiunge a grandi falcate superando la striscia di erba che ci collega, borbottando qualcosa sui clienti difficili e con poca immaginazione. Appena mi è accanto afferra la mia mano destra e mi conduce fino al cancello argentato. La sua mano è pallida come la neve e altrettanto fredda, ma incredibilmente umana. Lo seguo docile come un cagnolino e mi sorprendo di non sprofondare nel baratro attorno a me.
- È tutto stabile qui, dal momento che hai da subito creato il cielo: una mossa intelligente, nonostante il soggetto- Mi spiega una volta raggiunta la nostra meta – Guarda-.Così dicendo balza fuori dalla striscia d’erba e, prima che possa cominciare ad urlare, atterra nel bianco e ci resta sopra, perfettamente stabile. Io resto paralizzata con gli occhi sgranati e una mano sulla bocca, mentre lui ritorna sull’erba con noncuranza.
- Sarà un’impresa, me lo sento… Beh, prima di iniziare con il lavoro vero e proprio, perché non cominci col darmi un nome?-.Lo guardo sbigottita, cominciando a riprendermi dal recente shock.
- Maddai, non ce l’hai un nome? Tutti hanno un nome!-
- Primo: non tutti hanno un nome razza d’ignorante, secondo: vorrei ricordarti che non sono qualcuno ma piuttosto qualcosa, e sono frutto della tua coscienza ( purtroppo) e quindi spetta a te darmi un nome-.Rifletto un po’ sulle sue parole contorte, poi scrollo le spalle.
- Okay. Tony-
- Un momento… Tony?! No, non esiste, non puoi essere seria-.
- Mi hai chiesto un nome, e io te l’ho dato razza di fulcro suscettibile!-
- E io ti ho detto che mi rifiuto! Dal momento che saremo insieme per un po’ esigo qualcosa di almeno lontanamente decente!-.Sbuffo spazientita e gli rivolgo una smorfia, prima di guardarmi attorno sconsolata e finire col fissare il cielo blu intenso sopra le nostre teste, su cui svettano le foglie verdi e grasse dell’albero.
- Nathaniel-. Bisbiglio dopo un attimo, completamente persa nella mia contemplazione.
- Come dici?-
- Nathaniel! Ti chiamerai Nathaniel!- Ripeto convinta, riscuotendomi dai miei pensieri.Lui ci pensa su un po’, poi si passa una mano nei capelli con un sospiro.
- Non è così malvagio: d’accordo. Un po’ all’antica ma… Non è importante. Allora, cominciamo?-Lascio perdere le sue critiche e fisso intensamente il cancello d’argento. Ormai ci sono dentro fino al collo e preferisco provare anziché tornare al vuoto in cui “vivo” ogni giorno.
- Sono pronta-. 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Dolce Flirt / Vai alla pagina dell'autore: Caramel Macchiato