Serie TV > The 100
Ricorda la storia  |      
Autore: Marti Lestrange    20/02/2015    4 recensioni
Oneshot post 2x12 {spoiler}.
"E poi lo vedo. Sta camminando verso di me. È uscito dai boschi, indossa una tuta, la stessa tuta che indossava Emerson, la guardia del Mount Weather. È sporca e lisa e il suo viso è scosso, leggermente tumefatto, ricoperto di sudore freddo. Nonostante ciò, lo riconosco subito: il suo incedere sicuro, il corpo forte, gli occhi lampeggianti nella penombra.
«Bellamy» sussurro piano."
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
SPECTRUM
 
 
"Say my name
And every color illuminates
We are shining
And we will never be afraid again."
 
 
L'impatto con il fuoco è devastante. L'onda d'urto mi scaraventa a terra e sento la consistenza dura e legnosa del terreno boscoso raschiarmi una guancia. Tutto intorno a me è all'improvviso caldissimo. La voce di mia madre urla il mio nome. Un'ultima volta, prima che tutto diventi buio.
 
Quando mi sveglio, il fuoco è sparito. Tutto è nebbia, foschia, acqua ghiacciata che si condensa sulla mia pelle dolorante e sento delle impercettibili goccioline di sudore scavarmi un solco nella schiena, quasi a volermi marchiare. Provo ad alzarmi, ma la mia gamba è bloccata, mi fa un male cane e sento la mia voce ringhiare qualcosa, ma è troppo bassa e roca e debole. Non emetto suono, mentre le orecchie mi fischiano in modo innaturale.
 
E poi lo vedo. Sta camminando verso di me. È uscito dai boschi, indossa una tuta, la stessa tuta che indossava Emerson, la guardia del Mount Weather. È sporca e lisa e il suo viso è scosso, leggermente tumefatto, ricoperto di sudore freddo. Nonostante ciò, lo riconosco subito: il suo incedere sicuro, il corpo forte, gli occhi lampeggianti nella penombra. 
 
«Bellamy» sussurro piano. La mia voce è ancora debole, è appena un soffio. Non riesce a raggiungerlo, ma lui raggiunge me. In pochi passi mi è accanto, si china e mi osserva, l'espressione sconvolta. Non l'ho mai visto così. Almeno non per me. 
 
Mi sfiora una guancia, mi scosta i capelli dal viso, premuroso. Mi sorride e il suo è un sorriso rassicurante, uno di quei sorrisi che ti scaldano dentro, che ti fanno credere di essere bellissima e che niente e nessuno possa più farti del male. 
«Bellamy» sussurro ancora, e stavolta lui può sentirmi. 
«Shhh» replica lui accarezzandomi i capelli. «'Sta tranquilla, ora. Sei al sicuro.»
«Come sei arrivato qui?» gli chiedo socchiudendo gli occhi. Voglio guardarlo in viso, sento questo bisogno. Non lo vedo da troppo tempo e capisco quanto mi sia mancato nell'esatto istante in cui mi prende una mano, stringendola nella sua, e mi osserva con quel suo solito sguardo ironico che sa mandarmi in bestia.
 
«Non importa come. Ti porto via, adesso.»
Mi cinge le spalle con un braccio e con l'altro mi circonda le gambe. Si butta le mie braccia intorno al collo e io lo stringo forte, tanto quanto le mie poche energie permettono. Infilo il volto nell'incavo del suo collo e respiro a lungo il suo profume acre e dolce insieme che mi ricorda i nostri primi giorni sulla Terra. Quante cose sono successe, da allora...
 
«Bellamy» lo chiamo. 
«Dimmi, principessa» e quel nomignolo mi scalda il cuore. Lo riempie di luce. 
«Sei arrabbiato con me?»
«Perché dovrei essere arrabbiato con te?»
«Ti ho mandato al Mount Weather, in una missione altamente pericolosa, subito dopo averti detto di non volermi separare da te. Non potevo perderti e l'attimo dopo ti ho sacrificato, come una vittima davanti a un idolo. Io mi odierei.»
«Non potrei mai odiarti, Clarke. Hai capito? Sì, mi hai ferito» aggiunge. «Mi ha ferito sentire le tue parole, ma in fondo era stata una mia idea, no? - entrare nel Mount Weather, intendo. Non posso certo fartene una colpa.»
«Tu dici che non puoi, e allora perché io mi sento debole?»
L'amore è una debolezza, Clarke.
«Non sei debole. Sei una delle persone più forti che io conosca.»
 
Bellamy si ferma all'improvviso e io alzo debolmente il viso per guardarlo negli occhi. 
«Sai perché non ti odio e non potrei odiarti neanche se volessi?» mi chiede. 
Scuoto la testa. Lo guardo e non so nemmeno più chi sono. Mi sento persa, mentre annego nei suoi occhi. 
L'amore è una debolezza, Clarke.
 
«Perché...» inizia lui.
Attendo, ma Bellamy non continua. Tace e fissa un punto imprecisato davanti a sè. Io volto lo sguardo, ma non vedo niente.
«Bellamy. Hey, Bellamy» sussurro concitata, premendogli una mano sulla guancia.
 
All'improvviso lui mi lascia cadere e l'impatto con il terreno è così forte e inaspettato che caccio un urlo di protesta. Mi alzo a sedere, sconvolta. Mi guardo intorno e tutto è cambiato: la foschia, la nebbia, il freddo, Bellamy, tutto è svanito. Sono tornata alla realtà, all'esplosione, al fuoco. Mia madre è accanto a me, mezza intontita, ma sta bene. La mia gamba non ha niente che non va e la dura verità mi piomba addosso dolorosa. È stato tutto un sogno. Non sarebbe arrivato nessun Bellamy, non mi avrebbe rassicurata, non mi avrebbe tenuta al sicuro fra le sue braccia. 
 
Chiudo gli occhi, dandomi mentalmente della stupida, ancora e ancora. Stupida illusa visionaria. 
L'amore è una debolezza, Clarke. 
Già, Lexa ha ragione. 
Sono stata io a mandare Bellamy al Mount Weather, io ho ideato quel piano insano, io sarò la responsabile di qualsiasi cosa dovesse succedergli. Io l'ho sacrificato, ho sacrificato il mio sentimento per vincere una guerra, ho dato in pasto ai lupi il mio cuore pur di liberare i miei amici e sconfiggere gli Uomini della Montagna. 
Stringo i pugni con forza e sento le unghie che mi si conficcano nella pelle fino a farmi male. Mi mordo il labbro, sentendo fra i denti il sapore del sangue. Forse, solo provando dolore riuscirò a non pensare a lui e a tutto ciò che il ricordo di Bellamy porta con sé. 
 
In quel momento, però, capisco una cosa. L'amore sarà anche una debolezza, ma mentre penso a Bellamy non posso fare a meno di sentirmi forte. Più che mai.

 

Ebbene, l'ho fatto. Sono riuscita a pubblicare un'altra fic Bellarke. È che l'illuminazione mi è arrivata tutta d'un colpo, ieri sera, subito dopo aver recuperato la 2x12, e ho scritto questa shot in frettissima, prima di andare a dormire. L'ho riletta, ma chiedo perdono su eventuali errori o sviste. Non ho particolari precisazioni da fare, tranne che sono felice, perché ho trovato un titolo in frettissima. Cioè, rispetto ai miei canoni XD Tra l'altro, il titolo è quello dell'omonima canzone dei Florence and the Machine, e la citazione arriva proprio da lì. Penso sia perfetta per i Bellarke.
Colgo l'occasione per ringraziare tutte le ragazze che mi seguono e seguono così appassionatamente la mia long modern!AU proprio sui Bellarke (15 seguiti solo nella prima settimana e 5 recensioni al primo capitolo: questi sono record, per me), della quale ho pubblicato il primo capitolo una settimanina fa. Vi lascio il link, per chiunque sia interessato:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3015146&i=1
Concludo ringraziando anche tutti coloro che leggeranno questa pazzia e spenderanno quattro paroline per questa povera autrice disagiata XD Love u all, guys!

Al prossimo disagio, Marti.
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The 100 / Vai alla pagina dell'autore: Marti Lestrange