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Autore: AlexVause    20/02/2015    6 recensioni
A dare maggior profondità di pensiero non è tanto una grande intelligenza, quanto un profondo dolore.
Riuscirà ciò ad aprire occhi da lungo tempo rimasti chiusi?
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
 
Passi veloci si udirono calpestare il sentiero di ghiaia.
Una lieve brezza autunnale muoveva le fronde degli alberi ormai spogli.
Un proiettile.
Un tonfo.
Silenzio.
 
Era una tranquilla mattina d’ottobre.
Il sole, seppur lieve, rischiarava il cielo sopra il bellissimo parco nei pressi di Boston Common.
Il medico legale Dottoressa Maura Isles, stava esaminando un cadavere per conto del dipartimento di polizia.
Lei e l’amica Detective Jane Rizzoli avevano risposto a una chiamata, proveniente dalla centrale omicidi, la quale indicava il ritrovamento di una vittima d’arma da fuoco.
 Attorniate da diversi colleghi, per effettuare i rilevamenti dell’omicidio, Jane e Maura osservavano attentamente il corpo alla ricerca di eventuali indizi indicanti l’ora del decesso e identità della vittima.
- Janie, Janie…
Una sorta di bisbiglio concitato proveniente da un’autopattuglia attirò lo sguardo di entrambe le giovani donne.
- Mà! Che ci fai qui?
Jane si alzò dal punto in cui era accovacciata per avvicinarsi all’auto.
- Frankie mi ha dato un passaggio…sono rimasta a piedi con la macchina.
Disse Angela mortificata ma eccitata perché stava vedendo la figlia all’opera.
- Resta lì dentro, Mà!
Le ordinò la figlia con occhi severi.
- Jane, vieni a vedere.
Il medico legale richiamò a sé la collega, consegnandole il portafoglio appena trovato e ancora non aperto.
- Maschio bianco di circa 40 anni, più precisamente 42 ad ottobre.
- Oh Maur…sei meglio di CSI…hai capito tutto solo guardandolo?
Ironizzò la Detective sorridendo.
- Simpatica. No, Google. Scrive per il Boston Globe. Giusto ieri leggevo la sua rubrica riportante la sua foto. Con la sua carnagione questa tuta non gli rende giustizia. Ha un colore…
- Un po’ tardi per consigliargli di cambiare outfit, non credi?
- Uh, frequentarmi, dà un tocco di classe in più nella scelta dei tuoi vocaboli.
Sorrise canzonatoria Maura, ricevendo come risposta un’alzata di sopracciglio da parte di Jane.
- Che avrà voluto dire?
Rise Korsak, sergente ed ex partner di Jane nella omicidi.
Il medico legale continuava nel suo lavoro di routine, alla ricerca d’indizi che “raccontassero” di più sul cadavere.
- Ferita d’arma da fuoco…uhmmm…
- Uhmm? Finiti i vocaboli saccenti Dottoressa?
Fece eco Jane.
- Do ragione alla Doc…”saccente” come “vocabolo” non è da te, Jane.
Rise prendendo in giro la sorella, il neo detective Frankie Rizzoli, fratello di Jane.
- Apparentemente nessun ulteriore ferita, né segni che indichino lotta né difesa alcuna. L’autopsia mi aiuterà a stabilire se ci sono altri possibili indizi al momento non localizzabili…se non dopo un accurato lavoro…
- Quindi Sherlock?
Jane interruppe l’amica che si stava dilungando come al solito. Pure quello faceva parte della routine.
La Dottoressa tornò ad analizzare nuovamente il cadavere.
- Un solo colpo al cuore. Letale.
- Eh…Beh…
Borbottò la Detective commentando l’ovvio.
Maura si guardò intorno.
- Sparato da lontano. Tiro di precisione.
Dopo quell’affermazione la giovane Dottoressa s’immobilizzò.
Un sospetto la fece rabbrividire.
Notando l’insolito comportamento della collega e amica, Jane le si avvicinò accovacciandosi e posandole una mano sulla spalla.
La Dottoressa si riscosse dal pensiero formulando ad alta voce il dubbio che le premeva.
- Il Killer…
Maura stava sussurrando. Sguardo basso a guardare la vittima.
- Un cecchino secondo te?
Domandò bisbigliando Jane.
- Jane…
- Maura, mi stai preoccupando.
- Jane…deve essere ancora qui…
- Co…cosa?? Maur ne sei sicura? Con tutti questi poliziotti…
- Non più di dieci, in un parco molto grande…si può ovviare a tutto ciò se hai un fucile di precisione.
Korsak centrò il punto dopo aver sentito la conversazione, avvicinatosi alle due.
Maura era immobile.
La frase che le uscì in seguito fu un bisbiglio all’orecchio dell’amica che le era accanto.
- Credi che ci stia osservando Jane?
- Cosa ti fa pensare che sia qui?
Le domandò l’amica con sguardo serio.
- Gli indizi sulla scena, documenti e altro, non sono stati toccati…in più…il corpo…è ancora caldo…
Un solo colpo risuonò sordo in quel vasto parco.
La dottoressa Isles finì sdraiata al suolo sulla schiena, in un battito di ciglia.
- No! No,no,no,no…Maur!!
Il panico si fece spazio sul viso della detective.
- Cercatelo! Muovetevi!
Gridò ai colleghi il sergente Korsak.
Voci vicine, urlavano di mettersi ai ripari e prestare attenzione a eventuali spari.
Passi veloci sull’erba che si allontanavano.
- No, no, no Maur ti prego…
Maura giaceva a terra immobile.
Gli occhi chiusi.
Jane posò l’orecchio vicino al viso dell’amica per sentire se il respiro fosse assente.
Premeva la mano sulla ferita, all’altezza del cuore. Un colpo perfetto, letale.
Lacrime leggere sul suo viso.
- Maura…
Niente sangue.
Un ricordo non molto lontano solcò il mare di pensieri della Detective che, mani tremanti, cominciò ad aprire il cappotto e la giacca della dottoressa.
- Ti prego, ti prego. Dio Ti prego.
Un lampo di felicità abbagliò lo sguardo di Jane, alla vista del giubbotto anti proiettile.
Lo slacciò veloce per constatare che non vi sia ferita alcuna.
- Grazie!!
Le lacrime di dolore mutarono in pura felicità.
Maura Isles tossì, come senza fiato, aprendo gli occhi e mettendosi a sedere rapidamente.
Il respiro veloce e affannoso.
La Detective, abbracciò il Medico legale. La presa salda sulla collega stretta a se.
- Respira piano Maur…lentamente.
- Oh…che male…che…male…
Disse gemendo di dolore la giovane donna.
- Che spavento mi hai fatto prendere!
- Per…per fortuna…che non…non l’ho tolto. Non ho avuto tempo.
Passi veloci e respiro pesante, dietro a Jane, la fecero voltare.
- E’ scappato…abbiamo trovato solo questi.
Il poliziotto in divisa consegnò alla detective un sacchetto trasparente.
- Due bossoli…
Bisbigliò la dottoressa, stringendosi una mano al petto.
Nonostante della ferita non vi fosse segno, il colpo era stato talmente forte da farla svenire togliendole il respiro.
- Maur…scusami.
La Detective si fece improvvisamente timida, rammentando di aver spogliato la collega.
Maura sorrise.
- E di cosa…ti sei solo assicurata che avessi il giubbotto.
- Maura!!! Tutto bene??? Come stai bimba mia?
Un’allarmata Angela scese di corsa dall’auto pattuglia, appena l’allarme cecchino rientrò, per correre dalla dottoressa a terra.
Di nuovo sul volto del Medico Legale apparve un sorriso.
- Tutto bene Angela.
- Mi hai fatta preoccupare.
Ammise la donna stringendo la Dottoressa a sé.
Una volta riallacciato il giubbotto e ricomposto i vestiti, Maura tese la mano per farsi aiutare ad alzarsi.
- Jane…
- Oh certo!
Esclamò la mora afferrando la mano del Medico.
Nemmeno la Detective era a conoscenza di quale fosse la scintilla che in quell’istante le fece notare l’amica in modo diverso…
…Guardare ma non vedere…
Finalmente ora la “guardava” e la “vedeva”!
- Jane tutto bene?
Maura si accorse della serietà sul volto dell’amica.
Jane si riscosse dai pensieri.
- S…sì.
Tirò delicatamente a se la dottoressa per sollevarla da terra e farla alzare.
- Vieni Maur, dobbiamo proteggerti. Sali in auto.


Nota di Alex: Eccomi con la mia prima FF su Rizzoli & Isles. Spero che vi piaccia come capitoletto introduttivo.
Per chi già mi conosce sa bene quanto adoro incasinare le storie quindi tenetevi pronti :)
Commentate in tanti e fatemi sapere che ne pensate.
Grazie e alla prox :D
  
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