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Autore: Lady Moon    21/02/2015    3 recensioni
:"Hermione, sei davvero così dolce?" - le chiese, una volta calmatosi. Le sorrideva, gli veniva spontaneo farlo, era così bella ai suoi occhi ed era magnifico che lei gli svelasse tutti i suoi segreti più reconditi, che non avrebbe detto mai a nessuno. Voleva esserne a conoscenza, aveva bisogno di sentirla parlare anche lui. Ella non rispose, ma un sorrisone le riempì il volto, Ron continuò a sorriderle anche per quello.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I was always close to you.

 
Era quella una giornata all'apparenza tranquilla e fresca. L'inverno incombeva ancora e si udivano gli uccelli di tanto in tanto cantare, le foglie secche cadevano, altre venivano adeguatamente smosse da quel po' di vento che ogni tanto s'approssimava. 
Il Platano Picchiatore sembrava quieto a sua volta. Nel castello, però, c'era un gran tumulto.

:"Sono le 10:00 di mattina e le persone hanno già così tanta voglia di far baccano?" - esordì Neville Paciock, girandosi verso Ronald Weasley.

:"Non dare loro conto, Neville, goditi la colazione." - rispose Ron, noncurante.

:"E il giornale! Ci sono notizie interessanti dal Ministero." - disse Neville, interessato.

:"Buongiorno!" - disse Hermione Granger alle spalle di Ron, e si sedette quasi vicino a lui, aveva un quaderno sotto braccio.

:"Ciao, Hermione!" - salutò Neville, Ron fece altrettanto. Subito dopo li raggiunse anche Ginny.

:"State ancora facendo colazione?" - disse, riferendosi a Ron e Neville.

:"Sì, Ginny, tu a che ora ti sei alzata?" - domandò il fratello.

:"Alle otto. Dovreste vergognarvi!" - rispose Ginny, incredula.

:"Non capisco. Fare colazione alle 10:00 è normale, che hai da ridire?" - continuò Ron, offeso.

:"Emozionante!" - urlò Neville, leggendo il giornale, non stava per niente seguendo il loro discorso, impegnato com'era ad informarsi.

:"Grazie per la considerazione!" - gli disse Ginny. Hermione ridacchiò senza farsi vedere da Ginny, ma Ron l'aveva sentita e vista.

Venne ben presto il pomeriggio, Hermione non vedeva Ron da un po' di tempo. Si stava domandando dove fosse, che stesse facendo, e perché fosse lontano da lei, non si dava pace.

:"Hermione, che hai?" - le chiese Parvati Patil, notandola, nel dormitorio.

:"Sto bene. Sto bene... non preoccuparti, pensavo solo ai compiti." - mentì Hermione.

:"Ai compiti? Hmm... se hai bisogno di qualcuno con cui parlare io ci sono, se può farti stare meno in ansia la cosa." - continuò Parvati, aggrottando le sopracciglia.

:"Davvero, non sono in ansia." - insistè Hermione. Quasi per miracolo Ron comparse nel dormitorio, Hermione spalancò gli occhi, cosa che fece credere a Parvati di aver avuto estremamente una brutta giornata, il che le dispiacque.

:"Va bene... io vado, allora. Ricordati, eh?" - disse infine Parvati, cercando di essere confortante e se ne andò di sopra.

:"Hermione... hai visto più Ginny?" - domandò Ron, un po' turbato.

:"No, cos'è successo?" - chiese a sua volta Hermione, curiosa.

:"In verità non lo so. Credevo fosse qui con te, avevo bisogno di una cosa, niente di speciale." - dichiarò.

:"Oh... va bene, e tu dove sei stato?" - domandò frettolosamente Hermione, se avesse dovuto pensarci su nel fargli quella domanda, probabilmente avrebbe concluso di non pensarci nemmeno a porgergliela, tuttavia ora le venne d'istinto, voleva saperlo.

:"Con Harry! Prima abbiamo perso tempo, poi lui è andato a studiare in biblioteca ed io sono venuto direttamente qui." - rispose Ron.

:"Non studi, tu?" - domandò ridendo, Hermione.

:"Avevo già studiato quello che c'era da studiare, Hermione, non sono così svogliato come credi." - le enunciò Ron, sorridendo appena e baldanzoso.

:"Va bene, va bene, va bene! Scusami, discendente di Merlino!" - gli disse Hermione, giocosa.

:"Figurati, simpaticissima come sempre, vedo." - esplicitò Ronald, sarcastico. 

D'improvviso entrò Neville, aveva ancora il giornale della mattina in mano.

:"Ancora con quel coso? Non l'hai finito?" - domandò Ron, Hermione si chiedeva lo stesso.

:"Oh no, non sono riuscito a finirlo per una serie di sfortunati eventi... ora salgo di sopra e prima del pisolino lo finisco." - disse Neville, penserioso.

:"Buona dormita." - augurò Ron, incerto. 

:"Ora che ci penso, ti seguo." - disse ancora.

:"Ciao." - salutò Hermione, con un'espressione incomprensibile, Neville credette fosse nervosa per colpa di Ron (e non aveva poi così tanto torto). Ron credette quasi lo stesso, ma era stanco e avrebbe preferito parlarle un'altra volta. 

:"A dopo, Hermione!" - salutò Neville gioioso.

:"A dopo." - salutò poi anche Ron, captando il suo dispiacere.

"Lo sapevo che finiva così. Ed io sono stata assolutamente furba a salutarlo come se me ne importasse qualcosa se mi lascia sola. Dovevo essere più festosa, del tipo 'Ciao, Ron, riposati bene, mi raccomando! Ci si vede dopo!' , non avrebbe capito nulla. Invece per come mi sono comportata sembravo quasi offesa. Sembravo offesa? Ahhhh. Per mille Falci d'argento!" - pensò tra sé e sé, la vocina nella sua testa strepitava a più non posso e ne era succube.

"Ok. Ora basta. Non gli parlerò fin quando non mi sarò calmata, evidentemente sono una pessima attrice." - disse ancora a se stessa, cercando di assestare quella rabbia frastornata.

Decise di salire anche lei di sopra e cercare di riposarsi, almeno avrebbe ignorato in parte le sue paranoie. 
Giunse adesso la sera, Hermione era decisamente più calma, ma qualcosa, per sua uggia, la fece subodorare. Che si fosse dimenticata di qualcosa d'importante? Cosa poteva essere quella strana sensazione? E perché non le era venuta in mente prima?

:"Hermione..." - disse Ron alle sue spalle, Hermione era ormai dinanzi alla biblioteca ma nell'udire quella voce non potè che fermarsi e voltarsi.

:"Ciao, Ron! Hai dormito bene prima?" - domandò, trafelata.

:"Perché, Hermione, perché?" - chiese Ron, guardandola negli occhi, Hermione aveva il cuore a mille, anche se non sapeva cosa stesse domandando Ron, il solo fatto che lui l'avesse trovata, l'avesse chiamata, la stesse guardando, le stesse parlando, era piacevole per lei. 
Riusciva ad adorare Ron anche quando avrebbe dovuto odiarlo, riusciva ad adorarlo quando se ne andava, quando sembrava che di lei a lui poco importasse, quando le mancava, quando litigava con lui, quando si comportava in modo strano o scorbutico. Lei pensava a lui continuamente, e frequentemente si chiedeva se anche lui lo facesse, che cosa pensasse lui di lei, e come mai... come mai tremava ogni volta che avesse a che fare con lui.

:"Per- perché? Cosa?" - gli disse Hermione, guardandolo anche lei negli occhi, come ci stesse riuscendo non lo sapeva, voleva farlo.

:"Parvati ha creduto che qualche studentessa di Grifondoro avesse scritto il mio nome su un foglio e l'avesse perso, me l'ha dato, dicendomi che qualcuna avesse un debole per me..." - disse Ron.

:"Ma io quella scrittura la conoscevo." - concluse, mostrandole il foglio un po' stropicciato, ma ciò che era scritto sopra era chiaro. Hermione ne rimase così imbarazzata da non riuscire a dire niente, boccheggiò più volte ma nemmeno una parola ne uscì fuori. Quel dannato foglietto, perché aveva dimenticato di nasconderlo prima di scendere giù? Verosimilmente era caduto al suolo, una volta essersi alzata dal letto, senza nemmeno che se ne fosse accorta. Ecco cos'era quella sensazione di prima, ecco perché non era  tranquilla. Cosa ne sapeva Parvati che lei era innamorata di lui? Cosa ne sapeva Ron? Ma chi ne sapeva qualcosa? 

Hermione abbassò lo sguardo, con le gote troppo rosse e con gli occhi che quasi lacrimavano.

:"Hermione, non fare così!" - le disse Ron, mellifluo.

:"Non sto facendo niente..." - gli disse Hermione, singhiozzando.

:"Per favore, non fare così... te lo ripeto, Hermione!" - disse Ron ancora, ogni volta che Hermione sentiva che egli pronunciava il suo nome, le sue lacrime si moltiplicavano, ma dentro sé provava una gioia inspiegabile, era dolce, bella, sentiva una melodia nuova, e voleva continuare a sentirla.
Ancora non ebbe il coraggio di guardarlo, ma Ron l'esaminava attentamente, e a vederla piangere gli si congelarono le parole. Nel modo più delicato e dolce possibile la strinse a sé, con ancora il foglio tra le dita, come se fosse fatta di vetro, era fragile dinanzi a lui ed era talmente piccola...
Hermione sentì il suo calore avvolgerla, nessuno mai l'aveva abbracciata così, e Ron sembrava avere cotanta cura di lei in quel momento, non voleva ferirla, sarebbe stata l'ultima cosa da lui voluta. Voleva proteggerla, lei si sentiva protetta. Voleva consolarla, e ci era riuscito integralmente. In tutta la sua dolcezza Hermione si perdeva, sarebbe rimasta tutta la vita stretta a lui, niente sarebbe stato bellissimo come quello, niente l'avrebbe resa felice in quel modo.

:"Smettila." - le suggerì ancora.

:"Piantala o fai stare male anche me." - le disse, cercando di persuaderla.

:"Non voglio che tu stia male, no!" - enunciò Hermione, facendosi coraggio.

:"Perché sei scoppiata a piangere, Hermione? Me lo dici? Vuoi?" - le domandò lievemente, Hermione rabbrividì ancora.

:"Perché sono stata io, è vero. E mi dispiace." - gli affermò Hermione, sospirando.

:"Perché ti dispiace? Potrei scrivere anch'io il tuo nome su un foglio di carta, ciò non basterebbe a significare che provo qualcosa per te." - disse Ron, rincuorandola.

:"Vuol dire che per te io non provo nulla?" - gli domandò Hermione, alzando il capo per guardarlo di nuovo, non piangeva più, ma Ron le tolse quelle lacrime che erano rimaste sul suo viso.

:"Tu... mi... ami?" - le chiese Ron, imbarazzandosi. Di certo non era una domanda quotidiana, che si fanno tutti i giorni, era comprensibile, e poi fatta ad Hermione...

:"S-sì..." - gli disse, esitando, era troppo tardi ormai per mentire ancora, e sarebbe stata una baggianata cosicché dire la realtà era meglio per tutti.

:"Scusa." - disse ancora, mielata.

:"Non c'è motivo di scusarsi, Hermione... io credo che, voglio dire... non faccia nulla. Quando qualcuno sente qualcosa per qualcun'altro è giusto che glielo dica, anziché negarlo in continuazione a se stessi o agli altri." - le propalò Ron, è quello che faceva Hermione, in effetti, negare la verità, quello che viveva dentro di lei grazie a lui.

:"Anch'io lo penso... il tuo nome l'avevo scritto perché... l'idea di stringermi quel foglio la notte mi faceva sentire meglio. Lo so che pensi sia una corbellerìa! Chi scriverebbe su un foglio il nome di qualcuno e lo stringerebbe? E' una pazzia. Un'idiozia. Una cosa insensata. Ma avevo bisogno di farlo, o almeno credevo così... e quel foglietto non l'ho più buttato." - gli disse timidamente Hermione, tanto valeva dare spiegazioni sensate, anche se in verità le ragioni apparivano comunque il contrario. 
Ron scoppiò a ridere, rideva così tanto di gusto sicché Hermione pensò si stesse prendendo gioco di lei. Era una cosa così vergognosa! Meglio se restava zitta?

:"Hermione, sei davvero così dolce?" - le chiese, una volta calmatosi. Le sorrideva, gli veniva spontaneo farlo, era così bella ai suoi occhi ed era magnifico che lei gli svelasse tutti i suoi segreti più reconditi, che non avrebbe detto mai a nessuno. Voleva esserne a conoscenza, aveva bisogno di sentirla parlare anche lui. Ella non rispose, ma un sorrisone le riempì il volto, Ron continuò a sorriderle anche per quello. Hermione poggiò il capo sul suo petto, lui la stringeva ancora e nessuno dei due volevano distaccarsi.

:"Vuoi allontanarti da me, a causa di tutto questo?" - domandò d'un tratto Hermione, sottovoce.

:"No, Hermione... restami vicino anche tu." - le disse Ron, sinceramente.

:"Ti sono sempre stata vicina, Ron, sempre." - rivelò Hermione, senza alcuna preoccupazione. Ron ebbe brio nell'udire ciò, le accarezzò delicatamente il viso ed Hermione sorrise nuovamente per questo, solo rasentare le sue dita era per lei un'emozione unica, soffice.


Nel cielo era apparsa la candida e opaca Luna, gli uccelli cantavano ancora, le stelle incominciavano a dominare per il cielo, e come si sentivan beati le creature lì fuori, pareva una serata di primavera.
   
 
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