Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |      
Autore: jungkookitty    21/02/2015    1 recensioni
Luke ha paura di molte cose, fin troppe. Più di tutte, ha sempre avuto paura di innamorarsi- o, più precisamente, di soffrire.
Ma quando Ashton, un ragazzo semplice e senza particolari paure, fa il suo ingresso nella vita di Luke, cosa può succedere?
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ashton Irwin, Luke Hemmings, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A Marika, la persona più importante della mia vita. 
Mi dispiace se le cose non sono andate bene nella nostra amicizia, ma ti voglio bene.


Fears.
 
Prendi lo zaino e vai a scuola, puoi farcela, si disse Luke, prendendo un respiro profondo. Non ce la faceva, non voleva andare a scuola. Non da solo, almeno. Aveva così tanta paura, sapeva che qualcosa di brutto sarebbe successo, voleva andare a scuola in macchina, con sua madre.
Sua madre, che ora lo obbligava ad uscire da solo, anche se a lui veniva da piangere al solo pensarci.
“Luke, sei pronto?” a parlare del diavolo spuntano le corna, no? Il biondo prese un ultimo respiro, decidendosi finalmente a prendere in spalla lo zaino e a scendere le scale. Le scese lentamente, tanto per perdere tempo.
“Perché mi fai questo?” cercò di convincere sua madre, ma nulla da fare; la donna lo spinse fuori di casa, senza ripensamenti.
 
E mentre camminava, guardandosi indietro ogni due per tre, tanto era spaventato e credeva che qualcuno lo stesse seguendo, iniziò a pensare al perché della sua paura. Probabilmente era tutto collegato al fatto che suo padre era stata una persona sensibile, e gli aveva sempre fatto credere che se lui fosse uscito, qualcuno avrebbe iniziato a seguirlo, con l’intento di fargli del male.
Però questa cosa non spiegava anche la sua paura del buio, dei cambiamenti, delle altezze, dei piercings, delle cimici, degli spazi chiusi e affollati, di fallire, di parlare –o esibirsi in generale- davanti ad un pubblico, dei cani di grossa taglia, e della sua sessualità. Era terrorizzato all’idea che magari a lui piacessero i ragazzi, ma non lo sapeva per certo. In più non era nemmeno sicuro di essere completamente attratto dalle ragazze, visto che nessuna, a scuola, aveva ancora attirato la sua attenzione. Certo, a quell’età avere dei dubbi è abbastanza normale, ma quando si ha paura di cambiamenti e quant’altro, la cosa si fa molto più complicata.
Sua madre lo diceva sempre, che era strano. Una volta aveva anche minacciato di portarlo da uno psicologo, tanto era preoccupata. Ma Luke era riuscito a convincerla che non ne aveva bisogno, stava bene. Era solo un periodo dell’adolescenza ‘che tutti passavano’. Certo, come no.
Mentre pensava e camminava, iniziò a prendere a calci un sassolino, guardandosi indietro ancora una volta. Un uomo era dall’altra parte della strada, stava guardando nella sua direzione.
Il cuore di Luke perse un battito, il ragazzo sentì che stava per vomitare. Lo sapeva che sarebbe successo qualcosa di brutto, lo sapeva e basta.
L’uomo attraversò la strada e passò nella sua parte di marciapiede, camminando più velocemente. E allora Luke si fece prendere dal panico, ed iniziò a correre, prendendo il cellulare in mano. Compose in fretta il numero di sua madre, aspettando che lei rispondesse.
Dimmi, Luke” la donna sospirò, anche se era sorpresa; erano passati solo tre minuti, di solito Luke chiamava dopo 24 secondi.
“Mamma, qualcuno mi sta seguendo, non sto scherzando” disse il ragazzo, con il fiatone. Continuava a correre, senza guardarsi alle spalle. Magari l’uomo si era avvicinato sempre di più, e visto che a quell’ora del mattino non c’era nessuno fuori, poteva agire indisturbato.
prova a girarti, tesoro. E’ ancora dietro di te?” la donna bionda prese un respiro profondo, cercando di non chiudere la chiamata così, ad un tratto. Suo figlio era già stressato di suo, non aveva bisogno di altre distrazioni. Luke si girò, vedendo l’uomo che saliva in fretta in una macchina, e metteva in moto. Gli sfrecciò davanti, andando per la sua strada, e il ragazzo, in un certo senso, si sentì al sicuro. Anche se quella sensazione durò meno di 10 secondi, era tranquillizzante sentirsi in quel modo.
“E’ andato via in macchina” ammise, arrossendo. Si fermò e riprese fiato, mentre sua madre si limitò a sbuffare e a chiudere la chiamata.
Luke aggrottò le sopracciglia, tenendo il cellulare in mano –per sicurezza-, e continuò ad andare verso la sua scuola, che non distava poi tanto.
 
Quando arrivò, si sentì già in trappola in mezzo a tutti quegli adolescenti, più grandi di lui e non, quindi decise di camminare velocemente, dando spintoni a destra e a manca.
“Oh, stai attento!” gli urlò un ragazzo dai capelli mori, massaggiandosi il braccio sinistro, che probabilmente Luke aveva colpito. Il biondo lo guardò e gli rivolse uno sguardo come per scusarsi, e continuò a farsi strada tra tutti quei ragazzi, fino al suo armadietto. Oh, mi ero anche dimenticata di dire che Luke aveva paura anche degli armadietti della scuola, perché facevano tanto rumore e il ferro poteva fargli male. Per questo lui apriva cautamente l’armadietto ogni giorno, attento a non fare movimenti bruschi.
Però, ovviamente, qualcosa doveva per forza succedere, e proprio per questo, un ragazzo dai capelli leggermente ricci andò a sbattere contro di lui, che sfregò per sbaglio il palmo della mano contro il ferro arrugginito e si fece un piccolo taglio, poco profondo. Gli si appannò subito la vista, a sentire il leggero bruciore che aveva alla mano.
“Mi dispiace così tanto, è stata colpa di Calum. Ti sei fatto male?” il riccio iniziò a parlare senza prendere fiato, indicando un ragazzo alla fine del corridoio, che Luke riconobbe come il ragazzo che aveva spintonato per sbaglio qualche minuto prima.
“Secondo te?” Stava già tirando su col naso, non abituato al dolore. Il riccio scosse la testa e gli sorrise poco dopo. “Sono Ashton”.
“E io Luke, ora posso andare in infermeria? Grazie” disse il biondo, infastidito. Quel ragazzo prima gli aveva causato un taglio sulla mano, poi.. Poi basta, ma gli stava già antipatico, a pelle.
“Ti accompagno” Ashton lo aiutò a farsi strada tra le persone che stavano ancora girando per i corridoi, e finalmente arrivarono davanti alla porta dell’infermeria.
 
“Che è successo?” chiese l’infermiera, guardando la mano di Luke, che lanciò un’occhiataccia ad Ashton.
“Per sbaglio gli sono andato contro e lui ha sfregato la mano contro il ferro dell’armadietto, non credo sia grave”disse il riccio, passandosi una mano tra i capelli scompigliati. Il biondo sbuffò, ancora più infastidito dalla presenza di quel ragazzo. Non sapeva perché, ma gli veniva automatico pensare male di lui.
“Infatti non lo è, Ashton, ma bisogna disinfettare, per sicurezza” la donna tirò fuori il disinfettate dal kit e iniziò a tamponare sulla ferita di Luke, che quando sentì quel bruciore –che era diventato più forte rispetto a qualche minuto prima- stette per svenire. Un’altra grande cosa di cui aveva paura era il dolore, lo spaventava, e anche parecchio.
“Luke, stai bene?” Ashton aggrottò le sopracciglia e fece un passo verso il biondo, ma l’infermiera lo fermò. “Non sta avendo una bella reazione, meglio se ti allontani, potrebbe vomitare” e in quel momento, Luke scese in fretta e furia dal lettino e corse nel bagno dell’infermeria, buttandosi per terra con la faccia sopra il water.
 
“Vado a vedere, o...?” Ashton si guardò dietro in fretta, per vedere se Luke stava bene, ma la donna scosse la testa, con un sorriso un po’ triste stampato in faccia. “Meglio se per ora lo lasci da solo, ne ha bisogno”.
“Ma è stata colpa mia, non dovrei aiu-“ venne interrotto bruscamente da Luke, che rientrò nella stanza, bianco come un lenzuolo. “Non ce n’è bisogno, sto bene” mentì, sedendosi di nuovo sul lettino.
L’infermiera tornò a disinfettare delicatamente il palmo del biondo, che si dondolava leggermente, come per sentire meno il dolore.
“Ecco, fatto” disse lei, dopo qualche momento. Ashton aiutò Luke a scendere, nonostante tutte le proteste del biondo, e visto che la prima ora l’avevano in comune, Ashton aveva deciso di passarla insieme. Come se a Luke importasse qualcosa.
 
“Siete in ritardo” la professoressa li guardò male, ma quando notò la mano fasciata di luke li lasciò andare, scuotendo lievemente la testa.
Luke di solito passava tutto il suo tempo da solo, nessuno –in quei quattro di anni di liceo- l’aveva mai visto con un amico. Nemmeno Ashton, che anche se non ci aveva mai parlato prima di quel giorno, lo aveva visto spesso per i corridoi. E proprio perché voleva conoscerlo, decise di sedersi accanto a lui, ignorando la sua espressione completamente contrariata. “Fidati, mi ringrazierai” gli sorrise, mettendo giù il suo zaino.
“Non credo proprio” Luke roteò gli occhi, incrociando le braccia al petto. Di solito non era in quel modo, con le persone, anche perché nessuno gli parlava più di tanto. Aveva più che altro paura di parlare, ma con Ashton si sentiva più che libero di rispondere male. Forse perché gli aveva tagliato la mano e lo aveva fatto vomitare.
Passarono circa mezz’ora in silenzio, senza nemmeno guardarsi.
“Di cos’hai paura?” Ashton decise ovviamente di rompere il ghiaccio, considerando la sua personalità esuberante ed estroversa, decisamente in contrasto con quella di Luke, che era più riservato e tranquillo –quando si trovava al sicuro, ovvio.
Il biondo sbarrò gli occhi, irrigidendosi di colpo. “Non... Non ho paura di niente” esitò. L’altro ridacchiò, scuotendo la testa. “Sono serio, si vede che hai paura di qualcosa. Se ti va scrivimele su un foglio, sai dove cercarmi, a scuola”. E in quel momento suonò la campanella che segnava la fine di quell’ora, e Ashton si fece strada tra la massa di ragazzi che aveva iniziato di nuovo a riversare nei corridoi.
Che stronzata. Luke scosse la testa, prendendo a sua volta il suo zaino.


Well, look who it is again!
Mi dispiace per il fatto che sono tipo sparita da efp per un secolo, e sono riuscita a tornare solo con questa shit load di stronzate, ma io vi voglio bene.
No, vabbè, l'unica ragione è che YouTube mi ha rovinato l'esistenza e la vita sociale, quindi non ho scritto molto, ho solo passato il tempo a fangirlare come una sociopatica.
Spero davvero che questa nuova storia -rigorosamemente Lashton- vi piaccia, e se vi va, ditemi che ne pensate. 
Spero di riuscire ad aggiornare presto, ma non vi posso promettere nulla, sorry.
Ora torno nel bellissimo mondo di Dan e Phil, au revoir!
Un abbraccio,
Mar
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: jungkookitty