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Autore: athenawinchester    22/02/2015    1 recensioni
"Non morire" gli chiede allora Dean, come se stesse ordinando una delle sue crostate. E Castiel ride al pensiero della sua implacabile ossessione per le torte, anche se da ridere non c'è niente.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Angelo mio









Tu presto volerai e ne morirò
Non saluterai e poi fuggirai
Cercherò di non scordarti mai
Angelo mio”
Tiziano Ferro, Angelo Mio









 
<< Guarda >> Ha sussurrato l’angelo all’orecchio del piccolo uomo sedutogli affianco. Questi, le mani callose immerse nella terra bagnata, ha seguito la direzione del suo sguardo celeste per incontrare un cielo del medesimo colore lucente. << Cosa? >> Ha domandato poi Dean, i cui occhi mortali, timorosi di quell’opprimente infinito che li sovrastava, non riuscivano a scorgere alcunché d’importante. Allora Castiel ha cercato la sua mano nascosta nell’erba smeraldina, l’ha stretta e:<< Un giorno ti porterò lassù >> gli ha detto. Da quel momento Dean ha smesso di avere paura dell’altezza.


Il sole tocca la terra, si rifugia, ha paura. Tinge il mare dei suoi colori per sentirsi meno solo nella malinconica calata. Un angelo cade in ginocchio, la spada argentea che trafigge il suo cuore umano. Il sole lo avvolge con le lunghe braccia, e lo invita a seguirlo nelle tenebre. L’angelo cerca un paio di occhi verdi nell’atmosfera porpora. Salvatemi, grida.


<< Castiel! Castiel! >> che nome strano, ha detto tra sé l’autostoppista che per caso ha udito il richiamo di un ragazzo con un’Impala. << Torna subito qui, bastardo di un Angelo! >> ha gridato ancora Dean sotto quel cielo di gennaio abbandonato delle stelle. Odia quando l’angelo scompare nel bel mezzo di una conversazione, soprattutto mentre guida. La sua distrazione, dovuta all’intento di cercare l’ormai svanita ombra di Castiel sul sedile adiacente, gli è infatti costata una gomma bucata e un profondo graffio sul cruscotto. Così, solo in mezzo a una strada deserta, illuminata solamente dalla debole luce di un lampione fracassato venti metri più lontano, Dean ha bestemmiato, anche se poi ha chiesto scusa a Dio. << Mi hai chiamato? >> ha domandato in quel momento una voce melodiosa come un’arpa irlandese. Dean si è voltato per incontrare le iridi cristalline di un angelo. << Se ti ho chiamato? Per colpa tua ho bucato una gomma della mia povera bambina! Ma insomma, dove sei stato?! >> ha poi esclamato tutto d’un fiato. << Problemi in Paradiso, sai com’è >> ha risposto con calma Castiel. Che bisogno c’era di allarmarsi? << Bè, la prossima volta che hai intenzione di abbandonarmi improvvisamente, avverti prima >> ha ribattuto invece Dean guardandosi timidamente le scarpe. L’angelo, inesperto in pratica umana e ingenuo in materia di emozioni, ha corrugato la fronte e:<< Credi che ti abbia abbandonato? >> ha detto: << Ma io ti ho pensato tutto il tempo >>. E l’uomo, sorpreso da quelle parole e teneramente rosso in viso, ha risposto: << Anche io ti ho pensato tutto il tempo >>.


Il verde incontra l’azzurro. No, non è più azzurro. Si sta tramutando in nero, in morte, quel colore che un tempo fu luce, vita. << Castiel! >> Il verde grida con disperata incredulità, urla con voce rotta, costernate note. Ultimi, brevi e interminabili secondi si susseguono, colmi di parole mai dette, addii incapaci di essere pronunciati. L’angelo crolla definitivamente: le mani sporche di vernice rossa come quelle di un artista, il volto schiacciato contro l’asfalto. Dean corre, corre verso il morente Castiel con la terribile sensazione di non riuscire mai a raggiungerlo. Trascorrono decenni, secoli e poi millenni prima che le sue braccia possano stringere l’inerte corpo, al cui interno non è rimasto che un bagliore dell’antica creatura celeste.
 

<< Allora è giunto il momento >> ha annunciato Dean, sul volto l’ombra di una prematura nostalgia. Castiel, che non è riuscito a farsi sfuggire l’incertezza di quei dolci lineamenti, ha portato la mano alla guancia del fragile uomo e, con un gesto che tempo fa aveva visto compiere a una donna intenta a salutare l’amante prossimo alla partenza, ha accarezzato con le dita sottili la sua pelle ruvida. Dean, impreparato all’avvento di quel leggero tocco, ha sussultato, ma poi ha chiuso gli occhi e, portando la propria mano sopra quella del suo angelo, ha sospirato. Quale amore, quanta passione, quanto rimpianto e malinconia, e paura e reticenza, e gioia e dolore, e desiderio e speranza in quel profondo sospiro. << Andrà tutto bene >> gli ha bisbigliato all’orecchio Castiel, che ha imparato a mentire proprio come un bravo essere umano. << Ti ho insegnato io a raccontare balle >> gli ha però ricordato Dean, accennando un effimero sorriso. << Hai ragione >> ha ammesso allora Castiel: << Tuttavia, questo non vuol dire che… >> ma l’angelo non è riuscito a terminare la sua frase, poiché un paio di morbide labbra si sono posate sulla sua bocca rigida, inesperta. Non gli era mai capitato nulla di simile, non aveva mai sentito un calore così intenso. << Che cos’è era? >> ha chiesto allora, quando il fresco respiro dell’uomo si è separato dal suo e si è reso conto di volerne dell’altro. << Non ha importanza >> ha risposto Dean col petto ancora ardente: << Ci vediamo presto, Castiel >> ha enunciato poi, voltandosi prima che l’angelo potesse scorgere i suoi occhi liquidi. << Dean, aspetta >> lo ha fermato questi un po’ perplesso:<< E’ un addio? >>. Dean allora si è girato, per una volta poco curante della trasparenza delle sue emozioni. << No >> ha sorriso:<< E’ un arrivederci >>.


Con quale crudeltà può il celo risplendere sopra il più totale caos? Con quale coraggio accompagna tutte le sue figlie ad assistere a cotanto dolore? E’ una sua creatura quella che sta guardando perire! Come può rimanere immobile senza fare niente?! << Cass! Cass, rispondimi, ti prego >> singhiozza l’uomo, minuscolo come un’innocua formica sotto la volta celeste. << Ti prego >> una piccola lacrima inciampa sulla sua guancia, per poi cadere su quella di un angelo. << Dean >> un sussurro impercettibile si leva dalla bocca di ciò che rimane del soldato di Dio. << Dean >> ripete, e cerca con la mano percossa da spasmi quella del suo amato, anch’essa tremante. << Non morire >> gli chiede allora Dean, come se stesse ordinando una delle sue crostate. E Castiel ride al pensiero della sua implacabile ossessione per le torte, anche se da ridere non c’è niente.
<< Ricordi quella volta che Sam si scordò di comprare il dolce? Ti vendicasti sostituendo il suo balsamo con un colorante per capelli rosa >>
<< Che cosa stai dicendo? >> 
<< Sam se la prese eccome! >>
<< Cass... >>
<< Ma tu ami davvero tanto le crostate, non è vero? >>
Castiel sorride. Sorride di cuore. Delicate increspature si creano all’estremità degli occhi semichiusi e tenere fossette si formano agli angoli della bocca curva. Sorride come chi per la prima volta si accorge di essere vivo. Infondo, quando si possiede l’eternità, non ci si rende forse conto di esistere solo nel momento stesso della morte? E sotto un meraviglioso, incantevole quanto spietato cielo stellato, tra le braccia calde di Dean Winchester, Castiel si sente vivo. Memorie precipitano dall'alto come stelle cadenti e il suo cuore si apre per riceverle come doni di Dio: ed ecco un piccolo Dean spezzato che non crede di meritare di essere salvato; un Dean determinato, che ha deciso di poter combattere contro il destino; Dean che lo ha stretto a sé dopo averlo ritrovato in una terra sconosciuta e pericolosa; Dean che gli ha detto di essere la sua famiglia. Dean che… << Dean >> un dettaglio interrompe il fluire dei suoi pensieri. << Sì? >> ha risposto questi. << Non ti ho più portato lassù >> attesta tristemente Castiel, indicando con un dito la notte che sta svanendo. << Non importa >> bisbiglia l’uomo mentre stringe a sé l’angelo: << Mi ci porterai un’altra volta. Andrà tutto bene >> ed è più una preghiera che un’affermazione. << Oh, mio maestro di menzogne >>. L’angelo stringe al petto la mano di Dean Winchester, poi la porta alle sottili labbra, e la bacia con tutto l’amore che ha imparato a provare. << No >> dice l’uomo con fermezza, ma i suoi occhi hanno già colto l’ultima immagine del loro incandescente amore. Hanno scorto l’ultimo fulgore della sua gloriosa grazia. E’ giunto il momento. C’è una cosa, tuttavia, che Dean deve sapere prima di salutare il suo angelo. Deve essere sicuro, perciò << Castiel, aspetta >> esclama con urgenza, e ansima nel farlo: << E’ un addio? >>. Castiel mostra le sue iridi azzurre all’imminente alba per l’ultima volta. << Ma no, stupido >> sorride: << E’ un arrivederci >>.
  
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