Film > Spirited Away
Ricorda la storia  |      
Autore: Ruta    22/02/2015    1 recensioni
La osservi andare via e non è questa la parte più difficile. La parte più difficile è lasciarglielo fare.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chihiro, Haku, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
mem

Memento (?)

 

 

 

La osservi andare via e non è questa la parte più difficile. La parte più difficile è lasciarglielo fare. Quando la tua mano allenta la presa attorno alla sua, quando Chihiro ti volta le spalle e si incammina giù per gli scalini di pietra a passi svelti e leggeri (lo sembrano, anche se tu li senti pesarti dentro come i macigni del letto del fiume che in un tempo remotissimo hai abitato e chiamato casa), le dai a tua volta la schiena.
Non vuoi vederla allontanarsi, non puoi vederla andar via. Non quando ti sembra trascorso così poco dal momento in cui l’hai ritrovata. Se tu la inseguissi, se la pregassi di restare… ma è una bambina, non capirebbe. (Non è il motivo per cui hai scelto questo aspetto infantile? Che lo muterai, fra qualche anno? Verrà il giorno in cui ti farai solcare il viso dalle pieghe del tempo, quelle tra cui si annidano ricordi e rimpianti. Rimpiangerai di non averla seguita, allora?)
Anche i bambini sono capaci di grandi amori, ti ha detto il Vecchio delle Caldaie. Tu hai finto di non capire cosa intendesse. Ti ama, sarebbe sciocco credere il contrario, ma è una bambina, solo una bambina. E sta andando via. La stai lasciando andar via.
Nel momento in cui ti volti, sai di aver perduto. Lei è già arrivata alla fine del pendio. Poco più in là ci sono i suoi genitori che le fanno cenno di sbrigarsi. Non ti notano. L’acqua sa essere invisibile e silenziosa quando occorre.
I genitori sono entrati nel tunnel e lei sta per seguirli, muove un altro passo e poi si ferma. Sembra stia riflettendo, fa un lievissimo movimento della testa, come se stesse per voltarsi. (Voltati, pensi tu ed è la parte malvagia di te a parlare, quella nata dopo anni di servizio presso Yubaba. Eppure non c’è parte di te che stia pensando il contrario, in questo momento, che stia desiderando che lei non si volti. Voltati. Rimani.)
Chihiro non si volta. Rimane ferma un ultimo prezioso istante, la figurina scarna di lei quasi scompare contro il fondale rosso dell’edificio, del cielo immenso e di quel lago che ora è verde, ma tra poche ore ritornerà ad essere acqua color tenebra. Un istante, quindi la vedi scuotere la testa come per richiamarsi all’ordine, ricominciare a correre ed è andata, sparita, è stata inglobata dal buio del varco tra i due mondi. Non si è voltata. Ha fatto quello che doveva e anche se non è giusto per te, se così facendo l’hai persa, non è questo che conta, no?
L’hai persa e lei è di nuovo libera e con ogni probabilità si dimenticherà di te, di tutti voi. Penserà che si sia trattato di un sogno, di una storia che ha inventato quand’era piccola, in uno dei suoi giochi per combattere la noia. Non sarà sfiorata dalla possibilità che sia tutto vero, piuttosto si abituerà all’idea della storia perché è una bella idea, bella quanto i personaggi che la popolano. La storia perderà il suo significato, finché smetterà di essere anche quello per diventare la sfumatura particolarmente acquosa di una memoria.
Tu, invece, non dimenticherai. L’acqua scorre e lava, ma non dimentica ciò che è stata. E tu, adesso puoi dirlo, ammetterlo a te stesso senza indugiare oltre, sei innamorato. Un vecchio fiume che è stato prosciugato, innamorato di una ragazzina umana. Yubaba faceva bene a riderne e forse aveva intuito quello con cui tu stai venendo a patti: lei potrebbe non tornare.
Rimani sulla cima del pendio per un giorno, un mese, un anno o chissà, perché no, non più di un minuto.
Le ombre della sera stanno già calando le loro trame quando rientri.
Le hai detto che saresti andato via da questo posto maledetto, ma se lei dovesse tornare, non è qui che verrebbe a cercarti?
Le hai promesso che vi rincontrerete, ma non dipende unicamente dai tuoi poteri. Sta tanto a lei (si sforzerà di non dimenticare i giorni come Sen? Sen non temeva le ripercussioni di una delle streghe più potenti del Mondo degli Spiriti pur di andare incontro a ciò che riteneva giusto. Sen ha fronteggiato un Senza Volto, ha ricevuto un pegno di gratitudine dal Dio del Fiume, si è fatta amici Rin e Zeniba e perfino il figlio di Yubaba, . Ora Sen è Chihiro e tocca a lei decidere di non scordare chi ha saputo mostrare di essere.) quanto a te.
Perciò sì, tu non dimenticherai. Resisterai alla tentazione di farlo perché, anche facendo appello alla magia, il ricordo di lei è più potente di qualsiasi sortilegio.
 

*

 
- Quella sciocchina – ti dice Rin il giorno in cui ti tallona fino alle Serre – come pensi che se la stia cavando nel Mondo Là Fuori?  
Rin sembra preoccupata, sulla fronte di lei si fanno strada gentilezza e compassione. È stata Sen a convincerla a non nascondere la propria natura, a darne dimostrazione?
Yubaba possiede il mio nome, ma non possiede il mio cuore, ti ha rivelato Rin molto prima che arrivasse Chihiro, che ci fosse Sen.     
Possedere i nomi è più subdolo che possedere dei cuori. Significa padroneggiare la volontà di coloro a cui hai rubato il nome senza che chi ha stipulato il contratto ne abbia piena consapevolezza. Non è togliere la libertà, ma tarpare le ali. È comunque rendere schiavi spiriti e individui altrimenti liberi.
- Haku, mi stai ascoltando? Cosa ne pensi, tu, di questa faccenda? Credi che tornerà? Il Vecchio dice che lo farà di certo.
Alle Terme si vocifera che il Dio del Fiume che Sen ha contribuito a ripulire dall’inquinamento stia pattuendo con Yubaba il prezzo della libertà di Rin. Si vocifera che ne sia rimasto stregato dal primo incontro. Tu non sai cosa pensarne. Guardi ai cambiamenti che il tempo opera, sottili o profondi che siano, a come Chihiro reagirebbe sapendo che se tornerà (quando) potrebbe non trovare Rin ad attenderla. E tu? Ogni giorno rimandi la tua partenza, ti godi la vista dei luoghi in cui sei stato insieme a lei, ne cerchi la bellezza che te li ha resi perfino cari, all’epoca. Ora la bellezza si è stemperata, diluisce nel vuoto della sua assenza.
- Oh, accidenti a te, Haku! Non si dica mai dell’acqua che sia loquace!
Rin si alza. Tu non la segui.
No, l’acqua non è loquace, è vera.
 

*


- Hai davvero intenzione di farlo?
Le lenti dell’Uomo delle Caldaie paiono addirittura più grandi. I baffi gli vibrano e nessuna delle otto braccia sembra riuscire a star ferma.
Le palline di fuliggine si accalcano attorno a te per ascoltare. Lo fanno sempre da quando lei se ne è andata. Una pallina, particolarmente ardita, ti risale lungo il piede, fino alla caviglia. Si struscia come un felino. Tu non la scacci.
Kamagi si liscia la punta voluminosa di un baffo, studiandoti fino a quando non ne ha abbastanza o meglio, fino a che ha trovato ciò che cercava. Non ne rimane soddisfatto. Non c’è zona di incertezza in te e all’improvviso è triste e più vecchio che mai. Mostra ciò che è davvero: la tristezza della vecchiaia che colpisce tutti prima o poi, indistintamente.
– Oh, dunque è così. Hai deciso.
Una pausa pregna, le caldaie emettono fumo mentre tu ti avvii verso l’entrata di assi scorrevoli.
- E se lei tornasse? Cosa le diremo?
Il Vecchio spera di convincerti a ripensarci. È troppo tardi per quello. Hai deciso di rompere ogni regola, di andare contro la tua stessa natura. L’acqua non dimentica. Tu hai scelto di farlo.


*

 
Sei felice che Rin non sia qui. Avrebbe cercato di ricondurti alla ragione a furia di strigliate. Non ci sarebbe riuscita, ma sarebbe stato comunque spiacevole.
Perfino Yubaba, alla tua richiesta, ha reagito piegando la bocca in una smorfia.
Ora ti attende, l’incantesimo è stato preparato e le dita della mano che non stringono la fiala che lo contiene stanno suonando note discordi sul piano della scrivania confusionaria. Tip-Tap.
le sta accanto e guarda con odio il liquido viola all’interno della preziosa boccetta di cristallo. – Chihiro è buona, non merita questo.
Yubaba ha un moto di stizza, vorrebbe aggiungere qualcosa di mordace. Il tuo volto bianco e inespressivo di uomo la fa desistere. La vista sembra disturbarla. Le ricorda il concetto di tempo che le è avulso, in quanto strega, ma non oscuro.
Uno spirito non merita la maledizione di un cuore risvegliato, ti ha detto una volta. Gli spiriti hanno questo nome per una ragione. Il loro sentire è diverso dagli umani. Gli umani hanno corpi che li appesantiscono e con i loro bisogni ricorrenti distolgono l’attenzione dalla coscienza, gli spiriti no. Sono fatti di materie diverse, gli umani e gli spiriti: agli uni ossa e carne, agli altri sogni e luce lunare.
Il doppio mento del figlio di Yubaba trema sotto il peso della furia che gli scorre dentro.
- Quando tornerà – dice e non aggiunge altro. Quando tornerà le si spezzerà il cuore, scoprendo cosa hai fatto.
Per te è l’ultima goccia. - Non lo farà – replichi secco, secco come ghiaccio che si spacca, pietra che frana da un dirupo, la sventagliata stentorea dei tuoni durante un temporale estivo.
Yubaba muove un dito inanellato ed è con la magia che ti porge il veleno che corromperà i tuoi ricordi. Stappi la boccetta e lo bevi tutto d’un sorso.
Il dolore è simile a quello che hai provato anni fa, col sigillo di Zeniba incastrato nella tua gola di drago, squassante, lacerante, con l’unica differenza che questo è localizzato all’interno della testa.
Crolli sul tappeto e in lontananza senti rumori di passi, una porta che sbatte e delle voci concitate. Una ripete il tuo nome insistentemente, crollandoti al fianco, l’altra si lascia sfuggire un gemito e un ‘Dannato di un drago cocciuto’.
- Cosa ha? Che gli avete fatto? – chiede l’altra voce. È una ragazza umana e profuma di nebbia e cenere e tè, delle correnti d’aria che deve aver cavalcato tra le nuvole della notte per arrivare.
- Kohaku! Kohaku!
Ti scrolla e ti chiama col tuo vero nome e vorresti dirle di tacere. Hai fatto tanto per riavere indietro il tuo nome, dopo essere stato per anni il tirapiedi di Yubaba. Non hai proprio bisogno che una sciocca umana lo sbandieri ai quattro venti.  
- Sono io, Chihiro! Sono tornata!
Chihiro? Sì, il nome ti dice qualcosa, ti ricorda cose che hai perduto. Hai conosciuto qualcuno che si chiamava così, non è forse vero? Una bambina, una volta, cadde nelle tue acque e tu la salvasti.
Chihiro? No, il nome ti è estraneo. Chi è? Chi dovrebbe essere questa ragazza che ti guarda con occhi impauriti che formulano una preghiera muta e le labbra che tremano, che ti ha poggiato i pugni contro il petto in corrispondenza del cuore?
- Come hai potuto? Avevi promesso! Io sono tornata, sono tornata.
Le lacrime sgorgano e le rigano le guance pallide. Quando ti scansi, Rin si inginocchia e le passa un braccio dietro le spalle (Da dove arriva Rin? Pensavi che avesse sposato il Dio del Fiume. Cosa può averla mai convinta a tornare all’Inferno? Pazzia, che altro).
- Fatti forza, piccina. Non tutto è perduto. Troveremo una soluzione, vedrai.
Tu non capisci la natura del problema, neppure ti sforzi di farlo. Non ti interessa. Provi una sensazione irritante di disagio quando ti alzi e solennemente ti rivolgi a Yubaba. – Chiedo permesso di congedo.
– Fa’ un po’ come vuoi. - Yubaba ti scaccia con la mano. Sembra che non veda l’ora che te ne vada. Stranamente non riserva lo stesso trattamento alla ragazza umana. Un’umana. Le lanci un’ultima occhiata, tuo malgrado incuriosito. Cosa vorrà mai Yubaba da lei?
Ha la schiena incredibilmente piccola, i capelli legati in una coda. Sembra una bambina.
Il suono dei suoi singhiozzi ti accompagna nei corridoi, amplificato dagli incantesimi di protezione posti da Yubaba su ogni stanza.
- Sono tornata – senti che continua a ripetere con voce spezzata.
Tornata da chi? E perché?
Di chiunque si tratti, pensi tra te, probabilmente non vale lo sforzo. L’avrà già dimenticata.

 

 


 

N/A:

È terribilmente angst, lo so, ma è quello che sentivo di dover scrivere, in questo momento. Avrei potuto inserire un finale alternativo in cui Chihiro, dopo mille rocambolesche (dis)avventure, riesca a trovare un antidoto, ritrovi i ricordi di Haku e glieli restituisca. Lascio decidere a voi come concludere questo breve scorcio. Nel frattempo, spero di non aver spezzato troppi cuori e che seppur triste, la lettura sia stata una lettura tutto sommato piacevole ;)

  

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Spirited Away / Vai alla pagina dell'autore: Ruta