Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: Ilaria D Piece    23/02/2015    4 recensioni
Ace dovrà badare ad una marmocchia di tre anni.
Riuscirà ad avere la pazienza di passare un intero pomeriggio con quella piccola peste?
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo, personaggio, Portuguese, D., Ace
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

ACE BABYSITTER

É una domenica mattina di maggio. Verso le 10:30 il sole fa capolino dalle nuvole illuminando la stanza, uno dei raggi colpisce il volto addormentato di Ace che infastidito si tira le coperte fin sopra i capelli neri. Dopo pochi secondi torna a riempire la casa con il suo russare.

Ha un appartamento piccolo ma comodo, perfetto a suo parere, arredato secondo i suoi gusti. In realtà é un vero casino. La cucina é sottosopra, ingombra di piatti sporchi impilati sul tavolo e accatastati nella lavastoviglie.

Il bagno mezzo allagato, con vari tipi di shampoo e bagnoschiuma sparsi sul pavimento mentre una vasta scelta di profumi per uomo fanno bella vista sugli scaffaletti della specchiera sopra il lavandino, probabilmente soliti regali di

La stanza da letto poi é letteralmente sotto sopra. I vestiti ovviamente ricoprono il pavimento, insieme ad alcuni cartoni di pizza e vaschette di gelato vuoti.

Sugli scaffali alle pareti cassette, dvd e CD sono stesi l'uno sull'altro, insieme ai libri dell'università.

Sotto il letto si nascondono riviste e scarpe. In comune accordo con le chiavi della moto il telefono é nascosto fra alcuni pantaloni e un fumetto. Comincia a squillare insistente finché non guadagna l'attenzione di Ace che irritato si decide ad aprire gli occhi.

Allunga una mano per cercare il cellulare, allungandosi sempre di più e finendo col cadere atterra. Sbuffando recupera finalmente il maledetto molestatore: "Pronto?" Risponde colla voce impastata.

"Ace finalmente ti decidi a rispondere! Scusa amico se ti ho svegliato ma ti devo chiedere un enorme favore!" Era Sabo, il suo migliore amico, anzi era più come un fratello per lui, ma in quel momento lo avrebbe volentieri preso a calci.

"Dimmi" acconsentì cercando di risultare disponibile.

"Vedi...ecco...stasera...ci sarebbe una riunione di lavoro a cui...io e Koala...dovremmo partecipare e...mi chiedevo..." sapeva già dove voleva andare a parare e la cosa non gli piaceva neanche un po' "...se potevi badare tu alla bambina" concluse Sabo, trattenendo il fiato in attesa della risposta del fratello.

"No" rispose semplicemente Ace.

Sabo se lo aspettava: "Ti prego Ace! É solo per questa volta!"

"Non ho nessuna voglia di passare il pomeriggio con quella marmocchia, mentre voi trascorrete il vostro romantico pomeriggio insieme".

"Cos...romantico pomeriggio...no no hai capito male...te l'ho detto é una riunione" balbettó.

"Si certo Sabo e io sono il presidente Sengoku".

Sabo sospirò: "Va bene. Si Ace voglio portarla fuori. É il nostro anniversario. Ti prego, fratellone fallo per me!"

"No Sabo non puoi chiedermi una cosa simile!! Lo sia che odio badare ai bambini!"

"Non te lo chiederei se per noi non fosse importante! Non ti chiedo mai niente! Invece a Rufy lo hai accontentato quando ti ha chiesto di travestirti da clown per il suo compleanno!"

"Mi ha assillato per una settimana intera!!!"

"Non hai scuse!"

"Non puoi chiederlo a Marco o a Halta?"

"Sono impegnati tutti e due"

Si, ci scommetto pensò Ace. Probabilmente era una scusa, lui non poteva fare altrettanto, Sabo sapeva che la domenica non aveva mai nulla da fare escludendo lo stare spaparanzato sul divano ad ascoltare musica o steso a testa in giù sul letto a guardare la tv.

"Trafalgar?"

Sentì dall'altra parte della cornetta Sabo scoppiare a ridere probabilmente reggendosi per non cadere.

"Come non detto" sospirò sconfitto. "Va bene"

Sabo si fermò di botto: "Davvero?"

Ace sbuffó spazientito.

"Ok ok grazie mille ti devo un favore!!" Esclamò felice Sabo.

"Allora verso le cinque e mezzo a casa nostra! Grazie ancora!" Dopodiché attaccò.

Ace buttò il cellulare sul letto per poi seguirlo.

Fantastico, la giornata era iniziata davvero alla grande.

Verso le 16 meno dieci é pronto. Indossa semplici jeans e una felpa. Recupera velocemente il cellulare e le chiavi ed esce.

Sfrecciando sulla moto entro pochi minuti é arrivato.

Imbronciato bussa alla porta della casa di Sabo e Koala.É una villetta graziosa, non tanto grande, il giardino ben curato, con giocattoli disseminati qua e là.

I due si erano sposati da tre anni e mezzo e avevano una bambina, Maia,di tre anni.

E lui invece aveva vent'anni e studiava all'università. Ed era single.

Gli aprì Sabo che con un sorriso smagliante lo spinse in casa cominciando a elencare le cose che doveva fare con la bambina, dandogli numeri di emergenza, riempiendogli le braccia di pannolini e ciucciotti -che lui buttava "ordinatamente" sul divano- finché Koala non lo prese per il colletto della camicia e lo trascinó fuori.

Tornó dentro per salutarlo: "grazie Ace e buona fortuna!"

Dopodiché si sentì il rumore della loro auto che si allontanava a gran velocità.

Ace si lasciò cadere sul divano finalmente solo...o quasi.

Seduta per terra, Maia, lo guardava con i suoi occhioni nocciola, il pupazzo che Trafalgar le aveva regalato, Bepo, stretto in braccio.

I biondi capelli raccolti in due codini che la facevano sembrare ancora più dolce. Avrebbe addolcito chiunque, ma non lui.

"Cos'hai da guardare?"

La bambina scoppiò a ridere. Fu come se avesse acceso una miccia, Maia cominciò a correre per tutta la casa, girando intorno al tavolo e al divano, saltellando sul tappeto e rotolandosi per tutto il corridoio.

Ace la guardava allibito senza sapere che fare. Sabo non lo aveva avvertito riguardo a questi attacchi!!

Cominciò a rincorrerla cercando di fermarla, ma la bambina gli passava sotto le gambe continuando a ridere, pensando che Ace volesse giocare.

Dopo dieci minuti di acchiapparello, Ace cadde steso sul pavimento, esausto. Maia lo guardò curiosa per poi saltargli a sedere sulla pancia.

"Cosa stai facendo mocciosetta scendi!" Le ordinò irritato.

Maia in risposta prese a saltare da seduta sulla pancia, finché Ace non la sollevò di peso e la mise a sedere sul divano.

"Sta ferma lì" poi prese la lista che Sabo gli aveva lasciato.

"Ce scritto che devi fare merenda, vieni andiamo in cucina" la bimba gli sgambettó dietro obbediente.

Ace aprì le ante della dispensa dove tenevano i biscotti. Prese un pacco con biscotti al cioccolato e glielo mostrò. Maia scosse la testa.

Sbuffando Ace ne prese un'altro e ancora la bimba negò. Al quarto pacco sbottó: "Facciamo prima se li prendi tu" quindi la prese in braccio.

Lei diede un'occhiata e poi cominciò ad arrampicarsi su Ace per arrivare un po' più in alto.

"Con una scarpetta sulla sua guancia riuscì a prendere i biscotti che le piacevano, glieli passò e scese di braccio.

Ace le mostrò il pacco che aveva scelto e lei annuì convinta.

Con due biscotti in mano e uno in bocca corse a sedersi sul divano dove cominciò a saltellare impaziente.

"Cosa ce adesso?!"

La bimba gli indicò la televisione.

Ace prese il telecomando mettendo il canale dello sport sedendosi poi di fianco a lei. Maia cominciò a lamentarsi, lanciandogli briciole di biscotti per farsi ascoltare.

"Cattoni!!" Ripeteva guardandolo imbronciata.

"No andiamo! Guarda quei bimbi come giocano con la palla!" Cercò di convincerla provocando solo strilli più acuti.

"D'accordo! Ma smettila di urlarmi nelle orecchie!!" Si arrese cercandole il canale giusto.

Maia contenta guardava "Dora l'eploratrice" che invece mandò in esaurimento Ace.

Tornò in cucina a prendere i biscotti. Almeno avrebbe avuto una dolce compagnia durante quella tortura psicologica.

Dopo una mezz'ora di cartoni per bambini dai 2 anni in poi Ace si sentiva davvero rincretinito. Guardò la lista e decise di passare al punto due: bagnetto.

Rimase a fissare il foglio inorridito. Si riscosse, ispirò profondamente e si alzò.

Prese il telecomando e spense la tv: "Ora del bagnetto!".

La bimba lo guardò scocciata per essere stata interrotta mentre guardava i cartoni, per poi sorridere furbetta.

Come un fulmine balzó giù dal divano sparendo dalla visuale di Ace: "e ti pareva" sbuffó iniziando a cercarla.

In pochi secondi era riuscita a nascondersi davvero bene tanto che Ace non riusciva a trovarla e cominciava a preoccuparsi.

La cercò al piano di sopra dove si trovavano le camere, guardando sotto ai letti e negli armadi. Controlló in cucina guardando perfino nella dispensa ma niente. Lo stesso valeva per il salotto.

Dopo un quarto d'ora che la cercava Ace era seriamente preoccupato. Cominciò a chiamarla a gran voce, poi supplicandola, piagniucolando, ordinandole di uscire fuori e cercando di corromperla, ma niente.

Come ultimo andò nel bagno dove avrebbe dovuto farle il bagnetto. Lei era lì, in piedi che lo guardava sorridendo.

Ace la fissò a bocca aperta.

"Brutta, piccola..." quella mocciosa l'aveva fatto esasperare!! E non si era nemmeno dovuta nascondere! Doveva riconoscere che era furba.

La prese di peso e se la mise sotto braccio come una valigetta e si diresse di nuovo in salotto.

Buona buona Maia si lasciò spogliare rimanendo solo col pannolino.

Ace impallidí ma si fece coraggio.

Fortunatamente non era pieno e poterono tornare in bagno. Qui Sabo aveva lasciato loro il bagnetto già pronto, doveva solo scaldare un po' l'acqua.

Quando la temperatura fu buona immerse la bimba.

Maia subito prese a sbattere le gambette schizzando Ace che si riparó dietro alla porta.

Si decise a tornare dentro solo dopo che la bimba aveva preso a giocare con la barchetta e la paperella.

Ingionocchiato di fianco a lei, Ace la guardava concentrata sui giochi, che faceva scontrare l'uno contro l'altro mandandoli a turno sott'acqua.

Quando notò che la stava guardando lo schizzó scherzosamente con la manina ridacchiando.

"Allora vuoi la guerra piccola peste!" Rise schizzandola a sua volta, facendola ridere.

Ace immerse la mano nell'acqua facendola avanzare verso la bimba come uno squaletto, per poi solleticarle la pancia. Maia si tirava indietro cercando inutilmente di evitarlo, ridendo.

Con una spugnetta Ace la lavó ben bene per poi farla uscire e avvolgerla in un grande telo. La appoggiò di nuovo sul divano ancora avvolta nell'asciugamano.

Dopo averla ricoperta di borotalco e averle messo il pannolino, le infilò il pigiamino. "Sembri un angioletto così" ridacchió.

Maia gli fece una pernacchia in risposta.

"Bene immagino che adesso debba farti la pappa. Peccato che io sia una frana ai fornelli". Si irritó comunque nel trovare le precise istruzioni di come prepararle da mangiare.

Dopo essersi destreggiato goffamente in cucina, orgoglioso le presentó il piatto. La fece sedere nel sediolone mettendole il bavaglino. Il primo cucchiaio lo mangiò tranquillamente, per la gioia di Ace.

Ma dopo due o tre cucchiai non ne volle sapere. "Andiamo mangia!!" Cercava inutilmente di imboccarla.

Si appoggiò allo schienale della sedia senza sapere che fare, finché non gli venne un idea.

Balzó giù dalla sedia, facendo segno alla bimba di aspettarlo.

Lei lo seguì curiosa con lo sguardo, vedendolo scomparire dietro il divano.

Lo rivide a bordo di un triciclo su cui aveva rinunciato a cercare di pedalare, spingendosi solo coi piedi.

Teneva in mano il cucchiaio pieno porgendolo verso Maia.

Troppo scioccata per protestare si lasciò imboccare da Ace, felice di aver trovato un modo per farla mangiare.

Quando tentó di tornare a sedersi Maia si dibatté sul sediolone indicando il triciclo.

Ace guardò disperato il triciclo, maledicendosi mentalmente: "meno male che siamo solo io e te. Vedi di non raccontarlo in giro".

Dopo altri tre giri intorno al divano per imboccarla, la bimba si rifiutó di nuovo di mangiare.

Ace cominció ad assumere tutte le posizioni più assurda: si stese per arrivare strisciando ad imboccarla, gattonó tenendo fra i denti il manico del cucchiaio, le fece l'aereo, il treno, la moto, il cane...

Finalmente il piatto si svuotó, ad Ace soddisfatto si buttò sul divano per riprendere fiato.

La bimba, libera dal sediolone, si avvicinò a lui.

Ace teneva gli occhi socchiusi, sbirciandola, russando per finta.

Maia ridacchia per poi dargli un bacio umidiccio sulla guancia, lasciando Ace sorpreso.Sorrise prendendola in braccio: "Ti va un po' di musica?" Azionó le casse di Sabo.

Lentamente partì una melodia lenta e soave, che però lasciò contrariato Ace: "Ma cosa ascolta il tuo papà?" Le chiede arricciando il naso.

Fruga per un po' tra i dischi contenuti in un cassetto sotto alle casse, senza trovare nulla di minimamente interessante. Riesce a scovare un cd di una band rock: "Ci scommetterei che è di Koala" dice ridacchiando.

Mette su il cd e parte una musica scatenata e elettrizzante.

Con Maia in braccio si dimena, correndo per la casa o saltando dal divano, provocando le risate della bimba.

La mette giù prendendole le mani, conducendo il ballo, facendola girare e saltellare.

Quando la lascia Maia continua da sola ridendo come una matta.

"Almeno non hai preso da Sabo in fatto di gusti musicali! Ci pensa lo zio Ace a farti un po' di cultura!" Le dice ridendo e battendo le mani.

Quando sono stanchi si buttano sul divano, Maia a pancia in giù, sul petto di Ace, che la solleva sulle ginocchia: "Maia allarga le braccia!" Le dice facendole fare l'aereoplano. Poi la fa cadere piano al suo fianco facendole il solletico.

Una volta che Maia si è calmata, Ace accende la tv mettendo un film avventuroso dal bollino verde.

Maia sembra interessarsi, così Ace passa a prendere un pacco di pop corn dalla cucina, per sgranocchiarli insieme a lei.

Verso la fine del film Maia si addormenta, appoggiata al petto di Ace: "Ehi piccolina, ti perdi la parte migliore!" Le dice scuotendola piano. Lei continua a dormire, troppo stanca. Allora Ace si stende, per farla stare più comoda, osservandola.

"Tz, non sembra nemmeno la piccola peste che mi ha fatto i martiri tutto il giorno!" Dice guardando il suo viso sereno. Distinto le accarezza la guanciotta, per poi passare ai morbidi capelli biondi.

E pian piano anche lui scivola in un sonno profondo, abbracciato alla piccola peste.

Quando Sabo e Koala tornano tutti sorridenti, si fermano qualche istante dietro alla porta di casa, in attesa di udire qualche urlo o altro. Non sentendo niente si preoccupano anche di più, al pensiero di un Ace esaurito che mette KO la loro bimba per farla dormire.

Una volta entrati trovano la casa sottosopra: le siede rovesciate, il tavolo sporco di pappa, e la cucina un vero disastro.

Ma cosa ancora più sconvolgente, sul divano, ricoperti di briciole di Pop Corn, dormono abbracciati, Ace e Maia.

"entamente si avvicinano, ancora increduli. Sorridendo Koala prende un plaid per coprirli.

Sconsolati guardano la casa: "Beh immagino che avremmo dovuto aspettarcelo" le dice Sabo.

"Si, ma ci penseremo domani" continua Koala sorridendogli maliziosa, trascinandolo poi per mano su per le scale.

"Ehi, e Maia e Ace?" Chiede preoccupato Sabo.

"Tranquillo, si faranno compagnia a vicenda".

Il giorno dopo Sabo è deciso a rilassarsi con un po' di buona musica. Schiacciato il tasto play però, invece della dolce e tranquilla sinfonia che si aspettava, le sue orecchie vengono bombardate da musica rock a tutto volume.

Riesce a pensare solo una persona: AAAACEEEEEE!!!" Urla.

Ciao a tutti!!

Spero vi sia piaciuta, se è così fatemi sapere se vi farebbe piacere una nuova storia sempre con protagonisti Ace e Maia!

Alla prossima!

Ilaria D Piece

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Ilaria D Piece