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Autore: sallythecountess    23/02/2015    0 recensioni
Avete presente quella strana sensazione che invade polmoni, stomaco ed esofago quando tutto ci crolla addosso e niente sembra più essere al suo posto? Quella simpatica sensazione che ci fa dire “Dio, non sono mai stato/a così male!”? Quel simpatico momento in cui siamo completamente con le spalle al muro e il culo per terra, e non facciamo che dirci “cazzo, devi reagire” ma non ci riusciamo? Beh… è da qui che cominceremo. Bell’inizio del cavolo, starete pensando, e non avete torto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 5: il solito bastardo egoista
“Non puoi chiamarmi tutte le volte che ti senti solo e lo sai…non sono passate neanche 30 ore da quando abbiamo rotto, non dirmi che senti la mia mancanza perché non ci credo! Non l’hai mai sentita, io non sono mai stato niente per te, non credo di essere diventato qualcosa adesso” sussurrò una voce molto dolce, il cui tono, però tradiva i veri sentimenti. Malgrado ciò che aveva appena detto, infatti, era evidente che fosse felice di aver ricevuto quella telefonata.
“Io…ascolta, so come siamo rimasti, ma ho bisogno di te…è successa una catastrofe e…mi servi tu”
Rob era quasi in lacrime al telefono e Brian sospirò. Non sapeva davvero cosa fare con lui, né cosa pensare, provava sentimenti a dir poco contrastanti. Sapeva che Robert non lo amava, eppure non era mai stato un problema, lo aveva sempre amato lui per tutti e due. Ora però, dopo anni di assenze, inganni e sotterfugi, aveva deciso di allontanarsi, di smettere di aspettare che lui finalmente si innamorasse di lui. Era stata molto dura dirgli addio, decidersi a lasciarlo eppure aveva vissuto quelle trenta ore con una specie di strana euforia. Sì, stava male, ma per la prima volta provava nuovamente un minimo di stima per se stesso, perché aveva smesso di inseguire un uomo che non lo avrebbe amato mai. Si era rimpossessato del suo orgoglio e per quanto male facesse, non voleva tornare indietro. E poi lui era ricomparso così, improvvisamente, e il cuore improvvisamente aveva tirato il freno e aveva interrotto quella sua strana euforia ricordandogli chi era e cosa voleva.
“E che ti è successo di così grave, sentiamo?” Sussurrò con un sorrisetto ironico. Cercava di sembrare distaccato e severo, uno a cui non importa niente di te, ma allo stesso tempo la sua dolcezza tradiva il suo cuore spezzato.
“La cena con gli anziani dello studio è stata un disastro, Dany non è venuta e solo molte ore dopo migliaia di domande da parte loro si è degnata di rispondere e di dirmi la causa della sua assenza…”
“Ecco qua, gli era mancato il confessore…pensa te!” disse Brian a se stesso, sentendosi ancora più idiota perché una piccola parte di lui aveva sperato che quella telefonata in piena notte e con la voce rotta, fosse una cosa romantica, di quelle struggenti. E invece, come al solito, stava fantasticando perchè semplicemente Rob non era un uomo romantico, non lo era mai stato, o almeno non con lui.
“…e non è venuta perché quello che è stato il nostro migliore amico per mille anni ora è in ospedale in coma e rischia la vita…e io non sono in grado di trovare un qualche mezzo di trasporto per raggiungerli e sto imprecando contro questi dannati taxi che sono tutti fuori servizio e…”
“Va bene, vengo io, dammi dieci minuti” sussurrò Brian, e in quell’esatto momento chiuse gli occhi, come se stesse provando un terribile dolore. Non doveva farlo, non poteva farlo, non era la cosa giusta, eppure semplicemente non riusciva a sentire Rob in quello stato.
“Ma no, fa freddo, nevica…non voglio tirarti fuori dal letto…”
“Ecco, adesso fa anche finta di preoccuparsi. Ti prego, non fare così! Sii il solito bastardo egoista che se ne frega di chiunque che non sia se stesso, così posso andare avanti e basta, senza rimpianti” pensò Brian, col cuore pieno di lacrime e in un sussurro rispose “beh appunto. Nevica, e tu sei in giro per strada tutto solo in quella situazione emotiva…dai dammi dieci minuti e arrivo. Sei allo studio?”
“No, ma lì vicino…tesoro grazie tu…”
“Senti Rob, fa’ quello che vuoi ma non fingerti gentile e non chiamarmi tesoro, veramente non è il caso.” Esplose improvvisamente Brian, e poi strinse i pugni con forza, vergognandosi di quella scenata da ragazzina, ma Rob rispose soltanto “cercavo di essere gentile, mi sembrava il minimo…non importa, guarda sta passando un taxi, scusa se ti ho disturbato, buonanotte!”
Brian sospirò e basta, prendendo a pugni il muro. Non doveva offenderlo o provocarlo, sapeva che Rob era una persona estremamente complessa con cui parlare, una specie di coniglio selvatico sempre pronto a fuggire e chiudersi in se stesso se usi le parole sbagliate, eppure…era esploso. Quello era uno dei motivi per cui non voleva più cercarlo, Rob era un carattere impossibile ed estremamente difficile da compiacere, e Brian detestava la sensazione di rifiuto costante che gli faceva provare. Aveva fatto qualsiasi cosa, sempre, per cercare di renderlo felice, ma lui non aveva mai battuto ciglio e sembrava trovargli sempre e solo difetti. “Oh maledetto, maledetto idiota, ingenuo e sognatore” si disse, letteralmente furioso con se stesso. Inevitabilmente gli venne da piangere e guardandosi allo specchio si disse che era uno stupido idiota ad amarlo in quel modo e che avrebbe dovuto provare ad amare di più se stesso e scegliere qualcuno davvero innamorato di lui. Ma quelle erano soltanto parole e lui lo sapeva benissimo.
Neanche Rob, però, stava tanto meglio. Lui non era felice della rottura con Brian ma che poteva fare? Non lo poteva certo costringere ad amarlo. Era certo che lui non lo amasse più, perché aveva smesso di trattarlo in quel modo speciale che lo aveva sempre contraddistinto. Brian era sempre stato tutto per lui: il suo migliore amico, il suo confessore, la sua roccia. Poteva crollare solo davanti a lui e sapeva che qualunque problema ci fosse, lui lo avrebbe aiutato ad affrontarlo, prendendogli la mano. No, evidentemente non lo amava più, pensò appoggiando la fronte contro il finestrino del taxi. Eppure, era un gran peccato.
Erano stati molto felici insieme per qualche anno. Brian era la persona più dolce e attenta che lui avesse mai incontrato e, anche se a volte era un po’ soffocante, era bello essere amato da una persona così. Gli diceva costantemente quanto fosse bello e speciale, preparava sempre i suoi piatti preferiti e faceva ogni cosa solo per farlo sorridere. E cosa gli aveva sempre chiesto infondo? Veramente poco.  Voleva solo essere il suo uomo, per tutti. Non voleva più essere “il coinquilino gay” ma suo marito, il suo uomo e…era diventato un assillo per quello. Rob si morse il labbro sospirando, pensando che forse aveva staccato troppo velocemente, ma in quel momento arrivò all’ospedale e le riflessioni su Brian gli uscirono dalla testa per un po’.
Nota:
E beh a volte ricompaio. Allora, che ne pensate di questa coppia? Vi siete mai sentiti Brian? Beh...non mi colpevolizzate troppo, ma io in questo momento mi sento esattamente così.Come sempre mi piacerebbe una vostra opinione, anche negativa. A presto, spero.
   
 
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