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Autore: Ehybastaldo_    23/02/2015    0 recensioni
“Buonasera principessa, giornata pesante a lavoro?
Ci penso io a te”
Sorrido divertita: come può un semplice pezzo di carta cambiarmi radicalmente l’umore?
Niall, ecco spiegato tutto.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un enorme grazie a _ciuffano per il magnifico banner <3
 
DILLO CON UN POST-IT
 
 
Prendo un profondo respiro prima di aprire la portiera dell’auto e imbattermi nel freddo di Dicembre. 
Non piove per il momento e ne sono davvero felice data la tarda ora che si è fatta per sistemare gli ultimi documenti all’ospedale. Il lavoro ultimamente mi trattiene più del dovuto, lo so. Più che altro mi dispiace per Niall, il mio ragazzo, che praticamente mi vede giusto quelle ore che passiamo a mangiare a cena o quando la mattina ci svegliamo e facciamo una colazione al volo.
Lavoro? In realtà non dovrei definire il mio tirocinio di ultimo anno lavoro; ma mi pagano comunque abbastanza per poterlo definire semplicemente credito da aggiungere al mio libretto universitario prima della mia, ormai vicina, laurea. La cosa comunque più appagante di questo lavoro rimane vedere tutti quei sorrisi dei bambini malati che, chissà con quale forza, ogni giorno mi regalano.
Schiaccio il bottone del telecomando della chiave dell’auto e la chiudo; poi affondo le mie labbra fin troppo secche dentro l’enorme sciarpa che mi fascia il collo e cerco di metterle un po’ al caldo.
Cerco la chiave giusta nel mazzo che mi permette di aprire il portone di casa e alzo lo sguardo quando la trovo, aggrottando la fronte: la notte è buia, ma la luce fioca proveniente dai lampioni posti sulla strada principale alle mie spalle mi aiuta a vedere quello che sembra un post-it attaccato sul legno scuro della porta. La carta gialla a contrasto con il colore marrone della porta mi aiuta molto.
Esito qualche secondo incerta, poi allungo la mano e lo stacco, leggendolo curiosa.
 
“Buonasera principessa, giornata pesante a lavoro?
Ci penso io a te ♥”

 
Sorrido divertita: come può un semplice pezzo di carta cambiarmi radicalmente l’umore? 
Niall, ecco spiegato tutto. Dove si mette lui, tutto cambia il mio stato d’animo.
Niall, un biondo tinto che un giorno mi ha completamente travolto la vita… e l’armadietto di scuola, letteralmente. Ricordo quel giorno come se fosse passato solo da qualche mese. Niall camminava leggermente impaurito dalla nuova struttura che lo ospitava e senza rendersene conto andò a sbattere contro il mio armadietto aperto, scatenando così le risa di tutti i presenti in corridoio durante il cambio d’ora, compresa me. Divenne una specie di barzelletta per i giorni a venire, fin quando una nuova brutta figura di un altro studente non diventò più divertente di quella del biondo. E un po’ per tenerezza, ma forse anche perché mi ispirava simpatia, decisi di avvicinarmi al nuovo arrivato e metterlo in guardia sulla nuova scuola, diventando così in poco tempo grandi amici. Migliori amici!
Chiudo la porta alle mie spalle e tasto il muro alla ricerca dell’interruttore della luce. Quando lo sfioro, sono sorpresa di trovarci attaccato sopra un altro post-it. Accendo la luce.
 
“A te non piacciono le cose al buio? Giochiamo secondo le tue regole =P
p.s. Svolta tranquillamente l’angolo, ma al buio!”

 
Sorrido ancora una volta, incapace di fare altro ed eseguo l’ordine, spegnendo per prima cosa la luce e poi provando a ricordare mentalmente la strada, giusto per non urtare qualcosa durante la mia camminata lungo il corridoio completamente al buio, mentre strofino i polpastrelli al muro che mi sostiene. Quando svolto l’angolo manca davvero poco per la mia mascella di toccare il pavimento: una lunga fila di candele profumate alla vaniglia accese sono disposte a terra formando una stradella che, credo, dovrei seguire passandoci in mezzo. Ed infatti lo faccio.
Calpesto qualcosa col piede nel momento esatto in cui varco le prime candele e, curiosa, mi abbasso, rivelando dei petali di rosa gialla –il mio fiore preferito- che ricoprono il pavimento. Che pazzo!
‘Pazzo di te!’ la sua voce rimbomba nella mia testa, perché sarebbe proprio quella la sua risposta. Come il ‘Ti amo’ e ‘Amo le tue infinite lentiggini’. Sono sue frasi che ripete- e amo profondamente- da sempre.
Mi rialzo e continuo il mio percorso, afferrando alla fine il post-it attaccato sull’ultima candela, rigorosamente e astutamente adagiata dentro una bolla di vetro, giusto per non far prendere la casa a fuoco.
Ovvio! Chi vuol dare fuoco alla propria casa comprata grazie ai piccoli sacrifici di entrambi e una buona dose di denaro regalata dai suoi genitori? Genitori che, soprattutto, hanno approvato sin da subito la nostra relazione pazza. Un artista ancora non conosciuto che si impegna con una prossima dottoressa? Che non sia mai, secondo gli ideali di mia madre. Lei conosce figli di dottori, di avvocati o addirittura di importanti insegnanti… Che me ne faccio di un artista? Semplice: condivido con lui pazzie come questa.
Leggo attentamente il post- it.
 
“Se sei arrivata fin qui, vuol dire che non devo portarti all’ospedale e successivamente scavarmi una fossa ;)
Guarda alla tua destra.”

 
 
Il camino sulla mia destra è acceso. Emana un bel calore e la fiamma luminosa mi fa notare le nostre fotografie sparse sul pavimento e non dove di solito sono collocate. Infilo il post-it in tasca insieme a tutti gli altri precedentemente messi lì e mi chino sul portafoto che ha attaccato l’ennesimo bigliettino.
 
“Ricordi questo momento? Mi avevi allegramente snobbato
per quel cafone di Louis -_-”

 
Ricordo perfettamente quel giorno, come ricordo dettagliatamente anche tutti gli altri che ho condiviso con lui. Ma quel giorno ha sempre avuto quel non so cosa di diverso in confronto agli altri. Ricordo con un sorriso divertito la vista della faccia di Niall quando rifiutai il suo invito al ballo scolastico. Allora avevo una cotta senza freni per Louis Tomlinson, il capo d’istituto; ma quello nemmeno mi rivolgeva la parola e alla fine nessuno mi invitò, oltre il biondino. Ma era troppo tardi per ripensare al suo invito. Così non andai alla festa.
Fu quello il momento in cui capii che Niall provava qualcosa di più che di una semplice amicizia nei miei confronti: mentre finivo di leggere un libro, sentii il rumore di ciottoli sbattere contro la finestra di camera mia. Quando la aprii, Niall appostato sotto di essa, non si accorse della mia presenza e continuò a lanciare sassi, colpendomi sul naso e facendomi uscire una buona quantità di sangue. Si prese cura di me, chiedendomi scusa un’infinità di volte.
Poi, mentre mi tamponava il naso con un batuffolo di cotone, mi aveva baciata. Non era il bacio romantico tipico dei film o dei libri, ma era stato comunque bello e di sicuro il migliore che avessi mai ricevuto.
Dietro il primo post-it ne trovai un altro.
 
“Segui le istruzioni, so che ti fidi di me: posizionati davanti al camino,
dandogli le spalle, poi fai tre passi in avanti e quattro verso destra.
Accendi la lampada.”

 
Faccio come mi viene ordinato e, camminando ancora nel buio, so di essere arrivata fino la cucina in questo modo. Quando tiro la catenella della lampada il sangue mi si gela nelle vene: non ci posso credere di averlo dimenticato!
La vista del tavolo apparecchiato per due, con una candela posta al centro ormai consumata dalla fiamma è il mio campanello di allarme. Come posso essere diventata così tanto sbadata e smemorata? 
Allungo una mano, scoperchiando il vassoio posto di fianco la candela e, sorprendentemente, è vuoto. Nessuna pietanza, ma all’interno ci trovo un altro post-it. Che sorpresa!
 
“L’hai dimenticato, vero? Io no, perché sono cinque anni
che ti sopporto e non ce la faccio più =P 
TI AMO”

 
Mi accomodo su una delle due sedie ricoperte da una stoffa bianca morbida e sospiro pesantemente: nonostante tutto, lui mi ama. Nonostante non riesco a sorprenderlo nemmeno la metà delle volte che lo fa lui, sta ancora con me. Stiamo ancora insieme. Se questo non è amore, allora non so come definirlo. 
Spostando lo sguardo  sul piatto di ceramica che ho davanti, noto con sorpresa un altro post-it. Ancora non è finita! La cosa mi rallegra di nuovo.
 
“Quindi devi farti perdonare.
Alzati scansafatiche!”
 

Come una molla, scatto dalla sedia, ridendo tra me e me. Mi conosce meglio lui che io stessa.
Mi guardo in giro alla ricerca della prossima traccia e noto la lampada che illumina la scala con una luce soffusa e, attaccato allo scorrimano, trovo ancora un altro bigliettino.
 
“Scommetto che non nemmeno tolto il cappotto.
Credo che sia arrivato il momento giusto :)”

 
Dopo aver sfilato il pesante cappotto e tolto anche la sciarpa ingombrante, li lascio cadere su una sedia e ritorno a leggere il post-it al principio della scala.
 
“So cosa stai pensando e… sì, ti conosco meglio delle mie tasche.
Essere un artista non vuol dire solo fare dei bei disegni, usare bene i colori
e le sue sfumature, avere una vasta immaginazione. 
Essere artisti significa anche saper osservare, saper amare un oggetto
per quello che è. E tu, strano da dirsi, sei la mia opera d’arte più
bella mai studiata e ammirata. Voglio solo che tu sali questa scala
e arrivi al culmine. Stiamo finendo, giuro.”

 
Salgo i scalini con calma e sento il cuore battermi forte nel petto, le vene pulsarmi nelle orecchie. Le mie gambe sembrano gelatina e il mio cervello prova ad elaborare possibili idee sul perché di tutto quel casino ideato da Niall.
Il mio ragazzo ha sempre trovato pazze ed originali idee per esprimersi: per chiedermi il nostro vero appuntamento ho dovuto scartare un enorme scatolone rosso inaspettato. In mezzo a tutto quel casino di carta straccia trovai una catenella con un ciondolo a forma di cuore che penzolava quando lo alzai all’aria. E si apriva. Dentro trovai un minuscolo bigliettino con la richiesta ufficiale di uscire insieme.
Quando, invece, mi chiese di essere la sua ragazza, organizzò una vera e propria coreografia di danza con tanto di ballerini professionisti e una canzone scritta e cantata da lui. La canticchia ancora oggi, quando mi vuole tirare su il morale o quando semplicemente si vuole fare perdonare per qualcosa di stupido.
Mentre, quando decise di chiedermi di andare a vivere insieme, ci trovavamo in Italia, per una vacanza insieme ai suoi genitori. Eravamo in spiaggia e il falò ci riscaldava, mentre noi ridevamo e scherzavamo come sempre, abbracciati. All’improvviso il cielo si riempì di colori, dovuti ai giochi d’artificio che, ancora oggi, non mi spiego come avesse fatto ad organizzare. La sua richiesta fu semplice: vieni a vivere con me.
Più che proposta, era un’affermazione. Ma io ne fui subito entusiasta e risposi immediatamente di sì.
Quindi, adesso, se ha progettato tutto questo, la cosa dev’essere seria. Abbastanza anche. E le idee che mi vengono non sono infinite.
In cima alle scale trovo le luci a led comprate da Niall qualche giorno prima ad uno store per un progetto segreto, a detta sua.  Solo adesso capisco a cosa gli sarebbero dovuti servire. Le luci formano una strada che arriva al bagno, dove la porta è chiusa.
Alzo gli occhi al cielo e recupero il bigliettino attaccato sopra. Lui è dentro, me lo sento. Il prossimo passo quale sarà, allora? Buttarsi dal balcone insieme? Sono curiosa e spaventata allo stesso tempo, ma ho bisogno di risposte che spero arrivino presto.
Sul biglietto non c’è scritto nulla. Ha disegnato solamente un cuore con tanto di freccia conficcata proprio al centro. Cosa sta a significare? E magicamente l’ansia percuote il mio corpo. Forse ho capito, ma voglio che sia lui ad illuminarmi. Dopo tutto questo lavoro, non sarò io quella a guastare la festa.
Apro la porta con la mano che trema leggermente e noto delle candele posizionate sul bordo della vasca piena d’acqua e petali stavolta rossi. Ha svaligiato un fioraio?
Sorrido leggermente e infilo la mano nell’acqua che risulta tiepida. Questo vuol dire che non l’ha riempita molto tempo fa, quindi siamo veramente alla fine. 
Quando alzo lo sguardo, attaccato al bagnoschiuma alla pesca trovo un altro post-it.
 
“Lo so che vuoi farti un bagno, ma c’è una cosa che prima devo dirti…
Non ne ho avuto il coraggio prima, ma poi ho deciso di
Progettare tutto questo e spero solo che tu non ne rimanga delusa.
E’ l’ultima cosa che ti chiedo di fare: vai nella camera da letto.”

 
Quando vedo un altro biglietto alla porta, non mi sorprendo più.
 
“Rosso, blu, verde… Alla fine l’hai voluta arancione, ricordi?”
 
Ovvio che lo ricordo. Ricordo tutto di noi.
Ricordo che ci eravamo trasferiti da poche ore e dopo aver sistemato la roba in cucina, ci lavammo e ci sdraiammo sul letto . Parlammo sulle cose da modificare sulla nuova casa, come, appunto, il colore della nostra camera da letto. Ci fu un leggero battibecco sulla tonalità da usare per le pareti e alla fine, il giorno seguente, quando ci ritrovammo tra almeno una decisa di barattoli di pittura, iniziò una vera e propria guerra di vernice. Colori come rosso, giallo e blu erano sia addosso a noi che sulle pareti. E fu proprio lì che notammo il nostro colore: l’arancione. Stava proprio bene in quella camera.
Entro nella stanza e di Niall nessuna traccia. Né di lui, né di qualche post-it ad indicarmi la prossima mossa. Trovo solo la finestra del balcone spalancata a far entrare aria del tutto congelata. Accendo la luce e attraverso la stanza, chiudendo il tutto e sospirando. Ma dov’è lui?
Quando mi giro, spalanco gli occhi. Non vedo solo un post-it, ma un intero blocco attaccato alla parete vuota di fronte il letto. E più la osservo attentamente e più mi rendo conto che c’è scritto qualcosa.
 
“MI VUOI SPOSARE?”
 
E più la guardo e più realizzo che ho avuto ragione. Più la studio e più le lacrime minacciano di uscire. E’… perfetto. La scritta, il modo originale della sua richiesta, Niall.
Quando sposto lo sguardo, vedo Niall sul ciglio della porta che aspetta un mio segno, un gesto, qualcosa che però non arriva. Esitante, comunque, mi viene ad abbracciare e io scoppio a piangere come una bambina dalla felicità. Ma lui non lo sa. Non sa quanto è importante per me, non sa quanta gioia ho provato nel trovarmi a fare un gioco così stupido ma ingegnoso, non sa quanto lo amo e quanto vorrei urlare la mia risposta alla sua richiesta.
Mi scosta leggermente, passa le sue dita affusolate tra i miei capelli, sistemandoli, e mi alza il mento. E’ nervoso, lo vedo anche con la vista offuscata dalle stupide lacrime, ed è bellissimo. Sorrido leggermente e mi allontano da lui. C’è talmente tanto silenzio che lo sento perfino trattenere il respiro.
Nessuno dei due ha il coraggio di fiatare dopo tutto questo. 
E allora non mi resta che staccare un post-it dalla parete, recuperare una penna dal cassetto del comodino e piegarmi su di esso per scriverlo.
Ritorno da Niall qualche secondo dopo, studiando i suoi tratti nervosi del viso. E’ bellissimo quando dorme, quando mangia e perfino quando è arrabbiato. Ma il modo in cui le sue sopracciglia si aggrottano quando è confuso, è assolutamente la sua espressione che più amo. Questo vuol dire che finalmente, per una volta, pure io lo sto sorprendendo con qualcosa.
Gli passo il post-it e penso che quando c’è qualcosa di importante davvero da dire, l’unico modo è quello di usare un pezzo di carta colorato.
?” fa eco Niall, leggendo il mio biglietto.
.” ripeto a mia volta, sorridendo raggiante.
“Mi sposi?” chiede nuovamente, sorpreso. E non capisco perché.
“C’erano dubbi?” chiedo stavolta io, confusa.
Si gratta la testa in modo carino e ne approfitto per alzarmi sulle punte dei piedi e baciargli il mento.
“Dovresti davvero fare qualcosa tipo questo per renderti famoso. Non lo so, pitturare, scrivere, incidere una canzone col titolo ‘Dillo con un post-it’. Credo che sarà originalissimo.” ridacchio divertita, perché in fondo so che non mi interessa un Niall Horan famoso, ma un Niall Horan solo mio.
Lui mi prende improvvisamente tra le braccia e mi alza, cominciando a farci volteggiare entrambi per la stanza, fino a quando non cadiamo sul morbido letto.
“Hai detto !”



HELLO PEOPLE!
è da un sacco di tempo che non metto qualcosa su efp
e finalmente mi sono decisa di pubblicare una
os scritta mesi fa. Sì, avete capito bene: questa 
cacchetta (non trovo altri aggettivi per descriverla cc)
è stata chiusa nel mio pc per secoli solo perchè non è
che mi piace così tanto, è scontato e poi, rileggendola
tante volte, mi sono accorta che sembravo Francesco Sole lol

Ma anyway, spero vi sia piaciuta e che lasciate qualche recensione c:



 
 
 

 
   
 
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