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Autore: alberodellefarfalle    23/02/2015    1 recensioni
Piccola storia di capodanno, per augurarvi un sereno e felice, ma soprattutto pieno d'amore, 2015. Liberamente ispirata alla mia notte di capodanno e ispirata a come avrei voluto che andasse. Al momento è un solo capitolo ma non vi assicuro che resterà sempre così, forse un giorno ci sarà un seguito, forse no. Si accettano idee e soprattutto potete continuare come volete. TANTI AUGURI A TUTTI. BUON 2015!
26/01/2015: ECCO PER VOI IL SEGUITO! Mi sono decisa e mi piaceva farvi entrare ancora nel mondo di Celeste e Lorenzo. Spero vi piaccia. Buona Lettura. Come procede la serata per i nostri due eroi?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Questo capitolo era pronto da più di una settimana, doveva uscire per San Valentino, ma proprio sul più bello la connessione mi ha abbandonato. Fate finta di essere a giorno 14 febbraio, era il mio regalo per voi, che possiate trovare l'Amore quello vero prima o poi e di essere ricambiati, che mi sono accorta che non è proprio una cosa immediata e scontata XD
BUONA LETTURA
Ci vediamo alla fine

 
Capodanno con sorpresa

Capitolo 4

Lasciando la tavola imbandita di dolci e frutta, ci precipitiamo fuori per aspettare il nuovo anno e vedere i giochi d’artificio. Muniti di bicchieri e spumante, controlliamo gli orologi. Mancano due minuti alla fine dell’anno e all’inizio di quello nuovo. Penso a cosa è stato questo anno per me e non posso che ritenermi soddisfatta: sono andata avanti nei miei studi, ho deciso che specializzazione fare, ho conosciuto nuove persone, fatte esperienze. Ho sofferto, sì, ma anche quello mi è servito ad essere dove sono ora, ad essere la persona che sono ora. Mi guardo intorno e sorrido. Sono felice. Cosa posso volere di più? Ho una famiglia che mi adora e che mi vuole bene, che asseconda i miei desideri e mi da una mano a realizzarli. Sono qui, intorno a me, ad aspettare l’arrivo di un nuovo anno, che, sono sicura, sarà ricco di emozioni, qualunque esse siano. Ci sono i due miei cucciolotti, che si sono avvicinati a noi felici, pronti per festeggiare pure loro. E poi, al mio fianco, c’è lui, Lorenzo. Un mio collega, un mio amico e, per me, molto altro. Non so se mai avrò il coraggio di dirgli quello che provo. A volte mi sembra tutto così grande che ho paura di rovinare tutto. Ma sono felice comunque. Sono felice di averlo a fianco come amico, come confidente, come collega e sono felice di averlo qui con me stasera. Cosa volere di più che passare una serata come questa con la persona di cui ci si è innamorati? Sia ringraziata la tempesta di neve. Neve, bianca e soffice, che ci circonda e fa sembrare tutto come in una fiaba.  “A che pensi?” mi chiede Lorenzo “A quello che è stato e a quello che ci aspetta.” Gli sorrido. Ispira profondamente e controlla l’orologio “Manca un minuto. Sembra di essere immersi un mondo di favole.” Annuisco “Grazie per la splendida serata. È stato tutto perfetto, non avrei mai potuto immaginare un ultimo dell’anno migliore. Alla fine dovrò ringraziare la tormenta di neve e la mia imprudenza nel non voler ascoltare le previsioni meteo.” Sorride “Non ringraziarmi, Lorenzo. Sono felice di aver passato questa serata con te e la mia famiglia.” Parte il conto alla rovescia. 10 … 9 … 8 … “7 … 6 …” ci uniamo entrambi agli altri. Mi concedo l’ultimo sguardo alla mia famiglia, tutta di fronte a me, tutti avvolti da capotti e sciarpe, con in mano un bicchiere, pronti per il brindisi. Lorenzo si avvicina ancor di più e mi circonda le spalle con un braccio. Sussulto. 5 … Urlano gli altri, mentre io sembro aver perso la voce. Guardo Lorenzo e mi sorride, mi sorride con una luce intensa a illuminargli gli occhi “4 …” sussurra, non smettendo mai di guardarmi. Sembra quasi che i suoi occhi possano oltrepassarmi l’anima, leggere tutto quello che provo e sento in questo momento. 3 … Come un eco lontano sento gli altri, mentre io mi sento come in una bolla, dove sento solo il battito del mio cuore, forte, veloce. 2 … Siamo l’uno di fronte all’altra, vicini, troppo vicini. Sento il suo respiro infrangersi sul mio viso e posso specchiarmi nei suoi occhi. Tremo. 1 … E ci baciamo. Le labbra le une sulle altre, non come è stato nei miei sogni, ma ancora meglio. Incuranti di tutto e tutti, non ci stacchiamo e approfondiamo il bacio, che ci accompagna per i primi secondi nel nuovo anno. Un nuovo anno, un nuovo inizio, cominciato come mai avrei creduto. La sua lingua sfiora la mia timida e non mi tiro indietro. Sa di vino e di lui, solo di lui. Ci separiamo solo quando mio padre giunge a riempire i bicchieri e ci augura “Buon anno” abbracciandoci. Mi fa l’occhiolino e si dedica alla nonna che mi guarda sorridente. Io e Lorenzo siamo come storditi. E ci credo! Ci scambiamo gli auguri con il resto della famiglia, che non risparmia baci e abbracci, per entrambi. Poi ci concediamo il privilegio di vedere gli ultimi colori dei giochi d’artificio, che illuminano il cielo. Sorseggiamo lo spumante, mentre gli altri cominciano a rientrare. Noi restiamo fuori ad osservare un cielo ormai scuro, se non per qualche rada stella. Siamo vicini, l’uno di fianco a l’altro. Il naso freddo, le guance rosse e il respiro che si addensa nell’aria, creando nuvolette bianche. Non so chi si muove per primo, forse lo facciamo insieme: intrecciamo le mani. Dita fredde tra dita fredde e un respiro tremulo che sfugge al nostro controllo. “Buon anno, Celeste.” Sussurra “Buon anno, Lorenzo.” E gli lascio un timido bacio sulla guancia, come se fosse una cosa troppo grande, come se pochi minuti prima non ci fossimo scambiati qualcosa di più profondo. Resto qualche secondo di troppo a lasciare sfiorare il mio naso sulla sua guancia, ad ispirare il suo odore così buono, che sa di cannella e sa di neve e sa di mandorle e miele. Lorenzo sa di casa, di casa quando si festeggia Natale. Sorrido. “Su, entriamo, altrimenti congeleremo.” Me lo trascino fino alla porta di casa, ma Soraya e Vasco ci bloccano il passaggio. Scoppiamo a ridere, facendo fuoriuscire un po’ di tensione. Accarezziamo la testa ad entrambi, beandoci del pelo morbido e caldo e auguriamo loro buon anno.
Lorenzo mi aiuta a sfilare il giubbotto, dopo aver tolto il suo. Mi prende per mano, come se fosse la cosa più naturale del mondo, come se lo avessimo sempre fatto. Ci avviciniamo a mamma che ci porge due piattini con la torta. Quando ci rendiamo conto di avere le mani intrecciate, ci stacchiamo, un po’ imbarazzati. Mia mamma ci sorride, felice. Ci sediamo sul divano, di fronte al camino scoppiettante, e mangiamo la torta. Mi volto a guardare Lorenzo, con il viso concentrato sul fuoco e ridacchio. “Che c’è?” mi avvicino e gli tolgo uno sbafo di cioccolato bianco all’angolo della bocca. I nostri occhi restano incatenati e io mi blocco. Lui afferra il mio polso e si porta la mia mano sulle labbra, leccando il cioccolato. “Lorenzo …” sussulto. Qualcosa di addensa nel mio petto. Mi lascia un bacio sul palmo della mano e mi sorride. Un sorriso sincero, sicuro, felice, in grado di scaldarmi il cuore e di accelerare i battiti. “Giochi in coppia con me?” Annuisco e ci uniamo al tavolo da gioco, dove già gli altri hanno preso posto.
 
Roberto, Ivan e Samuele si sono dileguati dopo aver vinto tutti i giochi possibili. Sono andati dai loro amici chissà dove. Gli zii sono andati ad accompagnare la nonna e poi rientreranno a casa loro, mentre mamma e papà stanno finendo di mettere a posto le ultime cose, prima di andare a letto. Auguro a entrambi la buona notte, quando rientro in salotto, dove ho lasciato Lorenzo a leggere un libro. Mia mamma non ne ha voluto sapere di farsi aiutare anche da lui. “Un ospite è un ospite!” ha detto.
Mi siedo accanto a Lorenzo, sul divano. È così bello. Avvolto nel suo maglione grigio, gli occhi concentrati sulle parole stampate, i riflessi del fuoco a illuminargli il viso, le labbra che mormorano qualche sillaba. Sorrido. Lui si volta a guardarmi e chiude il libro. “Allora?” solleva le spalle “La più tosta è stata tua nonna: ha approfittato della tua assenza per chiedermi chi ero, cosa facevo e che intenzioni avevo con la sua nipotina.” Non sembra offeso, solo esasperato al ricordo delle domande. Scoppio a ridere, sollevata e, devo ammetterlo, divertita. “Lo sapevo che mia nonna avrebbe dato il meglio di sé.” E mimo le virgolette alle ultime parole. “E tu, brutta traditrice, mi hai lasciato in sua balia solo soletto?” Si avvicina minaccioso e comincia una lotta all’ultimo solletico. Chi avrebbe mai detto che il serio Lorenzo sarebbe finito a fare una lotta di solletico, sul divano di casa mia, l’ultimo dell’anno? “Dovevo … dovevo vendicarmi per la tua coalizione con Soraya.” Sbuffo tra una risata e l’altra. Lorenzo si contorce sotto le mia dita. Non mi sono certo data per vinta. Spalanca gli occhi sorpreso. “A si?” E ricomincia con un'altra dose di solletico, a cui io mi arrendo sfinita e con i crampi allo stomaco. Sbuffo, allontanando dal viso una ciocca di capelli e mi rendo conto di essere praticamente stesa sul divano, con Lorenzo quasi sopra di me. Anche lui si ferma e mi guarda, o forse ci guarda. Mi sembra di sentire le rotelline del suo cervello girare a velocità inaudita. “Fermati.” Dico seria, puntando un dito sulla sua fronte, come se volessi spegnare tutto con un pulsante immaginario. Mi prende per mano e mi solleva contro di sé. Mi poggia un bacio sulla fronte e mi trascina a terra, sul tappeto. Con le spalle appoggiate al divano, mi fa accoccolare tra le sue gambe e poggiare la testa sul suo petto. Il suo maglione mi solletica una guancia e io sbuffo, lasciando fuori uscire una puntina di tensione che sembra ormai aver preso posto fisso nel mio petto. Attorciglia una ciocca di capelli sul suo dito e sollevo lo sguardo per guardarlo. Mi da un bacio sul naso e io d’istinto chiudo gli occhi, beandomi del suo respiro sulla pelle, delle sue morbide labbra. “Lorenzo?” sussurro, imbarazzata ed estremamente tesa “Fermati.” Mi ordina, come io ho fatto con lui. Annuisco, non sapendo fare altro e rimaniamo così: in silenzio, di fronte al camino, io tra le sue braccia, la mia mano poggiata sul suo petto a sentire il cuore pulsare, forte e nitido, sotto le mie dita. Immerge una mano nei miei capelli e mi spinge contro di sé ancora di più. “Li ho sempre amati.” Mi dice in un sussurro così carico di emozioni e sensazioni che è in grado di mandarmi totalmente in confusione, più di quanto io non sia già. “Da quando ti ho vista la prima volta all’università. Celeste, sai che ti ho incontrata il primo giorno del primo anno?” lo guardo curiosa e lui, per confermare, annuisce. “Sei stata una delle prime persone che ho visto, ma ero così teso che faticavo a spiccicare parola, poi ci siamo persi di vista, fino a quando …” … fino a quando non ho cominciato a sedermi vicino a lui. Se solo sapesse che c’era ben poco di casuale nello scegliere i posti. “Celeste?” lo guardo, riscossa dai miei pensieri “Dimmi.” Ma, a dispetto di tutto, non parliamo. Ci guardiamo e ci baciamo: labbra contro labbra, respiri contro respiri, sapori contro sapori, lingue contro lingue. Le sue mani restano intrappolate nel mio groviglio di capelli. Mi accarezza la cute della testa fino alla nuca, mi spinge contro di sé. Un tuono ci fa sussultare e ci stacchiamo ansanti. Gli occhi lucidi, le gote rosse e un sorriso mozza fiato sul suo volto. Io chino la testa un po’ imbarazzata, ma lui con due dita me la solleva e mi da un bacio a stampo. Come due ragazzini. Io mi sento una ragazzina. “Mi piaci, Celeste, e tanto e ti prego: niente domande e pensieri stasera. Godiamoci questa notte, poi domani parleremo.” Annuisco e sorrido. Mi alzo da terra e gli porgo una mano. Mi guarda curioso “Nevica di nuovo.” Mano nella mano, ci dirigiamo di fronte la grande finestra, accanto all’albero di Natale. Sembra una favola: i fiocchi di neve, candidi e soffici, hanno ripreso a cadere fitti, aggiungendo neve alla neve. Poggio la testa sul petto di Lorenzo e lui mi avvolge le braccia intorno alla vita, cullandomi, seguendo una melodia immaginaria, bellissima. “Mi sa che dovrò restare per qualche giorno.” Sussurra “Già.” E sorrido al solo pensiero “Sei pronto per affrontare ancora la mia famiglia?” ridacchio divertita “Non sono così male, dai. Certo, mi sono spaventato quando tuo padre mi ha bonariamente preso in disparte per comunicami di stare con le mani a posto e che lui ha un sonno leggero.” Mi volto a guardalo scioccata “Mio padre?” annuisce convinto “Per non parlare di tuo fratello che mi ha minacciato di trovarmi in capo al mondo se ti faccio del male.” Scuoto la testa sconsolata. “Tranquilla, mi ha offerto una serata di soli uomini, con fiumi di alcol, nel caso in cui sarai tu a … meglio non dirlo, ma hai capito.” Annuisco convinta, conoscendo bene le assurde, quanto imbarazzanti, metafore di mio fratello. “E io pensavo di dover avere paura di mia madre. Domani mi sentiranno.” Sbuffo indispettita. Lorenzo ridacchia e si gratta la nuca imbarazzato. “Che ti ha detto mia mamma?” chiedo seria “Emm … che sarà felice di organizzare il matrimonio e di occuparsi dei nipotini.” Divento paonazza “Cosa?” gracchio imbarazzatissima “Sì, più o meno ha detto così.” e scoppia a ridere. Lo guardo sconvolta. “Come hai fatto a non scappare? Scusami. Ti saremo sembrati dei pazzi e … io domani li uccido!” Lorenzo mi blocca e mi stringe per la vita, mi guarda e mi sorride “Non avrei rinunciato per niente al mondo alla tua famosa torta.” Lo guardo sconvolta “E a passare la serata con te. Ti vogliono bene e lo fanno per te. È il loro modo di dimostrare il loro affetto.” Sbuffo “Potrebbero essere più discreti, però. Dio, Lorenzo, scusami. Mi sento mortificata.” Scuote la testa “Non hai motivo.” E mi da un buffetto sul naso “Sei troppo tranquillo, caro mio. Conta che dopodomani arriveranno il resto di zii e cugini e sono tutti cugini maschi … mooolto protettivi nei miei confronti. Sai com’è, sono l’unica Femmina della famiglia!” dico allusiva. Mi guarda sconvolto, solo per qualche secondo, poi sorride, scuote le spalle e mi bacia. Un bacio profondo, totalizzante, romantico, in grado di accelerare ancor di più i battiti del mio cuore e di sentire il suo in perfetta sincronia con il mio, come a creare una melodia, al suono della quale le nostre labbra danzano.
Restiamo in salotto a parlare, scherzare e baciarci. Quando ormai la notte volge al termine per far posto all’alba del primo giorno dell’anno, decidiamo di andare a letto. Mano nella mano, come siamo stati per tutta la serata, ci incamminiamo verso le nostre camere. Ci fermiamo di fronte alla mia e ci guardiamo per un tempo indefinito. Sorridiamo come due scemi e ci baciamo di nuovo. “Non avrei mai potuto desiderare un capodanno migliore di questo.” Mi dice sulle labbra e io pronta faccio le sue di nuovo mie. Sospiro nell’allontanarmi. Mi mancheranno in queste ora, ma domani saranno di nuovo mie, almeno credo e spero. Ho paura, una paura folle, ma non posso ignorare gli sguardi che ci siamo lanciati, i baci che ci siamo dati, il suono dei nostri cuori. Per questa sera, per questa notte, mi accontento di questo. Domani, o meglio oggi, come promesso, parleremo e sarà quel che sarà. Non credo potremo continuare ad essere solo amici. Insomma, è evidente che ormai siamo più di questo. Ma adesso non è tempo delle domande e dei dubbi. “Nemmeno io avrei potuto desiderare un capodanno migliore.” Annuisce “Dovremo ringraziare la tempesta di neve.” Sorrido “Mi è sembrato di essere in una favola.” Sono sincera. Non credo che ci sia favola più bella di quella che racconta la nostra notte di capodanno, con tanto di bacio di fine anno e inizio di quello nuovo. “Già.” Soffia sulle mie labbra, prima di rifarle sue con foga. “Buona notte, Celeste e buon anno.” Mi accarezza dolce una guancia “Buon anno, Lorenzo e sogni d’oro.” Un bacio a stampo e si allontana per chiudersi nella sua stanza. Sospiro e mi intrufolo nella mia, prima di afflosciarmi contro la porta. Un sorriso ebete sulle labbra e il cuore a mille. Questa è stata una delle notti più belle della mia vita. Fra qualche ora, alla luce del nuovo giorno faremo chiarezza su tutto. Non so chi siamo e chi saremo, ma adesso voglio solo crogiolarmi nel ricordo di queste ore.
Chi avrebbe mai immaginato che una tempesta di neve mi avrebbe portato un capodanno con sorpresa?


Angolo Autrice: Allora oggi ho fatto un altro esame, dite: che ce ne importa? Niente, volevo solo rendervi partecipi. Parlando seriamente, sono felice di aver scritto questa piccola storia. Era ispirata alla mia notte di capodanno e avrei tanto voluto che andasse proprio così, ma invece niente. Dovevo in qualche modo fare uscire questo desiderio e farlo realizzare da qualche parte in un mondo qualsiasi e ho scelto efp. Vi ringrazio per avermi tenuto compagnia in questi giorni ed essere tornati con me alla dolce atmosfera natalizia, in questi tempi di esami è stata la migliore delle cure. Ovviamente mi farebbe tanto piacere sapere cosa ne pensate di questo finale, spero sia di vostro gradimento.
Poi, vi segnalo sempre la mia raccolta "Amore in corsia" che credo presto si arricchirà di nuovi racconti.
Andiamo ai progetti; sto provando a scrivere una FF. Sapete che non è il mio genere ma ci sto provando, in realtà non so se mai vdrà la luce, forse era uno sfogo da esami. Vedreme. Se sarà così sarete i primi a saperlo. E in fine sto lavorando a una nuova originale. Voglio scrivere un po' perchè il prossimo sarà un semestre duro e se comincio a pubblicare non voglio lasciarvi per mesi ad aspettare, quindi voglio raccogliere un po' di materiale prima di iniziare. Tenetemi d'occhio!!! 
Adesso vi saluto e vi mando un grosso bacio. A presto, spero.
Chiara
  
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