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Autore: luciadom    23/02/2015    1 recensioni
Cosa provano veramente Inuyasha e Kagome, durante i momenti più importanti dei quattro Film dell'Anime?
Spero di avervi incuriosito! :)
Dal I CAPITOLO:
Kagome aveva scosso la testa, ricordando il viso severo di Kikyo poco prima di cadere nel pozzo mangia-ossa, il bacio che una volta le aveva visto rubare ad Inuyasha, senza che lui potesse ritrarsi rimanendone a sua volta sorpreso.
Sarebbe sempre stata al secondo posto … o almeno così credeva lei.
[...].
...

BUONA LETTURA!
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Inuyasha, Kagome, Kikyo | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gioie e dolori di un mezzo demone'
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Disclaimer: Personaggi, video, colonne sonore, e immagini che ho usato non mi appartengono e sono dei rispettivi autori.

NdA: Note pre-lettura J
Se vi fa piacere, leggete la prima parte, ascoltando “Inuyasha OST 1 – Dilemma”, (che se non sbaglio è propriamente quella della scena originale), mentre per la seconda, “Inuyasha OST 3 - Hutari No Kimochi (Two Hearts)”.
Non sono sicura che siano esattamente quelle tratte dal Film, ma io le ho ascoltate da Youtube mentre scrivevo e mi hanno aiutato a sentire meglio le scene.
Lo stesso film l’ho guardato da Youtube.
Ecco i link per le colonne sonore:

https://www.youtube.com/watch?v=tuw98Z2Ri6U

https://www.youtube.com/watch?v=Xce2aLq1shM

Ed ecco i link per il film completo o la parte specifica trattata nella storia:

https://www.youtube.com/watch?v=6fjSUH-n4cg&list=PLB227BF1787C3EB93

https://www.youtube.com/watch?v=EvnnM91LP8c

Buona lettura!

Un sentimento che trascende il tempo

Menōmaru  gliel’avrebbe pagata cara.
Aveva rapito Kagome e le aveva fatto chissà che cosa, forse un maleficio, e adesso teneva in scacco la sua volontà, controllava il suo corpo, facendola combattere contro di lui.
Come se lui avesse potuto farlo.
Sul ponte, quando lei gli era andata incontro in silenzio, strana, e lo aveva abbracciato, le aveva detto che avrebbe fatto meglio a tornare da Kaede per riposarsi.

-Non hai un bell’aspetto a dire il vero….-

Il sussurro appena appena percepibile di lei però, tra le sue braccia, aveva messo all’erta i suoi sensi, e non aveva avuto nemmeno il tempo di sorprendersi di quello che stava per accadere.

“Oh no, Inuyasha…! Ti prego, scappa!”

Subito dopo cinque artigli gli avevano trapassato il torace da parte a parte, togliendogli il respiro per il dolore e la sorpresa che proprio lei, la sua Kagome, gli stesse facendo una cosa simile.

-Kagome…?- la voce soffocata a pronunciare il suo nome, gli occhi ambrati a guardare la donna di cui si era innamorato inveire contro di lui.

Non era stata lei a farlo però.
Quella non poteva essere Kagome!
Aveva capito subito che il suo corpo doveva essere manovrato da qualcuno, qualcuno di potente se era riuscito a far presa sui suoi poteri di sacerdotessa.
E così aveva cominciato a scappare da lei, a cercare di evitare i suoi colpi, a bloccarle le mani, a persuaderla a risvegliarsi, sperando che la sua voce la raggiungesse.
In realtà Kagome aveva mantenuto la sua coscienza intatta.
Dentro di sé continuava ad urlare, a gridare verso di lui perché scappasse, perché si allontanasse da lei, ma le sue mani continuavano a colpirlo e dalle sue labbra non riusciva a far fuoriuscire nessun suono.
Era successo con Kaede e adesso stava succedendo con lui, e il solo pensiero di fargli del male, la feriva più della sofferenza che le stava infliggendo Menōmaru.
Nonostante la differenza tra loro, nonostante lei fosse un’umana e lui un mezzo demone, nonostante fossero di due epoche diverse, e nonostante la costante presenza di Kikyo, lei Inuyasha lo amava.

-Che cosa posso fare adesso?-

Inuyasha continuava a scappare, cercando disperatamente una soluzione.

-Come ha osato fare questo a Kagome? Maledetto Menōmaru, non te la perdonerò!-

Se solo se lo fosse trovato davanti avrebbe dato libero sfogo alla sua furia, gliel’avrebbe fatta pagare per tutto, per la sua maledetta vendetta contro la sua famiglia, per Kirara, Shippo, per Sango e Miroku e gli abitanti del villaggio, ma soprattutto per lei.
Si fermò in mezzo al bosco, ma Kagome lo aveva subito raggiunto alle spalle e adesso stava tendendo le braccia verso di lui, liberando un’onda d’energia tanto forte da scaraventarlo contro Goshinboku, senza che lui potesse evitarlo per quanto ci avesse provato.
Stremato dalle ferite stava iniziando a trovarsi in seria difficoltà, e quell’assurda lotta era ancora più difficile, perché lui non avrebbe mai potuto neanche lontanamente farle del male.
Chiuse gli occhi cercando di riprendersi, ma quando li riaprì il cuore gli si fermò per un istante.
Ai suoi occhi l’immagine di Kagome si confuse a quella di Kikyo, che adesso tendeva arco e freccia contro di lui.
Questa partì, e tra le fiamme si divise in altrettante lame lucenti che lo ferirono in più parti facendolo cadere di nuovo rovinosamente.
Rimase in ginocchio, una mano su una gamba e l’altra a coprirsi una ferita sul petto.
Sorrise sarcastico a quella visione, con un rivolo di sangue che gli fuoriusciva dalla bocca.
Si stava ripetendo la stessa scena di cinquant’anni prima, quando lui e Kikyo erano caduti vittime dell’inganno di Naraku, portando lui ad essere sigillato e lei alla morte.

-Insomma è andata esattamente come quella volta! … No! Perché lei non è Kikyo, è Kagome!- e proprio Kagome aveva adesso materializzato un arco tra le sue mani e lo stava puntando verso di lui.

“Inuyasha! Scappa! Ti prego!”

Kagome l’aveva di nuovo pregato di scappare, mentre era riuscita a recuperare una parte del controllo di se stessa.
Si era lasciata cadere in ginocchio, e adesso stava lottando contro una forza invisibile che le intimava di prendere la freccia da terra e di scoccarla.

“Non lo vedi?” aveva continuato, “Ancora non sono in grado di controllare i movimenti del mio corpo! Ho paura che… ho paura, che finirò per ucciderti!”

Lui si era alzato a fatica, non dandole retta.

-Maledizione!- aveva urlato per quanto il dolore delle ferite glielo permettesse. -Adesso basta, basta! … Accidenti! Non ne posso più di sentirmi dire di fuggire! Io non fuggirò! Non ho intenzione di andarmene … e lasciare te in questo stato!-

Kagome lo guardò senza dire altro, continuando a lottare contro il maleficio, ma ben presto dovette arrendersi a quella forza superiore alla sua.
Si rialzò, tendendo di nuovo l’arco contro di lui, soggiogata nel corpo ma non nella mente che continua ad essere vigile.
Ma non servì a fermarla.

“Inuyasha no! No! Noooo…!!!”

Gli occhi offuscati dalla maledizione si riempirono di lacrime.
La freccia partì e lo colpì al petto.
Lui non si era mosso. Non aveva tentato nemmeno minimamente di farlo.
Aveva solo sussurrato il suo nome, comprensivo e testardo come sempre.
Una cosa simile era già successa una volta, quando a lanciare un maleficio su di lei era stata Tsubaki, la sacerdotessa nera.
Allora era riuscita a rimandare indietro il maleficio, non senza patire e non senza difficoltà.
E lo stesso maleficio l’aveva combattuto e rimandato indietro anche Kikyo, cinquant’anni prima.
Era sicuro che con o senza di lui, presto o tardi la sua volontà avrebbe avuto comunque la meglio, anche in quell’occasione.
Un urlo di dolore e di rabbia.
E poi il nulla.
Kagome, ripreso il pieno controllo di sé solo dopo averlo ferito, corse da lui stringendolo e implorandolo di perdonarla, cercando di soccorrerlo in qualche maniera, ma Kikyo sopraggiunta lì, l’aveva cacciata via in malo modo, spingendola nel pozzo e costringendola a tornare nel mondo moderno.
Contro la sua volontà.

-Vattene!- Aveva detto. -Devi tornare nel mondo al quale appartieni, perché tu ed Inuyasha, non potrete mai stare insieme! Tu non appartieni affatto a questa epoca! Sei solo una straniera proveniente da un tempo diverso dal nostro!-

Così le aveva rinfacciato, con una cattiveria che un tempo non era stata la sua, ma che adesso era l’effetto di ciò che Naraku aveva fatto a lei e ad Inuyasha.
E Kagome, non aveva potuto fare altro se non cadere nel pozzo, e tornare a casa da sola.

-Tu non potrai stare insieme a lui, questo è certo. Tuttavia nemmeno io posso più sperare di farlo… essendo morta cinquant’anni fa …-

Kikyo guardò per un ultimo istante il pozzo, ora ostruito a causa dell’albero di Hyoga, per poi voltarsi e andarsene, seguita dai suoi inseparabili Shinidamachu.

***
Una lontana sensazione di calore lo risvegliò. Sentiva la presenza di Kagome lontana ed ovattata, lei non era con lui eppure paradossalmente la sentiva vicina.
Il vecchio Myoga aveva risucchiato via dal suo corpo tutto il veleno che aveva potuto, cadendo sfinito, e lui aveva aperto gli occhi chiamando lei.

“…Kagome?”

Appoggiato vicino all’albero, sentiva di avere un particolare contatto con lei.
Nel mondo moderno, contemporaneamente, Kagome si era avvicinata a Goshinboku stringendo in una mano i frammenti della sfera e poggiando l’altra alla corteccia.
Per un istante poco prima, sotto la neve, sollecitata dal nonno e da Sota non appena l’avevano vista arrivare, le era parso di vedere lui accasciato lì per terra. 
Era stata solo un’impressione eppure adesso lei lo stava sentendo …

-Lo sento. Riesco a sentire Inuyasha!-

…e lui stava sentendo lei.

-Kagome… Kagome sei tu?-

Sobbalzò, non appena sentì la sua voce.
Non appena lo aveva percepito Kagome aveva fatto aderire di più le dita alla corteccia, guardando verso l’alto quasi a cercare Inuyasha oltre i rami, dove sera solito salire a stendersi.

-Inuyasha! Le ferite! Ti senti meglio?-

Lui, dall’altro lato, faceva aderire la schiena al dio albero e guardava dritto davanti a sé, quasi a sperare di vederla ricomparire tra i cespugli, da un momento all’altro.
Non avrebbe potuta vederla veramente in quel momento, eppure la sua voce gli arrivava alle orecchie così chiara …
Ancora una volta erano in un certo senso uniti da Goshinboku, stavano comunicando grazie al loro albero.

-Sì… non preoccuparti, per così poco! Piuttosto, Kagome dimmi, sei lì vicina all’albero?-

Kagome esitò, prima di rispondergli.

-Io… sono tornata a casa. - gli disse semplicemente.

Preferì omettere la parte in cui era stata proprio Kikyo a mandarla via.
Sapeva quanto nonostante tutto, fosse forte il legame che Inuyasha ancora aveva con lei, e per quanto ne fosse gelosa … in quel momento non era proprio il caso.

-Tzè!- rispose sarcastico lui.

Aveva assunto il suo solito tono fintamente sprezzante, che soleva usare quando la prendeva in giro o la spronava facendola arrabbiare di proposito.

-E così ti sei data per vinta!-

Come aveva sperato, Kagome aveva ribattuto subito dopo: -TI SBAGLI! Io non… io non…-  si interruppe di nuovo, abbassando lo sguardo, ma non la mano dall’albero.

-…Che cosa?- aveva ripreso lui, più dolcemente.

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Kagome aveva scosso la testa, ricordando il viso severo di Kikyo poco prima di cadere nel pozzo mangia-ossa, il bacio che una volta le aveva visto rubare ad Inuyasha, senza che lui potesse ritrarsi rimanendone a sua volta sorpreso.
Sarebbe sempre stata al secondo posto … o almeno così credeva lei.

-No no niente …- mentì. -Chissà … forse io stavo davvero scappando!-

-Ah! Sei sempre la solita stupida!- di nuovo il tono che aveva la capacità di farla scattare.

-Che cosa sarei io?- aveva alzato il tono lei, calmandosi però subito dopo e rimanendo in silenzio, e lui con lei per chissà quanti interminabili secondi.

Lui, a capo chino e con gli occhi chiusi, teneva le bianche orecchie canine che a lei tanto piaceva toccare, tese, attendendo un altro segno da parte sua.
Kagome, anche lei concentrata e con gli occhi chiusi, aspettava da lui qualche altra parola, insulto, rassicurazione o qualsiasi altra cosa dettata dalla sua calda voce.
E a rompere il silenzio fu poi proprio lei.

-Inuyasha?-

-Ma allora… lo sapevo, se ancora lì Kagome? Si può sapere per quale motivo sei tanto preoccupata?-

Entrambi aprirono gli occhi, ritrovandosi proiettati l’uno di fronte all’altra, sempre vicino il loro albero secolare, sempre sotto la neve che continuava a cadere imperterrita per via dell’incantesimo di Hyoga.

-Io ho paura… di essere completamente inutile.- gli rispose triste lei. -Guarda, sono addirittura stata capace di ferirti, così pensavo che forse farei meglio a non starti più vicina … -  e lo credeva veramente, soprattutto dopo la discussione avuta con Kikyo.
C’era sempre la sua ombra tra loro.

-Ah sciocchezze!- la voce di Inuyasha risuonò alta e perentoria, decisa.

Come quando non ammetteva repliche. -Smettila di dire queste idiozie senza senso!-

Si era alzato e ancora un po’ barcollante le si stava avvicinando.
Lei gli andò subito incontro, sostenendolo.

-Inuyasha! Non devi muoverti, ricordati che sei ferito!-

Non ottenne subito una risposta, e né era preparata a quello che fece lui.
Inuyasha l’afferrò per le braccia e l’attirò verso il suo petto, stringendola subito dopo.
Le mani artigliate una sulla schiena e l’altra a sfiorarle i capelli.

-Kagome… io ho un disperato bisogno di te! Possibile che tu non lo abbia ancora capito?-

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Lei non gli aveva risposto subito, si era limitata a stringersi di più a lui e a piangere sulla sua spalla, sperando che quel sogno così reale non finisse più.

In quell’abbraccio metafisico, surreale, erano lontani eppure vicini, e in quel momento sentì di poter annullare ogni cosa attorno a sé.

-Grazie… Grazie, Inuyasha!-

Riaprì gli occhi, e si ritrovò di nuovo sola di fronte Goshinboku, sotto la neve.
La voce di Inuyasha che parve provenire dalla corteccia, rassicurante, la sollecitò di nuovo.

-Su, andiamo Kagome!-

-Hm hm!- Annuì, correndo subito verso la sala del pozzo.

Questo era bloccato anche lì però.
Quando era tornata all’albero e gli aveva detto che i rovi le impedivano il passaggio, lui le aveva consigliato di usare una freccia sacra.
Ma lei lì non ne aveva …
Poi, guardando le sue mani sulla corteccia, guardando il dito che lui le aveva a suo modo fasciato poche ore prima, quando si era tagliata e aveva sentito l’odore del suo sangue, ebbe un’idea.
Tolse l’arco e le frecce a suo nonno intento a pregare e a fare esorcismi per Goshinboku , e conficcò la punta della freccia nella sua corteccia.
Il suo potere spirituale si attivò, accendendole la speranza.
Scagliando la freccia verso il pozzo, tornò finalmente nell’Epoca Sengoku, per combattere di nuovo al suo fianco.
L’arrivo fu piuttosto turbolento, tanto che ricominciarono come sempre a litigare, sotto gli occhi rassegnati di Shippo.
A dire della vecchia Kaede invece quello di brontolare era il modo di lui, di esprimerle il sollievo e la felicità di rivederla.
Ma i loro epocali battibecchi furono ben presto abbandonati.
Come ogni volta, anche se quella era sembrata davvero dura, alla fine erano riusciti a battere Menōmaru, unendo i loro poteri e fidandosi l’una dell’altro.
Kagome lo aveva colpito con le sue frecce sacre ed Inuyasha aveva aumentato la potenza del colpo con Bakuryuha.
L’ennesimo demone era stato distrutto, e anche i suoi servitori grazie all’intervento di Miroku, Sango e persino del piccolo Shippo.

Subito dopo, mentre l’albero di Hyoga stava crollando, sulla via del ritorno in groppa ad Hachiemon, Inuyasha le aveva chiesto come si sentisse adesso.
Lei lo aveva rassicurato, anche se i suoi occhi non più ottenebrati erano per lui una conferma già più che sufficiente, e quando era stata lei, a chiedergli in quale stato fossero adesso le sue ferite, le aveva risposto come sempre, dicendole che il suo corpo, di costituzione più forte, guariva sempre più in fretta e che quelli non potevano neanche considerarsi graffi.
Kagome sorrise, volgendo poi lo sguardo vero l’orizzonte, e lui non si negò di fissare il suo profilo.
Curvò le labbra impercettibilmente, continuando a guardarla, e sperando che nessuno notasse la sua sicuramente aria imbambolata.

“Bentornata, Kagome…!”


NdA

Saaaalveee!!!
Eccomi di nuovo !!!
Come va?
Questa volta ho voluto cimentarmi, come avevo scritto nelle note della mia Shot precedente, “Al di là dei sogni”, in una storia a capitoli.
In realtà sarà una raccolta, dove mi ispiro palesemente ai Film cercando di approfondire un po’ lo stato d’animo di Inuyasha e Kagome in riferimento a determinate scene.
In questo caso ho preso dal primo Film, “Un sentimento che trascende il tempo”, i momenti che vanno dalla scena sul ponte, a quelli nel bosco, per poi arrivare a quelli vicino Goshinboku.
La maggior parte dei dialoghi sono presi quasi alla lettera, e solo la parte finale può dirsi leggermente cambiata.
Spero di non aver scritto una schifezzuola :D, e che l’esperimento sia riuscito! Ringrazio chi leggerà o/e lascerà un segno del proprio passaggio!
Non so di preciso quando aggiornerò, a parte gli impegni di tutti i giorni ho anche altre storie in altri Fandom, che piangono da mesi per essere aggiornate!
Al prossimo capitolo, “Il castello al di là dello specchio”!!!

Lucia

 

   
 
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