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Autore: Woody Lee    24/02/2015    0 recensioni
2001.
Billy ha 4 anni, troppo piccolo per capire gli adulti, troppo piccolo per il mondo.
Una delle più sconvolgenti storie mai scritte...almeno spero eh.
Ecco a voi, Requiem for a Friend
Genere: Angst, Thriller, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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8 settembre 2001
 
Le grida dei genitori continuarono per almeno un’ora.  Billy era sdraiato nel suo letto, sotto le coperte, il fratello non c’era più. Andy Miller si suicidò un mese prima. Il perché, nessuno lo sapeva.
Le ultime parole dette dal diciottenne Andy al fratellino di4 anni, Billy Miller, furono “Scappa!” e “Stammi bene Bibi”
Bibi, così veniva chiamato Billy quando era più piccolo, credeva fosse andato in vacanza.
Non capiva ciò che i genitori si gridassero, niente meno la ragione. Era piccolo, andava ancora all’asilo.
“E’ tutta colpa tua!” gridava una voce maschile
“Cosa c’entro io? Sei tu che non sei mai presente, sei sempre al lavoro e ti fai quella puttana della tua segretaria” rispondeva allo stessa modo una voce femminile
Michael Miller era un uomo d’affari, era il direttore di una banca nel New Jersey, la Jersey Bank. Sposò Beatrice Williams nel 1983, lei ventitre anni, lui ventisette. Erano giovani innamorati e lei gia era un simbolo della trasgressione femminile. Faceva la modella e con l’avanzare degli anni la bellezza non diminuì.
Dopo la morte di Andy, Michael e Beatrice, invece di sostenersi, si davano la colpa a vicenda. Quelle teste di cazzo avrebbero dovuto fare qualcosa, per Bibi.
“Mi fai schifo, SCHIFO!”
“Devi stare zitta!” Lui le diede uno schiaffo e il volto di Beaty si spostò su Billy, accanto alla porta.
Lei lo prese e lo riportò in camera.
Per quella sera, i coniugi Miller non litigarono più. Beaty come la chiamava il marito da giovane, dovette dormire sul divano in salotto, Michael dormì come un bimbo nel lettone. Tutto per se.
Billy non riuscì a dormire, invece. Aveva in mente il ricordo di quello schiaffo. Non aveva mai visto papà alzare le mani a mamma, probabilmente era la prima volta.
E non l’ultima, pensò, trattenendo le lacrime.
 
Per un bambino di quattro anni, pensare da grande è innaturale, se i genitori avessero scoperto prima che aveva in mente già da tempo di prendere la situazione in mano, gli avrebbero promesso che non avrebbero più litigato, che papà non avrebbe più alzato le mani, che mamma non avrebbe più detto parolacce…che sarebbero stati tutti e tre felici per sempre…ma lo sguardo di Billy era impenetrabile, se lo si fissava per un minuto, i suoi occhi penetravano i tuoi e ti sarebbe venuta un’emicrania pazzesca. Pazzesco.
Dopo gli attacchi alle Torri Gemelle, a Billy era vietato uscire dopo la scuola. I genitori ebbero paura, Michael ebbe un crollo inaspettato in borsa e quasi finirono in bancarotta. Ma quelli sono gli Usa, un paio di settimane e il loro conto in banca fu di nuovo pieno. Una cosa da niente, si disse Michael al lavoro.
Non che se ne fregasse delle duemila vittime di quel martedì, ma sicuramente era passato in secondo piano visto il piccolo, ma grave, problema con il conto bancario.
“Mamma, perché Ahmed non viene più a scuola” Beaty trasalì sentendo quel nome.
“Non voglio che tu pronunci quel nome, hai capito? Lui non è tuo amico! Non voglio nemmeno che lo incontri, capito Bibi?”
Billy, che non capiva proprio il motivo, non gli interessava niente ciò che la mamma diceva, quella sera sarebbe andato dal suo amico Ahmed.
Viveva in una casa molto bella, aveva due piani e un giardino dietro e un box accanto. I genitori di Ahmed Khaliddou, erano i titolari di un capannone dove producevano carta da parati nel New Jersey, anche se Billy non ha mai capito esattamente dove.
Per un bambino di quattro anni, scappare di casa dopo essere stato messo a letto dalla mamma, era un grosso reato in casa Miller. L’aveva fatto anche Andy quando aveva sedici anni. Voleva andare ad una festa con il suo migliore amico del tempo, Harry Hopper. Peccato che i genitori lo sentirono cadere dalla finestra, proprio mentre Andy si rompeva il braccio.
No, lui sarebbe uscito dalla porta d’ingresso, verso le sette di sera, quando i suoi erano impegnati a litigare, appena tornato papà.
 
Come previsto i suoi erano nello studio di Papà a gridarsi contro, Billy striscia con le scarpette a strappo dei Power Rangers verso la porta d’ingresso.
“La banca mi ha dato l’ok per un altro anno, sono a posto!”
“Sei? Sei a posto? E alla tua famiglia non pensi? Chi siamo? Ti giuro, sui nostri figli, che se ci lascerai ti rovino!”
Billy sentì quelle parole. Sui nostri figli. Nostri. Figli. Andy.
Uscì di casa velocemente, gli mancava il fratello, aveva qualche dubbio sulla sua partenza, non sapeva che era morto.
Ahmed abitava non molto lontano, 3 isolati più giu, sulla Magnum Road. Ci impiegò 15 minuti ad arrivarci, Le luci al piano inferiore erano accese, staranno cenando, pensò.
Bussò.
Una signora con lunghi capelli neri con qualche capello bianco all’attaccatura, gli sorrideva un po’ sorpresa.
“Billy, che ci fai qui?” diede qualche occhiata in giro alla ricerca dei genitori.
“C’è Ahmed?”
“Ehm…si, entra pure”
L’atrio era davvero accogliente, un grande tappeto marrone con molte decorazioni, veniva dalla Tunisia, a destra la sala da pranzo arredato alla bell’e meglio, un tavolo e un camino spento, a sinistra il salotto, con un divano verde e una poltrona rossa, su di essa c’era seduto il signor Khaliddou che reggeva una tazza e guardava la tv in cui venivano trasmesse fino alla nausea le orribili immagini degli aerei che andavano a sbattere contro le torri.
Ahmed scendeva le scale che si trovavano proprio davanti a Billy.
Il bambino lo vide e corse immediatamente di sopra senza dire niente. La madre lo guardò preoccupata, poi si rivolse a Billy immobile.
“Sei da solo?”
il bambino annuì
“Perché non Sali?”
Billy avanzò e salì i gradini con molta calma. Ahmed era chiuso nella sua stanza, era seduto sul suo letto.
I due erano grandi amici, passavano le giornate sempre insieme, ma dopo gli attacchi al Word Trade Center, Ahmed smise di andare a scuola, per paura di essere aggredito, per la vergogna, per il suo colore della pelle.
A Billy non fregava un cazzo di ciò che si diceva in giro sui terroristi e sugli stranieri. Lui era amico di Ahmed da tanto e non voleva perderlo.
“Ciao Ahm” Billy Sorrideva
“Ciao Billy” Ahmed aveva la testa abbassata
“Pensi anche tu le cose che dicono su di me?”
“Quali cose?”
“Terrorista” lo disse a voce bassa per evitare di farsi sentire dai genitori, come se fossero dietro la porta.
“No, tu non lo sei, hai 4 anni!”
I due bambini rimasero a giocare con le costruzioni per due buone orette, poi la madre di Ahmed venne ad avvisare Billy che si è fatto tardi.
“Verrai a scuola domani?”
Ahmed fissò la madre e lo guardava.
“Non lo so”
Billy ritornò a casa venti minuti. I suoi genitori hanno smesso da tempo di litigare e in casa regnava il silenzio.
Entrò senza preoccuparsi della presenza alla sua destra. Sua madre se ne stava seduta appoggiata allo schienale della sedia.
Billy si tolse le scarpe facendo abbastanza rumore da essere notato. Ma sua madre non si mosse.
Starà dormendo, pensò facendo spallucce.
Si diresse verso le scale che portano al piano di sopra, dove c’è camera sua, ma si bloccò mettendo il piede sul primo gradino.
Si girò e andò lentamente al fianco di sua madre. Aveva gli occhi chiusi, era pallida. Ai polsi, due fasce rosse macchiate di bianco ai lati. Tolse i fasci e scoprì diversi tagli sulla pelle. Quelle fasce erano bianco macchiate di rosso, di sangue. Sua madre era morta così, così come morì Andy, uccidendosi.
Billy non capiva, mise le mani sopra i polsi della madre, li strinse e la bacio sulla guancia.
Con un ditino le spostò una ciocca di capelli dall’occhio.
“Mamma” Disse sottovoce non riuscendo a trattenere le lacrime. Spostò lo sguardo sulle scale pensando a suo papà. Probabilmente non si è accorto di nulla.
Diede un ultimo bacio alla sua mamma, perché lui le voleva bene, la sua mamma, ora non c’era più.
Entrò in cucina e rovistò in diversi cassetti prima di trovare ciò che cercava, un grosso coltello da cucina e salì le scale con calma, come a casa di Ahmed.
La camera da letto dei suoi genitori era la prima porta a destra, la aprì,  Billy entrò.
Era buio, le tapparelle erano abbassate. Suo padre russava debolmente, le coperte spostate a lato.
Billy si avvicinò a lui e pensando alla sua mamma lo trafisse più e più volte. Piangeva, un ultimo colpo alla gola, anche suo papà morì, così come è morto Andy, indifeso.
Ahmed sarebbe andato a scuola il giorno dopo, grazie a lui.
Billy no invece, non sarebbe andato a scuola, non più.
Si uccise anche lui.
 
18 settembre 2001
 
 
 
 
  
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