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Autore: I_Am_Broken_    24/02/2015    3 recensioni
"El amor no es algo que se elige, se siente... no importa nada, ni la edad, ni la plata nada de nada, cuando el amor llega, llega y atenete a las consecuencias, cuando dura es hermoso, Pero una vez pasado, es el peor momento, cuando llega la tristeza. Pero es bueno luchar por lo que uno ama o quiere, siempre es bueno luchar por el amor’’
Xavier è un ragazzo straniero, per il lavoro del padre è costretto a trasferirsi in Italia in modo definitivo.
Inizialmente era eccitatissimo per l'idea di avere nuovi amici e una vita nuova, però poi i dubbi presero il sopravvento.
Quello che pensava essere un nuovo inizio, si dimostrò essere solo un triste incubo.
Ma non tutti gli incubi sono destinati a durare in eterno, prima o poi la luce arriva.
La luce di Xavier si chiamava Alessandro.
Genere: Fluff, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Te amo y no debes dudar



‘’El amor no es algo que se elige, se siente... no importa nada, ni la edad, ni la plata nada de nada, cuando el amor llega, llega y atenete a las consecuencias, cuando dura es hermoso, Pero una vez pasado, es el peor momento, cuando llega la tristeza. Pero es bueno luchar por lo que uno ama o quiere, siempre es bueno luchar por el amor’’



Capitolo 1
Nunca creì en la felicidad




Xavier si era trasferito in Italia con la famiglia, per il lavoro di suo padre.
L’estate l’aveva passata da solo, l’unica compagnia che aveva era il suo gatto Iorik , non vedeva l’ora che la scuola iniziasse, per fare amicizia con qualcuno.
Mancava ancora un mese, decise di usarlo per imparare meglio la lingua, sperando di annoiarsi di meno.
Quel mese passò velocemente per lui,  scoprì quanto la lingua italiana fosse difficile, e trovò anche un parco vicino a casa sua, lo trovò un bel posto dove passò molte giornate a studiare.
Vide molti ragazzi passargli davanti, lo guardavano in modo strano, come se stessero guardando un fantasma.
Si disse che sicuramente lo guardavano in quel modo perché era nuovo e non lo avevano mai visto prima.
Abitava in un piccolo appartamento, molto piccolo ma comodo.
I suoi genitori erano sempre via per lavoro, il suo nonno Edmundo dormiva sempre, e quando era sveglio si metteva ad urlare cose strane riguardo alle galline del suo pollaio, povero nonno, lui non aveva ancora realizzato che erano in Italia da quasi tutta l’estate e che non avrebbe mai più rivisto il suo piccolo allevamento di polli.

Mancavano pochi giorni  al inizio della scuola, Xavier era eccitatissimo e non vedeva l’ora di cominciare le lezioni e incontrare i suoi nuovi compagni.
Sua madre gli aveva comprato tutto l’occorrente per le lezioni e glielo aveva poggiato sulla piccola scrivania che aveva in camera, vicino al computer.

Xavier mise ciò che gli serviva per il primo giorno nella sua cartella e poi si guardò allo specchio, mancava solo un giorno.
Di colpo, tutti i suoi pensieri felici e la sua eccitazione si prosciugarono come un fiume in secca.
Iniziò a porsi domande , aveva  paura di quali potrebbero essere state le risposte però.
E se non lo avessero accettato?
Se lo avessero rifiutato?
Se lo avessero preso in giro?
Lui si sentiva molto diverso da loro, non sapeva bene la lingua  e aveva un colore di pelle diverso.
All’iniziò pensò a quel trasferimento come un modo per rincominciare da capo.
Ma se invece fosse stato peggio?
Se lo avessero picchiato e derubato anche li in Italia?
E se avessero scoperto che non era più interessato nei ragazzi che le ragazze? No, non lo avrebbero scoperto o sarebbe stato tutto orribile fino dall’inizio, si disse.
Quella sera non mangiò, forse per l’emozione, ad ogni modo di solito mangiava pochissimo, infatti era molto magro.
Dormì pochissimo, si svegliò presto.
Si fece una doccia fresca  per svegliarsi meglio e poi si asciugò i capelli, sistemandoli.
Si mise i suoi vestiti migliori e il suo paio si scarpe preferito poi si guardò allo specchio soddisfatto di se stesso.
Guardò l’ora e corse a prendere la borsa di scuola, uscì di casa e andò alla fermata del tram.
Il viaggio fu abbastanza lungo e Xavier lo trascorse guardando sorridente fuori dal finestrino.
Scese insieme a tutti gli altri ragazzi nel cortile della scuola.
Si fermò un attimo per osservare meglio l’edificio e ciò che lo circondava, era un posto bellissimo  e molto verde, e l’edificio sembrava molto antico.
Qualcuno lo urtò , era molto più grosso di lui.
- Ma che cazzo ti fermi in mezzo alla strada coglione? – Chiese arrabbiato il ragazzo, per poi girarsi e continuare la sua strada verso la scuola.
Subito Xavier cambiò il suo sorriso in un espressione molto triste, non aveva capito molto bene quello che il ragazzo gli aveva urlato contro, ma di sicuro non era qualcosa di carino.

Entrò nel corridoio principale per poi andare alla portineria, una bidella lo accolse con un sorriso.
- Xavier Hidalgo Vargas? -
- Emm .. Si -
- Sei in seconda A , ti accompagno. -
- Grazie. -
Xavier seguì  la bidella fino alla classe, lei bussò alla porta e  poi la aprì.
- Ragazzi avete un nuovo compagno! -
Disse la bidella, poi se ne andò lasciando Xavier li da solo.
Fu accolto dalla professoressa e entrò timidamente.
- Su, presentati a la classe. -
Gli disse la professoressa sorridendo.
Xavier era molto timido e si stava vergognando tanto.
E se lo avessero preso in giro per il suo accento?
Decise di fregarsene.
- Em ..  – Era molto esitante – Y-yo .. Mi lliamo Xavier, Xavier Hidalgo Vargas. -
- Non sei italiano? – Gli chiese la professoressa, curiosa.
- No, sono argentino, mio padre è spagnolo e mia madre è argentina, però ho passato più tempo la in Argentina. -
- Oh molto bene, come ti trovi qui? -
- Bene signora .. -
No, in realtà si sentiva inferiore agli altri, erano tutti molto diversi da lui, si vestivano in modo diverso, osservò un po’ la classe, stavano tutti ridacchiando e bisbigliando tra loro.
E se stessero ridendo di lui?
- Puoi sederti la, nel banco vuoto tra Ilaria e Alessandro. -
La professoressa indicò un posto e Xavier vi si sedette, sotto lo sguardo giudizioso si tutti, che iniziava a pesargli abbastanza.
Guardò la ragazza di fianco a se e le sorrise, lei lo guardò schifata invece.
- Non parlarmi, sfigato. -
Xavier non sapeva cosa volesse dire ‘’ sfigato ‘’ , però si girò con la testa china sul banco e si disse che no, non sarebbe cambiato nulla.
Non sarebbe stato felice nemmeno li, ma dopotutto .. Lui non aveva mai creduto nella felicità.



Angolo Autore:

Hola todos :’)
Esta es la primera historia que escribo en este sitio! :D
Spero di non avere sbagliato troppe parole e che la storia vi piaccia.
Ringrazio molto Nathan_BvB_97_ e sere_rainbow_biersack per avermi aiutato a fare meno errori di linguaggio.
Al prossimo capitolo!
Hasta pronto! :)







 
   
 
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