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Autore: Sundy    11/02/2005    4 recensioni
un tributo d’amore pagato in frammenti senza senso di pergamena scolorita a un libro che ho amato forse più di ogni altro… Cien años de Soledad “Encadenado a Macondo sueñan con José Arcadio, y antes el la vida pasa haciendo remolinos de recuderdos…”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  Empiézo mi viaje sentado en los detalles de la contemplacìon los dibujos del piensamento

Ho fatto un sogno stanotte. Alle quattro del mattino i miei occhi si sono aperti e le mie labbra hanno liberato un grido d’orrore, stridulo, rappreso in se stesso come lo strillo di un gattino affogato. Ho sognato un indio dagli occhi polverosi e incavati nel cranio, le mani sanguinanti e le croste di terra negli arruffati capelli neri. Era seduto ad un tavolo, ammanettato, dei gendarmi lo stavano interrogando su verità enigmatiche che l’uomo diceva di non conoscere.. il suo silenzio era rotto solo dal gorgogliare di una voce che sembrava un rigurgito e ripeteva di non sapere niente, mentre il suo carnefice infieriva sulle unghie delle dita. L’uomo rispondeva con la stessa cantilena ignorante vomitata del profondo dello stomaco. Altrove, ma nello stesso sogno in bianco e nero, una vecchia india borbottava stancamente la stessa litania, trascinando i piedi tra le bacinelle contenenti il segreto che il lamento guajiro del prigioniero politico del mio incubo diceva di non conoscere. Circondato dalle mosche, in fondo a uno degli orinali, giaceva il cadavere di un feto umano.

Il grido di orrore ha scavalcato le tenebre del sogno e ha trafitto il silenzio con la sua stremata violenza. Avevo il naso gelato.

Ci sono disegni colorati sulla parete del cortile della scuola, mucche case, soli rotondi…

Odore di gesso, di polvere, di polvere da sparo…

I disegni si scoloriscono con anni di piogge ininterrotte. Il pelotòn de fusilamento è una costante quasi farsesca del dramma…

Il buzzone è commoventemente innamorato di Remedios la bella 

Aggrovigliato nei capelli e nelle vesti di Santa Sofia, Arcadio finì per rovesciare un barattolo di peperoncino macinato, ma non se ne accorse fino a che la polvere rossa non gli penetrò nella carne attraverso le screpolature delle mani, quelle stesse mani che la spargevano sui seni e sui fianchi della sua donna, dove le sue labbra la raccoglievano un istante dopo, finchè  ogni centimetro della sua pelle, le mani, gli occhi, le braccia, il collo, le labbra, non cominciò a bruciare in modo insopportabile…

Le leggi della genetica di popolazioni  permettono di stimare numericamente il grado di inincrocio dell’ultimo dei Buendìa di Macondo con un calcolo elementare. Zero virgola zero seicento venticinque. Ma questo numero non può essere considerato esatto perché un singolo salto nella linea genealogica rende impossibile calcolare la correlazione diretta tra Aureliano Segundo e suo nonno Josè Arcadio, che era portatore di un altro numero, più piccolo, associato al suo grado di inincrocio. Quell’anello che vanifica il tutto porta il nome di Josè Arcadio Buendìa, ma tutto il paese lo chiama Arcadio, e lui stesso non si chiama, talvolta, Buendìa. Per colpa sua è impossibile ottenere l’equivalente numerico di un destino segnato da una rete di sangue intrecciato su se stesso. Se lui lo sapesse, non ne sarebbe felice…

 

Todavia, las nalgas de mujer son mejor para el baìle..

Ballarono sui violini, le armoniche e i tamburi, quella notte, sulla piazza grande, come avevano sempre saputo ballare senza averlo mai imparato, su flauti andini e battimani di fate, come avevano sempre fatto tutti,  dal giorno remoto in cui latini e indios, irlandesi e masai avevano portato in quella terra il ritmo serrato, i fischi e i salti di un waltzer di popoli diseredati...I fuochi bruciavano nella piazza illuminando i vivi come se fossero stati spettri e gli spettri come se fossero vivi, gli occhi neri di Arcadio che credeva di non essere un Buendìa bruciavano insieme a quelle braci, i piedi nudi da contadino del maestro di scuola si sporcavano di cenere nel riverbero arancio del lambire di fiamma… Passi di danza riflessi sui falò di apocalissi concentriche, non sapeva se urlare di rabbia o di gioia mentre la bestia di rivoltava sotto la sua camicia di cotone sudato di fuoco e il suo corpo si stremava nel frastuono della fiesta che sembrava un massacro, nella danza infernale, l’incalzare della musica, l’incalzare dei passi, canzoni guajire, sabor the humo y de sangre…

il sangue che colava dai polsi dell’italiano cadeva educatamente sui tasti neri del pianoforte arricchendo i rotoli della pianola di inosservati bemolle e dimenticati diesis. Maledetto egoista.

 

Un avvocato dai baffi impomatati chiese al colonnello di fargli l'onore di partecipare al ballo ufficiale sopra il tappeto rosso di velluto fiammingo e le ossa di più di tremila e cinquecento formiche morte in una stazione affollata, tra i vapori della calce viva. Il colonnello, con la rabbia che gli sbiancava le labbra sottili rispose che il tempo dei waltzer era stato sepolto nel pomeriggio afoso dell'ultimo lunedì del mondo, e che, se anche ne avesse ricordati i passi, mai e poi mai li avrebbe ripercorsi per il sollazzo di un paio di cornuti mascherati da primi ministri, nati servi e morti più poveri dell'ultimo dei pezzenti.

 

Aureliano le aveva insegnato molte cose, ma dal primo passo del waltzer era stato costretto a rassegnarsi al fatto che la piccola Remedios sapeva guidarlo più abilmente di quanto lui non avesse mai saputo guidare lei. Era come se la musica la tenesse per mano..

 

all’avvicinarsi della morte, la musica sale, all’avvicinarsi della morte, il silenzio scende, e il silenzio porta con se pensieri, y el silenzio, come la guerra, porta con se terrore …

por questo motivo i soldati sono sempre così rumorosi…….

.. nell’ombra di cotone marcio della sua tenda il colonnello sentiva il loro cachondeo, ma non li osservava, scriveva come un esaltato poesie di gesso su pezzi di pergamena sudicia ritagliati da profezie sporche di terra..

il plotone di fucilazione è un disegno sproporzionato e approssimativo sul muro posteriore della scuola… Remedios lo cancella con uno straccio nero stretto nella mano e al suo posto disegna un sole rotondo con raggi gialli tutto intorno…

non erano i pescaditos de oro ad avere gli occhi di smeraldo, ma il colonnello ci pensava con una consuetudine che, con il passare degli anni e il confondersi dei suoi ricordi, l’addormentarsi dei suoi sensi e il putrefarsi delle sue emozioni, si era trasformata in realtà.

Nostra figlia si sarebbe chiamata Soledad e forse avrebbe spezzato il circolo…

..se non dormi dimentichi, ma dormire non è in fin dei conti così necessario.

  
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