Fanfic su artisti musicali > Super Junior
Ricorda la storia  |      
Autore: LockAmer    25/02/2015    3 recensioni
Kim Jongwoon odia il servizio militare.
Lo odia perché in quel posto ci ha passato i due anni peggiori della sua vita.
Lo odia perché in quel posto non ha incontrato nessuno di gentile, nessuno che gli desse il buongiorno la mattina e la buonanotte di sera, nessuno che gli chiedesse come stava e che non credesse ai suoi “sto bene”, detti meccanicamente, come se fossero una cosa ovvia.
Kim Jongwoon odia il servizio militare per molte ragioni, anche piuttosto ovvie, ma quella peggiore è che il suo ragazzo ci andrà tra meno di venti giorni e lui non è pronto.
|Kyusung!| Military Service!|
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kyuhyun, Yesung
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Now, I'm ready.


Kim Jongwoon odia il servizio militare.
Lo odia perché in quel posto ci ha passato i due anni peggiori della sua vita.
Lo odia perché in quel posto non ha incontrato nessuno di gentile, nessuno che gli desse il buongiorno la mattina e la buonanotte di sera, nessuno che gli chiedesse come stava e che non credesse ai suoi “sto bene”, detti meccanicamente, come se fossero una cosa ovvia.


Kim Jongwoon odia il servizio militare per molte ragioni, anche piuttosto ovvie, ma quella peggiore è che il suo ragazzo ci andrà tra meno di venti giorni e lui non è pronto.


Non è pronto a non vederlo più per due anni, non è pronto a non sentire più i suoi “ti amo” e le sue continue prese in giro, non è pronto a non vederlo più giocare ai videogames fino a notte fonda e non è pronto a vederlo senza quei bellissimi capelli che ama accarezzare dolcemente.
Jongwoon ha paura, paura che il suo ragazzo non riesca a superare tutto quel dolore, tutta quella solitudine, tutte quelle lacrime trattenute per paura di essere classificato come piagnone, come quello che piange la notte perché gli manca la eomma.
Lui ci è passato, sa cosa vuol dire stare in quel posto per due anni, ha pensato più volte di fare qualcosa di stupido, qualcosa che non avrebbe mai immaginato neanche di prendere in considerazione, ma poi aveva pensato a Kyuhyun e ai suoi “ti amo” e aveva stretto i denti, imponendosi che sarebbe stato forte.
All'inizio credeva di farcela, credeva in una forza che in realtà non aveva mai avuto e che probabilmente nessuno possedeva.
Non riesce a vedere Kyuhyun in quel posto così sporco e rude, sembra così sbagliato, sarebbe come vedere un puntino bianco su uno sfondo nero.
Sa che è forte, ma sa anche che quel posto la tua forza prima la accartoccia e poi la butta nel cestino, come si fa con i fogli di carta poco importanti.


Jongwoon sa tante cose che non vorrebbe sapere e che Kyuhyun saprà presto, anche se contro la volontà di entrambi.


Questi pensieri lo perseguitano da mesi, da quando quella data ha iniziato ad avvicinarsi e lui a sentire un bisogno disperato di fare l'amore ogni notte, non curante della stanchezza di entrambi, e a Kyuhyun andava bene, anche lui capiva il reale motivo di quei gesti così bisognosi e disperati.
Pensa a quello, Jongwoon, mentre si rigira insistentemente tra le coperte del letto di Kyuhyun, perché ormai dorme lì da un paio di mesi con un tacito consenso del proprietario.
Inspira il suo profumo così da non dimenticarlo mai.
Lui non è ancora rientrato, anche se dovrebbe tornare a momenti a causa di uno stupido impegno riguardante qualcosa che neanche sa.
Gli manca, gli manca anche se si sono visti solo quella mattina per fare colazione insieme.
Gli manca perché vorrebbe passare ogni singolo secondo con lui perché due anni sono tanti e lui, che sarebbe dovuto essere il primo a rassicurare il suo ragazzo, non gli aveva ancora parlato, tanto meno accennato quell'argomento.
Come se le parole fossero dei ramoscelli che cercavano di andare controcorrente.
Vorrebbe tanto essere forte come Kangin che gli aveva dato una pacca sulla spalla seguita da un “Stringi i denti, andrà tutto bene, il tempo passa in fretta”, ma lui non può, non ci riesce.
Non riesce a mentirgli con un “Andrà tutto bene”, preferirebbe dirgli “Sarà un inferno, ma lo supererai perché devi”, ma è anche troppo codardo per dirgli una cosa del genere.
E' troppo codardo per dirgli che quei due anni sembreranno duecento, di non sperare troppo, perché in quel posto, la speranza è la prima a morire.
Se potesse lo nasconderebbe pur di non farlo partire per quel luogo che lui ha tanto odiato.
Si rigira nel letto ancora una volta quando sente dei passi nel corridoio e lo sa prima di vederlo entrare dalla porta che è tornato da quel dannato impegno che lo ha tenuto lontano da lui.
“Dovresti dormire, scemo.” borbotta Kyuhyun, lasciando cadere la borsa sul pavimento, e dopo essersi tolto scarpe e pantaloni si intrufola sotto le coperte con lui, stringendolo possessivamente a se “Smettila di pensarci” ed è solo un sussurro.
Jongwoon deglutisce e si rigira nell'abbraccio, in modo di potersi accoccolare meglio contro il corpo caldo del minore.
Non vuole intraprendere quel discorso, non ci riesce, deve prima realizzare che non vedrà Kyuhyun per due anni. Due fottutissimi anni.
E lo realizzerà solo quando succederà, probabilmente.
E forse così farà ancora più male, sarà come essere colpiti in pieno petto dalla consapevolezza.
Consapevolezza che lui non vuole avere.


Alza lo sguardo e bacia le labbra del minore, un bacio casto, puro, un bacio che sa di casa.
“Jongwoon, ne dovremmo parlare...per te, non per me.” sussurra, accarezzandogli dolcemente la guancia sinistra e alzandogli il volto verso il suo, ma lui scuote la testa ancora una volta.
“Com'è andata la giornata Kyu?” è sempre bravo a cambiare discorso, potrebbero dargli un premio.
“Mh, al solito. Mi sei mancato, idiota.” e quell'idiota alla fine di ogni frase lo aggiunge sempre, come se fosse di vitale importanza. Però si sente davvero un idiota, quindi non fa altro che stringersi maggiormente contro il suo corpo e infossare il volto nel suo petto, mentre il minore gli accarezza i capelli.
Quelli sono i momenti che entrambi preferiscono, quelli in cui sono l'uno nelle braccia dell'altro, quei momenti in cui non c'è nessuna telecamera ad osservarli e giudicarli.
“Anche tu..” mormora di rimando, e lo dicono ogni sera.
Ogni sera viene pronunciato un “Mi sei mancato” e un “Anche tu” come risposta.
“Hyung..” sussurra Kyuhyun, mentre inizia a baciargli dolcemente il collo e intrufola una mano sotto la maglietta del maggiore, accarezzandogli gli addominali.
“Mi chiami così solo quando vuoi qualcosa, è crudele lo sai?” borbotta, soffocando una risata contro il suo petto. Ma Kyuhyun lo ignora e prende un lembo di pelle tra i denti, succhiandolo fino a quando non diventa rosso e ben in vista, è il suo modo di marchiarlo, di fargli capire che è suo e di nessun altro, che solo lui può toccarlo.
“Kyu..” mugola, prima di levargli velocemente il maglione e percorrergli il petto con le mani, fino agli addominali e poi giù fino a quella cicatrice che Kyuhyun odia tanto; la delinea con l'indice, per poi chinarsi e lasciarci sopra un soffice bacio. Un bacio che sa di protezione.
Quella cicatrice è simbolo di sofferenza, ma è simbolo anche di speranza.
Kyuhyun è sfuggito alla morte, riuscirà a superare anche quello.
Continua a pensarci, anche mentre viene spogliato di tutti i vestiti e i baci si fanno più intensi.


Fare l'amore con Kyuhyun è la cosa più bella del mondo, il sentirsi completo, il sentirsi amato sono le cose più preziose.
Quando Kyuhyun entra in lui non fa male, solo un leggero dolore, ma lui piange lo stesso.
Piange perché sa che è una delle ultime volte, piange perché può sentire Kyuhyun che gli sussurra dolci parole all'orecchio a ritmo con le spinte.

“Jongwoon, baciami”
“Jongwoon, amami.”
“Jongwoon Jongwoon..”
“Jongwoon, sei bellissimo”
“Jongwoon non piangere.”
“Woon perché piangi?”
“Woon non fare così”
“Jongwoon, andrà tutto bene.”


“Jongwoon ti amo”
“Anche io Kyuhyun” e si baciano. Ed è un bacio che sa di un “Non mi lasciare” mai pronunciato e di un “Ho paura” come muta risposta.






Mancano dieci giorni alla partenza di Kyuhyun e Jongwoon lo sta accompagnando a tagliarsi i capelli.
Quei bellissimi capelli con cui giocherella ogni sera, stretti l'uno nelle braccia dell'altro, quelli che tira quando fanno l'amore, quelli tra cui lascia dolci baci in un momento di tristezza.
Quei capelli che entro un'ora non ci saranno più e che verranno buttati nella spazzatura, come se non fossero importanti. E lui vorrebbe urlare che non è così, che sono importanti, di non farlo e che ne ha bisogno.
Ma, in fondo, anche lui sa che il vero problema non sono i capelli, ma quello che succederà dopo.
Il vento invernale spazza via le foglie dalla strada e le sparpaglia per la strada, alcune vengono pestate dai passanti, altre invece giacciono ai lati di essa, destinate a essere spazzate via.
Guarda quelle mentre Kyuhyun canticchia distrattamente “It has to be you”, mentre guida per le vie di Seoul, gli sembra la cosa più interessante da fare in quel momento. Tutto pur di non pensare a quello che avverrà.
Ma quando riconosce il viale della casa del maknae sbatte più volte le palpebre e si gira verso di lui, chiedendo spiegazioni, ma lui si limita a scuotere la testa e parcheggiare la macchina.


La casa di Kyuhyun è calda ed accogliente, ma estremamente silenziosa.
Si guarda intorno, non che non l'abbia mai vista, ma qualcosa e cambiato, solo che non riesce a capire cosa.
La fotografia di loro due insieme è sparita.
Quella di Kyuhyun con in mano una delle sue adorate tartarughe ha fatto la stessa fine.
Quella dove erano sul palco e cantavano “Your Eyes” anche.
Lo guarda accigliato, è confuso, non riesce a capire il motivo di quelle assenze, ma Kyuhyun gli rivolge un dolce sorriso “Voglio portarmi dietro qualcosa di noi, qualcosa di te” e Jongwoon capisce.
Per la prima volta capisce che Kyuhyun è spaventato quanto lui, che non è il solo a soffrire e si sente in colpa, si sente in colpa perché sente di non avergli dato il sostegno di cui aveva bisogno, si sente in colpa perché aveva sempre creduto ai suoi “Sto bene, va bene” e non aveva pensato ai suoi sentimenti.
Si porta una mano davanti alla bocca, come se quel gesto potesse racchiudere tutto quello che prova, e alza lo sguardo verso di lui, che lo guarda interrogativo.
Vorrebbe dirgli di non guardarlo così, di non guardarlo proprio, di lasciarlo lì fino alla fine dei suoi giorni.
Ma l'unica cosa che sa fare è avvicinarsi e abbracciarlo forte, il volto infossato nell'incavo del suo collo nel quale soffoca i singhiozzi, come se quel gesto fosse di vitale importanza.
“Jongwoon yah..” gli accarezza lentamente i capelli e lascia qualche dolce bacio tra di essi “Non fare così..va tutto bene” sussurra.
“No che non va bene” e finalmente ha trovato la forza di rispondere “Non ci sono stato Kyuhyun, non ti sono stato vicino...io avevo solo paura, ecco, Kyu perdonami” singhiozza senza fine, le lacrime scendono e non c'è nessuna diga a fermarle.
“Jongwoon...non fare così, non hai niente per cui scusarti...” ridacchia e gli asciuga le lacrime con il pollice. “Ho solo una cosa da chiederti”
“Tutto quello che vuoi” mormora.
“Tagliami i capelli, Jongwoon” e forse, insieme, riusciranno a superarlo.


L'immagine di Kyuhyun è riflessa nello specchio appeso al muro, è seduto su una sedia e dietro di lui Jongwoon gli accarezza dolcemente i capelli in un silenzioso addio.
Pensa che forse sta esagerando perché, effettivamente, non sta andando in guerra, ma quando guarda i suoi occhi e pensa che non li vedrà per quasi due anni il dolore torna.
Gli prende una mano e gliene accarezza il palmo disegnando piccoli cerchi invisibili sulla pelle, mentre pensa, pensa a tutto e pensa a niente.
“Khyuhyun...” mormora.
“Deh?”
“Come farai senza videogames?” e il minore ridacchia, per poi mostrargli fiero il proprio cellulare “Versione portatile, l'ho pagata un sacco, ma ne è valsa la pena” esclama.
“Uh, allora sei proprio attrezzato eh” ridacchia.
“Certo, ho scaricato tantissimi giochi per tenermi impegnato e ho anche un libro di matematica”
La matematica, Jongwoon, la odia. Proprio non riesce a capire tutte quelle formule e quelle regole, per lui insensate, da applicare e imparare.
La matematica, Kyuhyun, l'adora. Alle superiori aveva anche vinto un concorso e non aveva neanche faticato, formule e regola da applicare per lui erano qualcosa di estremamente facile e lo sono tutt'ora. Infatti, quando è annoiato, si diverte a fargli risolvere qualche problema estremamente difficile e a ridere della sua incapacità.
“...tu sei matto”
“E tu sei scemo.”
“E io sono un tuo hyung.”
“Dettagli.”
“I dettagli sono importanti.
“Non è vero” ma il maggiore si blocca e alza gli occhi al cielo, non gliela darà mai vinta.

“Mi mancherai.” e finalmente l'ha detto Jongwoon.
“Anche tu. Ma tornerò salvo.” e finalmente ha risposto, Kyuhyun.
Ed ora sono quasi pronti.


Sul pavimento bianco della camera di Kyuhyun ora si trovano delle ciocche di capelli neri che continuano a cadere, insieme ad essi delle lacrime.
Lui ha versato una sola lacrima, ma non ha paura, per niente, è solo che non vuole separarsi dal suo ragazzo, dalle ELF e dai suoi compagni.
Jongwoon invece piange mentre guida il rasoio sui lati del capo del minore facendo cadere anche quei pochi ciuffi che erano sopravvissuti. Ma, forse, è meglio piangere adesso che dopo, forse, è meglio piangere ora che sono insieme.
Alza lo sguardo e fissa il suo riflesso senza capelli, è bellissimo.
In qualsiasi situazione risulterebbe bellissimo, anche ricoperto di fango dalla testa ai piedi, lui sarebbe sempre così.
“Sei bellissimo” e non riesce mai a trattenersi.
“Lo so” e hanno lo stesso difetto.
Lui ridacchia e gli toglie l'asciugamano che gli aveva adagiato sulle spalle, scuotendolo per far cadere a terra i ciuffi di capelli rimasti sopra.
Deglutisce quando li spazza via e li mette in una busta, buttandola poi nella spazzatura, e sospira.
E' un sospiro di sollievo però, perché finalmente, sono riusciti a superare la corrente e a parlare, con gli occhi, con lo sguardo, con i gesti.
Accettando di tarlargli i capelli gli aveva detto un muto “Ci sono” e lui chiedendoglielo gli aveva domandato un muto “Resti con me?”.




Sono passati dieci giorni, è ora, deve partire e Jongwoon non fa altro che andare avanti e indietro per il corridoio del dormitorio, gli altri sono insieme a lui e gli danno pacche incoraggianti sulla schiena.
Ma di incoraggiante non ci trova niente, l'unica cosa incoraggiante sarebbe un veleno, un potente veleno con il potere di farlo addormentare e svegliare due anni dopo, al suo ritorno. Ma la realtà è un'altra e lo capisce quando lui esce dalle stanza; il corpo fasciato dalla divisa militare, i capelli rasati e una valigia in mano.
A quella scena si morde il labbro, gli occhi lucidi a causa della lacrime trattenute, ma poi sorride, un sorriso vero, un sorriso sincero, un sorriso che in realtà significa “Io ci sono.”


Anche Kyuhyun sorride, un sorriso sghembo il suo, come sempre.
“Ora sono pronto.” e lo è davvero.




















Allora, buonasera(?)
Non so come mi è uscita questa, umh, cosa ecco lol
Fatto sta che amo tanto tanto tanto la Kyusung e me li sono immaginati bene in un contesto come questo, ma invece di far partire Yeye ho immaginato un futuro in cui partirà Kyuhyun (mai. Lol)
Spero vi sia piaciuto, se volete lasciate qualche commento, bye!


-LockAmer 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Super Junior / Vai alla pagina dell'autore: LockAmer