Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: Juls18    26/02/2015    0 recensioni
Kimiko è una classica ragazza che deve iniziare il liceo. Il suo unico problema? Essere considerata la principessa della Teikoku, un soprannome che sembra non volerla abbandonare.
Gouenji è il campione della Inazuma Japan, uno degli eroi che ha portato la squadra alla vittoria al Football Frontier International.
Cosa succede se queste due persone si incontrano al liceo? Cosa succede se Inazuma e Teikoku si ritrovano al liceo?
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axel/Shuuya, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Amici

 

Per Kimiko la partita si era rivelata più interessante del previsto. Non voleva ammetterlo, ma forse al calcio poteva sul serio dare una chance, come sport. Certo, non ne era innamorata come sosteneva Nonomi, ma intrigata si. Si era trovata a fare il tifo come tutti allo stadio, senza rendersene conto aveva tenuta lo sguardo fisso sul campo per tutti i novanta minuti di gioco e nel breve intervallo aveva costretto Seiya a spiegarle le regole. Non è che se le ricordasse gran che, e la cosa del fuorigioco ancora non le era molto chiara, ma nel secondo tempo era stata abbastanza capace da seguire il gioco senza dovere continuamente chiedere al ragazzo spiegazioni. Quando poi la squadra avversaria aveva pareggiato, si era trovata a fissare stupita la palla dentro la rete, senza bere capire cosa fosse successo. Alla fine la partita era finita uno a uno. Per il Kadema le occasioni non erano mancate ma il portiere della squadra avversaria si era rivelato più forte del previsto. Il gol di Gouenji e di Kazemaru era arrivato in modo così inaspettato che il portiere non aveva avuto il tempo di reagire, ma non si era fatto trovare più impreparato. Il livello dei giocatori liceali era alto, anche Nonomi l’aveva riconosciuto

-A quanto pare avere vinto il mondiale under 15 non basta al liceo-

Si era trovata a mormorare la rossa.

-Almeno non abbiamo perso…-

Cercò di tirarla su di morale Kimiko. La rossa si limitò ad annuire

-Vuol dire che si devono allenare di più. Dopo mi sentono quei due!!!-

-Io li lascerei stare Nonomi. Saranno stanchi e Gouenji e Kazemaru sapranno già cosa fare-

Disse Seiya tranquillo per cercare di frenare la rossa, operazione difficile e, a volte, del tutto inutile.

-Niente scuse Seiya. Dopo mi sentono-

Ribadì decisa Nonomi.

-Dopo?-

Chiesa sorpresa Kimiko. Nonomi si bloccò di colpo, e un leggero rossore le imporporò le guance.

-Nonomi…-

-Non te l’ho detto?-

Chiese fintamente la rossa, sempre più a disagio.

-Detto cosa?-

-Ecco… si insomma… forse dopo…-

-Nonomi…-

Ripeté, irritata, la bionda

-Ecco si dopo, cioè adesso, noi…-

-…Ci vediamo tutti da Hibiki per mangiare insieme-

Finì con lo spiegare Seiya, stufo del balbettio della rossa. Kimiko fissò i due ragazzi, spostando lo sguardo da uno all’altro. Alla fine, il significato delle parole dette da Seiya pervase la ragazza, che prese subito una decisione

-Bene, io allora vado a casa-

-No!-

Disse subito Nonomi, prendendo il polso della bionda. Kimiko si limitò ad alzare gli occhi al cielo

-Tu DEVI venire!-

-Perché?-

-Come perché, non è chiaro? Per conversare, fare amicizia, e stare con persone della tua età!-

Disse Nonomi seria, sempre tenendo ferma la bionda per il polso. Kimiko le scoccò un’occhiataccia

-Mi sembra di sentire parlare mia madre…-

Disse esasperata la bionda.

-Beh, tua mamma ha ragione. Quindi vieni!-

-E se avessi da fare?-

-Sappiamo tutte e due che non è così-

Le due ragazze si fissarono per alcuni secondi. Alla fine Kimiko sospirò rassegnata.

-E va bene, vengo!-

Nonomi lanciò un grido di gioia e si buttò addosso alla bionda, felice. Seiya, nel frattempo, era rimasto a guardare in silenzio e a sorridere. Non era male passare un pomeriggio con quelle due, si disse. Aiutare Kimiko era stata una delle scelte migliori che avesse mai fatto.

-Ma mi raccomando, non flirtare troppo con Gouenji, Mizutani-

Disse la rossa, lanciando uno sguardo malizioso alla bionda.

-Io non flirto con nessuno!-

Urlò la bionda, tutta rossa in viso. Nonomi si limitò a scoppiare a ridere, seguito poi da Seiya.

 

Negli spogliatoi del Kadema l’atmosfera era tutto sommato allegra. L’esordio del campionato era andato bene, anche se la partita era finita con un pareggio. Il morale della squadra era alto e anche l’allenatore si era rivelato soddisfatto dell’incontro. Il gol di Gouenji e di Kazemaru era piaciuto e aveva dato una scossa alla squadra.

-Con quel tiro possiamo arrivare in alto-

Aveva detto l’allenatore, e nei prossimi allenamenti i due dovevano impegnarsi a migliorarlo ancora di più. Ma per quel giorno i giocatori erano liberi. Kazemaru e Gouenji si stavano prendendo il loro tempo, metabolizzando la partita appena giocata. Stavano in silenzio, ognuno preso nei propri pensieri. Quando ormai erano pronti per andarsene, Kazemaru si rivolse al suo amico

-Ci vieni da Hibiki?-

Gouenji lo fissò stupito

-Da Hibiki?-

-Si! Non hai ricevuto il messaggio del capitano?-

Il ragazzo fece di no con la testa.

-Endou mi ha scritto per dirmi che dopo la partita ci saremmo tutti visti da Hibiki per festeggiare. Pensavo lo avesse mandato anche a te-

-Conoscendo Endou se ne sarà dimenticato…-

Kazemaru si limitò ad annuire, non riuscendo però a celare un piccolo sorriso.

-Allora ci vieni?-

-Certo-

I due ragazzi così si avviarono lentamente fuori dagli spogliatoi, in silenzio. Appena usciti dallo stadio, i due ragazzi furono sorpresi di trovare il posto ormai quasi deserto. Non era rimasta molta gente, e il posto, ormai vuoto, sembrava ancora più imponente di quanto non avessero percepito i ragazzi.

-Non posso credere che abbiamo giocato con i liceali…-

-Lo siamo ormai anche noi Kazemaru-

-Si lo so ma… è strano non trovi? È successo tutto così velocemente. Sembra ieri che Endou era venuto da me per chiedermi di unirmi alla squadra di calcio della Raimon e ora…-

-Ora siamo al liceo-

-Già…-

I due si stavano ormai avviando verso il locale di Hibiki quando improvvisamente si sentirono chiamare da una voce fin troppo familiare.

-Gouenji, Kazemaru!!-

I due non dovettero neppure sforzarsi di cercare di individuare dove fosse la ragazza, perché in pochi secondo si materializzò davanti a loro due la proprietaria della voce, con la sua inconfondibile chioma rossa e il sorriso sulle labbra.

-Ciao Nonomi-

Le disse Kazemaru, mentre Gouenji si limitò ad un leggero cenno con il capo.

-Ragazzi, bella partita. Il vostro gol poi è stato fenomenale ma… come avete potuto solo pareggiare? Insomma, siete o non siete campioni mondiali? Non avevate qualche altra tecnica micidiale da sfruttare?-

I due ragazzi sorrisero, mentre si scambiavano una occhiata complice. Si erano aspettati una ramanzina dalla rossa, che era arrivata puntualissima. Ma non fecero in tempo a rispondere, che un’altra voce, sempre appartenente ad una ragazza, e sempre una voce che conoscevamo bene, si intromise, prestando loro soccorso

-Non la state ad ascoltare. Siete stati grandi, e il vostro gol è stato fantastico. E poi un pareggio è meglio di una sconfitta, no?-

Il sorriso di Kimiko abbagliò per un attimo tutti e due i ragazzi.

-Allora sei proprio venuta?-

Le chiese Gouenji, senza mai distogliere lo sguardo dagli occhi verdi della ragazza.

-Certo che sono venuta… che ti aspettavi?-

-Credevo che non ti piacesse il calcio-

-Infatti… ma devo dire che oggi è stato interessante-

-Interessante?-

Kimiko annuì, sempre con il sorriso sulle labbra.

-Si Gouenji, interessante-

-Vuol dire che verrai a vederci ancora?-

-Forse…-

I due ragazzi continuarono a fissarsi negli occhi, sorridendo entrambi. Furono interrotti da un leggero colpo di tosse, prodotto dalla Nonomi

-Ragazzi, vi prego, smettetela di flirtare…-

I due divennero entrambi rossi, e poi simultaneamente, si rivolsero alla ragazza

-Non stiamo flirtando-

Nonomi li fissò per alcuni secondi in silenzio, poi scoppiò a ridere, seguito anche da Kazemaru e Tobitaka. Kimiko e Gouenji si guardarono, poi scoppiarono anche loro a ridere.

-Kimiko avvisami quando state per sposarvi! Voglio essere la tua damigella d’onore!-

Kimiko le rivolse uno sguardo che voleva essere arrabbiato, ma il sorriso sul suo volto tradiva il suo reale stato d’animo

-Credici Utsunomiya! Primo io non mi sposerò mai, secondo, figuriamoci se sarai tu la mia damigella d’onore!-

-Oh, scommettiamo Mizutani?-

Ma Kimiko non le rispose, anzi, iniziò ad incamminarsi

-Ehi, Kimiko! Ma dove vai?-

La bionda si voltò verso i quattro ragazzi che erano rimasti indietro.

-Da Hibiki, no? Ho fame e poi scusa, non sei stata tu a dirmi che devo venire “per conversare, fare amicizia, e stare con persone della mia età”?-

Nonomi la fissò, sorpresa e contenta. Poi partì di corsa verso la sua amica, saltandole praticamente addosso, provocando un grido di sorpresa da parte della bionda, seguito subito dopo dalle risate delle due ragazze. Intanto i tre ragazzi, che erano rimasti in silenzio a fissare quelle due, si scambiarono una lunga occhiata, non riuscendo a nascondere un sorriso divertito. Alla fine si incamminarono anche loro, pur rimanendo a distanza dalle due ragazze, infatti, dopo tutte quelle chiacchiere, i tre avevano voglia di una cosa… silenzio.

 

Hibiki cercava con tutto se stesso di mantenere la calma. Era un normale sabato pomeriggio, un calmo e normale sabato pomeriggio come tanti altri, quando improvvisamente si era ritrovato il locale pieno di persone, anzi di ragazzi, che non facevano altro che parlare, rumorosamente, e interrompere la sua pace. Eppure, nonostante il rumore, nonostante il fastidio di dovere cucinare per loro, che non facevano altro che spazzolare in pochi secondi tutto quello che gli metteva davanti, era contento. Era contento di vedere che nonostante le diverse strade che stavano prendendo, le diverse scuole che stessero frequentando, erano ancora legati da un filo conduttore: l’amicizia. Ed eccoli lì, Endou, con la sua fascia arancione in testa e il sorriso sulle labbra, Kazemaru, intento ad ascoltare, perplesso, quello che il suo ex capitano diceva, e a cercare di frenare la sua naturale impetuosità, Gouenji che invece era sempre calmo e tranquillo, e anche se sembrava non ascoltare o sentire quello che capitava intorno a lui, non si perdeva una parola, Toramaru sempre intento a fissare impressionato il suo mito e a cercare di dimostrarsi più maturo della sua età e infine Tobitaka, che nonostante avesse giocato con quei ragazzi e fosse un loro amico ancora non si sentiva totalmente a suo agio con loro. Tuttavia, anche se la scena poteva sembrare familiare, c’era qualcosa di diverso. Erano quelle due ragazze, una rossa e una bionda, a cambiare totalmente l’atmosfera di quel pomeriggio. Quando le due ragazze avevano fatto la loro entrata nel negozio, era come se un ciclone fosse entrato dentro il ristorante.

-Salve Hibiki! Le siamo mancate?-

Aveva chiesto la rossa, sorriso spavaldo in volto.

-Nonomi! Si educata-

Aveva urlato suo fratello, tutto rosso in faccia.

-Fratellino io sono sempre educata! E poi mica ho detto niente di male, no?-

-Ma non sono cose da dire entrando in un posto!-

Aveva cercato di ribattere Toramaru. Nonomi stava per rispondergli per le rime, quando la voce di Kimiko l’aveva bloccata

-Tuo fratello non ha tutti i torti sai? Sei imbarazzante certe volte-

Detto questo Kimiko aveva rivolto un sorriso a Toramaru, sorriso a cui il ragazzo aveva risposto diventando tutto rosso.

-Kimiko, ti prego, smettila di difendere quel mostriciattolo di mio fratello. Se continui così e soprattutto se gli sorridi ancora, si ritroverà definitivamente e irrimediabilmente innamorato cotto di te. E poi tu hai già un ragazzo con cui flirtare, non prenderti anche il mio otouto!-

-Per la quarta volta Nonomi io non flirto con nessuno-

-Certo, come no? E con il biondo qui dietro di me che cosa fai allora?-

Il biondo in questione, sentendosi chiamato in causa, di nuovo, per la stessa storia, decise una volta per tutte di intervenire

-Io e la Mizutani non flirtiamo-

-Ma se sei sempre preoccupato per lei! Chi mi ha chiamato per sapere il suo numero di telefono alle nove e mezza di sera?-

-Quella volta era una cosa particolare…-

Disse leggermente rosso in volto il ragazzo.

-Quindi mi vuoi dire che non l’hai mai più chiamata e che non vi siete più sentiti tranne che a scuola?-

Nonomi fissò dritto in volto il ragazzo. Gouenji, invece, puntò il suo sguardo su Kimiko, che a sua volta lo guardò spaventata. Vedendo quei due, Nonomi spalancò i suoi occhi per la sorpresa quando ebbe realizzato.

-Voi due vi sentite!!! Allora avevo ragione!-

-Non è come pensi…-

-Vi sentite-

-È successo una volta sola…-

-E non mi dici niente!! Racconta, voglio sapere tutti i particolari-

A quel punto Nonomi aveva trascinato ad uno sgabello la bionda e l’aveva fatta sedere con la forza, mentre lei si sedeva al suo fianco. Intanto la bionda aveva scoccato un’occhiataccia al ragazzo, che era rimasto in piedi impassibile.

-Non prendertela con me-

Le aveva detto, mentre prendeva posto anche lui al bancone di Hibiki. Nel frattempo, anche Endou, Kazemaru e Toramaru si erano seduti, e fissavano a loro volta Gouenji e cercavano bene di assimilare tutte le informazioni. Gouenji, a quel punto, si era seduto pure lui, facendo finta che niente di tutto quello fosse successo. Alla fine, però, Endou non resistette alla tentazione e chinandosi verso Kazemaru, e cercando di parlare a voce bassa chiese

-Ma non ho capito, Gouenji e la Mizutani escono insieme o no?-

Kazemaru sorrise, prima di rispondere al suo ex capitano

-No Endou, non escono insieme… ma di certo, questa è la prima volta che vedo Gouenji interessato a qualcuno che non sia sua sorella-

Endou ridacchiò, prima di lanciare una occhiata verso il suo amico. In effetti era vero quello che aveva detto Kazemaru. Gouenji alla fine si era seduto vicino alla Mizutani, ma dall’altro lato aveva Toramaru, e stava parlando con lui in quel momento, anche se ogni tanto lanciava un’occhiata alla ragazza seduta di fianco a lui. E in quel momento un pensiero lo colse velocemente, e decise di condividerlo con tutti

-Ehi, Gouenji!-

Il ragazzo si voltò verso il suo ex capitano, ma anche tutti gli altri si voltarono verso il portiere.

-Lo sai.. infondo tu e la Mizutani sareste una bellissima coppia!-

Tutti rimasero in silenzio per alcuni secondi. Il primo a cedere fu Hibiki, che scoppiò a ridere, seguito poi da Kazemaru e Tobitaka. Gouenji invece divenne rosso in viso, come Kimiko, che si scambiarono uno sguardo rassegnato. Ma a suggellare il momento ci pensò come sempre Nonomi

-Ben detto capitano!-

 

L’unico modo che ebbe Hibiki per riuscire ad avere almeno cinque minuti di silenzio nel suo locale, fu mettere davanti ad ognuno dei ragazzi una bella porzione di cibo. Tuttavia, nonostante il cibo, le chiacchiere ripresero subito dopo.

-Hibiki ti sei perso una grande partita oggi!-

-Davvero Endou?-

-Si! Gouernji e Kazemaru hanno anche eseguito le ali di fuoco!-

Hibiki si voltò sorridente verso i due ragazzi.

-Vedo che allora le vecchie tecniche dell’inazuma sono ancora apprezzate da voi ragazzi!-

-Certo Hibiki! Non ci dimentichiamo facilmente di certi tiri, vero Gouenji?-

Il biondo si limitò a fare un piccolo cenno con il capo. Fu Toramaru poi a parlare

-È stato un tiro fantastico Hibiki-san! Non avevo mai avuto la fortuna di vederlo dal vivo. È stato fenomenale. Pensare poi che è un tiro ideato dalla vecchia inazuma eleven è una cosa ancora più emozionante-

-Per una volta devo dare ragione al mio otouto. È stato un tiro magnifico! Persino Kimiko ne è rimasta impressionata, vero?-

La bionda, a quelle parole, si ritrovò ad annuire con forza.

-Concordo con Nonomi. È stato un tiro incredibile, non pensavo che il calcio potesse essere così spettacolare-

A quelle parole sia Gouenji che Kazemaru sorrisero contenti.

-Mi fa piacere che ti sia piaciuto Mizutani-

-Era un bel tiro Gouenji, lo riconosco-

I due ragazzi si scambiarono un lungo sorriso. Ma a quel punto, fu la voce perplessa di Endou ad entrare nella conversazione

-Come hai fatto a vedere anche tu il gol Mizutani? Non te ne eri andata dallo stadio?-

Tutti quanti si voltarono verso Endou. Tra i ragazzi scese il silenzio, mentre spostavano lo sguardo da Endou a Kimiko, in attesa di una spiegazione. La bionda era visibilmente in imbarazzo. Non sapeva bene cosa dire, perché non voleva fare sapere a Gouenji che quel giorno aveva non solo rivisto Kidou, ma che aveva anche avuto un duro scontro con lui. Vedendo lo sguardo preoccupato della ragazza, Tobitaka, che fino a quel momento non era ancora intervenuto, venne in suo soccorso, per la seconda volta in quella giornata.

-In realtà la partita l’ha vista con me. L’ho incrociata che stava per uscire dallo stadio, e le ho chiesto se mi voleva farmi compagnia. Poi dopo si è aggiunta anche Nonomi, e alla fine abbiamo visto tutti e tre insieme la partita-

Endou fissò sorpreso Tobitaka.

-Hai visto la partita con Nonomi e la Mizutani?-

Il ragazzo annuì, con calma, e nello stesso momento lanciò uno sguardo penetrante al suo ex capitano. Tobitaka, infatti, sperava che Endou non insistesse ancora con quell’argomento. Tutti avevano visto il disagio della Mizutani, ed era meglio non continuare con quel discorso. Fortunatamente Endou capì subito cosa gli voleva dire il suo amico.

-Bene! Ero preoccupato che potessi perderti la partita Mizutani, ma se invece sei riuscita a vederla con loro mi fa piacere-

Detto questo fece uno dei suoi soliti sorrisi. A quel punto Gouenji stava per dire una cosa, per cercare di capire meglio tutta quella faccenda, ma fu preceduto da Kimiko

-Ma toglietemi una curiosità… il tiro che avete fatto oggi, cosa vuol dire che è un tiro della vecchia inazuma eleven?-

Gouenji scoccò un’occhiata strana alla ragazza. Non era da lei chiedere queste cose. Ma a quel punto iniziò a parlare Hibiki

-È una storia lunga signorina…-

-Mi piacerebbe sentirla-

E così. Hibiki iniziò a raccontare della vecchia Inazuma Eleven, e di come poi, dopo la vittoria della Raimon contro la Teikoku di due anni fa si fossero riuniti, nuovi e vecchi giocatori dell’Inazuma, per una partita e come quel giorno fossero venuti fuori i ricordi e anche i vecchi tiri.

-È così che gli abbiamo fatto vedere il tiro ali di fuoco!-

-Fu un tiro eccezionale. L’avevo visto nei vecchi appunti di mio nonno, e ce lo siamo fatto insegnare. Quel giorno è stato magnifico, anzi, dovremmo rifarlo-

E grazie ai racconti della vecchia Inazuma, il discorso dello stadio, fu dimenticato.

 

Dopo due ore di chiacchere, risate e prese in giro, i ragazzi decisero che era ora di tornare a casa e liberare Hibiki della loro presenza. Andavano tutti in direzioni diverse e ben presto il gruppo si divise. I primi a separarsi furono Nonomi, Toramaru, Kimiko e Tobitaka. Il saluto di Nonomi si era fatto distinguere come sempre

-Ci vediamo lunedì ragazzi! E Gouenji, non ti preoccupare, mi assicuro io a fare arrivare la bella Kimiko sana e salva a casa!-

Gouenji si limitò a scuotere la testa, senza replicare. Così rimasero solo i tre ragazzi della Raimon, Endou, Kazemaru e Gouenji. I tre parlarono ancora un po’ della partita e del campionato del liceo, che si rivelava essere molto più difficile di quanto non avessero pensato.

-Non vedo l’ora di scendere in campo! Mi voglio misurare con altri giocatori e vedere se la mia mano di luce riuscirà a parare tutti quei tiri fantastici!-

-Arriverà anche il tuo momento Endou. Ma non strafare con i tuoi allenamenti speciali. Questa volta non ci saremo noi a darti una mano dopo-

-Non ti preoccupare Kazemaru. Ci pensa Natsumi a tenermi d’occhio…-

Kazemaru e Gouenji si scambiarono un’occhiata.

-Natsumi?-

Chiese Kazemaru. Endou annuì

-Si, è entrata anche lei nel team della nostra squadra. È una delle manager e… diciamo che mi controlla, parecchio. Dice che non mi posso permettere di farmi male durante i miei allenamenti. Spunta fuori ogni volta che vado ad allenarmi alla Steel tower…-

I due ragazzi ridacchiarono, guadagnandosi un’occhiataccia da parte del loro ex capitano.

-Cosa ci trovate da ridere?-

-Niente Endou solo che alla fine, la Raimon ti conosce veramente bene-

A quello Endou non seppe cosa rispondere. Dopo un po’ anche Kazemaru si staccò dal gruppo, dato che prendeva un’altra strada per andare a casa sua. Alla fine rimasero solo in due, Endou e Gouenji. Camminarono chiacchierando sempre del più e del meno, quando ad un tratto Endou si fermò di colpo. Gouenji lo fissò preoccupato

-Endou…-

-Gouenji, c’è una cosa che forse sarà meglio tu sappia-

A quelle parole, il ragazzo si fece attendo. Era raro che Endou si comportasse in quel modo, ma quando lo faceva significava solo una cosa, si trattava di una cosa importante.

-Dimmi-

-Non qui. C’è un posto in cui credo sia meglio andare a parlare-

I due ragazzi si scambiarono uno sguardo, ma Gouenji aveva subito capito cosa volesse dire Endou.

-Steel Tower?-

Endou annuì.

-Allora andiamo-

I due si incamminarono in silenzio. Non ci impiegarono molto ad arrivare, erano abbastanza vicini, e Gouenji seguì Endou verso il suo albero. Non c’era nessuno in quel momento, e i due si sedettero su una panchina. Alla fine Endou si decide a parlare.

-Riguarda la Mizutani…-

-Cosa vuoi dirmi?-

Endou alzò lo sguardo e lo puntò dritto negli occhi del suo amico. Poi fece un bel respiro e parlò

-Oggi, allo stadio, c’era anche Kidou-

-Lo immaginavo…-

-Ma è andato via subito dopo la partita, non abbiamo parlato molto…-

-Endou, dove vuoi arrivare?-

-Oggi Kidou e la Mizutani si sono visti-

Gouenji lo fissò perplesso.

-Ma Kimiko era con Nonomi e Tobitaka. Ha visto con loro la partita-

-Ma all’inizio era con noi-

Gouenji fissò Endou sorpreso.

-Con voi?-

-Si, era con noi. Poi, credo sia stata colpa mia se ne è andata-

-Che cosa hai fatto Endou?-

-Ho nominato Kidou e il fatto che sarebbe venuto con noi a vedere la partita e… lei si è alzata, non ha detto niente, ed è andata via. Doveva essere una cosa temporanea, aveva detto che andava a prendere qualcosa da bere ma poi…-

-Poi cosa?-

Endou fece un respiro profondo, poi continuò

-Dopo è arrivata Haruna, e sembrava sconvolta. Ha detto a Nonomi che Kimiko se ne andava a casa, che non sarebbe tornata a vedere la partita. Kimiko si è allarmata, le ha chiesto cosa fosse successo, ma Haruna non ha detto una parola. Si è seduta e basta. Poco dopo è arrivato Kidou e anche lui era strano. Era come se fosse sconvolto. Non ci abbiamo messo molto a capire che Kidou e la Mizutani si erano visti, ma non so cosa sia successo. Nonomi stava per dire qualcosa quando poi se ne è andata pure lei. Non so altro, ma so che qualcosa deve essere successo. Anche il fatto che Kidou se ne sia andato subito dopo senza dire niente… ha fatto persino fatica a seguire la partita. Stava pensando ad altro, era evidente-

Gouenji aveva ascoltato in silenzio tutto quanto.

-Perché mi stai dicendo tutto questo?-

Chiese alla fine al suo amico. Endou restituì lo sguardo, ma si prese il suo tempo prima di rispondere.

-Perché quella ragazza non è cattiva. Non è la fredda principessa di ghiaccio della Teikoku che Kidou continua a dire lei sia. È una ragazza allegra e solare, e qualcosa mi dice che mi posso fidare di lei. E poi, c’è anche un’altra cosa-

-Cosa?-

Endou fissò il suo amico, poi gli mise una mano su una spalla

-Tu ti fidi di quella ragazza, e ti preoccupi per lei. Qualcosa vorrà pur dire, no?-

Gouenji non fissò il suo amico, ma alzò lo sguardo verso la terrazza superiore, dove qualche tempo fa, lui e Kimiko avevano passato un pomeriggio a parlare.

-Si, mi fido di lei-

Endou si limitò ad annuire con il capo

-Per questo dobbiamo fare qualcosa per quei due. Dobbiamo almeno fare in modo che si parlino e…-

-Calmati Endou, non lo possiamo fare-

-Perché?-

-Ogni volta che Kimiko sente parlare di Kidou si intristisce e non è a suo agio. Non possiamo forzarla a parlare con lui-

-Ma…-

-Niente ma, Endou. Lasciamo che si affrontino quando si sentiranno in grado di farlo. Non posso farle pressioni, Endou, quindi, per favore, non chiedermelo-

Endou fissò il suo amico, seduto di fianco a lui. Per la prima volta da molto tempo, il portiere vide uno sguardo di profonda tristezza in quegli occhi scuri, come non vedeva dai tempi in cui sua sorella era in coma. E Endou, in quel momento, capì cosa voleva dire il suo amico.

-Va bene, aspetteremo. Anche se è una cosa che non mi piace per niente… vorrei potere risolvere il problema adesso, senza aspettare-

Gouenji sorrise a quelle parole. Rimasero seduti un po’ in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri. Alla fine, il primo ad alzarsi fu Gouenji. Si scambiò solo un piccolo cenno del capo con Endou, ma tra amici molto spesso, non servono le parole. Endou guardò andare via il suo amico, e prima che sparisse del tutto dalla sua visuale, non riuscì a trattenersi

-Lo sai che sareste veramente una gran bella coppia?-

L’unico modo che scelse Gouenji per rispondergli, fu lanciargli una pallonata dritta in faccia, palla fermata con estrema facilità da Endou, che commentò il gesto, facendosi una bella risata.

 

Nonomi fissò il treno sparire dalla stazione senza dire una parola. Aveva caricato sul treno Kimiko da appena cinque secondi e già le mancava da morire. Chi l’avrebbe mai detto che avrebbe trovato la sua migliore amica in quella fredda e distaccata, all’apparenza, ragazza così diversa da lei? Alla fine, a riportarla alla realtà, ci penso il suo fratellino

-Nee-chan, andiamo? Se no rischiamo di fare tardi e la mamma è da sola. Non può aprire il ristorante lei-

Nonomi si limitò ad annuire e si avviò con il suo fratellino verso l’uscita della stazione. Con loro c’era ancora Tobitaka,

-Seiya se vuoi puoi andare a casa-

-No, vi accompagno-

-Ma siamo quasi arrivati e…-

-Tanto siete di strada, non è un problema-

-Ma se abiti dall’altra parte Tobitaka!-

Disse Toramaru. Il ragazzo scoccò un’occhiataccia al ragazzo più piccolo, mentre Nonomi non riuscì a trattenere una risatina

-Devo andare in un posto, e il vostro ristorante è di strada-

-Dove devi andare?-

-Otouto, lascialo in pace, non sono affari tuoi-

-Ma io…-

Nonomi lanciò uno sguardo ammonitore al fratello, che si limitò a chiudere la bocca senza dire più niente. I tre fecero la strada chiacchierando, e quando si ritrovarono davanti al locale dei fratelli Utsunomiya si salutarono. Il primo ad entrare dentro il locale fu Toramaru e Nonomi stava per seguirlo quando si voltò indietro.

-Seiya!-

Il ragazzo si fermò di colpo. La ragazza si avvicinò a lui di corsa

-Che c’è?-

-Grazie per oggi-

Tobitaka la guardò

-Per oggi?-

Nonomi annuì

-Per quello che hai fatto con Kimiko. Grazie-

Il ragazzo si grattò una guancia, a disagio

-Veramente io non ho fatto gran che…-

-Ma è bastato. Lei aveva bisogno di un amico in quel momento e per fortuna ha trovato te. Sei stato un tesoro, grazie-

E per la seconda volta in quella giornata, Nonomi gli diede un bacio sulla guancia. Poi, veloce come era arrivata, Nonomi sparì. Seiya rimase fermo imbambolato in strada per qualche secondo. Poi, tutto rosso in viso, si avviò veloce verso casa sua. E mentre rifletteva a quello che era successo, e rivedeva nella sua mente quell’episodio, si chiese se si era immaginato il rossore sulle guance della ragazza.

 

Kimiko aveva preso il treno per un soffio. Tutta colpa delle chiacchiere di Nonomi che le avevano fatto fare tardi. Era riuscita a trovare un posto, e ora non faceva che fissare il panorama che sfrecciava davanti a lei. Si era divertita quel giorno, si era divertita come non le capitava da tanto tempo. Era stato bello passare un pomeriggio con quei ragazzi, anche se aveva dovuto sopportare una bella dose di prese in giro, ma non erano state battute cattive fatta per ferirla, ma erano le classiche cose che si facevano tra amici. Amici… era strano per una come lei pensare di potere avere degli amici che la accettassero così com’era. Certo, lei non aveva fatto gran che per essere accettata, anzi, aveva cercato in tutti i modi di restare lontana da loro, ma si era ritrovata attratta da quello strano e rumoroso gruppo, come se una forza invisibile ce l’avesse trascinata dentro a forza. E con sua grande sorpresa si era trovata bene lì. Certo, se non ci fosse stato tutto l’incidente con Kidou la giornata sarebbe stata migliore ma, per fortuna le cose belle, per una volta, superavano quelle negative. Era talmente assorta nei suoi pensieri, che per poco non mancò di scendere alla sua fermata. Per una volta il suo umore era allegro, anzi, le dispiaceva dovere tornare a casa e concludere quella giornata così piacevole. Arrivò sorridendo in vista di casa sua quando si rese conto che c’era qualcosa che non tornava in quello che stava vedendo. Dopo pochi secondi riuscì subito a capire: appoggiato al muro di recinzione della sua casa, c’era un ragazzo, un ragazzo con due inconfondibili occhiali sugli occhi. Kidou Yuuto la stava aspettando. Non appena il ragazzo scorse la ragazza venire incontro alla casa si scostò dal muro e si mise in mezzo alla via. Kimiko fu tentata di girarsi e tornare indietro, ma c’era qualcosa nel modo di fare del ragazzo che la fece avvicinare. Si fermò a qualche metro da lui e solo allora si decise a parlare

-Se sei venuto fino a qui solo per insultarmi di nuovo, ti prego, lascia perdere. Ho passato una bella giornata nonostante tutto, non rovinarmela-

Lui la fissò senza parlare per qualche minuto, come se fosse indeciso se andarsene o restare. Alla fine si decise a parlare

-Non sono venuto qui per insultarti…-

-Allora cosa vuoi?-

Kidou la guardò, e con enorme sorpresa di Kimiko, la ragazza si rese conto che il ragazzo era nervoso.

-Kidou…-

Disse con un tono di voce molto più calmo e con una leggera nota di preoccupazione

-È successo qualcosa?-

Il ragazzo rimase ancora qualche secondo in silenzio prima di parlare

-Vorrei solo potere parlare con te-

-Parlare?-

Kidou annuì. Kimiko incrociò le braccia sotto al seno, e assunse un atteggiamento infastidito

-Tu vuoi parlare con me? Adesso? Dopo tutto questo tempo in cui non solo mi hai evitato, ma mi hai anche considerato il male in persona?-

Kidou annuì di nuovo

-Perché? Perché adesso? Non ti è bastato quello che mi hai detto oggi allo stadio? Vuoi continuare ad infierire?-

-No, non voglio litigare ancora. Io voglio solo parlarti-

-Perché?-

Chiese di nuovo la ragazza. Kidou fece un sospiro e fece una cosa che non faceva spesso davanti alle altre persone. Si tolse gli occhiali dagli occhi e si avvicinò alla ragazza. Kimiko rimase stupita da quel gesto. Kidou non si toglieva mai quegli occhiali e ora invece si ritrovava a fissare quegli occhi rossi per la prima volta in vita sua.

-Voglio parlare con te perché forse mi sono reso conto che mi sono sempre sbagliato. E anche perché… sentirti dire che non siamo mai stati amici mi ha ferito-

Kimiko lo fissò allibita

-Ti ha… ferito? E tutte le cose che tu hai detto a me pensi che non lo abbiano fatto? E poi, caro il mio Kidou, se non sbaglio il primo a dire che non siamo mai stati amici sei stato tu. Se ti ho ferito ne sono contenta, ora sai quello che hai fatto provare tu a me-

Kimiko si avviò decisa verso i cancelli di casa sua. L’ultima cosa che voleva ora era parlare con quel ragazzo. Come poteva dirle che lei lo aveva ferito? Dopo tutto quello che lui le aveva fatto? Ma ad un tratto si sentì afferrata per il polso.

-Kidou cosa credi…-

-Kimiko, per favore. Voglio solo parlare e chiarire tutto-

La ragazza si pietrificò all’istante. Era da un sacco di tempo che non si sentiva chiamare per nome da quel ragazzo.

-L’ultima volta che ci siamo visti mi hai chiamato Mizutani… perché ora mi chiami con il mio nome?-

-Se non sbaglio, un po’ di tempo fa, ci chiamavamo entrambi con il nostro nome…-

I due ragazzi rimasero così, fermi, davanti ai cancelli di ferro battuto della villa Mizutani. Alla fine, la prima a cedere fu Kimiko, che lasciò uscire un sospiro.

-E va bene Kidou. Parliamo-

Il ragazzo sorrise.

-Ti va una tazza di thè e una fetta di torta?-

Kidou la guardò, accennando un piccolo sorriso sarcastico

-Sempre una amante della cioccolata, Mizutani?-

-Ovvio Kidou! Certe cose non cambiano mai-

-Vero. Accetto la tazza di the-

-Allora vieni. Benvenuto nella casa della “Valle dell’acqua”- ((#) Vedi nota a fine capitolo)

Il ragazzo sorrise

-Sarebbe meglio dire bentornato-

Kimiko si girò verso di lui

-Lo vedremo dopo che ci siamo parlati Kidou-

Il ragazzo annuì serio

-Giusto Mizutani-

Dopo di che, Kimiko lasciò entrare il ragazzo in casa sua e alla fine, chiuse la porta. Mentre osservava Kidou dirigersi sicuro verso la cucina, evidentemente anche se erano passati tre anni ancora si ricordava la disposizione delle stanze, Kimiko si rese conto di non essere agitata o nervosa. Forse per una volta poteva veramente chiarire questa situazione con Kidou, farsi capire, e ritrovare un amico che pensava di non avere mai avuto. O forse, semplicemente, avrebbero deciso che non aveva senso continuare a farsi una guerra inutile e senza senso, e avrebbero accettato di comportarsi in modo civile ogni volta che si sarebbero incrociati. Tutto dipendeva da quello che si sarebbero detti e da quello che sarebbe successo. Era arrivato il momento di chiarire, una volta per tutte.

 

Gouenji non poteva credere di stare facendo quello che stava facendo. Si stava comportando come un pazzo. Che ci faceva lì davanti? Perché era andato lì? E soprattutto… perché non si decideva ad entrare? Ormai era fermo lì fuori da alcuni minuti, e la gente, passando, non faceva che guardarlo. Sembrava decisamente pazzo. Alla fine, decise che quello che stava facendo era sicuramente una pazzia, ma che era una cosa che doveva fare, quindi si decise. Spinse con decisione la porta del negozio, ed entrò. Appena la porta si aprì, si produsse il solito rumore di una campanella. Il negozio al momento era vuoto, e dietro al bancone non c’era nessuno.

-Arrivo, un secondo…-

Disse una voce femminile che proveniva dal retrobottega. Poi, dopo qualche minuto, la porta che conduceva nel retro si aprì, e fece il suo ingresso una donna, sporca di farina su una guancia e con i capelli tutti scompigliati.

-Mi dispiace, stavo impastando. Cosa posso fare per… ma tu sei l’amico di mia cugina!-

Gouenji si ritrovò ad annuire. Hikary sfoderò il suo sorriso migliore

-Sei venuto per una torta? Perché ne ho qualcuna che ho sfornato qualche ora fa e sono buonissime e…-

-Veramente no-

Hikary guardò sorpresa il ragazzo, prima di sfoderare un sorriso sarcastico

-Stai cercando Kimiko allora? Mi dispiace, ma non è qui-

-Lo so-

Hikary lo fissò stupita.

-Siamo stati insieme il pomeriggio e so che ormai dovrebbe essere arrivata a casa-

-Tu hai passato il pomeriggio con mia cugina?-

Un leggero rossore imporporò le gote di Gouenji

-Non è come sembra. Eravamo in gruppo non solo io e lei e…-

-Aspetta un secondo-

Hikary uscì da dietro il bancone e si precipitò verso il ragazzo e lo afferrò per le spalle.

-Mi stai dicendo che mia cugina, l’asociale senza amici che si rifugiava da me per mangiare torte e dimenticare i suoi problemi, quella stessa ragazza, oggi era fuori con un gruppo di ragazzi della sua età?-

Gouenji si limitò ad annuire, un leggero sorriso sulle labbra. A quel gesto, Hikary lanciò un grido di gioia, e abbracciò il ragazzo.

-È la cosa più bella che tu potessi dirmi! Non ci credo, è fantastico! Si è fatta degli amici quindi-

-Si, anche se credo lo negherà fino alla morte-

Hikary ridacchiò, divertita.

-Si, credo che tu abbia ragione. Ma dimmi allora… cosa vuoi da me? Se sei stato con mia cugina tutto il pomeriggio cosa posso fare per te?-

Gouenji la fissò in viso.

-Vorrei l’indirizzo di casa della Mizutani-

Hikary lo guardò, non capendo bene cosa il ragazzo le avesse appena chiesto.

-Cosa hai detto?-

-Vorrei l’indirizzo di casa della Mizutani…-

-Perché?-

Gouenji aveva pensato a mille motivi validi per farsi dare l’indirizzo, ma appena vide lo sguardo di Hikary, capì che le doveva dire la verità

-Ho bisogno di dirle una cosa-

-E non puoi dirglielo al telefono o aspettare lunedì?-

-No. È una cosa che devo fare ora-

I due si fissarono in silenzio, poi la donna sorrise.

-Te lo dirò-

-Grazie-

-Ma ad una condizione-

-Quale?-

-Non deluderla mai-

Gouenji fissò Hikary negli occhi

-Ci proverò-

Hikary sorrise, compiaciuta.

-Bella risposta ragazzo. E ora ascoltami bene, perché te lo dirò una volta sola, quindi non puoi dimenticartelo-

 

Gouenji era appena sceso dal treno e si stava avviando verso l’uscita della stazione. Ormai era quasi ora di cena, e lui si trovava dalla parte opposta della città rispetto a casa sua, e stava andando a casa di una ragazza, non aspettato, oltretutto. E non aveva ancora avvisato nessuno a casa sua che avrebbe fatto tardi. Suo padre sarebbe sicuramente stato molto arrabbiato con lui, e anche Yuuka. Ma qualcosa gli diceva che andare ora dalla Mizutani aveva la precedenza su tutto. Ed ora eccolo lì, a percorrere strade che non conosceva per cercare una casa di una ragazza. Hikary gli aveva detto che non poteva sbagliarsi

-È la casa sulla collina, non ti puoi sbagliare. Segui il muro e ti troverai davanti ad un grande cancello di ferro battuto. A quel punto sarai arrivato-

E infatti eccola lì, la casa, anzi, la villa. Hikary si era dimenticata di dirgli che la Mizutani viveva in una villa enorme, circondata da un grandissimo giardino. La villa aveva tre piani, ed era imponente. Lì dentro ci si poteva stare comodi in una trentina... tuttavia molte luci della casa erano spente, tranne alcune luci al piano terra. Era vero quello che la ragazza gli aveva detto, Kimiko doveva passare molto tempo in quella casa da sola. Dopo avere osservato per qualche minuto la facciata della casa, il ragazzo si decise a suonare il citofono. Ormai era lì, tanto valeva suonare. Il tempo che passò da quando aveva suonato a quando qualcuno gli rispose gli parve infinito ma alla fine, la voce inconfondibile della Mizutani si fece sentire dal citofono

-Chi è?-

-Mizutani sono io… Gouenji-

-Gouenji?-

Dopo pochi secondi il ragazzo sentì il rumore del cancello aprirsi e la porta di casa della villa si spalancò. Kimiko si precipitò fuori di casa, e corse incontro al ragazzo.

-Gouenji, che ci fai qui? Come sai dove abito?-

Gouenji fissò gli occhi verdi della ragazza e arrossì.

-Sono andato da tua cugina a chiederle l’indirizzo…-

-Sei stato da Hikary?-

Lui annuì, facendosi sempre più rosso in  viso. Kimiko aveva uno sguardo stupito e perplesso sul volto

-Ma perché? Che cosa vuoi?-

-Voleva sapere cosa fosse successo oggi-

-Oggi? Io non capisco cosa…-

Kimiko si fermò a metà della frase, perché aveva capito cosa voleva sapere il ragazzo. Infatti bastò dire un nome per avere conferma della sua teoria

-Kidou-

Gouenji annuì. Kimiko lanciò uno sguardo verso la porta di casa sua, poi fissò il ragazzo davanti a lei

-Senti Gouenji, ora non è proprio il momento per parlare di questo. Vedi io…-

Ma in quel preciso istante, dalla porta di casa Mizutani si sentì una voce

-Kimiko? Tutto bene?-

I due ragazzi al cancello si voltarono verso la casa. Fermo sulla porta c’era Kidou, che non appena riconobbe con chi stava parlando la ragazza si bloccò di colpo. Gouenji invece, spostò lo sguardo da Kidou alla ragazza. Poi, con una espressione seria in viso le chiese

-Che cosa significa tutto questo?-

Kimiko spostò lo sguardo da un ragazzo all’altro, senza sapere cosa fare, o peggio, cosa dire.

 

 

 

 

*****************************************************

Alza piano lo sguardo cercando di fare lo sguardo da cucciolo bastonato… lo so, sono in mega, super, iper ritardo!!! Sono mesi, e mesi, che non aggiorno questa storia e ne sono profondamente triste. Potrei dirvi che, purtroppo, gli impegni della vita mi hanno tenuta lontana per molto tempo dalla scrittura (cosa, ahimè vera) ma comunque non sarebbe una scusa accettabile. A mia discolpa posso solo dirvi che tra il tirocinio, l’università e la tesi, e il nuovo fidanzato, aggiornare la storia è finito all’ultimo posto delle cose da fare. Mi dispiace un sacco, veramente, ma vi posso assicurare che non la lascio in sospeso, e che continuerò ad aggiornarla, il problema è il quando. Perciò, vi chiedo SCUSA, mille volte scusa.

Per quelli che ancora stanno leggendo, grazie, come sempre, di avere letto il capitolo e di seguire, nonostante i ritardi, la mia storia! Spero di aggiornare relativamente presto, sono in un momento in cui mi sento ispirata e i miei personaggi ormai reclamano che io scriva la loro storia, quindi, il nuovo capitolo potrebbe uscire presto… o almeno lo spero!

E ora, passiamo alla cosa principale, cioè la storia. Ci stiamo addentrando sempre più dentro ai personaggi e alle loro emozioni e dinamiche. La storia ora si infittisce, e cosa succederà tra Gouenji, Kimiko e Kidou? Cosa farà la povera Kimiko ora? E cosa si sono detti Kimiko e Kidou? Lo so, aggiorno dopo mesi e vi lascio con un sacco di dubbi e domande ma, l’unica cosa che posso dirvi è… continuate a seguirmi!

Un’altra cosa: prima o poi vedrete sempre più i personaggi di Inazuma Eleven in questa storia. Non credo che potrò metterli tutti, anche perché dovrei fare una storia infinita, ma vi prometto che molto presto faranno la loro comparsa, anche le ragazze, cioè Natsumi, Haruna e Aki, che fino ad ora non si sono mai viste, o si sono viste per pochissimo. Ovviamente inserirò anche dei personaggi inventati da me, se no la storia non avrebbe senso, ma non voglio riempirla di personaggi nuovi, preferisco inserire qualcuno nel gruppo. So che forse non ci avete capito niente, ma fidatevi di me, dovrebbe venire poi fuori una bella storia, almeno spero!

Infine, come sempre, spero che la storia vi piaccia ancora, e che, nonostante i miei ritardi, abbiate ancora voglia di seguirmi.

Vi aspetto alla prossima, un bacio a tutti dalla vostra

Juls

 

(#) Piccola nota sul significato della frase che dice Kimiko a Kidou. Il cognomi Mizutani infatti significa “acqua” e “valle” e allora pensavo carina l’idea che Kimiko presentasse la sua cosa come “La valle dell’acqua”. Lo so, certe volte mi vengono idee strane, ma la cosa mi piaceva, quindi ecco da dove nasce il tutto.

 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Juls18