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Autore: Emo pumpkin    26/02/2015    2 recensioni
okay allora, è la mia prima e unica fanfiction su Adam e boh, non so cosa ne sia venuto fuori esattamente.
Concerto di Amsterdam, 2010, lo ricorderete no? E' quando c'è stato quel fantastico bacio tra Adam e Tommy ed è proprio questo di cui parla la ff (quindi se non vi piace la coppia non leggete, io vi ho avvisate u.u).
Dal testo: "Non poteva venirmi un attacco di panico in un altro momento? No! Ovviamente prima del concerto di Amsterdam!
Ero rimasto da solo dentro al camerino riservato ai musicisti, tutti gli altri erano fuori, dietro le quinte o nei dintorni, tanto per sciogliere la tensione, o fare le ultime prove. Malgrado le pareti del camerino fossero quasi del tutto asonorizzate, sentivo lo stesso i cori delle migliaia di fan radunate sotto al palco che urlavano –Adam! Adam!- scandendo accuratamente tutte le sillabe."
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Adam Lambert, Tommy Joe Ratliff
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Allora, fate finta che tutti i baci adommy prima di quello di Amsterdam del 2010 non siano mai avvenuti, questa storia mi è venuta in mente mentre guardavo il video di quel live e così l’ho scritta di getto, senza pensare alla storia di Adam e Sauli, senza considerare niente che non fossero Adam e Tommy. Quindi sì, perdonatemi se non ho rispettato il corso degli eventi  e ditemi se vi è piaciuta (cosa che spero con tutte le mie forze) o se vi ha fatto schifo (ipotesi molto più probabile della precedente)
Sofia

 






 
DI COME TOMMY JOE RATLIFF PERSE LA SUA ETEROSESSUALITA'
 
 
CAPITOLO 1
 
“respira, Tommy, respira” mi imposi.
Non poteva venirmi un attacco di panico in un altro momento? No! Ovviamente prima del concerto di Amsterdam!
Ero rimasto da solo dentro al camerino riservato ai musicisti, tutti gli altri erano fuori, dietro le quinte o nei dintorni, tanto per sciogliere la tensione, o fare le ultime prove. Malgrado le pareti del camerino fossero quasi del tutto asonorizzate, sentivo lo stesso i cori delle migliaia di fan radunate sotto al palco che urlavano –Adam!  Adam!- scandendo accuratamente tutte le sillabe.
Non era il primo concerto che facevo con Adam Lambert, e decisamente non era il mio concerto in assoluto, ma mai prima di allora le mie gambe avevano tremato così tanto da non reggermi in piedi.
La porta del camerino si aprì e ne entrò Adam, i capelli neri sparati verso l’alto tenuti in piedi da non so quanto gel, gli occhi azzurro ghiaccio contornati da ombretto e matita neri che ne facevano risaltare il colore facendoli sembrare molto più profondi, il busto era fasciato da una canotta nera e rossa piena di borchie e cinghie, il tutto ovviamente accompagnato dal glitter. Sembrava che si fosse fatto un bagno nei brillantini, erano dappertutto: sui capelli, sul viso, sulle braccia.
Mi imposi di non guardare i suoi pantaloni viola (glitterati anch’essi) che fasciavano alla perfezione le sue gambe muscolose e affusolate.
-Tutto bene?- domandò chiudendosi silenziosamente la porta alle spalle.
Annuii e tornai a fissare il mio riflesso nello specchio, Adam si posizionò dietro alla sedia girevole nella quale ero sprofondato e mi fissò con aria critica.
-I tuoi capelli sono un disastro- disse con una smorfia che mi fece sfuggire un sorriso, ogni tanto se ne usciva con delle frasi che lo facevano sembrare molto più gay di quanto già non fosse.
Intanto aveva preso la piastra da un cassetto e con poche ma decise mosse mi aveva risistemato il ciuffo biondo platino sulla fronte e i capelli corti sulla nuca.
-hai veramente troppi capelli- borbottò addomesticandoli un’ultima volta con le mani.
Forse fu solo una mia impressione ma mi parve che si fosse soffermato qualche secondo di troppo sulla nuca, accarezzandomi con delicatezza la pelle del collo.
-Però c’è poco glitter-
Mi girai inorridito verso di lui e lo vidi cercare con lo sguardo la scatoletta dei brillantini sul mobile dei trucchi, mi avevano spruzzato addosso una bomboletta intera di brillantini spray e per lui era ancora poco? Il fetish di quel ragazzo per il glitter era preoccupante, decisamente preoccupante .
Gli bloccai il polso prima che raggiungesse i brillantini in polvere.
-Io direi che sono abbastanza-
Adam si imbronciò, sporgendo il labbro inferiore –Ma…-
-Niente ma, Adam. Non hai idea di quanto ci impieghi a togliermi tutta questa roba, devo farmi qualcosa tipo tre docce-
I suoi occhi cristallini brillarono di una luce maliziosa –Se vuoi la prossima volta posso darti una mano io- sussurrò abbassandosi verso di me.
Arrossii sotto il pesante strato di fondotinta e cipria, ancora non ero abituato a tutte quelle frasi, quei flirt che Adam usava di continuo nei miei confronti. Non riuscivo a fare a meno di arrossire come una bambina delle medie alla sua prima cotta, tanto più quando cercava di baciarmi o avere un qualsiasi contatto fisico. E una parte di me, che nascondevo prontamente, rimaneva male per tutti quei giochetti, perchè altro di sicuro non erano.
-Per sta volta passo, grazie- borbottai tirando indietro la testa e togliendo a malincuore gli occhi dalle sue labbra carnose punteggiate da leggere efelidi, quel dettaglio, che non avevo mai notato prima, era un particolare che mi piaceva anche troppo.
-Non sai cosa ti perdi, Honey- ammiccò.
Poi si abbassò di nuovo ma io fui abbastanza svelto da girare il viso dall’altra parte così che le sua labbra si scontrarono, più leggere di quanto avrei mai pensato, con la mia guancia.
-Un giorno riuscirò a strapparti un bacio-
-Non contarci, Adam- replicai stizzito. Passai sotto al suo braccio teso e appoggiato al bracciolo della sedia.
“Perché hai rifiutato quel bacio?” domandò una vocina che sembrava essere la mia coscienza.
“Sono etero” mi risposi.
“Vallo a dire a quella cosa che sembra tanto un’erezione che al momento abita i tuoi pantaloni”
Strinsi i denti e mi diedi dell’idiota, parlare con la propria coscienza è un segno di squilibrio mentale, ma… ehm… era vero. Mi ero eccitato (Cristo, quanto mi costava ammetterlo) quando Adam si era avvicinato a me.
Cercai di non pensarci e presi il mio basso dalla poltroncina su cui era adagiato e andai verso la porta che Adam teneva aperta per me.
Quando passai mi tirò una sberla sul sedere e io feci un balzo –Ehi!- esclamai.
-Che c’è?- domandò lui con fare innocente, gli occhi dolci come quelli di un cucciolo.
Un diavolo vestito da angelo, ecco cos’era.
Un angelo molto sexy…
“Ma tu non eri etero? “ domandò la mia coscienza con tono canzonatorio.
Feci una smorfia.
-Andiamo, Tommy, era una pacca amichevole, un portafortuna- rispose Adam e si avvicinò ancora. –E poi hai un bel culo- rispose lui con noncuranza mentre si avvicinava e mi affiancava.
Ero veramente un nano se messo in confronto al suo metro e ottantacinque.
-Non mi sembrava molto amichevole- replicai camminando rasente al muro del corridoio, cercando disperatamente di non arrossire per quell’insolito complimento; man mano che procedevamo, le urla delle fan aumentavano di intensità.
Lui sbuffò al mio fianco –Okay, allora ricambia-
Non capii cosa volesse dire fino a quando non mi superò e non si mise di fronte a me sporgendo appena quel magnifico fondoschiena che madre natura gli aveva concesso.
“Addio eterosessualità” canticchiò la mia coscienza .
Mi si seccò la bocca ma trovai comunque la forza di ribattere –Ma per favore! Non ti darò uno schiaffo!-
-Ti tocca, honey, o giuro che non ti lascio uscire da qui-
-Ti ricordo che ci sono migliaia di ragazzine urlanti che ti aspettano- ero esasperato così cercai di farlo ragionare. –Farle aspettare non è la cosa migliore da fare-
-Esatto, perciò che aspetti?-
Stringendo le labbra lo superai, o almeno ci provai, perché Adam fu più veloce di me e mi afferrò per un polso tirandomi addosso a lui. Non appena mi scontrai con il suo petto alzai di colpo gli occhi trovandomi così a un nulla dal suo viso e dalle sue labbra appena schiuse. Di nuovo quelle lentiggini di una tonalità appena più scura del rosa delle labbra catturarono il mio sguardo.
-Lasciami!- strillai cercando di staccarmi dal suo petto massiccio. Quella situazione mi metteva a disagio, era veramente troppo per una sera soltanto, in cui per altro dovevamo suonare.
-Te l’ho detto, honey, tu non uscirai di qui fino a che non mi sculaccerai-
No, cazzo, non poteva usare quel tono che sapeva tanto di orgasmo a distanza ravvicinata dal mio orecchio.
Il mio bacino scattò in avanti, verso il suo. Grazie a Dio c’era il mio basso a dividerci, sentii il sangue affluirmi alle guance e renderle incandescenti.
Ma Adam lo aveva sentito lo stesso, quel contatto, e aveva sogghignato vicino al mio orecchio –Andiamo, Tommy, non ci vuole tanto- mormorò. Mi prese un polso e lo tirò fino a portarlo dietro alla sua schiena, così mi arresi, e lasciai andare la mano che si scontrò con il sedere di Adam in un lieve schiaffo.
Non me lo sarei mai aspettato ma mantenne la sua promessa e mi lasciò andare –C’è da lavorare ma bravo lo stesso- disse prima di voltarmi  spalle e andarsene.
Mi appoggiai al muro cercando di regolarizzare almeno minimamente il mio battito cardiaco che sembrava impazzito, dovevo calmarmi cazzo! Era stata una semplice pacca sul sedere, e non poteva farmi questo effetto devastante!
“Respira, Tommy, respira” mi imposi nuovamente per la seconda volta nel giro di un quarto d’ora.
-In scena! Tutti dietro le quinte!- esclamò qualcuno degli assistenti, la cui voce rimbombava nel corridoio illuminato dalle luci al neon.
Prendendo un ultimo, grosso respiro, raggiunsi gli altri dietro le quinte.
 
Ero teso come una corda di violino e sentivo quasi la nausea, il rumore e le urla confuse che venivano dalle fan a poche decine di metri da noi, separate solo da qualche muro, non facevano che aumentare quella spiacevole sensazione.
Una mano si posò sulla mia spalla e feci un balzo di almeno un metro, agitato era dir poco.
-Ehi, calma Honey, sono io- ridacchiò Adam.
Tirai un sospiro a metà tra il sollevato e lo scocciato –Cosa vuoi ancora?- domandai caustico.
Lui sorrise, mettendo in mostra le sue adorabili fossette –Niente, Honey, solo dirti di stare calmo. Andrà tutto bene, vedrai, quindi rilassati e respira o vomiterai sul palco-
Era la prima volta da quando lo conoscevo che non aveva fatto battutine sarcastiche, anzi, sembrava davvero sincero, dicendo quello che pensava veramente, così annuii.
Adam sorrise di nuovo e mi diede un pugno scherzoso sulla spalla prima di andarsene e prendere il suo posto di fronte a tutti.
Mentre guardavo le sue spalle ampie allontanarsi sentii il nodo che avevo sullo stomaco sciogliersi.
  
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