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Autore: _Fire    27/02/2015    7 recensioni
Mickey Milkovich era un ragazzaccio.
Ma Ian Gallagher stava mettendo a dura prova la sua resistenza.
|One-Shot|922 parole|Introspettiva sui pensieri di Mickey nel periodo che va dalla prima alla seconda stagione|
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ships In The Night


Like ships in the night 
You keep passing me by
Just wasting time
Trying to prove who’s right
And if it all goes crashing into the sea
Its just you and me
Trying to find the light

 



Mickey Milkovich era un ragazzaccio.
Il classico tipo da cui i padri vogliono tenere alla larga le ragazze, quello che va in giro con la sua banda, che minaccia o picchia chi lo infastidisce, che dice parolacce.
Lui era così.
Nello schifoso quartiere dove viveva, tra i suoi bersagli preferiti c’era uno di quella famiglia di sfigati, i Gallagher: Ian.
Si divertiva a chiamarlo a gran voce seguito dai suoi fratelli, ad appostarsi fuori casa sua o al negozio dove lavorava, minacciandolo di pestarlo a sangue. Era semplicemente uno dei tanti ragazzini spaventati che scappavano dai fratelli Milkovich.
Almeno era stato così fino a quel giorno.
Lui e Ian l'avevano fatto a casa sua, dopo essersi quasi picchiati perché Ian voleva indietro la pistola di quell’idiota di Kash. Un momento prima Mickey stava per mollargli un pugno in faccia e quello dopo sentiva il bisogno impellente di togliersi la maglietta e eliminare gli strati di vestiti che lo separavano da Ian.
Era scattata una scintilla tra loro due, un’attrazione che non avevano saputo controllare. E che poi era divampata in un incendio.
Era iniziato tutto come uno scherzo, come un gioco, e doveva continuare ad essere così. Mickey non voleva nulla di serio, non gli andava di impegnarsi con qualcuno: né con una ragazza, figuriamoci con un ragazzo. Nessuno sapeva che fosse gay, ed era meglio che le cose restassero così.  
Eppure, giorno dopo giorno, la cosa – Mickey si rifiutava di chiamarla relazione – era andata avanti, e i loro “appuntamenti” diventavano sempre più frequenti. Almeno fino a quando Kash non aveva visto lui e Ian farlo nel supermercato e gli aveva sparato alla gamba. Che cazzone. Infantile, no?
Era andato in prigione, ma non era stato così male. In ogni caso, decisamente meglio di come sarebbe stato se suo padre avesse scoperto che era gay: l'avrebbe fatto a pezzi. Non per modo di dire, letteralmente.
Ian era andato a trovarlo, e per quanto Mickey volesse dare a vedere che gli desse fastidio, in fondo - molto in fondo - lo faceva sorridere sapere di essere importante per qualcuno. E non avrebbe mai ammesso che gli facesse piacere che quel qualcuno fosse proprio Ian.
Quando era uscito Ian era andato a prenderlo, con la scusa di voler proteggere sua sorella Mandy. Non appena l’aveva visto gli aveva rivolto un enorme sorriso, che aveva quasi fatto venir voglia a Mickey di sorridere di rimando. Ma non potevano imbambolarsi così, come due dodicenni con la prima cotta, altrimenti sarebbe stato evidente che tra loro c’era qualcosa.
Quando erano rimasti soli non avevano aspettato altro tempo - ne era già passato abbastanza - e l'avevano rifatto. E rifatto.      Era stato come se Mickey ne avesse bisogno, come tornare a respirare dopo una lunga apnea.
Poi aveva iniziato a lavorare al supermercato con Ian e passavano parecchio tempo insieme. Questa cosa gli faceva più piacere di quanto non volesse. Voleva far finta di non vedere il modo in cui Ian lo guardava, come i suoi occhi brillavano di desiderio, o il modo in cui sorrideva ogni volta che erano insieme, e come continuava a farlo anche quando lui gli diceva frasi come “ridillo e ti strappo la lingua”. Voleva far finta di non starsi affezionando a Ian, che non significasse niente per lui.
E Ian doveva sapere che lui non voleva nulla di serio.
L'occasione – per così dire – gli si era presentata quando Frank li aveva visti insieme. Mickey aveva immediatamente deciso che bisognava farlo fuori, e Ian l'aveva pregato di lasciar perdere, ma lui gli aveva detto che aveva chiuso. Con il lavoro, con lui, con tutta quella roba.
Erano passate già delle settimane, ma Mickey pensò che non avrebbe mai dimenticato gli occhi lucidi di Ian mentre balbettava che non dovevano vergognarsi, che non voleva, prima che lui si congedasse dicendogli che non era altro che una bocca calda per lui. E Ian l'aveva lasciato andare.
Mickey gli era grato per questo. Era evidente che non poteva stargli vicino senza ferirlo o cominciare a litigare, quindi era meglio così, no? Dopotutto, Ian si meritava qualcuno che lo amasse alla luce del sole, che non avesse paura di mostrarsi per quello che è.
Paura.
Mickey non lasciava mai intravedere le emozioni, ma questa più di tutte.
Voleva mostrarsi forte, ad ogni costo, riparandosi con una corazza costruita anno dopo anno. Un muro intorno a lui che lo avrebbe protetto.
Ma Ian stava scalando quel muro, percorrendo una strada che non conosceva. E Mickey non poteva lasciarglielo fare, così l’aveva allontanato, mostrandosi distante anche quando erano vicini. Ian avrebbe mai trovato una strada per tornare al suo fianco?
Alla fine non aveva ucciso Frank. Non sapeva cos'era stato esattamente ad averlo fermato, e non voleva nemmeno solo provare a pensare che l'avesse fatto per Ian.
Poi però aveva picchiato un agente, e ora era di nuovo in prigione.
Seduto su una di quelle panche dure e fredde, sentiva una sorta di vuoto, come in mezzo allo stomaco, senza il calore del corpo di Ian accanto al suo, o le sue mani strette sulle sue dita tatuate.
Aveva cercato in tutti i modi di allontanare il suo pensiero, ma continuava a passargli davanti. Stavano solo perdendo tempo? Sarebbe stato diverso se fossero stati solo loro due?
Tutte domande a cui non sapeva – o non voleva – rispondere.
Non sapeva cos'era l'amore, ma quello che provava per Ian ci si avvicinava parecchio.
Anche troppo.
Mickey Milkovich era un ragazzaccio.
Ma Ian Gallagher stava mettendo a dura prova la sua resistenza.





 

Spero che questo "esperimento" non vi abbia fatto troppo schifo, ma sentivo il bisogno di scriverlo.
Mi farebbe piacere avere un vostro parere, positivo o negativo che sia, dato che sono nuova nel fandom.
Ricordo che potete trovarmi sempre qui nella mia pagina facebook.

Un bacio,
Fire
 
   
 
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