Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Kuri    09/12/2008    1 recensioni
Se esistono due persone davvero uniche in ogni mondo possibile, costoro saranno destinati ad incontrarsi. Un abbraccio lento, il destino, li attrarrà fatalmente l'uno verso l'altra per creare una magia solo per loro, anche se il giusto prezzo da pagare potrà essere solo quello del dolore.
“Aveva vissuto fino a quel momento nell'incrollabile certezza delle proprie idee. Aveva scorto un cammino dritto, teso come il lancio di un sasso verso l'orizzonte, e malgrado gli ostacoli di cui era stato fin da subito consapevole, aveva deciso di seguirlo perché gli sembrava la soluzione migliore. Aveva voluto fare le cose per bene, perché il suo prestigio non potesse essere messo in discussione per nessun motivo.
E poi era arrivata la piccola ragazzina indisponente dagli occhi ardenti e con le movenze di una creaturina dispettosa e, senza pensarci troppo, lei aveva sconvolto ogni piano.”
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Clow Reed, Yūko Ichihara
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Storia scritta, dopo numerosi tentennamenti, per la IV Disfida de I Criticoni.
La disfida prevedeva la formazione di squadre alle quali era assegnato un prompt di gruppo e una serie di prompt individuali. Io faccio parte della squadra Alfa e il nostro prompt di gruppo era: "I grandi eroi, quelli che vengono ghermiti da me, dalla Gloria, non sono mai esseri imperfetti.", tratta da Knockin' Hills di Keiko. Il prompt individuale che mi sono scelta, invece, è stato Curvo/Dritto.
Vi do un unico avvertimento: questa volta ci sono andata giù pesante con i voli pindarici, ma era una storia che mi andava di raccontare. Se è stata così sfacciatamente OOC, il gudizio verrà presto espresso, ma io l'ho amata molto ugualmente!
ENJOY!!







0. Prologo


Credo che più fatale dell’inevitabile ci sia solo il compromesso che questo porta irrimediabilmente con sé.
Mediare tra il desiderio e ciò che il destino ha effettivamente deciso è un passo duro e ingrato, che i piedi si rifiuterebbero di fare se potessero esistere svincoli dalla ragione.
Molti chiamano questa cosa: diventare grandi.
Una vera tortura, insomma.
L'unica cosa che mi sento di dirti, Watanuki, è che se anche a te un giorno capitasse questa sorta di maledizione – e il suo avvento riesco a scorgerlo tra le pieghe dei tempi e dei mondi – cerca di non dimenticare tutti gli istanti della tua vita in cui hai riso con semplicità, in cui hai provato un genuino stupore, in cui l’unica cosa che ti era sufficiente conoscere era il tuo nome e quello delle persone che amavi.
La cosa peggiore di tutti i mondi è crescere e dimenticarsi di quello che si è stati, illudendosi di aver appena fatto una conquista.
Tra tutti gli insegnamenti che ti ho impartito, vorrei che questo fosse per te il più importante, anche se non mi hai mai sentito pronunciare queste parole.
Sono sicura tuttavia che tu abbia compreso.
E con questa certezza che molto spesso assume i contorni sfuocati della speranza, come una bolla che fluttua in un mare di nulla, posso concedermi un sospiro di sollievo.
Dura poco, è solo una sensazione che lotta con mille altri battiti di cuore, ma c’è, e questo basta a rendere tutto più sopportabile e i dolori più giustificabili. Ogni passo necessario alla crescita ti lascerà addosso queste sensazioni e saranno come bava fredda che imbratta le mani e copre la faccia.
Non importa.
Se la sconfitta è una possibilità, anche la vittoria e il trionfo lo sono. Finché ogni sforzo non si infrangerà contro la barriera dell’inevitabile, non credo che ci sia una vera giustificazione per potersi arrendere.
Ora sorrido, perché mi accorgo che le mie sono solo parole, lo sforzo didattico di una strega la cui potenza è ormai un monolite immobile che non è più in grado di cambiare i mondi. Il percorso si sta concludendo ed ormai è giunto il tempo che dalla mia strada diparta un altro sentiero.
Senza parole, so che tu riuscirai a trovare il modo.
Poi ti arrabbierai, mi dirai che sapevo tutto quello che stava per accadere e che non ho fatto nulla per impedirlo perché sono una donna orribile.
Ridacchio. È vero. Stare a guardarti è la cosa migliore che mi sia capitata da molto tempo a questa parte e, probabilmente, questo fa di me davvero una donna poco raccomandabile.
Perciò arrabbiati finché vuoi, scalcia, prenditela con Mokona, urla e agita quelle braccia lunghe da mantide. Lamentati, sbuffa, brontola come un vecchio bonzo bigotto e fai l'offeso.
E allora, quando tutto questo non sarà altro che un ricordo e il peso di nuove responsabilità ti graverà sulle spalle e io non sarò più lì con te, potrai sempre pescare dalla tua memoria frammenti di una vita passata che ti ha fatto stare bene.
Perché solo questo è importante: un buon bicchiere di sakè, la pipa sempre piena, amici fidati e nessun rimpianto quando gli occhi si volgono indietro.
E sono sicura che tu farai molto meglio di quanto sia riuscita a fare io.

   
 
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