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Autore: Ranyadel    27/02/2015    3 recensioni
Raccolta di one shot collegate ai retroscena di Look into my eyes... divertitevi!
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2556489&i=1
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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(Interno al capitolo 31)

Let’s play a game!

Appena i ragazzi uscirono, Michael chiuse la porta a chiave e premette Manuela contro il muro. Lei fece un mugolio sorpreso, che venne soffocato dal bacio famelico di lui. "Michael" fece, allontanandolo di qualche centimetro con un sorriso divertito. "Sì, piccola cupcake?" 

"Non ti facevo così illuso." 

"In che senso?" 

"Davvero speri che basti un bacio un po' più acceso a convincermi?" chiese Manuela, sgusciando dalla presa di lui ridacchiando e scappando in cucina. Michael rimase immobile qualche secondo. "Dovrai sfoderare tutte le tue doti di corteggiatore per vincere, stavolta, Mikey" fece lei ridendo. Si stava divertendo un sacco, soprattutto perché aveva colto Michael alla sprovvista.  Lui si riscosse subito e la seguì in cucina. "Oh, piccola, ma io ho già vinto quando hai accettato di giocare" fece con un sorriso malizioso. "Sai, pensavo stessi scherzando, stasera, a proporlo in modo così leggero davanti a tutti" disse Manuela, giocherellando con una delle calamite del frigo. "Piccola, con queste cose non scherzo." 

"Ci sei già passato?" 

"... Forse." 

Manuela si voltò verso di lui con un sopracciglio alzato. "Io mi sono tenuta pura e casta per te e tu mi riveli così queste cose?" chiese sorpresa. "Mi sembrava ingiusto che tu non lo sapessi." 

"Quindi sono solo una delle tante?" chiese Manuela, mentre il suo sorriso sfumava. Michael scosse la testa e si avvicinò piano a lei. "Manuela, lo so che probabilmente adesso mi consideri uno stronzo, e lo ammetto, prima di conoscerti lo ero. Chiedilo anche ai ragazzi. Non mi importava, francamente, chi ci fosse con me nel letto. Mi vergogno di quello che ero prima, e credimi, ora non lo sono più." 

"E cosa ti ha fatto cambiare, sentiamo?" 

"Non ci arrivi proprio?" 

"No." 

"Sei stata tu." 

Manuela alzò lo sguardo fino a incontrare i suoi occhi chiari. Lui le prese le mani e continuò: "Manuela, da quando ti conosco sono cambiato. Te lo giuro. Da quando ti ho vista a quel concerto, da quando abbiamo iniziato a parlarci... Ho sentito qualcosa di diverso. Non mi sentivo alla tua altezza. E come potevo? Tu eri così perfetta, così angelica e allo stesso tempo così forte, con la capacità di fare il culo a chiunque soltanto aprendo bocca, così divertente, così dolce e allegra, così diversa da tutte le altre, così perfetta per me, e io ero solo uno stronzetto da una botta e via. Mi hai permesso di farmi un esame di coscienza come non lo facevo da tanto. Ho visto quello che ero diventato e quello che sarei voluto diventare e... Cavolo, erano agli antipodi. Mi sono fatto schifo da solo e mi sono chiesto cosa potessi fare per cambiare. Mi sono reso conto che stando con te, ero molto più vicino al me stesso ideale di quanto non lo fossi mai stato. Senza nemmeno rendertene conto mi stavi salvando da me stesso, e non potrò mai ringraziarti abbastanza per questo. E mentre tutto intorno a me era sempre più diverso, tu eri l'unico punto fisso. Il bisogno di avere qualcuno di fianco la notte era diventato il bisogno di avere te, ad ogni ora del giorno. Mi stavo innamorando senza nemmeno accorgermene, concentrato com'ero sul mio cambiamento, ma quando me ne sono reso conto, mi sono sentito stupido per non averlo capito prima. Prima di andare a dormire non pensavo più alle ragazze delle notti precedenti, no. Pensavo a come sarebbe stato un futuro con te. Sei la prima e unica persona con cui abbia fatto questi pensieri, e mi sembrava così strano, ma anche così bello, mentre sognavo a occhi aperti di portarti all'altare. Ci immaginavo fra dieci, venti, ottant'anni, e niente riusciva a dissuadermi dal pensiero che tu saresti stata la ragazza giusta. Prima di conoscerti mi buttavo via perché non riuscivo nemmeno a immaginare che sarei potuto cambiare. Poi ho visto quei tuoi occhioni marroni, così dolci e così decisi, e ho sentito il bisogno di cambiare, di migliorare per te. Mi hai reso la persona più felice del mondo e continui a farlo. Anche in questo momento, in cui mi dovrei sentire un vero schifo - e fidati, la maggior parte di me vorrebbe picchiarsi da sola - ho una vocina in testa che mi dice di sorridere come un ebete, perché ho davanti a me la vittoria più grande della mia vita. Sei il mio primo bacio, il mio primo amore, la mia prima speranza di un futuro felice. Non potrei amarti più di così e non credo sia possibile, un giorno, svegliarsi e sentire meno di tutto questo. Ti amo, e mi dispiace se ho una storia piuttosto patetica, ma ho cambiato capitolo, e ora la protagonista sei tu. Sento che rimarrai la protagonista indiscussa fino al momento in cui nasceranno Austin e Diamond. Manuela, sei l'unica madre che vorrei per i miei figli e l'unica ragazza che ho amato, e che vorrei al mio fianco." 

Manuela sorrise piano, non riuscendo a dire nulla per qualche secondo. Gli diede un piccolo bacio a fior di labbra, prima di sussurrare: "D'accordo, le tue doti di corteggiatore sono davvero ottime."

"Oh, non ero nemmeno intenzionato ad arrivare ad un secondo fine, stavolta. Ti volevo solamente dire la verità."

"E se fossi intenzionato ad un secondo fine?"

Michael sorrise provocatorio e le slacciò il primo bottone della camicia. "Se fossi intenzionato ad un secondo fine, farei questo" sussurrò. Partendo dalla bocca di Manuela, iniziò a lasciare una scia di baci umidi e bollenti sulla guancia, fino ad arrivare alla curva del collo. Spostò il colletto della camicia e si concentrò sulla pelle morbida della base del collo. Iniziò a baciare ripetutamente un punto, a mordicchiarlo, a succhiare piano, mentre le sue mani scivolavano sui fianchi di Manuela e lui si spingeva contro di lei, costringendola a posare le mani sulla superficie di marmo della cucina per rimanere in equilibrio. "Mike..." mugolò Manuela. L'altro si staccò e la guardò con un sorriso vittorioso. "Sì, Cupcake?"

"Te l'ho detto. Non sono così facile. Non sarò come tutte le altre." Detto questo, Manuela si sfilò di nuovo dalla presa di lui, andando in sala come se nulla fosse e sdraiandosi sul divano. "Mi stai facendo impazzire con questi tuoi giochetti, piccola" fece Michael ridacchiando e raggiungendola.

"Forse mi piace giocare."

"O forse ti piace farmi impazzire."

Manuela rise piano e si nascose sotto la coperta che Ash e Carol avevano lasciato ai piedi del letto. Michael si sdraiò sopra di lei, tenendosi sollevato sui gomiti per non schiacciarla. "A cosa devo questo cambiamento repentino di atteggiamento, Mikey?"

"C'è la luna piena, amore. I lupi vanno fuori di testa."

Manuela si mise a ridere gettando la testa all'indietro e Michael ne approfittò per buttarsi sul suo collo. Tornò a baciare con foga il punto dove si era concentrato prima. "Sembri deciso a far rimanere il segno."

"Lo so che anche tu non vedi l'ora. Facciamo vedere a Coco e Luke che non sono gli unici."

"Lo stai facendo solo per competizione, quindi?"

"No, lo sto facendo perché ti amo, e voglio amarti in ogni modo possibile." 

Manuela arrossì leggermente e chiuse gli occhi, godendosi la sensazione, ma Michael si fermò quasi subito. Lei lo guardò interrogativa. "Vuoi giocare?" le chiese l'altro. Manuela sorrise furba e annuì. "Perfetto, ho il gioco adatto" fece Michael con un sorriso provocante. Le tolse la coperta di dosso e la prese in braccio. Lei si aggrappò subito alla sua vita con le gambe, come faceva sempre, e si premette contro il suo corpo. Michael la baciò piano prima di cercare a tentoni le scale. "Mike, guarda che cadiamo" fece Manuela ridacchiando. "Ti fidi di me?" le chiese Michael, guardandola con quei suoi occhioni enormi. Lei sorrise e annuì e Michael fece il primo passo sullo scalino. Con una mano si teneva alla ringhiera, per sicurezza. In poco, raggiunsero la camera di lei. Michael si chinò fino a farli sdraiare sul letto e si ritrovò sopra di lei, in mezzo alle sue gambe, quasi avesse programmato tutto. Sorrise furbo e si chinò a baciarla di nuovo, mentre faceva scontrare i loro bacini. Manuela soffocò un'esclamazione sorpresa. "Non sei l'unica che si diverte a giocare" fece Michael ridacchiando, prima di tornare a baciarla. Le mordicchiò il labbro inferiore e lo tirò piano, per non farle troppo male. Continuò a baciarla, sempre più forte, per poi lasciarla andare improvvisamente. Manuela rimase spiazzata. “Dimmi che scherzi” fece quando lui si alzò. “Ti stai già arrendendo?” chiese. “No, sto solamente andando a prendere una cosa che ci servirà per giocare” fece Michael ammiccante, prima di correre al piano di sotto. Manuela rimase immobile sul letto, curiosa e allo stesso tempo decisa a non perdere quella specie di scommessa. Era sicura che non avrebbe ceduto, ma quando Michael tornò, con un barattolo di Nutella e un cucchiaio in mano, non ne fu più così sicura. “Ora possiamo iniziare il gioco” fece Michael con un sorriso ferino. “Preparati, piccola cupcake: sarà una lunghissima notte.”

  
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