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Autore: MarmellataGirl    28/02/2015    8 recensioni
La storia prende avvio dalla 4x23. Ha come protagonisti Bonnie Caroline e Stefan. Bonnie compie un viaggio nel tempo e si ritrova insieme ai due vampiri (ritornati umani) nel passato, precisamente 1000 anni nel passato, quando gli Originali erano ancora umani. Qui conosceranno la famiglia al completo. Nel frattempo nel presente gli Originali si accorgono che qualcosa non va con i loro ricordi e chiedono aiuto a Damon ed Elena per scoprire cosa sta succedendo.
Nasceranno degli amori e delle amicizie improbabili. Si troveranno di fronte a degli ostacoli. E vivranno qualcosa che mai avrebbero creduto possibile.
Dalla storia:
- “Mi vuoi come tuo corteggiatore?”
Lei arrossì vistosamente e rimase in silenzio per l’imbarazzo.
“Ti ho messa a disagio vero?”
“No Stefan, sono solo sorpresa. Tu mi chiedi il permesso per essere il mio corteggiatore e io non me l’aspettavo. Di solito le donne non possono decidere nulla in merito a questo, invece tu vuoi sapere il mio parere, come se ti importasse davvero”
“E’ così Rebekah. A me interessa tutto di te. Non farei mai nulla che potrebbe dispiacerti”-
Coppie:
Klaroline, Stebekah, Kennet, Delena, Katlijah
(se non vi piace, non leggete XD)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bonnie, Bennett, Caroline, Forbes, Stefan, Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La fame si stava facendo sentire prepotentemente. Non aveva idea di che ore fossero, né del tempo trascorso da quando Klaus era andato via. Se non l’avesse uccisa lui, di certo l’avrebbe fatto la mancanza di acqua e cibo. Aveva riflettuto bene su cosa chiedere. Come un giocatore di poker quando punta tutto su quell’unica mano, sperando sia fortunata, lei si stava giocando tutto, solo che, se avesse perso, ci avrebbe rimesso la vita. Il silenzio del luogo venne interrotto da dei rumori di voci. Riconobbe il timbro di Klaus, l’avrebbe riconosciuto ovunque.
“Rinchiudilo qui” stava dicendo “Di lui me ne occuperò dopo. Adesso ho altro da fare”
Lo stomaco le si strinse. I passi si facevano sempre più vicini. Sapeva cosa avesse da fare, stava andando da lei. Fece dei respiri profondi per calmare.
Andiamo Caroline, ce la farai anche questa volta.
“Allora, tesoro, ti sono mancato?”
“Non proprio” ammise debolmente, maledicendosi subito dopo. Tuttavia il vampiro sorrise, trovando evidentemente buffa la sua risposta.
“Devo ammettere che apprezzo la tua onestà. Ebbene hai trovato una richiesta adeguata?” chiese
“Si. Vorrei parlare con una strega” disse lanciando la bomba tutto d’un fiato. Il sorriso di Klaus si spense. Caroline vide che i suoi occhi si erano fatti indagatori. La stava fissando, come per cercare di guardarla dentro. Poi, sempre osservandola, avanzò, girandole attorno come un avvoltoio con la sua preda.
“Sai” cominciò “per essere una donna, sei alquanto coraggiosa. Non so quali siano i tuoi piani, ma se pensi che una strega possa aiutarti a scappare, sbagli. In ogni caso mi hai incuriosito. Voglio proprio vedere cosa intendi fare. Avrai la tua strega” si fermò di fronte a lei e la guardò intensamente “Però ti avverto, se scopro che tutto questo è un piano delle streghe per ostacolarmi o fare qualsiasi cosa contro di me e la mia famiglia, andrò a cercare personalmente tuo figlio e lo ucciderò davanti a te e poi ti farò soffrire talmente tanto che implorerai la morte molto prima di quando ti verrà concessa” la minacciò per poi sparire. Caroline si accasciò espirando. Aveva trattenuto il respiro durante tutto il discorso di Klaus, le sue parole erano stalattiti che si conficcavano sempre più a fondo in lei. Lui non è Nik. No infatti. Quello era Klaus, nei suoi momenti peggiori. Pensava di aver visto tutta la cattiveria che poteva manifestare dopo aver ucciso Elena e Jenna, e aver trasformato Tyler in vampiro, ma ora capiva che era niente in confronto a questo Klaus. Che cosa gli era successo? Come aveva fatto a raggiungere quei livelli di crudeltà? Pura crudeltà. Eppure in lui c’era sicuramente una parte del suo Nik, ci doveva essere. Lei l’aveva vista con Klaus nel futuro e quindi significava che, forse, in quel periodo, l’aveva sepolta ancora più a fondo. Sarebbe riuscita a farla emergere? Soprattutto, ne avrebbe avuto il tempo?
Non era trascorso molto tempo dall’incontro con il vampiro, che un uomo la raggiunse. Non aveva idea di chi fosse, forse uno degli scagnozzi di Klaus. La prese per il braccio e nel silenzio più totale la portò via di lì. Dopo non sapeva quanto, finalmente era fuori dal quel tugurio. Osservò il cielo, era sera. C’era qualche stella che si intravedeva, nonostante ci fosse ancora un po’ di luce. Davanti a lei vi era una proprietà vasta. Era un castello che le ricordava Dracula di Stoker. Entrò in una porticina laterale e salì delle scale. Percorse un corridoio illuminato dalle candele. Candele, per cui non c’era ancora l’elettricità. L’uomo la fece accomodare in una stanza di modeste dimensioni, ma calda e accogliente. Si sedette e quello le versò dell’acqua in un bicchiere e le offrì del cibo. Divorò tutto e bevve, provando un piacere indescrivibile nella ristorazione.
“Spero che tu abbia gradito tutto”  Caroline si voltò e vide una Rebekah diversa da come la ricordava. Non aveva più quell’aria di fanciulla pura e dolce che aveva conosciuto, ma era molto più simile alla vampira del 2012.
“Era tutto buonissimo, grazie” rispose lei
“Ne sono felice. Seguimi, ho fatto preparare un bagno caldo e dei vestiti nuovi”
“Perché mi stai aiutando?” domandò lei confusa
Rebekah si girò e la squadrò dalla testa ai piedi “Diciamo che ho preso a cuore la tua situazione. Mi piace sapere tutto ciò che succede e quando sono stata informata di una giovane donna lasciata senza cibo in quelle segrete, ho deciso di migliorare la tua condizione. Ho sempre avuto questa convinzione che le donne dovrebbero essere unite e aiutarsi a vicenda”
Caroline sorrise. “Ti ringrazio davvero”
“A proposito, come ti chiami?”
“Caroline Forbes”
“Io sono Rebekah, Rebekah Mikealson”
 Tutti i momenti trascorsi con Rebekah mentre si facevano forza insieme tornarono a galla. In lei c’era ancora quella ragazza. Forse non tutto era perduto.
Si godette quel bagno profondamente. Certo la vasca non era il massimo, era una specie di secchio enorme di legno e l’acqua stava già diventando fredda, ma era pur sempre meglio di niente. Uscì dalla vasca e si asciugò, poi indossò i vestiti. Rebekah le aveva portato un bell’abito color smeraldo.
All’improvviso la porta si aprì, mostrando un Klaus alquanto adirato.
“Che significa tutto questo?” gridò “Rebekah, vieni qui” ordinò subito
La vampira arrivò come richiesto “Chi ti ha detto di portarla qui?”
“Le ho solo offerto un po’ di ospitalità” si giustificò quella “Cosa di cui tu non sei capace”
Klaus era davvero imbestialito. Era chiaro che non apprezzava quando qualcuno faceva di testa sua, scavalcandolo.
“Lei non è nostra ospite” scandì lentamente pesando bene le parole
“A me piace! Potrei tenere Caroline sotto la mia protezione” lo sfidò la bionda originale
“La tua protezione” derise Klaus “Pensi che la tua protezione possa fermarmi?” Caroline sentì delle braccia possenti che la bloccavano e una mano che le teneva il viso. Klaus era lampeggiato accanto a lei, per dimostrare alla sorella quanto fosse inutile il suo discorso. “Potrei spezzarle il collo in questo momento, quindi dimmi dov’è questa tua protezione?” Rebekah strinse i pugni, sconfitta “Vattene nella tua stanza, noi due faremo i conti dopo” le ordinò e la vampira andò via.
Klaus mollò la presa e rimase in silenzio a guardarla.
“Bel nome Caroline, ti si addice” fece come se un minuto prima non avesse minacciato d’ucciderla. Non riusciva a stare dietro a questa versione super folle e super ingestibile di Klaus. La stava nuovamente fissando, ma questa volta riusciva a leggere i suoi occhi. Lussuria, desiderio. Non era quello sguardo che lui le aveva così tante volte rivolto, quello ricco di amore e di brama, di voglia di annegare l’uno nell’altro. No, era solo profonda e cruda lussuria. Lui la stava denudando con gli occhi e ciò la faceva sentire a disagio, ma allo stesso tempo non riusciva a staccare gli occhi dai suoi. Era come ipnosi. Con un bracciò l’attirò a sé, scostandole i capelli dal collo. Capì le sue intenzioni, nel momento in cui vide le vene fuoriuscire e i denti allungarsi.
“No..”sussurrò provando a divincolarsi, ottenendo come risposta una maggiore presa da parte del vampiro. Il dolore fu pungente, tanto che la prese come una scossa rendendola incapace di muoversi. Rimase inerte mentre Klaus beveva da lei. Si abbandonò completamente tra le sue braccia, fino a perdere i sensi.
Questo Klaus non aveva sentimenti, questo Klaus non chiedeva.
Il mattino dopo una donna la svegliò. Aveva un vassoio con del cibo. Si sentiva molto debole, per cui mangiò molto cercando di rimettersi in forze. Finita la colazione, la donna la condusse davanti alla toeletta. Non vedeva uno specchio da anni ormai, anche se avrebbe preferito non rimirarsi in quel momento. I suoi occhi erano rossi e gonfi a causa del pianto, anche se non ricordava di aver pianto. Il suo viso era pallido per la perdita di sangue. Sul collo spiccavano i morsi di Klaus, uno in via di guarigione, uno ancora fresco e dolente. L’ancella le mise della polvere sul viso e sul petto, poi iniziò a truccarla. Quando finì il suo aspetto era diverso. Infine le mise un pezzo di seta verde attorno al collo per coprire i segni. Proprio in quel momento la porta della stanza venne aperta. Fece il suo ingresso Klaus.
“Dormito bene?” la stuzzicò, riferendosi al fatto che era praticamente svenuta tra le sue braccia. Lei non rispose. L’ancella lasciò la camera lasciandoli soli. Klaus si avvicinò a lei squadrandola. Poi le tolse lo scialle per ammirare il suo capolavoro.
“Così va meglio” disse soddisfatto “Mi piace vedere i miei segni sul corpo di una bella donna”
“Sei disgustoso” sputò lei indignata, mordendosi la lingua per l’imprudenza. Fortunatamente il vampiro sembrava trovare spassosi gli insulti
“Selvaggia” la derise, poi cambiò atteggiamento “La tua strega è arrivata” Infatti dopo qualche minuto un maggiordomo salì per annunciarla. La strega era una donna molto simile ad Ayana. Quando Caroline la vide, era sicura che fosse una Bennet. Forse dopotutto si sarebbe potuta salvare. La donna la fissava con intensità, mista a curiosità. C’era una scintilla nei suoi occhi, difficile da interpretare.
“Ti presento Mary.” Introduce il vampiro, poi si avvicinò “Ricorda ciò che ti ho detto Caroline” le soffiò nell’orecchio Klaus, facendole partire dei brividi di paura in tutto il corpo. Se c’era qualcosa in cui quel Klaus era esperto, quelle erano senza dubbio le minacce. Uscì dalla stanza e lei rimase da sola con la strega.
La donna si sedette e poggiò un contenitore sul tavolino. Poi verso dentro dell’erba e la bruciò.
“Salvia” spiegò “Così non potranno sentire”
“La mia storia è complicata..io..”
“So già tutto di te Caroline” la interruppe “Sono stata contattata dagli spiriti. So del viaggio nel tempo e della missione. Quello che non capisco è come mai sei finita qui, ma sono intenzionata a scoprirlo” Le fece cenno di avvicinarsi. Caroline la raggiunse. La strega prese la sua mano e le punse il dito con un coltello.
“Ahi” fece lei avvertendo il bruciore. Qualche goccia di sangue uscì e la donna iniziò a pronunciare un incantesimo.
“Ora capisco” fece “Sei stata manomessa”
“Sono stata cosa?” chiese succhiandosi il pollice ferito
“E’ stato lanciato un contro incantesimo su di te. Qualcuno ti ha volontariamente spedito qui. Hai idea del motivo?”
“Onestamente no. Ero con i miei amici e poi sono finita qui, ho incontrato Klaus e beh il resto lo sai. Non so nemmeno in che epoca siamo”
“Nel 1492” Caroline riflettè su quella data. Cosa era successo nel 1492 di importante? La scoperta dell’America…ma non credeva che quella informazione sarebbe stata rilevante
“Sei stata mandata qui precisamente nel momento in cui Klaus tornava dalla Bulgaria” aggiunse quella. Bulgaria, 1492..Caroline capì.
“Oh mio Dio, so che periodo è. Klaus ha appena sterminato la famiglia Petrova”
“E come questo può essere collegato a te?”
“Non è collegato a me, ma a lui. L’incantesimo è stato fatto per colpire lui” Ora tutto aveva un senso, non c’era peggior nemico di Klaus, che Klaus stesso. Nei suoi 1000 anni di vita aveva collezionato una tale quantità di nemici, che non c’era da stupirsi se adesso anche lei, in quanto moglie, stava pagando il prezzo dei suoi errori.
“Perché tutto questo dovrebbe colpire lui?”
“Perché io sono sua moglie e per quanto assurdo lui mi ama, o meglio amava, amerà” provò a spiegare anche se era davvero difficile far comprendere quella situazione
La strega sembrava riflettere attentamente. “Credo di aver capito. Siete tornati nel passato e tu e Klaus vi siete sposati. Nel futuro lui c’è ancora, ma a quanto pare è diverso e ti ama. Quindi se lui ora dovesse ucciderti, lo ricorderà e questo lo perseguiterà per sempre”
“Una cosa del genere” ammise trovando ancora il tutto più assurdo
“Quindi dobbiamo fare in modo che tu torni nel futuro incolume”
“Beh l’ideale sarebbe quello”
Mary iniziò a pronunciare un altro incantesimo. Avvertì un forte dolore alla testa, poi sparì.
“Che hai fatto?”
“Ho protetto la tua mente. Quando andrò via Klaus ti soggiogherà per sapere tutto, così non potrà farlo. Ma tu non dovrai farglielo capire, per cui dovrai comportarti come se stessi sotto costrizione. Nel frattempo io proverò a mettermi in contatto con la tua amica strega”
“Ma cosa gli dirò? Klaus è intenzionato ad uccidermi. Mi ha fatto presente che sono solo cibo per lui”
“Forse ho io un’idea”
Caroline era rimasta seduta ad aspettare che Mary finisse di discutere con Klaus. Secondo il piano della strega lei doveva interpretare una principessa, ma non una reale, una principessa erede di un gruppo di streghe provenienti dal Nuovo Mondo. Erede si, ma diseredata a causa della totale mancanza di magia in lei. La strega avrebbe detto a Klaus che, in quanto strega anche se non realmente strega, sarebbe stata considerata sotto la protezione delle Bennet e quindi lui non avrebbe dovuto toccarla, altrimenti lei e le sue sorelle non l’avrebbero più aiutato.
I suoi pensieri vennero interrotti da Klaus.
“Una principessa..se l’avessi saputo prima sarei stato più ospitale” scherzò
“Non sono abituata a fidarmi dei vampiri” rispose lei
“Se è per questo, io non mi fido di nessuno” Caroline si mosse verso la porta, ma venne bloccata dall’originale “Dove stai andando?”
“Non mi lasci andare?” chiese lei
“Come ho detto, non mi fido di nessuno e questo include soprattutto le streghe. Resterai qui come mia ospite” Non era di certo quello che sperava
“Come ostaggio vorrai dire” Klaus sorrise a quella risposta
“Sei davvero coraggiosa, Caroline” lasciò la presa su di lei e si mosse verso la porta. Prima di uscire si voltò verso di lei “A differenza di quanto puoi pensare io so cosa significa essere rifiutati dalla propria famiglia” le disse con tono quasi compassionevole per essere Klaus. Caroline si sedette sul letto, rigirandosi l’anello tra le dita. Aveva ancora del tempo, doveva confidare in Mary e Bonnie. E doveva cercare di evitare Klaus per il suo bene.
 

Elena era seduta fissando silenziosa il suo ragazzo, o meglio il suo ex ragazzo, perché dopo quello che stava succedendo, era più che sicura che non gli avrebbe mai più rivolto la parola. Non capiva cosa Damon stesse aspettando da lei. Voleva dirgli tante cose, da “Vai a farti fottere” al “Marcisci all’inferno” ma sarebbero state tutte inutili. Quanto avrebbe desiderato essere un licantropo e poterlo mordere, lasciandolo nel delirio fino ad un momento prima dell’ultimo sospiro, per poi guarirlo. Forse così avrebbe capito cosa si provava ad essere sempre quella che non può decidere.
Era con Jeremy nell’ennesimo B&B, quando qualcuno aveva bussato. Aveva aperto, trovandosi davanti Damon. Era talmente felice che stava piangendo dalla gioia nel rivederlo, fino a quando non erano spuntati anche Stefan e due bambini addormentati. E l’inganno era stato svelato.
E’ per la tua sicurezza, le aveva detto. Esther ha catturato Katherine perché pensava fossi tu. Sei un bersaglio ed è  meglio se stai lontano da Mystic Falls, aveva cercato di convincerla. Lei era esplosa dalla rabbia. Gli aveva urlato che lui non poteva, anzi non doveva decidere per lei. Se lei voleva combattere, lui non si doveva opporre. Odiava il fatto che non potesse fare ciò che desiderava. Odiava lui, perché le toglieva questa possibilità. E adesso la fissava, aspettando chissà cosa.
“Elena, parlami” disse avvicinandosi a lei e provando a toccarle il viso. Lei si scansò e, puntandogli il dito contro, lo minacciò “Non osare toccarmi”
“So che sei arrabbiata, ma”
“Niente ma Damon” sputò con veleno “Non esistono ma. Mi stai togliendo ciò che mi è più caro, la possibilità di scegliere. Tu non sei nessuno” scandì bene “Nessuno per permetterti di dirmi cosa devo o non devo fare”
“Mi dispiace toglierti questo Elena, però è troppo pericoloso e se ti succedesse qualcosa non me lo perdonerei”
“Non si tratta di te” urlò “Si tratta della mia vita! Sarò io a non perdonarti se farai davvero questo”
“Mi dispiace” fece Damon guardandola con sofferenza
“Io voglio combattere al tuo fianco, voglio stare vicino a te. Non voglio scappare, non questa volta”
Vedendo che Damon non rispondeva, capì che qualsiasi cosa avesse detto, non avrebbe cambiato nulla. Lui aveva deciso.
“Io non lo farò”
“Elena non capisci? Se non andrai spontaneamente, Klaus arriverà qui e ti costringerà. Tutta questa faccenda è molto più grande di quello che pensi. Devi partire e trovare un posto sicuro e proteggere i bambini”
“Perché io? Perché non Rebekah o Klaus che sono i genitori?” chiese esplodendo di rabbia
“Perché loro sono originali. Esther è la loro madre. Se andassero via, non pensi creerebbero sospetti? Poi c’è la faccenda di Caroline. E i bambini ti conoscono”
“Conoscono Tatia, non me”
“Basterà dire che sei una sua parente e si fideranno. Inoltre non sarai sola”
Quel ragionamento non faceva una piega. Era talmente logico, che la irritava in modo esponenziale.
“Quindi per te è meglio che io vada via, odiandoti, piuttosto che avermi al tuo fianco. Devi davvero ritenermi inutile” Le lacrime si affacciarono sul suo viso e Damon lo notò. Si avvicinò per consolarla, ma lei si spostò nuovamente.
“Ti ho detto di non toccarmi. Non voglio più vederti, più sentire la tua voce. Voglio che vai via” disse a fatica, piangendo. Damon continuava a fissarla, combattuto sul da farsi.
“Vattene!” urlò e Damon sparì, così lei si accasciò e iniziò a singhiozzare.
Dopo qualche minuto la porta si aprì. Lei era ancora per terra.
“Ehi, tutto bene?” chiese Jeremy guardandola con dispiacere
“No” ammise lei
Suo fratello si sedette accanto a lei e l’abbracciò.
“Io non voglio andare”
“Lo so”
“Lui non doveva..”
“Lo so”
Elena rimase abbracciata a suo fratello per un po’, ma sapeva che il tempo stringeva e che doveva andare via.
“Verrai con noi?” gli chiese, mentre si alzava
“No, torno a Mystic Falls” Lei annuì, aspettandosi quella risposta. Jeremy era un cacciatore e questo evidentemente lo rendeva più utile di lei.
“Fai attenzione”
Stefan entrò nella stanza proprio in quel momento.
“Dobbiamo andare Elena” la informò
Lei guardò Jeremy e lo abbracciò di nuovo. “Stai attenta anche tu” fece lui
Uscì dalla stanza e seguì Stefan nel parcheggio dove c’era un suv ad aspettarli.
“E’ nuovo?” domandò lei
“Serve al suo scopo” rispose il vampiro indicando i bambini che dormivano nel seggiolone
Aprì la portiera e si sedette anche lei. Non voleva farlo, ma ne aveva bisogno, così cercò con lo sguardo la Camaro e la trovò. Al suo interno, Damon la fissava. Il suo sguardo era indecifrabile, tuttavia non l’abbandonava. Elena lo percepì fino a quando non furono talmente lontani, che sarebbe stato impossibile vederli.
Stefan la guardava di sottecchi e lei lo conosceva abbastanza bene da sapere che c’era qualcosa che voleva dirle.
“Avanti parla” lo invitò lei
“Com’è andata?”
“Sai benissimo com’è andata”
“Lo vorrei comunque sapere da te”
“Una merda. Lo odio”
“Non credo sia davvero così”
“No hai ragione. Non lo odio. Lo amo talmente tanto, che non posso odiarlo e questo fa più male, perché io voglio odiarlo Stefan. Voglio che lui soffra”
“Credo che tu ci sia riuscita”
Elena lo guardò. Il tono sembrava di rimprovero e lo poteva comprendere. Era suo fratello e lei lo aveva fatto soffrire.
“Sai quanto lui sia insicuro quando si parla di te e adesso tornerà a Mystic Falls pensando che lo odi e che non vuoi più avere nulla a che fare con lui”
“Meglio così. E’ la verità”
Stefan le lanciò un’occhiata incredula. “Tra me e lui è finita. Io non sopporto che lui prenda decisioni per me. Non è la prima volta che lo fa e lui lo sapeva benissimo che lo detesto”
“Quindi ti arrendi davanti ad una difficoltà?”
“Magari fosse solo una. Comunque si, mi arrendo”
Rimasero in silenzio per un po’. Elena guardò i bimbi dormire.
“Quando si sveglieranno?”
“Bonnie ha detto dopo l’alba, per cui abbiamo 5 ore di tempo almeno”
“Dove andremo?”
“Abbastanza lontano” frugò tra alcuni fogli e le porse dei biglietti. Lei lesse la destinazione “Roma? Andremo in Italia?”
“Si, ho pensato che più lontano saremo, meglio sarà per loro. Bonnie mi ha dato una fiala che contiene del liquido con incantesimo di occultamento. Arrivati nella nostra futura dimora, la verseremo attorno ai confini della città che sceglieremo creando un cerchio e nessuno potrà trovarci, tranne lei”
“Wow. Bonnie è diventata davvero forte”
“Si, è forte”
“E una volta arrivati lì, che faremo?”
“Creeremo delle identità nuove. Vivremo una nuova vita, sperando che i nostri amici ce la facciano” Elena notò un cambiamento nell’espressione di Stefan.
“Rebekah?”
“Era d’accordo che era la scelta migliore. Ce la faranno e tutto tornerà come prima”
Elena fissò la strada con malinconia.
E se non ce l’avessero fatta?
 

Furono dei rumori a svegliarla. Più precisamente una voce. C’era una donna con lei, la stessa che era intervenuta insieme ad Esther nella casa degli originali. Era al telefono e dal tono , sembrava stesse litigando con qualcuno. Ripresasi dallo stordimento, si concentrò per capire cosa stesse accadendo e trovare una via di fuga.
“Stai scherzando?” aveva urlato la donna
“No..è morto” la persona dall’altra parte del telefono era Esther. “Silas è stato ucciso dalla strega Bennet”
Bene, pensò Katherine, consapevole del fatto che questo le avrebbe concesso più tempo. Silas non poteva più rivelare loro che non era Elena Gilbert, così lei era salva per il momento.
“Lui ci ucciderà” gridò la donna terrorizzata “Oh mio Dio Esther, dobbiamo inventarci qualcosa, dobbiamo scappare”
“Ci troverebbe comunque. Dobbiamo spiegargli che è stata solo colpa dell’ossessione per la cura, se è morto” cercò di tranquillizzarla l’altra
“Hai ragione” tremò quella
La strega sembrava in preda al panico. Chiunque fosse la persona a cui si stava riferendo, sarebbe stato un pericolo per loro, se riusciva a spaventare due streghe talmente potenti da mettere ko gli originali. Come avrebbero fatto loro contro una simile minaccia??
La strega aveva smesso di parlare. Era chiaramente ancora molto nervosa considerando il suo muoversi avanti e dietro. Katherine provò a valutare il posto in cui si trovava, per vedere se ci fosse una via di fuga. Era legata con una corda intrisa di verbena, che le bruciava la pelle. Il suo bracciale le era stato tolto, quindi se doveva scappare, poteva farlo solo di sera, altrimenti sarebbe bruciata. Grazie alla sua esperienza, sapeva di avere poche possibilità di fuggire, ma era disposta a correre il rischio. Lei era Katherine Pierce, per diamine. Non aveva bisogno che qualcuno corresse da lei a salvarla, era in grado di cavarsela da sola.
“Ti sei svegliata finalmente” fece la donna avanzando verso di lei “Esther mi ha raccontato qualcosa di te Elena. Una donna divisa tra due fratelli, una persona speciale, che purtroppo è diventata un mostro. Ammetto che per un attimo ho provato dispiacere per te, in fondo sei solo una vittima e io so come ci si sente ad essere una vittima”
“Non basta la verbena? Devo essere torturata anche con racconti strappalacrime di cui non mi importa un accidenti?” Rispose per farla innervosire
“Se fossi in te mostrerei rispetto, non sei nella posizione per permetterti di irritare una strega”
“Non sembri così spaventosa. Ci mancava poco che te la facessi sotto prima”
Quella si avvicinò cadendo nella sua trappola “Brutta..” Katherine con tutte le sue forze tirò la gamba in avanti rompendo la corda e ficcando il tacco dei suoi nuovissimi stivali di pelle, nella coscia della strega che urlò per il dolore. Riuscì a liberarsi anche della corda sui polsi, anche se la sofferenza fu assurda. Tuttavia ci mise più tempo del dovuto perché la donna si era ripresa e la sua testa iniziò ad esplodere. Si accasciò, tenendosi la testa tra le mani.
“Adesso basta Celeste” ordinò Esther
“Questa stronza mi ha attaccato” si difese lei. Katherine sospirò per il sollievo, il dolore era sparito, ma con due streghe, la fuga si prospettava più difficile.
“Lei ci serve per il piano. Non manderemo tutto a monte per un tuo capriccio” la rimproverò “Vai a curarti quella ferita, ci penso io qui”
Celeste obbedì, quindi era chiaro che riconosceva in Esther una posizione superiore rispetto alla sua.
La strega originale si avvicinò. Non c’era minaccia nel suo sguardo, ma preoccupazione.
“Devi ascoltarmi. Dobbiamo fare in fretta, prima che Celeste ritorni. Ho bisogno che porti un messaggio a Bonnie. Dille che ho bisogno di incontrarla. Lei sa perché. Mordimi, così Celeste penserà che mi hai aggredita”
Katherine era più confusa che mai. Perché Esther la lasciava andare? Tuttavia qualcosa negli occhi della donna la spinsero a non dubitare di ciò che le stesse dicendo.
“Perché fai questo?” chiese
“Bonnie lo sa” le spiegò “Veloce, mordimi. Non hai molto tempo” La doppelganger stava per procedere, quando ci fu all’improvviso un’esplosione. Celeste accorse da loro, con il volto pallido del terrore più puro. Dietro di lei, spuntò un ragazzino. Katherine notò immediatamente il cambio di Esther. Anche lei sembrava provare paura.
“Ecco le mie due streghe preferite” disse il ragazzo sorridendo “Sapete stavo preparando dei deliziosi biscotti ripieni di cioccolato. Quelli duri fuori, ma che una volta morsi, rivelano il cuore morbido di cioccolato liquido. Squisiti” spiegò come se li avesse davanti “Li dovevo mettere in forno, quando ho avvertito ciò che era successo. Speravo di essermi sbagliato, che magari fosse l’ansia per i biscotti, e sono andato a controllare” continuò, mentre avanzava verso di loro sempre con quel sorriso che non le comunicava nulla di buono. “Indovinate cosa ho scoperto? Silas è morto. Ora immaginate quanto possa essere infastidito da questo spiacevole inconveniente”
“Non è stata colpa nostra, Silas era ossessionato dalla cura e si è reso vulnerabile per quello” provò a spiegare Celeste.
“Vi ho dato parte del mio potere per rendervi superiore a qualsiasi ostacolo” fece quello come se nessuno avesse parlato “Vi ho aiutato, promettendovi anche una vostra vendetta personale e voi come mi ripagate?” Non stava urlando, ma incuteva lo stesso terrore. Il suo istinto le suggeriva di non fare niente, che quello era il vero pericolo e il suo istinto non sbagliava mai “Ora mi ritrovo senza biscotti e con uno di voi in meno e sono molto, molto irritato”
Il naso di Celeste stava sanguinando. La donna iniziò a tossire e lacrimare sangue. Si piegò. Le sue mani raschiavano il collo cercando disperatamente un modo per trovare sollievo. La stava soffocando con il sangue. Poi toccò anche ad Esther. Katherine era impietrita. Quelle donne che prima le erano sembrate potentissime, ora stavano morendo nelle più atroci sofferenze. Tuttavia il ragazzo si fermò.
“Vedete” disse in modo seccato “Avete sporcato tutta la casa” Infine la guardò e lei non aveva mai sperato di essere invisibile come in quel momento. Gli occhi dello stregone psicopatico si illuminarono.
“E lei chi è?” la indicò
“Una pedina del nostro piano” spiegò a fatica la strega originale
“Capisco” sorrise “E’ carina” disse guardando sorridente la donna, come se prima non l’avesse quasi uccisa
“Forse oggi avete fatto qualcosa di buono. Avevo così tanta voglia di uccidervi, ma sapevo che non potevo. Tuttavia posso divertirmi con lei”
“Per favore, lei ci serve. Non ci daranno mai ciò che vogliamo altrimenti” provò a difenderla Esther
“Sono sicuro che troverete un altro modo. Non vorrete farmi arrabbiare ancora vero?” Celeste scosse la testa ed Esther abbassò lo sguardo
Katherine aveva capito. Il suo istinto aveva anticipato il tutto. Non aveva bisogno di vederlo spezzare la gamba di una sedia di legno per capire cosa avrebbe fatto. Il ragazzo si avvicinò a lei con il paletto.
“Tu salverai la mia giornata!” esclamò sorridendo “Potrò gustarmi i miei biscotti!”
Le puntò il paletto contro e iniziò a spingere lentamente, gustandosi ogni momento.
Si dice che quando stai per morire, vedi scorrere la tua vita davanti. La prima spinta per Katherine fu terribile. Faceva male, ma forse la feriva di più sapere che non avrebbe avuto un domani. Avrebbe preferito morire tra le braccia di Elijah, con il cuore tra le sue mani, piuttosto che trafitta da un paletto da un perfetto sconosciuto. Mentre il legno toccava il cuore, rivedeva i suoi genitori. La sua bambina che non aveva nemmeno potuto abbracciare. E se suo padre le avesse permesso di tenerla? E se lei non fosse mai stata un vampiro? Forse non sarebbe finita così, forse la sua vita sarebbe stata diversa. Ma non avrebbe mai conosciuto Elijah. Povero Elijah. Mentre il suo corpo diventava grigio, fu il volto di Elijah l’ultima cosa che immaginò. Elijah sorridente che le accarezzava il viso dopo aver fatto l’amore. Tante promesse di un futuro insieme stavano svanendo con lei. Non era giusto. Non era sempre stata una dei cattivi, è stata la vita a portarla ad esserlo. Vita che lei non aveva mai nemmeno realmente vissuto. E adesso che aveva la sua occasione per ricominciare, per fare ammenda, finiva così? Rimase concentrata sull’uomo che amava, non voleva lasciarlo andare, però diventava sempre più scuro e lei non poteva farci niente.
 Poi l’immagine svanì e Katherine non vide più nulla.


Ciao!! Spero che non mi detestiate adesso! Lo so, lo so, dispiace anche a me ma in una storia le morti sono contemplate, devono esserci altrimenti questa sarebbe una fiaba e non un racconto di vampiri.
Uccidere Katherine è stata una decisione che ho preso di istinto. Non l'avevo programmata, anzi, inizialmente non era lei la vittima, ma poi ho cambiato rotta e per questo ho dovuto sacrificarla. La sua morte sarà importante per molti versi. 
E lo so, adesso mi detestate anche per il Delena. Elena è partita con Stefan, mentre Damon è rimasto a Mystic Falls. 
Il resto lo leggerete in futuro :)
Fatemi sapere cosa ne pensate :)

 
  
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