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Autore: Kitsune Blake    01/03/2015    2 recensioni
C’era stato un momento in cui Dan aveva davvero voluto delle risposte. Ora se ne stava pentendo.
Ecco il risultato della mia ispirazione capricciosa.
N.B. Ho inserito l'avvertimento "slash", ma in realtà la coppia è solo accennata.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Adrian Veidt/Ozymandias, Daniel Dreiberg/Nite Owl II, Edward Blake/Il Comico
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi ancora! Ed ecco il seguito (non so da dove sia uscito) della shot. Vi avverto, non voglio avere alcuna responsabilità per eventuali danni ai neuroni causa nonsense.

Buona lettura!







Imagine Me &... Him! Again.









Ovviamente, Dan non aveva raccontato a nessuno di ciò che aveva scoperto qualche giorno prima. Era tornato a casa e aveva lucidato Archie fin quasi a consumarlo, dopo che Laurie aveva gentilmente declinato il suo invito a cena. Rorschach era venuto a trovarlo in tarda serata.

"Il tuo aspetto non mi piace, Daniel" aveva detto il partner, trangugiando un altro cucchiaio di fagioli in scatola.

"Sono solo stanco" si era limitato a dire lui, prendendo il giornale per costringersi a fare qualcosa ed evitare così lo sguardo enigmatico dell'amico, che -lo sentiva- non era affatto convinto della risposta. Rorschach però non gli aveva chiesto altro, e di questo lui gli era stato grato.

Tuttavia, Dan sapeva che non avrebbe potuto evitare a lungo Adrian. E infatti, qualche giorno dopo, si ritrovò in attesa fuori dal suo ufficio: una banda di trafficanti stava crescendo in maniera preoccupante e il solo che avrebbe potuto aiutarli sarebbe stato Ozymandias. O il Comico, ma Dan non aveva una gran voglia di lavorare con lui, perché il solo pensiero faceva sì che immagini sconcertanti gli si affacciassero nitide nella mente.

Si diede dello stupido: non poteva continuare così. Adrian era suo amico, e lui era sempre stato a conoscenza dei suoi gusti. Per quanto riguardava il Comico, non doveva far altro che continuare ad evitarlo, come aveva sempre fatto.

“Ehi, fringuello, mettiti in fila. C’ero prima io.”

Dan sorvolò sulla battuta a sfondo ornitologico, più che altro perché si accorse di chi aveva parlato. In realtà, avrebbe dovuto accorgersi fin da subito dell’odore di fumo acre che riempiva la stanza.

“Beh, che c’è, devo ripetere?” disse il Comico, seduto in un angolo, spuntando ora da dietro un giornale.

“No” si affrettò a rispondere Dan.

Quell’evento cambiava tutto. Il Comico aspettava di vedere Adrian. Ed era arrivato prima di lui. Dan non poteva immaginare un motivo per cui Blake potesse voler vedere Ozymandias, eccetto…

“Anzi, credo che me ne andrò” disse infine, alzandosi dalla sedia.

La risata beffarda del Comico gli trafisse le orecchie.

“Così mi fai pensare che tu non voglia avere a che fare con me” disse, prima di fare un altro tiro dal consueto sigaro. “Devo pensarlo?”

“No, affatto” rispose subito Dan “ma immagino che la vostra sarà una discussione lunga”. Cercò di non soffermarsi su discussione.

Blake esalò l’ennesima nuvola di fumo, il ghigno ancora impresso sul suo volto e il giornale ormai abbandonato sulla sedia accanto.

“Siediti, uccellino. Non ho intenzione di perdere troppo tempo col frocetto là dentro.”

Le sue parole misero Dan in imbarazzo. Magari il Comico non faceva solo quello con Adrian, magari doveva davvero vederlo per questioni serie. Si vergognò di essere saltato a simili conclusioni.

“Allora” riprese il Comico, che era evidentemente in vena di parlare “tu hai questioni urgenti?”

“Una banda fuori controllo” rispose Dan, sentendosi improvvisamente più a suo agio.

Blake fece un altro tiro, guardandolo scettico. “E ti serve l’aiuto di Ozy? Credevo che tu e il tuo compare andaste alla grande da soli.”

“Ci sta sfuggendo di mano. Ozymandias è il solo che…”

“Il solo?” lo interruppe il Comico, fulminandolo.

Dan avrebbe voluto staccarsi la lingua per aver detto una cosa simile, pur sapendo della rivalità storica fra Adrian e Blake.

“Intendevo il solo che abbia tempo da dedicarci” concluse, lui stesso neanche troppo convinto.

Nemmeno Blake aveva accettato la sua risposta, questo era chiaro, perché quando spense il sigaro arrivò quasi a sbriciolarlo nel posacenere.

“Ozy ti ha mai raccontato del nostro primo incontro?” disse, con rabbia mal celata.

“Sì.”

“E ti ha anche detto di come l’ho messo sotto?”

Messo sotto.

Pensieri sbagliati tornarono ad invadere la mente di Dan.

“Mi ha detto che l’hai battuto, sì” disse, accennando un sorriso imbarazzato.

Per tutta risposta, Eddie sbuffò, infastidito.

“Battuto? L’ho fottuto, ecco cos’ho fatto!”

No, decisamente Dan cominciava a non amare quella conversazione. Ma il Comico non aveva ancora finito.

“Te lo dico io, come sono andate le cose: l’ho preso e l’ho sbattuto per bene, e gli ho fatto capire chi comanda. A forza di dargliene gli ho spaccato il culo, ecco cosa. Poi” disse, mentre accendeva un altro sigaro “l’ho lasciato a terra ad implorare. Ma era ridotto così male che non poteva essere buono nemmeno per succhiarmi il cazzo.”

Anche volendo, Dan non avrebbe potuto cancellare quello che aveva sentito. Né poteva evitare la successione di immagini che tornò ad affacciarglisi in mente, più vivida che mai.

Blake doveva essersi accorto dello strano silenzio, perché gli lanciò un’occhiata pericolosa.

“Che c’è, non mi credi?”

Dan si affrettò a scuotere la testa. “Sì, volevo dire no, certo che ti credo.”

Il Comico lo guardò per qualche istante, ma poi parve convinto della sua risposta.

“Fai bene a credermi” disse “quella fighetta non ammetterebbe mai che una volta gli ho aperto il-”

“Cos’avresti aperto, Blake?”

In piedi sulla soglia del proprio ufficio, Adrian guardava Eddie con l’occhiata più gelida del suo repertorio. Dan non gli era mai stato tanto grato come in quel momento.

Ma Blake non sembrava turbato.

“Rilassati, Ozy” rispose, alzandosi e raggiungendolo “stavo solo facendo quattro chiacchiere.”

Adrian tuttavia aveva già distolto l’attenzione da lui.

“Perdonami, Dan. Cinque minuti e sono da te.”

“Certo.”

All’interno dell’ufficio, Blake si era già servito un generoso bicchiere di scotch. Dan sapeva che quei cinque minuti promettevano di essere i più lunghi di tutta la sua vita.

Ne erano passati due quando si alzò, deciso ad andarsene. La porta dell’ufficio chiusa e, dall’interno, il silenzio. Chissà cosa stava accadendo.

Scosse la testa, improvvisamente turbato. Meglio tornare domani, Adrian avrebbe capito.

Magari questa volta Laurie avrebbe accettato l’invito.




   
 
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