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Autore: Beatrix Bonnie    01/03/2015    1 recensioni
Firenze, 1832
Margherita Imbonati, una giovane ragazza perbene, amante di filosofia e letteratura, che frequenta i salotti più in vista della città. Con la sua fede in Dio, ottusa ma genuina, sarà in grado di lasciare un segno indelebile nell'animo tormentato del conte Leopardi?
Bologna, oggi
Margherita Alberti, caotica docente di Religione e dottoranda in Teologia, talmente abituata ai suoi ritardi e alla figuracce da non farci più nemmeno caso. In una lezione improvvisata, con presente il nuovo insegnante di sostegno tanto carino, riuscirà a convincere i suoi indisciplinati studenti ad affrontare la vita con la giusta serietà?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Historia docet'
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Epilogo

Bologna, oggi

Il vero maestro accende interesse,
apre squarci di vita e di verità,
col suo sapere offre anche se stesso.
(monsignor Gianfranco Ravasi)

«È stata una stronzata, non è vero?» Lorenzo fissava più che altro la cattedra e ogni tanto alzava gli occhi sull'insegnante.
Margherita annuì, seria. «Sì, è stata una stronzata. Bella grossa, anche» confermò.
«Saremo sospesi?» chiese ancora il ragazzo, che era stato nominato portavoce dai compagni.
Margherita fissò uno ad uno negli occhi i responsabili di quella bravata. Erano degli idioti, certo, ma c'era una scintilla di qualcosa di meraviglioso in ciascuno di loro. Si erano costituiti di loro spontanea volontà, al termine dell'ora di Religione. Qualche effetto doveva pur averlo ottenuto con la sua sfuriata.
«Farò in modo che non siate sospesi» li rassicurò. «Ma pretenderò che la sospensione si trasformi in ore di servizio sociale alla scuola.»
«Mi sembra giusto» annuì piano una delle ragazze. Quantomeno sembrava sincera nel suo pentimento.
«Ora andate, c'è la ricreazione.» Margherita fece un cenno con il capo verso la porta e i ragazzi si affrettarono a squagliarsela, forse sollevati di aver evitato le peggiori punizioni: se c'era la prof di Religione a difenderli, potevano star certi che se la sarebbero cavata.
Margherita raccolse le proprie cose e fece per uscire a sua volta dall'aula, quando una voce la fermò: «È stata bella, per essere una lezione improvvisata.» L'insegnante di sostegno si scostò dal banco cui si era appoggiato per avvicinarsi a lei.
Margherita si era completamente dimenticata di lui. Lo guardò di sottecchi mentre le si faceva incontro e realizzò che era proprio un bel uomo, maledizione! Azzardò un sorrisetto tirato. «Scusa, di solito non sono così isterica.»
Il professore sorrise divertito. A giudicare dalla naturalezza con cui si mosse, doveva essere ben consapevole dell'effetto che quel semplice gesto aveva sulla popolazione femminile. «Comunque, piacere, sono Giacomo, il nuovo insegnante di sostegno» si presentò, tendendo avanti la mano.
«Margherita» rispose la ragazza, stringendogliela con vigore. «Docente di Religione e campionessa delle figure di merda.»
Giacomo sorrise e fece per replicare qualcosa, quando il suo sguardo fu rapito da una sagoma oltre la porta. «C'è un frate che ti sta puntando» rivelò a mezza bocca, come se dovesse avvertirla di chissà qualche grave pericolo.
Margherita si voltò sollevata, ben sapendo chi avrebbe trovato. «È il mio angelo custode» commentò, notando lo sguardo a metà tra il rimprovero e il divertito di padre Rainelli.
«Credo che questo ti serva, oggi» le disse il frate, depositandole tra le mani il prezioso quaderno su cui preparava tutte le lezioni.
Margherita trattenne a stento l'impulso di abbracciarlo. Non sarebbe stata la prima volta, d'altronde, ma forse non era il caso di fare l'ennesima figuraccia davanti al nuovo professore tanto carino. «Lei è la mia ancora di salvezza.»
Padre Rainelli sorrise con rassegnazione. «Lo so.»
«Ah, questo è il mio nuovo collega, il professor Ricci.» Margherita, per fortuna, si ricordò delle buone maniere e presentò i due uomini. «E questo è padre Rainelli, il mio angelo custode.»
«Che ti porta gli appunti» completò il frate.
Giacomo sorrise. «Hai fatto un'ottima lezione, oggi, anche senza appunti» rivelò ammirato, facendola arrossire come un'idiota.
Padre Rainelli non parve affatto sorpreso. «Immagino. Si vede proprio che ha avuto un buon mentore» ironizzò.
Margherita avrebbe voluto scomparire. Un conto era essere bersaglio delle frecciatine di padre Rainelli quando c'erano solo loro due, un altro era farsi riempire di imbarazzanti complimenti di fronte al nuovo insegnante carino. Non ne aveva fatte abbastanza di figuracce per quel giorno?
«È riuscita a convincere i ragazzi a prendersi le proprie responsabilità» continuò imperterrito Giacomo. Forse era davvero impressionato, non la stava solo stuzzicando o prendendo in giro.
Margherita alzò le spalle, come per minimizzare. «Gliel'ho solo raccontata un po' su...»
Padre Rainelli le mise una mano sulla spalla, improvvisamente più serio. «In questa lezione, col tuo sapere, hai offerto anche te stessa» le rivelò con un sorriso.
Margherita lo guardò di sottecchi. «Quanto tempo è restato lì fuori con il mio quaderno?» indagò.
Il frate fece balenare nuovamente quel suo sorriso ironico. «A sufficienza da capire che non ti sarebbe servito per quest'ora. Hai fatto un ottimo lavoro.»
«Grazie.» Margherita annuì piano, ripensando a tutto ciò che si era ripromessa quando aveva deciso di diventare insegnante: correttezza, passione, onestà, voglia di educare e di mettersi in gioco, capacità di trasmettere qualcosa di più che semplici nozioni. Ce l'aveva fatta, ce la stava facendo. «Questo è ciò in cui credo.»










Eccoci giunti all'epilogo di questa storia scritta per il contest Questo è ciò in cui credo, in cui si è classificata seconda.
Siamo tornati al presente, col belloccio professor Ricci e quell'adorabile rompiscatole di padre Rainelli (ispirato ad un professore vero, tra parentesi!).
Insomma, che dire? La storia non era di grandi pretese, lo ammetto, ma ho colto l'occasione del contest per "gridare" anche io qualcosa al mondo. Spero, quanto meno, che vi abbia fatto un po' riflettere.
Grazie a tutti coloro che hanno recensito, seguito o anche solo leggiucchiato. Alla prossima occasione,
Beatrix Bonnie

   
 
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