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Autore: Hi Ban    01/03/2015    2 recensioni
Nessuno lì era quel che si soleva dire ‘comune mortale’.
Ma Sasuke era ancora un caso a parte. Tutti gli Uchiha, fin dall’alba dei tempi, in qualsiasi campo, costituivano un caso a parte; era proprio un clan anomalo, pertanto anche Sasuke doveva fare la differenza.
Semplicemente faceva le cose in maniera del tutto diversa rispetto agli altri e tutto, probabilmente, per quella tara genetica di demenza che si tramandava di generazione in generazione in quel clan di spostati.
Essendo lui un Uchiha, voleva dire che faceva colazione con i pomodori, ‘salutava’ – per così dire – la cortese popolazione di Konoha attivando lo sharingan, rifiutava gli ordini dell’Hokage se non lo aggradavano e beh, poteva forse comportarsi come le persone normali quando si trattava di fare una proposta di matrimonio?
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Operation proposal





Sasuke Uchiha non era esattamente il tipo di persona che sapeva fare le cose in maniera normale. E, in questo caso, con normale si intende come fanno tutti i comuni mortali. Lui, chiaramente, non rientrava nell’ultima categoria citata. E non perché per gran parte della sua vita avesse avuto un marchio – antiestetico, secondo il saggio parere di Ino – che gli permetteva di far spuntare ‘cose’ dalla schiena – sempre antiestetiche, sì – e, pertanto, ciò lo faceva risultare leggermente diverso rispetto alle altre persone. A Konoha non era l’aspetto fisico che definiva la normalità degli abitanti o mezzo villaggio sarebbe stato da esiliare o mettere alla gogna come appuntamento settimanale. Solo Naruto cacciava code e dialogava con una volpe dentro di sé, il clan Aburame aveva quella strana fissa inquietante per gli insetti, gli Akimichi si allargavano e Kiba… Kiba avrebbe ucciso per quel cane che si portava continuamente dietro.
Nessuno lì era quel che si soleva dire ‘comune mortale’.
Ma Sasuke era ancora un caso a parte. Tutti gli Uchiha, fin dall’alba dei tempi, in qualsiasi campo, costituivano un caso a parte; era proprio un clan anomalo, pertanto anche Sasuke doveva fare la differenza.
Semplicemente faceva le cose in maniera del tutto diversa rispetto agli altri e tutto, probabilmente, per quella tara genetica di demenza che si tramandava di generazione in generazione in quel clan di spostati.
Essendo lui un Uchiha, voleva dire che faceva colazione con i pomodori, ‘salutava’ – per così dire – la cortese popolazione di Konoha attivando lo sharingan, rifiutava gli ordini dell’Hokage se non lo aggradavano e beh, poteva forse comportarsi come le persone normali quando si trattava di fare una proposta di matrimonio?
L’ultimo esponente di quel clan di invasati, ovvero Sasuke, se ne stava seduto sul divano di casa sua, con le braccia incrociate e lo sguardo fisso sul muro. Cosa che poteva passare anche per normale, se non fosse che lo stava osservando con una certa irritazione, quasi volesse incenerirlo seduta stante. Fortunatamente era ancora abbastanza lucido da rendersi conto che il suo nemico non era la parete ma altro, ben altro.
Sbuffò, digrignando anche i denti, perché se c’era una cosa che non gli piaceva era non conoscere alla perfezione tutto. E palesemente non sapeva cosa stesse facendo in quel preciso momento e non solo, perciò il suo malumore aveva una causa ben precisa.
Non sapeva nemmeno lui cosa l’avesse spinto a voler fare un passo simile – davvero, perché poi avrebbe dovuto sposare Sakura? Come gli era saltato in mente? –, ma comunque un attimo dopo aver avuto quella geniale pensata, un altro problema, ben più grande, gli si era parato davanti.
Sposare Sakura, per quanto fosse un colpo di testa perlopiù incomprensibile, non era poi così difficile. Era fattibile.
Non temeva nemmeno che potesse dirgli di no. Suvvia, quale essere vivente o no di Konoha poteva dubitare del fatto che di sicuro Sakura avrebbe detto sì?
Il vero, reale, insormontabile scoglio era il chiederglielo. Farle la proposta. Chiedere la sua mano.
Quello come diavolo si faceva?
E qui si ritorna al discorso iniziale sulle due uniche grandi fazioni che ci sono nel mondo: la gente normale e Sasuke. Perché era pieno il mondo di modi per chiedere ad una ragazza di sposarlo, ma lui era Sasuke Uchiha e i tre quarti dei metodi comuni non facevano per lui perché erano troppo poco da lui. L’altro quarto, semplicemente, non rientrava nemmeno tra quelli da prendere in considerazione.
Ecco perché se ne stava seduto sul divano, imprecando mentalmente contro tutto, tutti e in parte anche contro se stesso, poiché riconosceva di essere parte integrante del problema. Come gli era anche solo saltato in mente di– ah, sarebbe impazzito presto.
Era una faccenda che, comunque, era stato completamente intenzionato a mantenere per sé, ma essere il presunto migliore amico – o conoscente, o nemico, o uno status a caso andava bene – di Uzumaki Naruto rendeva vana la sua volontà.
Perché lui non aveva bisogno dell’aiuto di nessuno, poteva risolvere la faccenda da sé, non gli servivano i consigli di quegli invasati di Konoha che si erano intromessi nella sua vita privata.
Lo consolava un po’ il fatto di non averglieli chiesti lui, ma comunque restava il fatto che aveva dovuto davvero ascoltare quell’ammasso di sciocchezze con le sue povere orecchie.
Sì, per un buon quarto d’ora aveva anche preso in considerazione l’idea di sterminarli tutti, ma poi si era anche ricordato che la sua non era esattamente una situazione idilliaca, per quanto riguardava la sua ‘fedina penale’, per così dire; sicuramente un altro massacro sanguinolento non sarebbe stato d’aiuto.
Ovviamente la colpa era tutta di Naruto se ora non riusciva a concentrarsi sulla sua presunta proposta, perché immaginava le teste di tutti loro rotolargli davanti con sua somma gioia. Era successo tutto per sbaglio. Per errore.
Lui si era solo lasciato convincere dal dobe ad andare a mangiare una ciotola di ramen. O meglio, a guardarlo mentre lui divorava tutto come un porco. Tra i ricordi di Sasuke di quel mattino spiccava solo un “ti sposi con Sakura chan?!” urlato a pieni polmoni da parte di Naruto, del ramen sulla sua faccia e metà di quegli idioti di Konoha che si definivano suoi amici che ripetevano la stessa domanda e facevano commenti idioti.
Qualcosa del genere, comunque:
«Ti sposi con Sakura?»
«Ma quando?»
«Chi vorrebbe sposare un musone come te?»
«Ma perché?»
«Ti sposi con Sakura?!»
«I figli usciranno con i capelli viola?»
«Ma con chi?!»
«No, ma… sei tu che sposi Sakura o Sakura che sposa te?»
«Le hai già comprato un cane?» Kiba non era una persona che diceva cose sensate. Mai.
«La vuoi uccidere?»
«Prima dovrai passare sul mio cadavere! La dolce Sakura ha rapito il mio cuore e-» Anche Rock Lee non era poi così intelligente.
«Ma chi sposa chi?!»
Tutti gli occhi in quel momento erano puntati sul volto dell’ignaro Chouji, che senza volerlo aveva attirato l’attenzione su di sé.
Sasuke avrebbe allora voluto rispondere che nessuno sposava nessuno – giusto per mettere fine a quelle chiacchiere, niente di più –, ma Naruto, bevendo rumorosamente l’ultimo sorso del brodo del ramen, era saltato in piedi e aveva gentilmente risposto per lui.
«Sasuke sposa Sakura, no?»
Perché sembrava più fiero lui del presunto quasi pseudo sposo?
Rock Lee si era accasciato a terra, senza dare ulteriori segni di vita.
E Sasuke davvero non ricordava come la frase fosse stata detta la prima volta da Naruto. Forse era come uno di quei casi di disturbo post traumatico da stress in cui non ricordava le cose che lo avevano traumatizzato troppo o che avevano dato inizio alla situazione che lo aveva distrutto psicologicamente.
«Glielo hai già chiesto?»
Questa era stata la domanda peggiore che avesse mai sentito, perché fino ad un minuto prima, sì, voleva sposare Sakura, non gliene fregava nulla del colore dei capelli dei figli, voleva ucciderli tutti con un colpo solo di katana nonostante avesse a portata di mano solo una bacchetta, ma non aveva avuto altri problemi. Questo perché aveva saltato a piè pari la parte in cui rendeva partecipe Sakura dei suoi piani.
La domanda chiaramente era stata posta dall’unico essere dotato di cervello tra quegli idioti, ovvero Shikamaru, che lo osservava con aria annoiata, mentre Sasuke era quasi certo di avergli gentilmente regalato uno sguardo molto schifato. Inorridito. La paura la nascondeva piuttosto bene.
«Ma certo che non glielo ha ancora chiesto!» Naruto aveva deciso che non solo aveva divulgato i fatti suoi a mezza Konoha, ma doveva anche renderlo ridicolo. Probabilmente era troppo stupido per fare cose del genere di proposito, con il solo scopo di deriderlo, ma dopo anni che lo conosceva, Sasuke non sapeva più cosa aspettarsi da quell’idiota.
Un attimo dopo si era girato verso l’Uchiha e aveva sussurrato: «Perché non glielo hai chiesto, vero? A Sakura chan dico» no, erroneamente lo aveva chiesto al vicino di casa. Essendo che viveva da solo nel quartiere Uchiha quella possibilità era anche un po’ macabra.
Sasuke aveva aperto la bocca per ribattere ma appunto tutto quel che era riuscito a fare era stato spalancarla, senza emettere alcun suono, perché Naruto aveva parlato ancora.
Perché, perché!, quell’idiota non poteva semplicemente tacere?
Naruto aveva avuto un cambio d’umore repentino. Era tipo… irritato? Nella combriccola c’era anche qualcuno che rideva. Li avrebbe uccisi tutti.
«Uchiha! Non puoi chiedere a Sakura chan di sposarti senza di me!»
Al che lì in mezzo tutti si erano accorti di quanto quella richiesta fosse stata completamente senza senso. Sasuke si era tolto le mani dell’Uzumaki di dosso – sì, lo aveva anche afferrato per il bavero della maglia, molto ad effetto – e aveva sbuffato.
Quella scemenza doveva finire.
«Naruto, non credo che questa sia una cosa in cui debba metterti in mezzo pure tu» aveva fatto presente Shikamaru, vagamente sconcertato.
Naruto si era voltato verso di lui, sul volto un’espressione che era a metà tra l’orripilato e il disperato. L’Uzumaki aveva una diversa concezione della realtà. Per lui essere presente quando i suoi due migliori amici decidevano se sposarsi o meno era normale. Si potrebbe tornare al discorso sulla normalità mancata dell’Uchiha e sui comuni mortali tentando di inserire nel quadro anche Naruto, ma meglio lasciar perdere.
«Nah, levati dai piedi Uzumaki» lo aveva spintonato letteralmente Kiba, per poi poggiare le sue mani sulle spalle di Sasuke. Quest’ultimo aveva avuto modo di concentrarsi solo sul fatto che effettivamente le zampe del cane-uomo fossero poggiate su di lui.
«Vuoi un cucciolo, Uchiha?» lo sguardo inespressivo di Sasuke l’Inuzuka l’aveva interpretato come un ‘oh, ti prego vai avanti, sono curioso di sentire il tuo piano che funzionerà certamente’.
«Niente rende le donne più docili di un cane. Ti dirà di sì anche se sei… beh, tu» Kiba non aveva intuito che l’espressione calma di Sasuke andava interpretata come la calma prima della tempesta.
Fortunatamente non era stato l’unico ad aver voluto dare consigli – non richiesti, Sasuke continuava a ripeterselo per sentire meno l’imbarazzo dell’aver davvero dovuto ascoltare le loro idiozie.
«Devi portarla a cena fuori e dirglielo!» Chouji non se n’era uscito con quella brillante trovata perché fosse questo grande esperto di relazioni eccetera. Era solo capace ad unire il cibo con qualsiasi cosa ed ogni tanto azzeccava le combinazioni giuste, Fatto stava che mai Sasuke avrebbe fatto una cosa così… così…
«Puoi venire qui!» aveva proposto Teuchi – e chi diavolo aveva chiesto a Teuchi nulla, perché pure lui si era messo in mezzo?! «Su due ciotole di ramen una la offre la casa!» Alla proposta c’era stato anche qualche commento soddisfatto. All’Uchiha aveva fatto venire in mente la parola giusta per quella proposta. Così… squallida.
«Combatti… per lei… la mia Sakura… la mia-» Sasuke accidentalmente aveva poggiato con molta delicatezza un piede sulla bocca dell’appena rinsavito Rock Lee, che era svenuto di nuovo e quella volta con qualche dente in meno. L’Uchiha suppose, a posteriore, che fosse stato il ‘mia’ accanto a ‘Sakura’ a farlo agire così violentemente. Normale, suppose.
Naruto, dal canto suo, non aveva nemmeno pensato per un attimo di darsi per vinto. «Porta me! Io devo essere presente! Sono il vostro migliore amic-» Sasuke, di nuovo accidentalmente, aveva mollato un pugno in pancia e un calcio in uno stinco a Naruto – non necessariamente in quest’ordine –, tanto che quest’ultimo si era accasciato di fianco a Rock Lee.
Quella situazione non era sostenibile.
Sasuke, così come si era chiesto più volte anche in seguito, sotto il peso dell’onta, chi gli avesse chiesto suggerimenti, anche in quel momento se lo era chiesto più volte. E pensare che quelle amebe stavano davvero pensando a dei suggerimenti per lui, quando era palese che lui avesse la situazione sotto controllo. Molto palese.
Poco palese, in verità, ma solo per Shikamaru, perché mentre le altre scimmie idiote di Konoha erano immersi in un brainstorming per scegliere il miglior modo per dichiararsi ad una ragazza, lui gli aveva fatto un cenno con la testa e gli aveva semplicemente detto: «Ti verrà in mente qualcosa. Non pensarci troppo».
Quello, anche se l’Uchiha non lo avrebbe mai ammesso, era stato il consiglio più utile tra tutte le fesserie che erano giunte in mezz’ora alle sue orecchie.
Sasuke aveva poi deciso di allontanarsi da quel branco di imbecilli – perché non ci avesse pensato prima rimase un mistero – e proprio mentre stava passando aveva, tra i commenti stupiti degli altri ninja che si chiedevano come mai avesse deciso di andarsene, posato gentilmente il suo piede sulla pancia di Naruto per farlo accasciare di nuovo prima che potesse dire qualcosa.
In tutto quel casino non richiesto aveva capito solo una cosa: Naruto se lo sarebbe levato dai piedi in qualche modo.
Ed ecco come mai ora se ne stava in soggiorno, sul divano a fissare il muro. Aspettava Sakura. Avrebbe fatto a modo suo, irritato per quanto successo il giorno prima e vagamente preoccupato perché l’unica cosa che sapeva, riguardo a quel che stava per fare, era che sarebbe stata una cosa veloce. Cinque minuti al massimo.
Naruto lo aveva relegato a Kakashi. Aveva passato quasi tutto il giorno a chiedergli implorante di non lasciarlo fuori da ‘una dichiarazione così importante’, facendo pentire Sasuke più che mai di non averlo ucciso quando ne aveva avuto l’occasione.
«Non glielo chiederai senza di me, vero?»
«Sparisci dalla mia vista.»
«Tu e Sakura potrete venire quando lo chiederò a Hinata!»
«Sei squallido, Uzumaki, ributtante. E non ci vorrò venire, comunque.»
«Ma io voglio venire quando lo farai tu!»
«Io vorrei che tu crepassi seduta stante, ma è chiaro che non otteniamo sempre quel che vogliamo, perciò ora vattene-»
«Hai detto che non otteniamo quel che vogliamo!»
«Tu non ottieni quello che vuoi, io faccio in modo di riuscirci.»
Stranamente a quel punto se ne era andato da solo senza aggiungere altro, ma si era rivolto comunque al sensei che gli aveva promesso che glielo avrebbe tenuto lontano per tutta la giornata. Almeno si era reso utile, visto che anche lui aveva tentato di ‘dargli consigli’. «In genere non me ne separo mai, ma per te posso fare un’eccezione Sas’ke. Questo dovrebbe fare al caso tuo» così dicendo gli aveva sventolato davanti uno di quei suoi libri dalla dubbia moralità e l’Uchiha si era trovato diviso a metà tra il disgusto e l’ira funesta. Ovviamente aveva declinato la gentilissima offerta. In compenso Kakashi aveva assicurato che Naruto sarebbe stato irreperibile, irraggiungibile e fuori dalle scatole per tutto il giorno.
Comunque, neanche il muro gli aveva dato risposte quando il rumore della porta che si apriva giunse alle sue orecchie. Sakura fece il suo ingresso trionfale in soggiorno, sorridente, ignara che l’Uchiha volesse chiederle di sposarlo e che si sentiva talmente un imbecille che continuava a chiedersi perché diavolo si fosse messo in testa di sposare l’Haruno.
Forse per colpa di tizi come Rock Lee, ma non ne era certo.
Se si sposava con Sakura voleva dire che creava uno di quei legami indissolubili, di quelli stretti. Lui non era abituato ad averne, suvvia. Lui era il ragazzino di dodici anni che era partito di notte, lasciando tutto e tutti, per andare da Orochimaru per poter mettere fine all’unico vero legame che sentiva ancora veramente, quello con Itachi. Era il ragazzo che aveva sentito per anni il bisogno di uccidere anche le ultime due persone che avevano dichiarato di volergli stare accanto anche se lui non voleva. Era il giovane che era tornato e per un attimo aveva pensato di dover ricostruire quei legami con loro, ma che in un attimo si era reso conto che non si erano mai spezzati. Anzi, si erano stretti ancora di più; in un certo senso sentiva il legame con Naruto come un filo attorno al collo. Non molto piacevole insomma.
E ora voleva tenere ancora più stretto il nodo tra il suo filo e quello di Sakura. Perché?
Non ne aveva idea, fatto stava che aveva davanti Sakura che gli sventolava una mano davanti e con un’espressione incuriosita. Non c’era più tempo per pensare.
E aveva soltanto cinque minuti.
Perché ovviamente non solo non sapeva cosa fare, ma per complicare le cose si era anche posto da solo un limite di tempo. In fondo solo lui poteva trasformare una proposta di matrimonio in una sfida assolutamente sgradita ma che per qualche motivo sconosciuto anche a lui andava portata a termine.
Cosa succedeva se non sposava Sakura?
«Sas’ke?»
La ragazza in questione lo osservava a due metri di distanza con un’espressione incuriosita, un sopracciglio alzato e un mezzo sorriso – probabilmente l’Haruno lo trovava adorabile anche con quel cipiglio omicida che non aveva una motivazione, ma nessuno tentava più di capire i motivi dell’amore di Sakura per Sasuke ormai.
«Tutto bene?» gli chiese la giovane, sempre sorridente.
Sasuke avrebbe voluto dirle che no, non andava tutto bene perché quando aveva deciso di proporle di sposarlo non si era nemmeno immaginato che sarebbe stato così nervoso e tutto perché quegli idioti lo aveva irritato a morte come solo una squadra da trentasei Naruto poteva fare.
Grugnì semplicemente, puntando lo sguardo altrove, mentre Sakura esordiva con un risolino.
Cosa aveva pure lei da essere così allegra?
L’Uchiha inarcò un sopracciglio, improvvisamente colto da uno spiacevole dubbio. Spiacevole per Naruto in ogni caso, perché Sasuke per un attimo pensò che l’Uzumaki avesse potuto dire qualcosa a Sakura; imbecille com’era non era un’ipotesi poi così scontata.
«Hai visto Naruto per caso?» chiese con il tono meno inquisitorio che riuscì ad utilizzare, ma il risultato non fu tanto differente da quello che avrebbe utilizzato Ibiki Morino con il peggiore dei traditori del villaggio.
L’Haruno sobbalzò e lo guardo senza comprendere.
«Sì, abbiamo parlato a pranzo, perché?»
«Cosa ti ha detto?» Sasuke si rese conto solo dopo aver formulato la frase che sembrava sospetto porre quelle domande in quel modo.
«Non mi ricordo, sicuramente era poco importante… sai, Naruto dice solo scemenze, no?» chiese ridendo leggermente, per poi sedersi di fronte a lui con cautela.
Erano entrambi insospettiti dell’altro, ma nessuno era intenzionato a dire nulla.
Sakura ruppe il silenzio qualche attimo dopo.
«Sembri strano» commentò lei e Sasuke spostò lo sguardo altrove, realizzando che non sapeva nemmeno lui che diavolo stesse facendo né in che modo lo stesse facendo.
Stava davvero diventando ipersensibile, vedendo cose che non c’erano anche nel comportamento di Sakura?
«Non lo sono» ribatté, convinto che sarebbe bastato quello a depistare Sakura.
Doveva concludere quella faccenda in fretta, chiedere di sposarlo, qualsiasi cosa purché potesse smettere di sentirsi come se stesse camminando in punta di piedi.
«Ne se sicuro?» il tono in cui l’Haruno chiese la domanda a Sasuke parve più voler dire qualcosa come ‘lo so che sei strano e forse so anche il perché, ah-ah-ah’, ma forse se lo stava immaginando. Probabilmente era solo nervoso e si immaginava toni derisori che non esistevano.
O perlomeno sperava che le cose stessero così, perché altrimenti la testa di Naruto era in serio pericolo. Se davvero le aveva detto qualcosa lo avrebbe preso, lo avrebbe appeso per gli alluci ad un albero e gli avrebbe fatto passare le pene dell’inferno.
Stava per ribattere con un po’ troppa rabbia che sì, ne era sicuro, ma Sakura esordì con un sorriso malandrino.
«Devi dirmi qualcosa?»
Naruto, spero tu possa incontrare per strada il gatto più incazzato di Konoha che necessita di affilare le sue unghie sull’unica parte di te che ti fa rientrare nella categoria dei maschi.
Ma l’Uchiha si disse che non era detto che Naruto avesse rivelato le sue intenzioni alla ragazza, perciò armato di quel po’ di ingenua speranza che aveva, provò a rigirare al meglio la situazione.
«N- forse» borbottò poco convinto, riuscendo a stento a trattenere la sua irritazione.
«Di importante?» chiese lei immediatamente, mettendosi più comoda e sporgendosi in avanti, esageratamente interessata, senza conto il modesto parere di Sasuke.
«Per me non ha importanza, ma-»
«Tu non dai mai importanza a niente, teme» Sakura spalancò gli occhi immediatamente e rimpiazzò la sua espressione sorpresa un attimo dopo con un sorriso che in teoria doveva sembrare divertito.
Sasuke la guardò senza capire, chiedendosi per un attimo chi fosse lo strano tra loro due quel giorno.
«È quello che avrebbe detto Naruto, ma sappiamo tutti che lui ha la sfera comprensiva di una ciotola di ramen vuota» buttò lì l’Haruno per giustificare l’uscita di poco prima.
«Perciò hai detto che devi dirmi qualcosa?» aggiunse in fretta, schiarendosi la voce.
Sasuke socchiuse gli occhi e si disse che non era nemmeno dignitoso tergiversare in quel modo per una cosa del genere.
Sapeva che Sakura avrebbe risposto di sì, non era intenzionato a fare grandi cose per chiederglielo ed erano solo due le parole che doveva dire: perché stava ingigantendo un problema che non esisteva? Stava diventando stupido come Naruto?
«Tipo una proposta?»
Sasuke sgranò gli occhi a quella domanda, cercando di riprendere controllo della sua compostezza immediatamente, ma gli risultò parecchio difficile.
«Non credi che allora dovremmo chiamare Naruto?» buttò lì l’Haruno, concedendo al ragazzo un sorriso conciliante quando lui la fulminò con quanto più odio e irritazione possibile.
Cosa le prendeva? Era impazzita? Aveva sbattuto la testa? Che diavolo di domanda era?
«Chiamarlo per farlo venire qui e ucciderlo intendi? Non vedo altro motivo per chiamarlo altrimenti, Sakura» disse l’Uchiha con astio.
Sakura si rabbuiò per un attimo e la sentì borbottare qualcosa di incomprensibile, ma un attimo dopo sorrideva di nuovo.
«Devi propormi qualcosa allora, Sas’ke?»
Mentre l’Uchiha cercava di non farsi prendere dalla rabbia, andando ad uccidere Naruto, espirò con forza: «Evidentemente sì.»
Sakura sorrise, ma Sasuke non la stava guardando in faccia per notare che più che un sorriso felice era un sorriso divertito.
«E non vuoi che chiami Naruto?»
Sasuke era allucinato da quel che le sue orecchie erano costrette a sentire.
«Sakura, sei-»
«Vuoi chiedermi di sposarti senza Naruto presente?» chiese con un misto di soddisfazione e quella che a Sasuke parve rabbia, ma niente sembra avere senso in quel momento, a partire dalla domanda, perciò il resto passò in secondo piano.
Sakura si alzò in piedi e così fece anche Sasuke.
Come faceva a saperlo? E perché le interessava tanto di Naruto?
«Che razza di domanda è?!»
Ebbe a malapena il tempo di finire di parlare che la sua ragazza momentaneamente impazzati sparì in una nuvola di fumo, rivelando un attimo dopo un Naruto soddisfatto e irritato che gli puntava il dito contro con fare accusatorio.
«Bastardo! Sapeva che alla fine avresti chiesto a Sakura chan di sposarti senza di me!»
Sasuke, per la prima volta in vita sua, a causa dell’enorme stupidità dell’Uzumaki, non sapeva cosa rispondere. Gli venivano in mente solo insulti e metodi con cui ucciderlo, perciò si limitò ad osservarlo con odio sempre crescente, mentre la sua mente si liberava un po’ dal sangue che avrebbe potuto spargere decapitando Naruto un po’ alla volta.
Ovviamente quest’ultimo parlava a ruota libera, senza realizzare che nella mente del suo migliore amico era già morto otto volte.
«Non puoi farmi una cosa del genere! Sono il vostro migliore amico! Merito di essere presente, ‘ttebayo! Poi devo consigliarti quando non sai cosa dire e tentare di convincere Sakura a dire di sì, visto che forse potrebbe essere più propensa a rifiutare di sposarti visto che in fondo sei un idiota e-»
«Dimmi, dobe, chi è l’idiota tra me e te?» il tono era partito in maniera calma e bassa, ma non era destinato a restare così a lungo. «Sei tu, che ti sei trasformato in Sakura quando dovevo chiederle di sposarmi o tu, che ti stai arrabbiando perché non ti voglio tra i piedi quando devo chiederle di sposarmi o tu, che sei tanto idiota da esserti messo in mezzo?»
Sasuke aveva detto per ben due volte ad alta voce che doveva sposare Sakura, cosa che in condizioni normali sarebbe stato davvero difficile fare per i suoi standard.
Naruto sbuffò, incrociando le braccia al petto.
«Hai detto tre volte me, tu non puoi essere un idiota?»
Sasuke esordì in un mezzo ghigno – tutta isteria che contraeva muscoli a caso, quella. «Sì, hai ragione, sono un idiota anche io perché avrei dovuto ucciderti appena ti ho visto in faccia, invece ti sto lasciando ancora respirare.»
Naruto scoppiò a ridere, con aria arrogante, muovendo la mano come per scacciare una mosca. «Hai smesso di essere credibile, Uchiha chan. E poi non è questo l’importante, ora! Non poteva dichiararti senza di me!»
Sasuke avrebbe voluto schiaffarsi una mano in faccia o, al limite, schiaffarla sulla faccia di Naruto mentre lo schiaffava di faccia contro il muro.
«Non dovresti essere con Kakashi?»
Quella decisamente era un’ottima domanda e proprio mentre la poneva, Sasuke si chiese cosa gli avesse fatto credere che anche solo per una volta avrebbe potuto fidarsi dell’uomo che non lasciava vedere al mondo nemmeno il suo naso e la bocca.
«Oggi esce l’album con le figurine dei suoi libracci indecenti, gliel’ho comprato insieme a venti pacchetti di figurine… in verità volevo comprargli solo l’album, ma sai come è bravo a contrattare il sensei, no?»
Sasuke era certo che in una vita precedente i crimini commessi per meritarsi Naruto nella vita attuale dovevano essere efferati e privi di ogni qualsivoglia scusa.
«Ohi, teme! Mi stai ascoltando?» si lamentò l’Uzumaki, battendo un piede per terra.
«No, perciò fuori da-»
Naruto lo ignorò, esattamente come faceva sempre. Probabilmente era il suo sport preferito subito dopo il bere il brodo del ramen in un solo sorso facendolo arrivare in due secondi dritto alla vescica.
«Cos’era già che hai detto oggi? Tu non ottieni quello che vuoi, io faccio in modo di riuscirci» lo scimmiottò con un tono fintamente profondo e melodrammatico, dopodiché scoppiò a ridere.
«Anche io farò in modo di riuscirci, ecco perché NON TI PERMETTERO’ MAI DI SPOSARE SAKURA SENZA DI ME!» urlò l’Uzumaki a pieni polmoni, sorridendo soddisfatto.
«Smettila di urlare, razza di cretino!» sbottò lui, sempre più tentato dalla voglia di prenderlo a pugni fino a che nemmeno la Hyuuga potesse riconoscerlo.
«NO! PERCHE’ SE URLO CAPISCI CHE NON PUOI CHIEDERE-A-SAKURA DI SPOSARTI SENZA-DI-ME! Chi la convince a dire di sì poi, mh?»
Sasuke digrignò i denti, totalmente pervaso dalla rabbia.
«PERCIO’ SE LE DEVI CHIEDERE DI SPOSARTI E LEI DEVE DIRE DI SI’ CI DEVO ESSERE ANCHE IO, NO?!»
«Uzumaki, questa è l’ultima volta che ti dico di smetterla, dopodiché-» il suo tentativo di non spargere sangue di idiota sul pavimento fu messo a tacere dall’idiota stesso.
«DOPODICHE’ COSA? CHIEDI A SAKURA DI SPOSARTI SENZA DI ME? COSA LE DIRAI? SAKURA CHAAAN, VUOI SPOSARE QUESTO POVERO ED ULTIMO UCHIHA SOCIOPATICO E CON MANIE VENDICATIVE?!»
«No.»
A parlare non erano stati né Naruto né Sasuke, dal momento che la voce apparteneva ad una ragazza.
Entrambi si voltarono verso la porta, dove trovarono una Sakura a metà tra il sorpreso, l’allibito e il divertito che li osservava.
Sasuke era pallido; la differenza non si vedeva rispetto a come era di solito, ma l’espressione la diceva lunga.
Naruto invece era la persona più felice sulla faccia della terra, come se avessero chiesto a lui di sposarsi, possibilmente con la dote della sposa che contava un milione e mezzo di chili di ramen.
«Io faccio in modo di riuscirci uhuhuh» gongolò felicemente l’Uzumaki, sfregandosi le mani e già pronto a spostare la sua attenzione su altro: cosa sceglieva quel giorno? Ramen ai gamberi? Fischiettando si avviò verso la porta, non dopo aver dato una pacca sulla spalla dell’impassibile Sasuke che sicuramente stava mascherando piuttosto bene il miscuglio di emozioni contrastanti che si agitavano nella sua testa.
Da un lato voleva fermare Naruto affermandolo per il collo e impedendogli di respirare ancora la sua rabbia, dall’altro non riusciva a staccare gli occhi di dosso a Sakura che ricambiava con uno sguardo estremamente tranquillo.
No, ma aspetta… aveva detto no? Nello stesso momento in cui fece quella considerazione, Naruto la fece ad alta voce, fermandosi di colpo.
«Come no? Che significa no? Sakura chan, no cos-» l’Uzumaki non ebbe modo di terminare la frase perché Sakura fece esattamente quel che avrebbe voluto fare Sasuke – si leggevano nel pensiero, erano fatti l’uno per l’altra, il suo no era chiaramente un sì detto con lettere sbagliate. Comunque Sakura schiaffò letteralmente una mano sulla guancia di Naruto, facendolo sbattere poco finemente con l’altro lato della faccia contro il muro.
«Fermo dove sei, baka. Non aveva forse detto che volevi restare per essere partecipe? Ora resta e taci, idiota!» disse l’Haruno, gioviale e felice come se non fosse successo nulla e premendo un altro po’ la faccia del biondo contro il muro.
La crepa che si era formata era una nota di pura soddisfazione.
«Maprchéhaidtton-» cercò di articolare ma quando Sakura lasciò andare la sua faccia fu troppo occupato a rimettere insieme la mascella per riformulare.
L’Haruno si avvicinò verso Sasuke, sorridendo. L’Uchiha, poco umanamente parlando, tentò di fare del suo meglio per andare contro l’istinto di di arretrare o sbarrare gli occhi.
Era in un caos emozionale che non poteva ammettere per via della sua natura storica, ma quale persona normale avrebbe saputo cosa fare in una situazione in cui il proprio migliore amico si è dichiarato al posto suo e la risposta è stata pure no?
«No, non voglio sposare questo povero ed ultimo Uchiha sociopatico con manie vendicative» commentò con un sorriso che si allargava di secondo in secondo, smascherando la sua crescente felicità. Prima ancora che Sasuke potesse capire il perché di quel comportamento, lei parlò ancora.
«Voglio sposare quell’altro idiota di un Uchiha, quello che non sa fare una proposta di matrimonio senza renderla una disgrazia insormontabile. Lui sì, lo voglio sposare!»
Detto ciò si slanciò di poco in avanti, si alzò sulla punta dei piedi e abbraccio il non completamente attivo Sasuke che aveva tutti i suoi problemi a comprendere quel che stava succedendo. Gli bastò tuttavia registrare il ‘sì, lo voglio sposare’ per farlo reagire automaticamente, incurante del fatto che gli Uchiha certe cose non le facevano. Abbracciò di rimando Sakura, stringendola forse un po’ troppo forte ma lei non se né lamentò e lui non pensò minimamente di allentare la presa.
Piegò la testa fino a nasconderla nell’incavo della spalla di lei e si permise di lasciarsi sfuggire un sorriso che era semplicemente felice.
Naruto, sorridente e soddisfatto, si mosse lentamente fuori dalla casa, per lasciare ai due piccioncini la loro intimità, ma la cosa non era passata inosservata a Sasuke.
«Aspetta un attimo» mormorò a Sakura, abbandonando la presa su di lei e lasciandola leggermente perplessa, per poi raggiungere l’Uzumaki fuori.
L’Haruno sentì un boato, un urlo e puzza di bruciato – il chidori che oltre a beccare Naruto buttava giù anche il pesco centenario nel giardino? – ma non necessariamente in quell’ordine. Non si curò di quel che accadeva fuori casa, ancora troppo presa dal tentativo di realizzare che Sasuke – Uchiha, sì, quel Sasuke – le aveva chiesto di sposarlo. Non controllava né il sorriso né le lacrime, ma non le importava.
E comunque ora Sakura poteva dare un senso alle stupidaggini che le aveva rifilato Ino quel giorno.


«Sakura, sappi che comunque parliamo di Sasuke, ricordatelo sempre.»
«Che intendi dire, Ino?»
«Beh, lui ha metodi tutti suoi, no?»
«Metodi per fare cosa?»
«Per chiedere le cose, no? Se utilizza un kunai non ti allarmare, evidentemente nella sua mente malata è una cosa normale-»
«Ma chiedere cosa?!»
«Aaaah~ chi sono io per rovinarti la sorpresa?»





Ovviamente (?) quando ho iniziato questa storia avevo in mente una trama completamente diversa, ma essendo che ho iniziato a scriverla un anno fa e l’ho finita tipo due mesi fa mi sono dimenticata quel che dovevo scrivere e ho inventato ^^”
Coooomunque credo sia da festeggiare il semplice fatto che sia riuscita a pubblicarla, visto che avevo in mente di farlo prima dell’inizio delle lezioni, ma è inutile dire che no, non ci sono riuscita .__. Non ho idea nemmeno del perché faccia passare un anno (!!) tra una pubblicazione e l’altra ma abbiate pietà della mia demenza, tanto ormai lo hanno capito tutti che non so gestire il mio stesso tempo, specialmente quando è poco XD
Detto ciò, mi rendo conto di essere spuntata fuori stile fungo dopo secoli con una oneshot che sta poco – molto poco, pochissimo XD – in piedi (di cui sicuramente mi sono sfuggiti molti errori, chiedo doppiamente venia), ma sono riuscita a finirla e mi è sembrato un traguardo visto che ultimamente scrivo poco (niente, non poco XD) e ho felicemente deciso di pubblicarla!
So anche che è finito Naruto e che perciò questa è una what if molto what e moltissimo if perché io mi sono limitata a leggere proprio l’ultimo capitolo e mi manca il mondo che Kishimoto ci ha schiaffato in mezzo dall’ultima volta che ho letto (taaaantissimo tempo fa ;___;). In più quando ho iniziato a scriverla non era ancora finito e io comunque ignoravo apertamente quel che stava succedendo, nel mio immaginario fantastico Sasuke ad un certo punto è tornato a casa perché Naruto è andato a prenderlo per i capelli. Una cosa molto scialla, riduttiva ed improbabile ma dettagli XD
Avevo un sacco di cose da dire sulla storia ma ho perso il filo del discorso divagando come faccio sempre perciò non so cosa aggiungere… Ho messo OOC per precauzione; essendo che non ho seguito molto Naruto mi sono attenuta a quel che sapevo (e anche a come mi piace immaginarli XD). Ah beh, come sempre il titolo non è farina del mio sacco; l’h riciclato da un drama, appunto Operation proposal, coreano. Ma c’è anche una versione giapponese più o meno simile. Ma io ho preso spunto da quello coreano. Anche se ho visto prima quello giapponese. E lo so che non frega niente a nessuno XD”””
Basta, davvero, giuro.
… mi era mancato un bel po’ postare fanfiction :”)
Ringrazio chiunque si fermerà a leggere!♥♥
(È passato talmente tanto tempo che non mi ricordo nemmeno più come si posta ò_O’’’’’)
  
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