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Autore: malpensandoti    01/03/2015    14 recensioni
Ci sono cose che restano inchiodate anche dopo le smagliature post-parto e i divani cambiati. Rimangono nonostante i viaggi in solitudine, le macchine nuove e le facce sbiadite. Non sono come le carte del poker il mercoledì pomeriggio, non basta il vento e Londra che si sta scaldando. Certe cose, anche un anno dopo, sono fatte per farti capire che poi alla fine sei sempre la stessa persona. Anche con un cd o un figlio.
E che la tua vita, in fondo, non è nient'altro che una giungla.

Seguito di 'No church in the wild'
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(26)

 
Siete tutto quello che ho




 

Il sole diventa sempre più caldo a ogni estate che passa, Londra diventa bollente per via dell'asfalto caldo e dell'aria mediterranea che i turisti si portano dietro.
India continua a farsi la stessa domanda da un po', specie quando i capelli le pesano sul collo e sulle spalle.
Chi è che si sposa ad agosto?
Dalla campagna si vedono i grattacieli piccoli e neri, il Tamigi che taglia la città e qualche volatile che sta raggiungendo il mare.
È diversa l'aria che si respira in mezzo alla natura, India lo capisce solo in questi momenti, quando chiude gli occhi e riempie i polmoni di fresco, qualcosa di nuovo.
La panchina di legno su quella collina è diventata il suo nuovo luogo preferito sulla Terra ed è così contenta, nonostante tutto, che sorride da sola, quasi ridacchia. Il vestito floreale che indossa è corto e rosso sgargiante, la fa sembrare una bambina e accentua l'abbronzatura meritata di una settimana in Spagna. I capelli sono sempre più lunghi e sempre più mossi, svolazzano grazie al venticello fresco che si sente solo all'ombra di quella quercia gigante.
“Sapevo che ti avrei trovata qui”
Si volta appena, facendo un sorriso furbo. Con la coda dell'occhio lo vede fare gli ultimi passi in salita per poi sedersi sulla panchina accanto a lei.
“Davvero?” gli domanda, guardandolo negli occhi.
Harry annuisce e sorride, quelle fossette sono sempre un invito a sfiorargli il volto coi polpastrelli. “Ti immaginavo con una sigaretta, però” mormora, grattandosi appena una tempia.
India gli sistema il colletto della camicia bianca sbottonata sul collo abbronzato – che è già perfettamente in ordine – e arriccia la bocca, osservandolo da sotto le ciglia nere di mascara.
“Ho dimenticato il pacchetto in macchina” risponde semplicemente ed entrambi ridono un po'.
Poi Harry posa le mani sulle sue cosce nude e si avvicina, respirandole piano sulle labbra per poi sfiorarle appena, senza fretta. Traccia una scia leggera sulla guancia e sull'osso della mascella fino toccare il collo con un bacio silenzioso. Le sue dita stringono la sua pelle piena di brividi, facendole il solletico e facendola sorridere. India gli accarezza i capelli e le guance, poi appoggia l'orecchio sulla sua clavicola e sospira.
È il suo posto preferito.
Stanno zitti ad ascoltare il mondo che si muove, quella solitudine condivisa che forse non capirebbe nessun altro, quel gioco di gesti che hanno inventato loro.
“E noi? – Harry sussurra contro il suo orecchio – Quando tocca a noi?”
India chiude gli occhi e respira.
“Mi sposeresti?” domanda, con un sorriso un po' incredulo.
Sente le dita di lui districarle i nodi biondi sulla schiena e poi farle il solletico sulle braccia nude.
“Ti sposerò” risponde, dopo qualche secondo.
 
 
 
 
 
Megan sospira soddisfatta alla vista del tendone perfettamente arredato: lei ed Emma hanno fatto un ottimo lavoro.
Beh, loro e il wedding planner, certo.
La navata è costituita da un tappeto bianco che si conclude con un arco di legno dipinto e decorato con margherite grandi e appariscenti. Le tende chiare e l'odore dei fiori appoggiati sulle sedie messe in riga per gli invitati rendono l'atmosfera quasi fiabesca.
“Non dovrebbe girare tutta sola con quel vestito, signorina. È pericoloso”
Scoppia a ridere, voltandosi verso l'entrata del tendone. Fa una piccola piroetta e la gonna di quel vestito rosso svolazza appena. “Ti piace?” domanda.
Louis fa un sorriso con gli occhi famelici, avanza di un passo e le prende una mano portandosela alle labbra.
“Se mi piace? – ribatte, mentre le bacia le nocche, senza interrompere il contatto visivo – Certo che mi piace. Mi piacerà molto di più stasera, quando sarà sul pavimento della nostra stanza”
A quelle parole, sembra che Megan arrossisca. O forse è per via dello sguardo di quegli occhi azzurri, quello che è come una seconda pelle, quello che quasi non lascia respirare. Forse è per via delle dita libere di lui che adesso le accarezzano il fianco con desiderio, rimarcando un possesso inviolabile.
“La stanza che ancora non ha un letto? – ride, togliendo la mano dalla sua presa per appoggiarla sulla guancia liscia per l'occasione – Intendi quella stanza?”
Anche Louis ride, la leggerezza di quello scambio di battute è pari alla tensione che c'è in fondo al cuore, quella che il cuore ancora lo fa battere per qualcun altro, forte.
“Non prendere in giro la nostra casa, ci sono ancora delle cose da fare, cose da mettere-”
“I mobili, per esempio”
“...ma verrà benissimo, sono molto positivo a riguardo” lui conclude, con un sorriso divertito.
“Verrà benissimo perché è nostra” Megan ribatte, le sue braccia ora a circondargli il collo.
“Riesci a crederci? Mia madre non fa altro che piangere ogni volta che mi chiama” il tono di Louis è ancora pieno di emozioni contrastanti.
Lei lo stringe più forte e sorride: “Sì, lo so – risponde – Chiama anche me”
“Voglio che funzioni, questa cosa – lui dice subito dopo, di fretta – Voglio farla funzionare. Sono passi importanti, ma io ti-”
Megan adesso sì che è imbarazzata, gli bacia la bocca velocemente e ride come una bambina: “Come se non lo sapessi! Anche io, anche io! E funzionerà, vedrai. D'altronde, se ha funzionato per loro – e con un cenno indica il piccolo altare in legno – Funzionerà anche per noi”
Louis l'abbraccia, il suo sorriso s'infrange contro i capelli perfettamente sistemati della ragazza che cerca di non macchiargli la camicia con il mascara, mentre preme la guancia contro il tessuto.
Battono i cuori.
 
 
 
 
 
 
 
Emma fuma una sigaretta in silenzio, con la mano alta e il gomito appoggiato al braccio della sedia, appena fuori il tendone.
È davvero soddisfatta del colorito della sua pelle, Miami in agosto è da sempre il posto migliore del mondo.
Tiene una gamba appoggiata su quelle di Liam, che con gli occhiali da sole e i capelli schiariti e più lunghi ricorda vagamente un attore degli anni '80. Lui non fuma, la guarda e basta e sorride come si può sorridere davanti a un'opera d'arte la prima volta in cui si vede dopo una vita studiata tra i libri di scuola, come se ti sorprendesse sempre nonostante tu possa conoscerla a memoria.
“Questi vestiti sono stupidi” Emma esclama all'improvviso, socchiudendo appena gli occhi truccati di rosa per assaporare la brezza leggera del giorno.
“Perché?” le domanda Liam, coprendo la caviglia della ragazza con una mano calda, familiare.
“Perché questo non è un matrimonio – risponde lei, cercando di non distrarsi – I matrimoni hanno le damigelle con vestiti monocolore, e si celebrano in chiese, non in tendoni come se fossimo in campeggio nell'estate della seconda media”
Lui ride appena a quelle affermazioni, le sue dita le stanno facendo il solletico sul polpaccio e con quella camicia azzurra, sembra ancora più affascinante del solito. Più uomo, di una virilità di cui lei è sempre stata gelosa, possessiva.
“È così che ti piacerebbe il tuo matrimonio? – le domanda poi, con la voce studiatamente controllata – Vestiti bianchi e chiesa?”
Quel tipo di comportamento è stato uno delle prime cose di cui Emma ha parlato nelle sedute con Caroline, qualche mese prima. Il fatto che lui voglia arrivare sempre in punti più profondi toccando semplicemente la superficie, facendo in modo che sia lei ad aprirsi, lei a venire a galla. Domandare qualcosa per voler come risposta molto di più.
All'inizio è stata dura, perché Emma la pressione non sa come reggerla, sa scatenare sempre il peggio di lei e questo non è mai stato il modo giusto per affrontare la loro relazione. Caroline l'ha fatta ragionare: se Liam si comporta così è perché ha paura che lei se ne vada, perché tasta piano il terreno per non scivolare, incerto, insicuro. Emma ha imparato a riconoscere la paura dell'abbandono, quella che ha anche lei dopo un litigio, una breve distanza.
Quindi per questo che ora semplicemente ride, inarcando le sopracciglia e dicendo: “Conosco questo comportamento”
Liam sorride colpevole, passandosi la mano libera tra i capelli, scompigliandoli appena. “Non ci pensi mai?” le chiede allora, diretto.
Lei alza le spalle e fa l'ultimo tiro di sigaretta, spegnendola sotto il bracciolo della sedia per poi tenere in mano il filtro e torturarlo finché non si disintegra del tutto. “Ci penso, sì – ammette, senza guardarlo – Ma siamo ancora giovani. O meglio, io sono giovane”
Liam arriccia appena le labbra, la sua mano si ferma di nuovo sulla caviglia piccola: “Non volevo metterti fretta, ma capire a che punto siamo arrivati”
Emma piega la testa e lo guarda negli occhi, mentre sul suo volto compare un sorriso imbarazzato.
“Siamo al punto in cui andiamo finalmente da qualche parte, non ti sembra un gran traguardo?” esclama.
Liam allora ride e “Il migliore di tutti” risponde, sincero.




 
Olivia ha in braccio Felix e un sorriso contento mentre spiega agli invitati appena arrivati come raggiungere il tendone della cerimonia.
La giornata di oggi dà ai suoi capelli una sfumatura rossastra che insieme al vestito che indossa la rende ancora più luminosa.
Le è stato affidato quel compito perché per Penelope, la wedding planner, lei era l'unica in grado di gestire cose del genere. Nessuna si è lamentata, e ora sa il perché.
C'è caldo, perché col mondo che va a rotoli anche l'Inghilterra scotta, e il continuare a sorridere a gente estranea è faticoso dopo un po', ma Olivia sa che comunque che questo giorno è speciale, non c'è spazio per i capricci sui tacchi e sul trucco fastidioso alle ciglia.
Perfino Felix è calmo, divertito, perfino lui sembra capire.
“Dallo a me” si sente dire, dopo aver salutato la madre di Louis e tutta la famiglia Tomlinson.
Olivia si volta, incontrando la figura slanciata di Chase, che ha le maniche della camicia alzate sui gomiti e i tatuaggi delle braccia al contatto con l'aria fresca di campagna, quel nome tatuato sulla pelle che appartiene al bambino che adesso stringe forte, baciandogli i capelli.
“Va tutto bene?” le domanda poi.
Olivia si stiracchia appena, annuendo e facendo un sorriso. “Benissimo, e tu?” gli chiede di rimando.
Chase le bacia la fronte e i capelli, appoggiandole una mano sulla vita per poi sorridere a chi sorride a quella scena.
“Anche io – risponde dopo – Stanno arrivando tutti, ho visto un sacco di gente. Un sacco di gente famosa
“Sì, io ho stretto la mano a Ed Sheeran e credo che sia stato il momento più bello della mia vita” lei riflette, arricciando il naso.
Quando alza gli occhi verso quelli di lui, li trova sbalorditi, così ride e “Sto scherzando! – esclama – Il momento più bello della mia vita è stato quando mi ha addirittura abbracciata
“Olivia...”
Lei ride più forte a quell'espressione tesa, mentre Felix fissa entrambi e non capisce.
“Sei davvero così geloso?” domanda, appena appena soddisfatta.
Chase ha la mascella rigida, fa un respiro profondo e risponde: “Ti fa così ridere il fatto che io possa essere geloso di te? È un uomo anche lui”
“Lo so, ma lui è...Ed Sheeran – enfatizza il concetto spalancando le palpebre – Tutti gli uomini del mondo dovrebbero essere gelosi di lui”
“Non mi stai rendendo le cose più facili, sai?” lui sbuffa, si inumidisce le labbra.
Olivia gli va incontro, cingendogli la vita con un braccio e appoggiando la testa sulla sua spalla per poi accarezzare le dita piccole di Felix.
“Scusa – ridacchia, lasciandogli il segno del rossetto sul collo – è che questa atmosfera mi rende felice”
Lui si scioglie, rilassa le spalle, sorride: “Vuoi sposarti anche tu?” insinua.
Olivia alza la testa per guardarlo negli occhi, quel calore di famiglia è in grado di farla tremare come il freddo dell'anello incastrato all'anulare.
Ancora?” ribatte.



 
 
 
Il braccio di suo padre è saldo, possente. Fanno passi piccoli per evitare di cadere, con gli occhi di tutti addosso come a un concerto.
Il corpetto valorizza il suo seno, e questo a Dalia piace parecchio, considerando la sua seconda veramente scarsa.
Ha il respiro che trema, il sorriso che serve per non piangere e gli occhi che stanno ben aperti e sono emozionati quanto quelli dell'uomo che, al suo fianco, la sta reggendo.
Non ci sono pensieri dentro la sua testa, è un brusio confuso voci e note che si accavallano senza essere scandite sul serio, immagini sopra ad altre che rendono quella camminata irreale, inimmaginabile.
La prima cosa che le viene in mente in modo chiaro, quando è abbastanza vicina, è il fatto che dopo anni riesce a vedere Niall Horan con un abito elegante. Quella cosa la fa sorridere e piangere, perché vuol dire che è tutto vero.
Niall ha quel sorriso, quello di una mattina di primavera, mentre lei apre gli occhi e lui è lì a fissarla, mentre su un aereo lui guarda fuori dal finestrino e tra le nuvole sembra leggerci qualcosa in grado di farlo emozionare fino alle iridi lucide. Ha quello sguardo che parla, molto di più di una qualsiasi litigata o canzone, quello sguardo che lei capisce, sente.
Le sue amiche in fila sono probabilmente la cosa più bella che Dalia abbia mai visto, con quei vestiti tutti uguali e i volti che cercano di contenere le emozioni.
Suo padre ferma la camminata, le bacia la fronte con dolcezza e allunga il braccio verso Niall, che afferra la mano di lei con quella goffa dolcezza e le sorride con amore.
Ha il volto stravolto dalla gioia, le guance rosse inverosimilmente e le dita che tremano.
“Porca troia” sussurra, e Louis al suo fianco ride.
“Ce l'hai fatta a sposarmi” lei ribatte, a bassa voce.
Il prete davanti a loro si schiarisce la gola, qualcuno ride più forte.
Niall fa un sorriso orgoglioso e “Ti amo anch'io” conclude, facendo in modo che la cerimonia inizi.



 
 
 
 
Ovviamente il discorso spetta a India.
Anche perché, con quel vino che gira, lei sembra l'unica di loro ancora in grado di parlare senza balbettare. Sposa inclusa.
Prende parola alzandosi semplicemente in piedi, schiarendosi la voce e facendo un sorriso furbo con il bicchiere di champagne in mano.
La sala da pranzo del residence che hanno affittato per l'intera giornata è grande, arredata di tavoli con tovaglie bianche e fiori veri, costosi. Gli sposi danno le spalle alla vetrata che si affaccia sul tendone allestito per la cerimonia e sono seduti accanto ai rispettivi genitori, imbarazzati e brilli com'è giusto che sia.
Dalia guarda la propria migliore amica con gratitudine, come se il semplice gesto di alzarsi e parlare sia abbastanza per dimostrare il loro volersi bene.
India sente la mano di Harry sul retro del ginocchio, quando inizia a parlare in mezzo alla sala zitta.
“Se ci si pensa bene, questa storia ha davvero dell'incredibile. Voglio dire, Dalia e Niall sono...opposti. Davvero, non hanno nulla che li lega, che li faccia sembrare una coppia, a vederli da fuori. Ma basta davvero poco, per capire che non ci sia niente di più giusto, nella loro relazione. Dalia era una fan di Niall, girava per casa con le lacrime agli occhi ogni volta che lui faceva uscire una canzone, quando qualcuno parlava e lui era in radio, iniziavano litigate assurde in cui scomparivano cd di Chris Brown e Kanye West per vendetta”
“Me lo ricordo!” si sente Megan che ride, come tutti.
“Dalia è...credo che non esista persona più complicata di lei. Ha tante di quelle cose che non riesce a dire che ancora oggi fatico a credere di conoscerla così bene. Con Niall invece vai d'accordo per forza, ti basta bere una birra e parlare di calcio, per fare in modo che vada tutto liscio. Anche esteticamente non hanno niente in comune. Eppure se li osservi bene, ogni tanto puoi vedere la stessa faccia divertita di lui anche mentre lei ride, gli stessi occhi, la stessa espressione. Di tanto in tanto, il vocabolario di Niall si riempie di imprecazioni che possono avere il marchio solo di Dalia, e qualche volta lei ha gli stessi modi di fare goffi di cui forse si è innamorata. Loro sono...l'amore, nel termine più corretto che ci sia. Perché sono veri, litigano sempre, hanno una sintonia perfetta perché hanno imparato a cambiarsi col tempo, senza nemmeno accorgersene. E sono felice che dopo tutto ciò che abbiamo passato, lei abbia trovato qualcuno in grado di capire quanto sia fortunato ad averla”
“Quindi, Horan – questa è Emma, che parla sulle ginocchia di Liam – Se la fai soffrire, ti veniamo a staccare le palle”
C'è un applauso generale, fischi e risate. Niall scoppia a ridere e Dalia a piangere, poi i ruoli si invertono e va tutto bene così.
 

 
 
 
 
È il tramonto ormai, il mucchio di tacchi è accanto alla panchina mentre tutte e cinque guardano il panorama dalla collina che India ha scoperto quella mattina.
La bottiglia di champagne sta facendo il giro delle loro bocche come una di birra in una domenica sera davanti a un film con Leonardo DiCaprio, adesso ce l'ha Olivia che sbatte le palpebre e dice: “Sicura che sia consono per una sposa evadere dal proprio matrimonio?”
Dalia accanto a lei alza le spalle che il vestito lascia scoperte. “A chi importa? Ormai sono sposata, no?”
“Vi ricordate quando passavamo ore in terrazzo a guardare il cielo?” domanda Emma poi, seduta sul terreno accanto a India.
“A fantasticare sul futuro, – ricorda Megan, la testa appoggiata sulla spalla di Olivia – a fumare canne su canne e a pensare di essere giovani per sempre”
“Beh, qualcosa però si è realizzato – Olivia riflette – La FTS sta avendo successo”
“Ci credo! Siamo dei cazzo di geni. È una linea di moda che andrà in alto, ve lo dico io” esclama Emma, annuendo con vigore.
Finora è solo un negozio online, ma Dalia è abbastanza famosa da aver pubblicizzato bene.
La prima cosa che hanno comprato tutte insieme? L'appartamento di Brixton.
“Chi era la ragazza con Zayn, comunque?” dice India, dopo aver sorriso.
“Un'amica di sua cugina o qualcosa del genere – Olivia le passa la bottiglia e intanto le risponde – Non so se stiano insieme o meno, ma lui sembra felice”
“Finalmente”
Poi cade il silenzio come lentamente cade la luce, il sole all'orizzonte. Per un attimo hanno di nuovo vent'anni, di nuovo contro le piastrelle della terrazza sognano uomini che non esisteranno mai e storie d'amore che a loro non potranno mai capitare.
E invece.
Questo contrasto piace a tutte senza nemmeno saperlo. Il fatto che ora nel guardare il cielo ci sia il sole, la luce che spazza via i giorni bui, quelli in cui ad alzarsi si faceva fatica.
È sempre lo stesso cielo che le ha viste crescere, lo stesso di domani, di sempre.
“Sono cambiate un sacco di cose” mormora Dalia.
Dirlo con l'abito da sposa addosso enfatizza il concetto, lo rende concreto.
India fa un respiro lungo. “Non questa – dice – Non noi”
Non il fatto che senza di voi non esisto più.
“Non noi” ripetono le altre, come ad assaggiare il sapore che ha.
Non c'è bisogno di aggiungere altro, il cielo sa già tutto.
È una bella giornata.








 



Cos'altro posso aggiungere?
Grazie di cuore se siete arrivate qui dopo due lunghissime storie, se nonostante i momenti grigi i morti vi siete fidate di me.
Spero di non avervi deluse.
Grazie di cuore per i vostri commenti, grazie per l'amore e il tempo che mi avete regalato, grazie perché siete le lettrici migliori che potessi mai trovare.
Grazie per aver amato, odiato e capito i miei personaggi, le persone che stanno dietro a tutto ciò vi devono molto anche inconsapevolmente.
Come dico sempre, non prendetela come una fine, è semplicemente un nuovo inizio :)
Fatemi sapere, per l'ultima volta, se vi va!
Ci vediamo presto!
Caterina


 
 
  
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