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Autore: Himi87    09/12/2008    7 recensioni
Silvia e Apollo: amici da sempre! Ma se tra i due nascesse qualcosa? Come la prenderebbero le persone che gli stanno accanto? Una AU con protagonisti Apollo e Silvia (Ma và?! Ndtutti ^////////^ nda)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Apollo, Silvia de Alisia
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5

.:Ricordi (Parte II):.

 

Quel giorno a scuola Silvia proprio non riusciva a concentrarsi sulla lezione. Non che i suoi compagni fossero attenti, in effetti le lezioni del professor Jerome erano alquanto noiose. Ma non era la scarsa voglia o la noia a distrarre la ragazza. Il suo pensiero fisso, da più o meno tutta la vita, era un certo rosso dagli occhi dorati e il carattere ribelle.

Silvia ormai era stanca di aspettare che lui si rendesse conto che lei non era solo “l’amica d’infanzia”, ma qualcosa di più. Si era stufata di aspettarlo, ma soprattutto non riusciva più a sopportare l’idea che lui avesse altre donne. Certo, per lui quelle erano solo il gioco di una notte, lo sapeva bene anche lei, ma non era facile convivere con un simile dolore nel cuore.

Doveva dimenticarlo, lo sapeva. Eppure ogni volta che lo vedeva, che incontrava i suoi bellissimi occhi tutti i suoi propositi andavano a quel paese!

Aveva pensato più volte di prendere le distanze da lui, per non vederlo ogni giorno, per non dover sempre fingere di essergli solo amica...

Ma poi ripensava a lui, a tutto quello che avevano passato insieme, a tutte le volte che lui l’aveva protetta, a quando lei era diventata la sua unica famiglia...Come avrebbe potuto lasciarlo? Apollo sarebbe crollato, di nuovo come dopo la morte dei genitori. No, non poteva fargli questo! Lo amava troppo per distruggerlo, preferiva soffrire lei, morire ogni giorno a poco a poco pur di non lasciarlo a se stesso.

Voleva essere lei a proteggerlo come aveva fatto lui quando si era procurato quella cicatrice sulla guancia...

 

O  O  O  O  O

 

Era una ventosa giornata d’autunno quando una piccola Silvia di otto anni e il suo più caro amico Apollo, di dieci, stavano tornando a casa da scuola, come ogni giorno.

- Apollo! – lo chiamò lei: - Io voglio un gelato! –

- Eh? Ma sei matta! Mica siamo in estate. – ribattè lui, ben sapendo che l’amica, di natura molto freddolosa, avrebbe mollato a lui il gelato alla fragola che era solita prendere, lamentandosi per il freddo. E lui, che non andava matto per le fragole, si vedeva costretto a mangiarlo, o a buttarlo via sprecando così la sua preziosissima paghetta mensile.

Silvia lo guardò con i suoi grandi occhioni azzurri supplicanti e lui alla fine, come accadeva ogni volta, l’accontentava.

Si diressero verso la loro gelateria preferita, passando per una scorciatoia. Si addentrarono in un viottolo molto stretto e buio, nonostante fosse giorno, e completamente isolato. Un posto poco raccomandabile, per capirci.

Silvia sentì un brivido lungo la schiena e una strana sensazione di timore la invase. Cercò istintivamente la mano di Apollo, il quale l’afferrò cercando di rassicurarla.

Inutile dire che il cosi detto “istinto femminile” funzionò anche quella volta: un uomo, di circa trent’anni, si parò davanti a loro. Il viso, acqua e sapone, sembrava essere quello del più bravo ragazzo al mondo. Ma si sa, le apparenze ingannano e Apollo, molto sveglio per la sua età, aveva imparato a diffidare di TUTTI gli sconosciuti, anche dei preti.

Il bambino fece arretrare Silvia dietro di lui, mentre l’individuo si avvicinava lento a loro: - Ciao bei bambini. Vi siete persi? Se volete posso accompagnarvi a casa... – disse questo con l’aria e il tono più dolce e gentile del mondo.

- No, grazie! Vogliamo solo passare! – rispose secco Apollo, ma la sua voce tremava. Non era uno scemo. Aveva sentito molte volte le notizie al telegiornale, insieme ai suoi genitori. Uomini adulti che adescano dei bambini per poi fargli cose orribili. E la maggior parte di loro era gente insospettabile...

Strinse di più la manina di Silvia. Lui la doveva proteggere ad ogni costo. Silvia era la sua fidanzatina, anche se lei questo ancora non lo sapeva.

- Coraggio, non fate i timidi. Se volete a casa mia ho tanti bei giochini... – insistè quello avvicinandosi ulteriormente.

- Vaffanculo, stronzo! – fu la replica molto cordiale del bambino, che aveva preso a ringhiare.

L’uomo sghignazzò infilando una mano in tasca ed estraendone un coltellino.

La piccola Silvia capì finalmente che quell’uomo voleva far loro del male. Nella sua ingenuità di bambina mai aveva pensato che potessero esistere persone pericolose. Non nella sua tranquilla città almeno...

Purtroppo per loro l’uomo li colse di sorpresa separandoli.

Apollo rotolò a terra dopo lo strattone che lui gli aveva dato. Sentì un forte dolore allo stomaco, rantolò in cerca d’aria portandosi una mano alla pancia. Sentì qualcosa di viscido colargli sulla guancia destra, che pian piano prese a dolergli. Sangue. Quel maledetto gli aveva procurato un taglio quasi orizzontale sulla guancia.

- APOLLO!! –

Silvia.

Lo vide afferrare la sua Silvia per un esile braccio, mentre lei piangeva e invocava il suo nome.

Doveva fermarlo, ma come poteva un bambino di soli dieci anni e per di più ferito contrastare un uomo doppiamente più alto e più forte?

D’istinto prese la prima cosa che gli capitò tra le mani, la sua cartella di scuola, e la lanciò con una forza che nemmeno lui pensava di avere contro il malvivente. Questo, colpito alla testa rantolò poco lontano dalla bambina. Ma prima che Silvia riuscisse a muoversi lui era di nuovo li, davanti a lei, con il coltellino pronto a colpire.

Apollo, istintivo come sempre, si parò davanti a Silvia facendole da scudo.

Il colpo diretto a lei, colpì invece il bambino, sempre alla guancia già ferita, procurandogli un nuovo taglio in verticale, che assieme all’altro formava una X.

Apollo urlò per il dolore, ma non si mosse, anzi mosso da un improvviso moto di coraggi saltò addosso all’uomo azzannandogli l’inguine, facendolo urlare a sua volta.

Fortunatamente dei passanti avevano sentito delle grida e, insospettiti, erano andati a controllare. Veramente una fortuna perché appena un paio di uomini giunti sul posto avevano atterrato il loro aggressore Apollo perse i sensi.

Il malvivente fu quasi linciato dalla folla e sicuramente, a causa dei danni subiti durante il pestaggio, non avrebbe mai più potuto far del male a nessun bambino.

Apollo intanto era stato ricoverato in ospedale, sempre seguito da una terrorizzata Silvia.

La sua paura ben presto si trasformò in un senso di colpa nei confronti dell’amico che non l’avrebbe mai più lasciata.

 

O  O  O  O  O

 

- De Alisia! De Alisia, insomma!! –

Silvia fu bruscamente risvegliata dai suoi pensieri. Il professor Jerome a quanto pare si era accorto che lei non lo stava minimamente ascoltando.

- Mi scusi professore. – si scusò tornado, dopo un minuto, a guardare fuori dalla finestra perdendosi nuovamente nei ricordi...

 

O  O  O  O  O

 

 

- Come ti senti oggi Apollo? –

Silvia quel giorno era arrivata in ospedale con una mega scatola di cioccolatini per il suo amico.

Era passata una settimana dall’aggressione che avevano subito e Apollo si stava riprendendo benissimo, come avevano confermato i medici.

- Bene, ma sono stufo di stare chiuso qui dentro! – sui lamentò mettendo il broncio: - voglio uscire!! –

- Apollo non fare il bambino!! E poi devi resistere ancora pochi giorni. –

Silvia si sedette sul letto del ragazzino osservandolo attentamente. Il pigiama azzurro a maniche lunghe che sua madre gli aveva comprato apposta per la sua degenza in ospedale faceva un ottimo contrasto con i capelli rossi e spettinati, come al solito. Sembrava lo stesso Apollo di sempre, si ritrovò a pensare. Se non fosse stato per l’enorme medicazione che aveva sulla guancia destra. Da quello che Silvia aveva capito gli sarebbe rimasta la cicatrice per sempre. Un ricordo indelebile e doloroso. Ma Apollo sorrideva, un sorriso sghembo dovuto al dolore che ancora gli infastidiva la guancia, ma sorrideva, e quel sorriso era solo per lei perché era salva, perché stava bene e perché lui era riuscito a proteggerla.

Le guance di Silvia si bagnarono e ben presto Apollo se la ritrovò appesa al collo in lacrime. Piangeva, piangeva disperatamente.

- E’ colpa mia! – ripeteva in continuazione: - Se io non avessi fatto la bambina capricciosa, se io non ti avessi chiesto di prendere il gelato...tutto...tutto questo non sarebbe successo! –

Aveva avuto paura la piccola Silvia, paura per se stessa, ma anche per lui. Per il suo sole che da sempre la illuminava, che sempre le era stato accanto.

- Non è stata colpa tua, piccola. E’ stato il destino. – disse dolcemente mentre la cullava posandole un delicato bacio fra i capelli.

Ci vollero diversi minuti prima che Silvia, rincuorata di continuo da Apollo, smettesse di piangere.

- Non mi lasciare mai Apy. Ti prego. –

- Non lo farò. –

Silvia alzò il viso verso di lui sorridendo impercettibilmente. Si guardarono negli occhi per interminabili secondi, finchè Apollo vide Silvia socchiudere gli occhi e un secondo dopo le loro labbra erano premute le une sulle altre, entrambi chiusero gli occhi. Apollo la stringeva, possessivo. Fu, probabilmente, in quel momento che entrambi capirono di non essere solo amici, ma la giovane età gli impedì di capire la vera natura di quel dolce sentimento che li univa.

Si staccarono dopo poco, ma rimasero abbracciati.

Apollo venne dimesso dall’ospedale tre giorni dopo e nessuno dei due fece più parola di quel bacio. Era come se non fosse mai avvenuto, ma in realtà entrambi lo ricordavano ancora benissimo.

 

O  O  O  O  O

 

- Oggi eri particolarmente distratta, Sil. – le fece notare Tsugumi all’uscita di scuola.

- Mi sono ricordata di una cosa... – mormorò nuovamente soprapensiero.

Pochi giorni prima, quando lei e Apollo si erano diciamo così “baciati” istintivamente lei aveva pensato a quello come al suo primo bacio, ma sbagliava, quello era il secondo. Il primo bacio era stata lei a darlo a lui in una camera d’ospedale dopo che lui l’aveva difesa e protetta.

 

Fine 5° capitolo

 

()Apollo

@______@ Non ci credo l’ho finito!! Deo Gratias!!!

Allora è da un po’ che manco...(Da mooolto direi!-__-) Apollo!^^ Mio fido assistente!! (“Fido”...Sembra che parli di un cane...) Perché tu cosa sei scusa?^^ (Ma brutta BIIIIIIIPPP è__é)

Comunque passiamo ai ringraziamenti che è meglio:

La sognatrice: ( AAAAAAAAHHHHHHHH!!!!! SALVATEMI!!!! ) Tranquillo Apy, Toma non ti fa niente! -__- Però si è vero...è un po’ triste...sigh.

Roby the best: ( Che vuoi farci? Questa ci gode a farmi soffrire! ç___ç) Cattivo! è___é Io sono un angelo!U__U

Elie84: Una nuova lettrice!! Che bello! *__* Grazie per i tuoi bellissimi complimenti!^//^ ( E’ una buongustaia! U__U Io sono davvero bello!!) -__-‘’ Apollo...

Altro che dispiacermi! Mi fa molto piacere che tu abbia messo questa storia fra i preferiti! Grazie! Continua a seguirmi!^^

Redangel250492: GRAZIEEEE!!^//^ Quanti complimenti oggi!! Eheh! (Quanto l’hai pagata per dire queste cose??) Malfidente! è__é

Fra-chan: Grazie tante!!^___^ Mmh, c’ho messo un po’ tempo ad aggiornare ma spero che ti piaccia lo stesso il capitolo. :P

Grazie a chi legge soltanto e a chi ha messo questa fanfic fra i preferiti!!

Infine volevo dedicare questo capitolo a Veronica (Mistica88) perché oggi compie gli anni!

AUGURI SHOREEE!!!!!^^

  
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