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Autore: RMSG    01/03/2015    4 recensioni
Liberatisi di Caino, ma non ancora del Marchio, Dean e Cas finalmente hanno abbattuto il muro che li divideva e si godono la tranquillità di una relazione stranamente stabile. Si amano, fanno sesso e, cavolo, ancora non si sono staccati la testa a vicenda. Insieme a loro, inoltre, c’è anche Claire, ritornata al bunker dopo essere riuscita a trovare se stessa.
Sono decisamente un trio particolare, ma, ehi, funzionano. Funzionano sul serio!
... o almeno sino a quando non cominciano a litigare per il ritorno, sebbene fortuito, di una vecchia fiamma di Dean: la bellissima Cassie Robinson.
Genere: Commedia, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Claire Novak, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro, Contesto generale/vago
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Fandom: Supernatural;
Pairing&Characters: Castiel/Dean Winchester (Destiel); Claire Novak; Sam Winchester; Cassie Robinson.
Rating: Arancione (vaga descrizione di una fellatio. Tipo solo una frase sul finale, niente che meriti un rating rosso, ma per sicurezza…);
Genere: Commedia, Vagamente umoristico (?), Fluff, Generale, Dean è il solito idiota vale come genere?, Cas più paziente di Cristo, Cas che cucina è TUTTO;
Words: 5614;
Summary: Liberatisi di Caino, ma non ancora del Marchio, Dean e Cas finalmente hanno abbattuto il muro che li divideva e si godono la tranquillità di una relazione stranamente stabile. Si amano, fanno sesso e, cavolo, ancora non si sono staccati la testa a vicenda. Insieme a loro, inoltre, c’è anche Claire, ritornata al bunker dopo essere riuscita a trovare se stessa.
Sono decisamente un trio particolare, ma, ehi, funzionano. Funzionano sul serio!
... o almeno sino a quando non cominciano a litigare per il ritorno, sebbene fortuito, di una vecchia fiamma di Dean: la bellissima Cassie Robinson.
Note: Io… spero di essere riuscita a rendere i personaggi il più IC possibile. Probabilmente scriverò altro ambientato in questa linea temporale e in queste situazioni, perché, se non lo sapete ancora, io ho una specie di OSSESSIONE per Claire e Dean e Cas nel bunker. Sono fermamente convinta che debbano adottarla a tutti i costi. E prendere un cane. E amarsi per sempre.
Magari più avanti potrei scrivere dei primi tempi tutti e tre insieme, chissà…
potreste dirmi se vi piace l’idea!
Disclaimer: Naturalmente, MIO MALGRADO, i personaggi non mi appartengono. Voglio dire, se mi appartenessero non dovreste leggere di tutto ciò in una fan fiction… LO VEDRESTE DIRETTAMENTE NELLO SHOW.


P.S. è ancora per poco il primo Marzo, quindi... HAPPY BIRTHDAY, JENSEN! :)





A volte ritornano
di RMSG



 


Non è che Dean abbia dimenticato di essere la persona più sfortunata del pianeta Terra. Anni di esperienza, di problemi e di lingue morsicate per soffocare le imprecazioni sono stati fondamentali per renderlo l'uomo vagamente decente che è ora e quindi no, Dean non dimentica.

D'altra parte, però, una certa nota di oblio mentale è necessaria di questi tempi, perché il povero Dean deve star dietro, in ordine, a suo fratello che ogni tanto caccia con lui, ogni tanto lavora a una biblioteca vicino il bunker e ogni tanto piagnucola sulla sua cotta per Sandra, la ragazza dai capelli rossi del caffé accanto; a un angelo-non-più-tanto-angelo che pretende le sue attenzioni praticamente ventiquattro ore su ventiquattro per recuperare solo sette anni di inutile corteggiamento; e a una diciottenne appena ritornata al liceo che non avrebbe alcun problema particolare, a parte il fatto che è una dannata adolescente, certo.

Perciò Dean, a 37 anni suonati e ancora il marchio del primo assassino sul braccio, respira profondamente e cerca di pensare positivo, di godersi il vago equilibrio conquistato, l'amore spropositato che Cas ha per lui e Claire, che sarà pure un'isterica teen-ager, ma è pur sempre Claire.

"Dean?" lo chiama proprio lei, i capelli biondi ancora più lunghi di quanto già non fossero sei mesi fa quando è tornata al bunker. E' di fronte a lui, rigorosamente in mutande, t-shirt gigante e calzettoni da tennis, e lo fissa con la faccia innocente che indossa sempre quando sta per chiedergli qualcosa.

Dean la squadra e sospira pesante. Non importa quanto tempo Claire vada in giro mezza nuda, non riuscirà mai a farlo abituare a una presenza femminile nel bunker. "Che c'è, Claire?"

"Voglio dei vestiti nuovi. Castiel dice che state per uscire... mi portate al centro commerciale? " chiede speranzosa e spalanca le palpebre, sbattendo un istante le ciglia, senza mai distogliere lo sguardo da Dean.

E Dean, dal suo canto, vorrebbe tanto dirle che le ha comprato dei nuovi jeans e le ultime nike uscite giusto una settimana fa, che gli sta prosciugando il portafogli, che si è davvero rotto le palle di portarla in giro a comprare vestiti, che ha accettato di tenerla qui con loro per aiutarla a trovare la sua strada, non per farle da personal shopper (cristosantocomefaasaperechesignifica).

Ma Dean no, non lo fa, non ci riesce. Perché Claire ha gli occhi di Cas e lei sa, sa benissimo, che le basta fissarlo e poi sorridere appena per convincerlo a fare di tutto; perché Dean non è mai riuscito a viziare il suo fratellino o tanto meno Ben, e non riesce a resistere alle guance di Claire che si gonfiano, quando sorride.

"... d'accordo. Ma ti avviso: se mi fai spendere più di centocinquanta dollari, questo sabato ti fai portare in giro da Sam o da qualche tuo amico. Io non ti scorrazzo da nessuna parte, non sono il tuo cazzo di tassista."

Claire annuisce e sgambetta verso la sua camera, senza degnarlo di risposta: entrambi sanno che Dean non la lascerebbe andare mai in auto con qualcuno che non sia lui o Cas e che Claire, da quando è tornata al bunker, non ha ancora ricevuto una vero e secco no da alcun Winchester. Il motivo di ciò, peraltro, non è ben chiaro a nessuno, ma Sam, essendo la solita testa di merda, si diverte a dire a Dean che in realtà il Marchio di Caino l’ha un po’ ammorbidito.

Dean sospira e si passa una mano sugli occhi, sedendosi quindi sulla prima sedia disponibile e guarda l'orologio, aspettando che le due prime donne della sua vita (di cui una tecnicamente un angelo privo di sesso ma nel corpo del padre morto della seconda) si diano una mossa per uscire.

****

L'attesa di Dean ha fine solo quaranta minuti dopo e ci vorranno altri venti minuti in auto prima di giungere finalmente al centro commerciale. Guidando nel grande parcheggio - stranamente e fortunatamente non molto affollato -, Dean si concede per la prima volta da quando sono usciti di guardare Cas, che non ha il trenchcoat (fa troppo caldo), ma solo una camicia bianca slacciata sul collo e uno strano broncio. E' carino, crucciato com'è, e Dean allunga una mano per dargli un pizzicotto sulla coscia. 
"Ahio..." mormora Cas, inclinando la testa e massaggiandosi la gamba.
"Hai la faccia pensierosa. Quale cretinata hai in mente oggi?" chiede Dean, svoltando e parcheggiando con un'unica fluida manovra.
L'altro sbuffa. "Nessuna cretinata. Sono solo stanco..."
"Perché?"
"Non mi hai fatto dormire 'stanotte." gli risponde subito, aggrottando le sopracciglia e adocchiando il sorrisino lascivo di Dean che punta verso la strada dinnanzi a loro. "È difficile affrontare le tue privazioni di sonno. Sei eccessivamente capriccioso."
"Non ti sei lamentato particolarmente, che io sappia..."
"Ehm, ragazzi, scusate..." interviene Claire, seduta al centro del sedile posteriore con le braccia incrociate e la faccia disgustata. "Non me ne può fregare un accidente di che avete fatto 'stanotte, potete evitare di discuterne?!" 
Cas si gira a guardarla, allora, dispiaciuto. "Perdonaci, Claire... ti prego, ignora Dean." dice e scende tranquillo dalla macchina insieme a lei, mollando Dean ancora seduto davanti al volante a chiedersi se non fosse meglio Crowley di questo, se non fosse meglio l'Apocalisse, i Levatiani e tutta quella merda lì. Sorride piano, scendendo anche lui e seguendoli. 
Nah.
"Ehi, dove correte?"

****

Cas sospira, alzando gli occhi al cielo e pensando per un istante ai suoi fratelli e al paradiso, di cui da tempo non avverte più la santa presenza. Sono ormai sei mesi che vive di nuovo in questo strano, umano, silenzio, cioè da quando ha rinunciato a tutto, ancora una volta, per salvare Dean dopo lo scontro con Cain, lasciandoci le penne e venendo, tanto per cambiare, riportato indietro dal suo sempre in anonimato padre (che di lasciarlo nell'oblio della morte, evidentemente, proprio non ne vuole sapere).

Si chiede, Cas, se questo è quello che suo padre vuole che faccia: aspettare fuori da un camerino mentre Claire prova decine e decine di magliette e jeans assolutamente identici fra loro, mentre Dean se la dà a gambe con la scusa di cercare una tanica d'olio per il motore dell'Impala - ed evitarsi la piaga dello shopping.
Probabilmente sì, forse è quello che Dio vuole, ma a Castiel interessa relativamente. Più in generale, infatti, questo è quello che vuole Cas, la sua scelta... e se non può più volare da una parte del mondo all'altra in meno di una frazione di secondo, va bene lo stesso.

"Che ne pensi di questa?" chiede Claire, scostando la tenda e mostrando una t-shirt colorata.
"Penso che sia quasi del tutto identica a quella che hai messo prima... e che ti doni incredibilmente, come qualsiasi cosa."
Claire accenna un sorriso soddisfatto e si rinchiude di nuovo nel camerino, mentre Cas si passa una mano sulla fronte e si chiede dove sia finito Dean. Almeno lui potrebbe dare a Claire una rispostaccia per farle dare una mossa.

Al suo fianco, a quel punto, probabilmente nello stesso esasperato stato mentale, si accomoda una donna sulla trentina, molto minuta, dalla pelle scura, così come gli occhi e i lunghi riccioli sulle sue spalle.
"Tua figlia è davvero bellissima..." gli dice e Cas la guarda, accennando un sorriso timido, ma gentile, e piegando la testa.
"Grazie... vorrei solo che dopo un'ora di prove lo capisse anche lei e ci lasciasse procedere con la giornata." 
La donna allora ride, di una risata straordinariamente genuina e Cas è certo: se fosse ancora un angelo in lei vedrebbe un'anima davvero splendida, pura.
"Oh, stai tranquillo. Tutte le adolescenti sono così... lo ero anche io. E anche mia nipote, nel camerino qui accanto, sembra non essere convinta nemmeno del suo stesso riflesso." scherza e prontamente da dietro la tenda arriva una risposta per lei.
"Zia Cassie, guarda che ti sento, sai?!" 
Cassie - ora quel bel viso ha un nome - fa l'occhiolino a Castiel e ride di nuovo, illuminando la stanza. "Però ha un ottimo udito."

In quel momento Claire decide di uscire di nuovo dal camerino, vestita stavolta con una camicia a quadri rossa. 
"E di questa che dici? Fa molto Dean Winchester!" ride facendo una mezza piroetta. "Potrei usarla per carnevale. O meglio per Halloween... credo che sarebbe una bella protezione, scommetto che qualunque mostro veda una camicia di plaid se la fa addosso..."
"Claire..." la rimprovera paziente. "Non prenderlo in giro."
"Penso che la prenderò! Insieme alla maglietta e ai jeans neri...". Così dicendo sparisce di nuovo nel camerino e Cas sospira sollevato, intravedendo finalmente la fine del supplizio. 
"Ehm, scusami..." lo chiama di nuovo la donna al suo fianco, gli occhi scuri spalancati. "Tua figlia ha detto Dean Winchester?"
"Mh. Sì. Perché?" Cas si irrigidisce, tendendosi subito e muovendo con nonchalance una mano verso la cintura, dove lo aspetta un coltello nascosto sotto la camicia. 
"Oh, è che...” Cassie sorride, nostalgica, e lo guarda indecisa. "Ci conosciamo, io e lui. Eravamo molto... ecco... lui e suo fratello hanno dato pace a molte persone nella mia città. Sono... credo dieci anni che non lo vedo, dio... credevo fosse... morto? Non so, magari non parliamo della stessa persona… ma lui…"
"Sta bene." la ferma Cas, la voce calma, ma estremamente grave. "E' vivo. Così come Sam. Stanno entrambi bene e hanno dato pace e gioia a molte più persone di quanto loro stessi credano o vogliano ammettere."
Claire esce dal camerino, i vestiti scelti fra le braccia, e si avvicina a Castiel. "Andiamo?"
Il moro allora si rilassa, riportando la mano sulla propria gamba e lasciando perdere il coltello, e Cassie ricomincia a parlare, ora di fronte anche a Claire. "Mi aveva promesso che ci saremmo ritrovati nonostante tutto, ma il tempo passa e suppongo che ne abbia viste di tutte i colori, per ricordarsi di una vecchia fiamma come me."

Oh, pensa Claire, sollevando le sopracciglia e guardando la reazione di Cas. Si aspetta un tic, una smorfia, un sorriso gongolante da "ehi, adesso Dean è mio", ma non vede nulla. Niente. Castiel rimane stoicamente fisso, immobile, e Claire riesce quasi a rivedere l’angelo di Dio, il guerriero senza limiti che ha conosciuto tanti anni fa, l’essere che ha messo a ferro e fuoco Inferno, Purgatorio e Paradiso per un uomo solo, per Dean Winchester.

"Dean non ha mai…" comincia Cas.
"Parlato di me? Non è strano. Quando ci siamo rivisti dieci anni fa, neanche suo fratello sapeva niente… e in generale non sono stata molto corretta con lui. Sono Cassie Robinson, comunque, giornalista per l’Ohio Post." sorride e porge a Cas un bigliettino da visita. "Ci siamo conosciuti quando io facevo il college… e più tardi ci siamo rincontrati in Missouri per… alcune situazioni molto strane nella mia città." scrolla le spalle e si gira verso sua nipote, appena uscita dal camerino e pronta ad andare via anche lei. "Mi piacerebbe risentirlo o… rivederlo, se è qui nei paraggi, ovviamente. Sono venuta a trovare la mia figlioccia e sua madre per qualche giorno, magari riuscirò a salutare anche lui, chissà."
Cassie si alza dalla poltroncina e sorride di nuovo a entrambi. "Buona giornata… e salutatemi Dean, se lo vedete… su, andiamo a pagare, Lucy. "

****

"… perché non hai ancora bruciato quel biglietto da visita?" gli chiede finalmente Claire, camminando al fianco di Cas per il centro commerciale alla ricerca di Dean.
"Perché dovrei?" le chiede, stringendo in una mano la busta con i vestiti nuovi.
“Duh.” sbuffa e gli tira il braccio, fermandolo. "E’ tipo la sua ex. E vuole rivederlo. Ed è una specie di top model esotica e super sexy!"
"… non credo che Dean abbia bisogno di una donna in questo momento."
"Non sto dicendo che non ci tenga a te…" dico solo che io non gli metterei davanti una focosa ex fidanzata a cui aveva promesso di tornare indietro, eh." Claire lo guarda, aggrottando le sopracciglia. "Non voglio vederti… insomma, ferito... o qualunque sia l’equivalente angelico."
Cas sorride appena, uno strano calore in petto, e col braccio libero avvolge le spalle di Claire. "Ti fa onore che tu ci tenga agli altri. Come vedi, hai addomesticato perfettamente i tuoi demoni."
"Cas! Dico sul serio, ascoltami! Non è il momento per le tue benedizioni da Madre Teresa di Calcutta, ok?"
Castiel sospira e riprende a camminare. L'inquietante somiglianza negli atteggiamenti fra Dean e Claire non lo stupisce più ormai... a differenza invece della propria irreprensibile pazienza nei confronti di quei due. Li ama entrambi, è ovvio sia così, ma certe volte, certe volte, sono infernali e le loro lingue biforcute bruciano.

Così come brucia da morire quel bigliettino da visita nella tasca posteriore dei jeans.

****

Ritrovato Dean e sfamato sia lui che Claire (Cas non aveva fame e si è limitato a starsene buono con i suoi ricordi vecchi di miliardi di anni e una silenziosa ansia a stringergli lo stomaco), il più disfunzionale trio mai creato dai tempi dell’Apocalisse del 2010 si avvia a spuntare dalla lista della spesa le ultime cose.
"Non puoi ignorare le richieste di tuo fratello per del cibo più sano, Dean."
"Non comprerò altra insalata, Cas. Per niente al mondo."
"Sì che lo farai. E comprerai anche del pesce, perché è ciò che vuole mangiare Sam." gli risponde Cas, sollevando piano le sopracciglia e fissandolo, come a sfidarlo a contraddirlo.
"... ti odio."
Cas si gira, prendendo da Claire un pacco di pasta e mettendolo nel carrello. "Non è assolutamente vero."
"Invece sì."
"... va bene, come desideri. Ora puoi andare a prendere il pesce?"
Dean sbuffa e si sporge verso di lui, scontrando appena le loro fronti e andando via verso il bancone del pesce.
Claire, tornata con altre provviste da mettere nel carrello, ride piano. "È un moccioso."
"Vero. Ma non dirgli che l'ho ammesso..." mormora Cas, sorridendo tenero. "Hai preso il ketchup?"
"Mhhh... no, è da quella parte!" risponde la ragazza, indicando oltre le spalle di Castiel, che gira il carrello prontamente e, neanche a dirlo, finisce a sbattere contro una persona.
"Oh! Mi dispiace, scusi, si è..."
"Ah, ci rivediamo!" esclama Cassie, sorridendo dolorosamente bella, tirando indietro il suo carrello al fianco della nipote. "Deve essere proprio destino oggi.."
"Non credo nel destino." risponde seccato Cas, schiarendosi poi la voce imbarazzato per la rispostaccia improvvisa. "Cioè..."
"Oh, peccato. È bello credere in qualcosa di positivamente sovrannaturale, sai?"
Cassie scrolla le spalle, muovendosi per prendere dallo scaffale vicino all'ex-angelo della pasta, sollevandosi sulle punte per raggiungere lo scaffale più in alto. Castiel, essendo stato santo e benedetto per miliardi di anni, proprio non riesce a non aiutare chiunque, persino lei, e allunga subito un braccio, sentendo distintamente Claire sussultare e imprecare sotto voce.
"Cas, c'è una fila lunga fino alla luna per il pesce..." dice Dean, ritornando sui suoi passi. "Facciamo cambio, perché non ho affatto voglia di stare lì fermo come… un…"

Dean si ferma, fissando il suo angelo allungare un pacco di pasta al suo primo, fallito, amore, forse il più grande dei suoi rimpianti, e il cervello gli va letteralmente in cortocircuito.

Perché ha passato gli ultimi anni a non pensare a tutte le possibilità che ha perso mentre cercava di salvare il mondo - o recentemente di non fare una strage a mani nude - e questo, Cas al fianco di Cassie - perché dovevano avere il nome uguale,  ovviamente -, è una di quelle cose di cui avrebbe fatto volentieri a meno, grazie tante. 

"Dean Winchester." lo chiama Cassie, la voce calda e gli occhi scuri che lo fissano, lo scrutano. "È incredibile. Sei diventato ancora più spudoratamente bello." Dean sorride appena, evitando con tutte le sue forze di guardare Cas. "Ho incontrato il tuo amico e sua figlia..."
"Amico..." borbotta Claire e Dean non ha mai voluto tapparle la bocca così tanto come in quel momento.
"Cassie, è... bello vederti. Sono passati quanto? Dieci anni? Sei assolutamente... uguale. Raggiante, direi."
Lei ride e gli va a stringere la mano, mentre Cas e Claire si scambiano un'occhiata. La bocca di Claire comincia a mimare parole che assomigliano tanto a "te l'avevo detto" e che no, Cas non vuole vedere.
"Non avrei mai immaginato di incontrarti in un supermercato."
"Beh..." comincia, "anche noi dobbiamo mangiare."
"Questo è vero! Ricordo bene quanto mangi!" ride e gli va vicino, finalmente, abbracciandolo. Dean ricambia, un po' impacciato, e alza gli occhi verso Cas, che scruta interessato la lista della spesa, cercando chissà cosa, mentre la tiene evidentemente al contrario.

Dean suppone che questa sia una di quelle cose lì, uno di quei cosiddetti bivi, l'ennesima gigantesca scelta che si pone sulle sue spalle, e vorrebbe sbattere la testa al muro perché... perché non era mai capitato di spiegare a qualcuno che non conosce Cas cosa è stato e cosa ha fatto e quanto sa essere fantastico, di spiegare la natura della loro relazione con delle parole vere.
"Immagino tu abbia avuto una vita intensa nell'ultimo periodo..." gli dice Cassie.
"Sì, abbastanza... oggi è il mio giorno di riposo, diciamo così."
"E sei venuto a far compere? Ti sei forse sistemato finalmente? Bella casa e donna da sogno?"
"Mh... beh…"
Claire lo sta fissando, tenace e a un passo dall'essere furiosa. Lo fissa in quel modo perché Cas non lo fa, non ci riesce, e si limita a stringere le mani sul manico del carrello fino a sbiancarsi le nocche. Dean sa che dovrebbe mostrare a Claire come ci si comporta, come un adulto affronta anche situazioni imbarazzanti e che non vorrebbe mai vivere, come compie le sue scelte quello che adesso a conti fatti è una delle sue figure paterne. Dean lo sa, lo sa bene.

Ma quel pomeriggio proprio non ce la fa.
"No, non esattamente. Bella casa sì, però... e oggi ho Sam a cena, ecco perché sono con Cas... tiel, Castiel sì, e sua figlia Claire... abbiamo un po' di cose da comprare."
L'ex angelo alza gli occhi e fa un sorriso timido a Cassie, ma lo sguardo triste non svanisce. "Piacere mio. In realtà io e Miss Robinson ci siamo già incontrati stamani mentre Claire acquistava abiti nuovi."
"Oh... non me lo avevi detto a pranzo, però." mormora Dean.
"Deve essermi passato di mente." Cas si irrigidisce, entrando di nuovo in modalità angelica, e mette una mano dietro la schiena di Claire. "Comunque sia, visto che non vi vedete da molto tempo, forse sarebbe il caso che vi lasci soli. Finisci tu la spesa, io e Claire prendiamo il pesce e torniamo a casa con un taxi."

E quello, per Dean, sarebbe dovuto essere il primo campanello d'allarme. Quello che avrebbe dovuto subito fermarlo, fargli ritrattare la storia dell'amico e implorare perdono da Cas per i successivi venti minuti.

"Certo. Ok. Ci vediamo... ci vediamo a casa. Casa mia, sì."
Cas si allontana per primo e Claire lo segue, fulminandolo e mimando con le labbra la parola "stronzo".

Perfetto.

****

Dean ha paura a tornare nel bunker. Il che è assurdo, perché ha riso in faccio a Satana, ha preso a calci tutti gli altri arcangeli e, nel periodo più oscuro della sua vita, se ne andava in giro col re dell'Inferno per locali e a troie. E questo giusto per nominarne un paio.

Il problema è che sa bene che Cas deve aver sentito il rumore dell'Impala entrare nel garage e che forse, dopo dieci minuti, si sta domandando perché Dean non è ancora entrato.

Il punto è che Dean non sa che cosa lo aspetta.
È piuttosto certo che Claire non gli parlerà per le prossime due settimane e ok, se lo merita. Se lo merita sul serio. Ha fatto una cazzata e ora si becca le conseguenze.
Ma da Cas. Da lui proprio non sa che cosa aspettarsi. Occhiatacce? Insulti? Astinenza per il prossimo mese?

Dean sospira e si passa una mano sul viso, scendendo poi dall'auto e andando a prendere le buste della spesa dai sedili posteriori. In realtà il resto del pomeriggio è passato senza problemi, Cassie gli ha presentato Lucy, la figlia di una sua amica, e mentre prendevano un caffè gli ha raccontato un po' della sua vita in questi ultimi anni.
Nessun marito, per lei, e Dean non è stupito. Cassie è sempre stata tutta carriera e sedere da urlo e certo non ha bisogno di un uomo inutile al suo fianco.

A differenza sua, però, che senza Cas sarebbe col culo per terra in un secondo.

"Ehi? Siete tornati?" li chiama, scendendo le scale veloce e portando la spesa in cucina. Claire è lì col portatile e Sam è seduto al suo fianco, indicando lo schermo e ridendo per qualcosa. Il profumo della cena vaga per mezzo bunker e Dean ha già l'acquolina in bocca e dio santo, quanto ama Cas quando si mette ai fornelli (anche se per cucinare robaccia per Sam).
Poggia le buste sul tavolo, mentre Sam lo saluta con un sorrisone. "Dean, ehi... ce ne hai messo di tempo."
"Sì, ho incontrato... una vecchia conoscenza." mormora, svuotando le buste e aprendo la credenza.
"Diciamo una ex." sbotta Claire, acida e Dean le lancia un'occhiataccia.
"Una ex? Qui in Kansas?" domanda Sam, perplesso e preoccupato.
"Sì beh... era di passaggio."
"Ma..."
"Sam, davvero, non è molto importante, non farne un caso di stato." dice evasivo, aprendo il frigo.
"Sicuro, Dean?" ricomincia Claire, chiudendo il portatile. "Deve essere stata proprio una gran bella ex per dirle che Cas è... com'era? Solo un amico?"
Dean aggrotta la fronte, irritato. "Non ho detto questo, ho solo detto che..."
"Che hai una bella casa, ma che al momento sei single!" esclama velenosa Claire, scendendo dallo sgabello e prendendo il portatile. "Sei un codardo omofobo. E sei anche uno stronzo! Hai ferito Cas e questo mi fa incazzare, perché non ho voglia di vederlo con quella faccia solo perché tu non hai le palle di ammettere che stai con un uomo!"
"Ehi ehi, Kill Bill, datti una calmata. Omofobo io?! Ma che cavolo vai dicendo? Sei impazzita?" la addita, ora seriamente arrabbiato. "Innanzitutto piantala di parlare come una scaricatrice di porto e vedi di abbassare il tono quando parli con me. Io non sono Cas, non ho la stessa pazienza."
"Oh, credimi, lo so bene che non sai come mantenere la calma! Posso ricordarti le varie stragi dell'anno scorso?!"
"Ma davvero? Mi stai rinfacciando questo, Claire?! Non eri tu ad aver ingaggiato due decerebrati per farmi ammazzare?!"
"TIME OUT!" li interrompe Sam, alzando la voce e zittendoli. "Calmi, accidenti! State calmi!" Claire si stringe al petto il portatile, abbassando la testa. "Dean, cristo santo, stai litigando con una diciottenne! E per cosa poi? Chi cavolo hai incontrato?"
"Cassie..." risponde piano, evitando il suo sguardo.
"Oh..." Sam sospira. "Oh, ok. Ok, d'accordo... e non le hai detto che stai con Cas?"
"Sono affari miei. Cas non ha bisogno che vada a sbandierare la nostra relazione a mezzo mondo!" Dean si volta, puntando le mani sui fianchi. "Non vedevo Cassie da dieci anni, perciò scusami tanto, ma non sono tenuto a raccontare tutto a tutti solo perché Claire vuole assistere a divertenti scene da comedy!"
"Questo non è vero!" gli grida contro lei. "Io voglio solo che tu ti renda conto di che significa quando fai così! Ti approfitti dell'ingenuità di Cas che non sa di dover pretendere da te queste cose, che non sa come funziona una relazione, che non sa..."
"Avete finito?"
Tutti si voltano verso l'entrata, dove Cas li guarda, le sopracciglia alzate e i capelli bagnati e pettinati indietro. "Vi si sente urlare dalle docce. State calmi... non è successo niente." Li guarda e sospira, cominciando ad arrotolarsi le maniche della camicia pulita, scoprendo gli avambracci. "Dean non deve rendere conto a nessuno e a me non interessa più di tanto. Sono capricci da umani."
"Ma tu sei umano, Cas. E Dean se ne approfitta!"
"Vuoi piantarla, Claire?! Tu non sai niente di noi, se non quello che ti mostriamo! Non provare a dire che voglio il male di Cas!" abbaia Dean,  quasi ansimante.
"Ragazzi..." ci riprova Sam. "Prendete tutti e due un bel respiro, per piacere. Avete già detto parecchie cose di cui vi pentirete."
Claire sbuffa, marciando via verso l'uscita, ma Cas la ferma. "Tra mezz'ora in tavola, Claire. Per favore."
La ragazza lo guarda, pensosa, e poi annuisce, dirigendosi in fretta verso la sua stanza.
Castiel respira profondamente e per un momento alza gli occhi al cielo, prima di dirigersi di nuovo ai fornelli a controllare la cena. Apre il forno, osservando la spigola lasciata lì al caldo ma già ben cotta.
"Mh, Cas..." lo chiama Dean. "Sei incazzato con me?"
"Un po'. Ma questo non giustifica l'atteggiamento di Claire... e tanto meno la scenata a cui ha assistito Sam."
"Ok... hai intenzione di arrabbiarti con me dopo?" chiede ancora, indeciso.
"Molto probabile. Ma ritengo che Sam voglia raccontarci di Sandra, invece che ascoltarci discutere. Per cui vieni qui e prendi l'occorrente per apparecchiare la tavola, mentre tuo fratello si imbarazza un po' per la sua vita sentimentale."
Sam ridacchia e scuote la testa, guardando Dean muoversi subito vicino Castiel.
"Perché c'è della carne per gli hamburger pronta?" domanda Dean, perplesso, togliete il coperchio da una pentola. 
"Perché a te non piace il pesce, Dean, perciò ho fatto altro." risponde ovvio il moro.
Dean si ferma a guardare Cas, boccheggiando, e solleva una mano per fargli una carezza, ma si ferma, mettendosi ad armeggiare con le posate nel cassetto.
Dio, questa è l'ennesima conferma che non si merita di avere Castiel.

****

Superata - quasi - indenni la cena, con Claire e Dean che apparentemente sono giunti a un armistizio previa la cessione dell'ultima fetta di torta alle mele da parte di Dean, ora il bunker è deserto.
Cas è già a letto, forse addormentato, e Dean, che si è offerto volontario per lavare i piatti, ora ha paura di entrare nella sua stessa stanza.
Alla fine Castiel non era poi così arrabbiato come aveva annunciato, anzi. Tutta la sera è stato tranquillo, forse anche troppo silenzioso, e Dean, davvero, non sa che aspettarsi. Forse dovrebbe dormire in un'altra stanza, oggi, ma poi sembrerebbe un'ammissione di colpa e lui, tecnicamente, non ha compiuto niente di grave. Non troppo almeno.

Convinto dei suoi stessi pensieri, apre piano la porta, la stanza in penombra e Cas nel letto fra le lenzuola, gli occhi chiusi, il petto nudo che si alza e abbassa piano, una mano dietro la nuca - è l'unico modo in cui riesce a dormire e Dean lo prende sempre in giro perché sembra una posa da calendario (anche se in realtà l'adora, perché c'è sempre posto per la sua testa in quel modo).
Dean si spoglia silenzioso, e con solo i boxer addosso si infila fra le coperte, spegnendo l'unico lumino acceso e sistemando la testa sul petto di Castiel, come ogni volta.

Non è la prima volta che si chiede se sia meglio poggiare l'orecchio sul torace sodo e muscoloso di Cas o se su un seno morbido, dai capezzoli scuri e sempre invitanti. Dean sospira e per un istante vuole allontanarsi. Vorrebbe non aver bisogno di definirsi, vorrebbe solo convincersi delle parole di Cas di più di un anno fa, quando finalmente si sono dati una mossa e messi insieme. "Non devi giustificarti o scegliere chi amare o per chi provare attrazione. Dio vi ha fatti esattamente come dovreste essere... soprattutto tu, Dean. Sii solo te stesso".

Ora, a parte la questione di Dio - che tecnicamente sarebbe suo suocero e no, non ci si abituerà mai -, Dean sa razionalmente che non dovrebbe preoccuparsi di queste cose, soprattutto con Cas (che è geneticamente programmato per amarlo qualsiasi cosa succeda).
Solo che è difficile,  davvero difficile, e Dean non può fare a meno di pensare se Cas aspetterà sul serio che si decida a togliere la testa dal culo una volta per tutte.
"Dean."
La voce roca di Cas lo fa rabbrividire, ma Dean non si muove e, anzi, chiude gli occhi, mentre con la mano libera Cas gli accarezza la schiena nuda.
"Non far finta di dormire..." mormora e Cas si sporge a baciargli la fronte. "Non sono arrabbiato. Va tutto bene. Purché tu sia felice... non importa quello che è successo oggi..."
Dean sospira. "Mi dispiace ok? Sono andato nel pallone..." sussurra. "È che Cassie mi ha conosciuto prima dell'inferno e di te, prima di tante cose. Non volevo mostrarle cosa sono diventato..."
"Dean."
"Cas. "
"Dean."
"Cas?!" sbuffa.
"Non sei diventato nulla. Sei ancora l'uomo giusto che ha salvato il mondo infinite volte... sei Dean Winchester. E, oserei dire, sei mio."

Dean allora ridacchia e alza la testa a guardarlo. "Da umano sei sfacciatamente possessivo."
"Sì? Eppure ricordavo di averti marchiato qualche tempo fa anche da angelo..." scherza e gli mette una mano sul petto, spingendolo indietro e salendogli sopra, prima di baciarlo casto sulle labbra.
"Giusto. Eri un pazzo appiccicoso anche prima."
Cas sorride accondiscendente e si china a baciargli il petto, in una scia di baci languidi. "Sei invitante, non posso farci nulla, lo sai. Ci hanno provato i molti a tenermi lontano da te..." scende sull'addome e Dean sospira piano, rabbrividendo, mentre le dita di Cas abbassano piano i suoi boxer. "Mi hanno torturato... imprigionato..." continua il moro, leccando attorno all'ombelico nel punto dove sa Dean soffre il solletico, tenendolo però fermo mentre l'altro ride.
"Smettila, Cas… !"
"Manipolato... costretto a fare di tutto... e io stesso, Dean, ho fatto cose orribili..." gli toglie i boxer, aprendogli piano le cosce e osservando con la perenne testa inclinata l'erezione già ben presente davanti a sé. "Eppure sono qui..."
"Mhh..." Dean ansima, guardandolo dall'alto impaziente. "Sì, sei qui. E non stai usando la bocca per ciò che è buono e giusto."
"Non citare la Bibbia per chiedermi del sesso orale, Dean Winchester." 
Dean sussulta e prova a protestare, ma appena sente le labbra umide di Cas avvolgersi attorno alla punta del suo sesso, finalmente si tappa la bocca. 
Cas era decisamente meno arrabbiato di quanto avesse immaginato.

****

Il giorno dopo, tutto sembra essere tornato come di dovere.
Naturalmente, Dean, che sa bene quando deve fare ammenda e come conquistare una donna, la mattina dopo fa trovare sulla scrivania di Claire un pacchetto infiocchettato dei suoi cioccolatini preferiti e di cui, lo giura sull’Impala, non conosce assolutamente la provenienza.

Placata dunque col cioccolato l’esponente del gentil sesso del bunker, ora Dean deve solo trovare il modo di rientrare a pieno regime nelle grazie di Castiel. Un compito assai più complesso, visto che all’angioletto piacciono i gesti eclatanti e che a lui, invece, questi disgustano.

Ma Dean Winchester è un uomo d’onore, tutto sommato, e checché se ne dica troverà il modo di far sorridere Cas come si deve – soprattutto in vista della caccia in Oklahoma per cui partirà con Sam domani.

L’idea a cui è giunto è abbastanza semplice e con niente riesce ad attirare Cas nella sua trappola.
Così, appena lo sente avvicinarsi alla libreria, fa partire la telefonata dal suo cellulare, dando volutamente le spalle all’entrata.

"Dean, mi hai chiamato?" domanda Castiel, entrando in libreria.
"Ehi, Cassie, ciao!" esclama Dean al telefono, facendo finta di non aver sentito Cas. "Sì, sono Dean… Dean Winchester… spero di non averti disturbata, avevo… beh, avevo bisogno di parlarti per qualche minuto, se ti va."
Cas si scosta dall’uscio della porta, ma rimane ad ascoltare. Origliare è una cosa brutta, ma, ehi, non è mica ancora un angelo dopotutto.
"Sì, ecco… quello che volevo dirti…" ricomincia Dean, grattandosi la nuca nervoso. "E’… è complicato, ovviamente… sì, insomma… cosa? No no, non voglio riprovarci con te, no! Io… non fraintendermi, ne varresti decisamente la pena, ma…"
Cas tende le orecchie, trattenendo il fiato. "Ok, sarò chiaro e conciso, perché questa cosa mi ha già dato fin troppe rogne e sento di aver bisogno di dirtelo, d’accordo? Hai presente il tipo con cui ero a far la spesa? Lui è… è… ecco, Castiel è…" esita, balbettando, e Dean impreca sottovoce. Nella sua testa suonava decisamente tutto più fluido, ovviamente, e sta facendo la figura del cretino più di quanto avesse messo in conto. "Cassie, io…" si interrompe, rimanendo in silenzio ad ascoltare lei. "… sì, lui è… speciale. A dir poco. Mh-mh…" Dean sbuffa una risata. Perché non lo ha detto ieri davanti a lei, chiede Cassie. "Perché? Cristo, a stento riesco a parlarne al telefono. E’ solo complicato! Cas e io… siamo complicati. Tipo un bordello complicati, mi segui? E a me andava bene non dirti nulla e, a dirla tutta, pure a lui, non ha mai preteso niente da me quello stupido… ma… sì sì, sono d’accordo. Non c’era motivo di nascondersi. Lui non se lo merita, è troppo importante per me e non volevo fargli pensare che mi vergogno di ciò che siamo. Per questo te lo sto dicendo adesso… tutto qui." conclude Dean, girandosi poi all’improvviso, ancora al telefono, a guardare l’uscio libero da Castiel, ormai già quasi fuggito in cucina per non mostrare a Dean gli occhi lucidi.

****

Quando Dean esce dalla libreria e si dirige in cucina, i due si incontrano. Cas ha gli occhi rossi e Dean si chiede se non abbia esagerato, se adesso non sia sul serio arrabbiato e se, forse, non sarebbe il caso di lasciar perdere questa caccia perché a lasciare Castiel ora come ora non ci pensa proprio.
"Dean."
"Mh?" mugola, distraendosi nel farsi un panino.
"Grazie."
Dean ghigna, continuando a non guardarlo e facendo la parte dell’indifferente. "Per cosa? Per essere perfetto e fantastico?"
Cas sbuffa una risata, il massimo dell’ilarità che sia riuscito ad acquisire nel suo periodo da umano. "Sì, Dean. Esattamente per quello."

   
 
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