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Autore: colinred_    02/03/2015    1 recensioni
[ElijahxElena] [Accenni Klaroline]
Elena si trasferisce in Italia intenta a staccare un po' dalla vita frenetica di Mystic Falls, ma una visita inaspettata le cambierà tutti i piani.
Dovrà ancora fare i conti con il suo passato, tra nuovi cacciatori pronti ad ucciderla, proposte di viaggi oltreoceano e un vampiro con l'interruttore spento capace di uccidere un'intera Mystic Falls.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Elijah, Klaus
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Questi personaggi non mi appartengono e questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
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N.
Bstoria ambientata verso la metá della quinta stagione in poiQuindi appuntoquando Elena e Jeremy (resuscitatovivevano in casa Salvatore.

CAPITOLO UNO

Elena aveva finalmente lasciato alle spalle, per quanto potesse farlo, la sua vecchia e insidiosa vita a Mystic Falls, carica di morti innocenti, travagliate liti e conoscenze non programmate.

Elijah era un vampiro originale, di quelli che non si possono eliminare con un semplice paletto di legno trafitto nel cuore. Eppure alcuni vampiri che ne disconoscevano la persona intersecavano quel paletto con tanta forza da farsi male loro stessi, come Damon quando cercò di salvare la dolce e ancora umana Elena dalle mani dei vampiri Rose e del suo compagno.

Elena aveva amato cosí tanto la sua cittá che dopo la morte dei propri genitori, dell'amata zia Jenna e delle continue e sospette morti che in qualche modo sembravano sempre essere collegate a loro, aveva preso questa assurda decisione. Lei aveva sempre amato con tutto il cuore, dando il meglio di sè e ora mentre si trovava in viaggio, su un aereo di sola andata per l'Italia, si chiedeva se in qualche modo fosse servito amare cosí profondamente una persona tanto da togliersi la stessa vita. Aveva amato Stefan piú di quanto potesse farlo, aveva amato anche Damon: i due Salvatore. Eppure era riuscita a dare un po' del suo amore ad ogni persona che le era passata accanto o che lei avesse aiutato. Come quando si era imposta di estrarre  il pugnale spruzzatto di cenere di quercia bianca dal corpo inerme dell'originale e aveva dato la sua parola. Aveva persino dato un po' d'amore a quell'uomo morto da secoli e secoli che si rivelò un ottimo compagno e un buon ascoltatore oltre che un affascinante uomo.

Elijah si definiva un uomo d'onore, aveva amato anche lui, prima la doppelganger di Amara che portava il nome di Tatia, morta a causa della sua smisurata sete di sangue e poi Katerina.
Mentre passeggiava per le vie in festa di New Orleans, dove aveva deciso di restare insieme al fratello Niklaus si domandava perché adesso si ritrovasse solo. Sentiva il bisogno di qualcuno al proprio fianco. E mentre ripensava ai pochi mesi prima quando si aggirava per le vie di Mystic Falls insieme all'ennesima copia di Tatia, un magone lo pervase dall'interno.

Lasciare casa Salvatore era stato duro, aveva impacchettato le sue cose insieme ai vestiti in meno di due giorni con gli occhi di Stefan, Damon e Jeremy incollati alle sue spalle. Non avevano accettato la sua decisione, presa in un momento di scorforto. Come poteva farlo dopo tutto quello che insieme avevano sconfitto? 
Damon, messo male piú degli altri, aveva affogato le sue insidie nell'alcol.
Jeremy ripeteva tra sé e sé che un giorno si sarebbe trasferito anche lui insieme alla sorella, infine Stefan aveva evitato di riflettere per piú di due minuti sulla scelta della ragazza.
"Telefonami appena atterri", aveva detto Jeremy mentre abbracciava un'ultima volta la sorella.
La strada verso l'aereoporto era stata un sottofondo di pianti incontrollabili da parte di Caroline e Bonnie e di continui sbuffi da parte di Stefan che guidava. Lei e Jeremy guardavano fuori dal finestrino evitando di far incontrare i loro occhi.

Elijah percorse a ritroso la strada che solo pochi mesi prima aveva fatto per lasciare la piccola cittá mistica.
In meno di due ore si trovò davanti la tenuta Salvatore indeciso se entrare o meno. Spinse la porta e un tepore tenue lo colpì. Voltò lo sguardo a destra e l'immagine di un Damon assopito sul divano lo destó.
"Damon!" si avvicinò per scrollarlo.
Un mugugno impercettibile uscì dalle labbra del vampiro con i capelli corvini . "Chi sei?" domandò ancora ad occhi chiusi, qualche secondo dopo li aprì e mise a fuoco l'imponente corporatura dell'originale davanti a sé "Elijah, sei tu?"
"Sei sbronzo" 
"Sto solo tenendo compagnia alla mia vecchia bottiglia di Bourbon, ora che tutti se ne sono andati ci sentiamo tanto soli." 
Un cipiglio si formò sulla fronte di Elijah, che combatteva l'istinto di chiedere di più riguardo Elena. "Che intendi con 'tutti se ne sono andati' Damon?" 
"Intendo poof, spariti." 
"Sono morti?" alzò un sopracciglio l'originale.
"Cosa? Ma certo che no, allora fammi pensare: Jeremy, Bonnie e Caroline" contava sulle punta delle dita "sono con Stefan." 
"E Stefan dov'é?"
"Con Jeremy, Bonnie e Caroline, ovviamente! Non ti facevo così stupido vampiro originale. Sembri uno di quei conigli di cui si nutre mio fratello!"
"Damoon!" perse la pazienza "Elena dov'é?" 
"Con Stefan, Jeremy, Caroline e Bonnie."
Ecco che ricomincia. "Cosa stanno facendo?" 
"Io sono rimasto a casa, non c'era posto per me in macchina, la realtà é che non volevo salutare Elena" brontolò.
"Salutare Elena?"
"Ci ha lasciati! Si sta trasferendo in Italia... Ha un volo fra meno di un quarto d'ora Elijah."

Dopo parecchie ore di viaggio era giunta all'aereoporto di Roma pronta per prendere l'ultimo decollo e arrivare alla sua nuova casa che era riuscita a comprare grazie all'eredità Gilbert e qualcos'altro messo da parte, dove l'aspettavano i suoi nuovi mobili e alcuni dei suoi vestiti.
Non le rimaneva che contare le ultime ore che l'avrebbero separata dalla sua nuova vita.

Non poteva crederci, perché si stava trasferendo? 
Poi qualcosa gli passò per l'anticamera del cervello: lui lo aveva fatto così tante volte che aveva perso il conto. 
Aveva bisogno di qualcuno che lo ascoltasse come faceva Elena: in quei giorni con lei si era sentito irremediabilmente spensierato e attratto dalla figura della ragazza e prima d'ora non aveva mai provato quella sensazione.
Prese fra le mani il suo cellulare e compose il numero di Klaus.
"Fratello" disse quest'ultimo.
"Niklaus, volevo avvisarti che non tornerò per qualche giorno"
"É successo qualcosa?"
"Niente di cui tu debba preoccuparti, fratello. Vado in Italia" 
"Sei a Mystic Falls o sbaglio?" Elijah si passò una mano fra i capelli. "Sei stato dai Salvatore?"
"Io, io... sì sono stato da loro, ma tu..."
"Damon mi ha chiamato, blaterava su quanto tu assomigliassi a un coniglio senza cervello, mi ha detto che cercavi Elena." 
"Niklaus, devo andare." 
"Non fartela scappare."
Dopodiché staccò il cellulare e un sorriso sghembo si formò sulle labbra di Elijah. 
Nonostante tutto ciò che Klaus gli aveva causato, restava sempre suo fratello e una delle poche persone che riuscisse a comprenderlo.
Ho un volo da prendere, pensò.

  
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