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Autore: Lady Atena    02/03/2015    1 recensioni
Steve rotolò in terra e nascose entrambi dietro un carro armato abbandonato aperto. Tony tossì ripetutamente, il labbro e l'occhio erano tumefatti; del sangue gli usciva dalla fronte e gli arti erano ricoperti di lividi e bruciature.
“Ok”, ammise, “non avevo un piano”.
Genere: Azione, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Scudi troppo spessi.'
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Prompt: Stai esagerando!
Lanciato da: Claudia Saini.

Steve si accucciò dietro la serie di macchine, sporse il capo osservando attraverso lo specchietto retrovisore il proprio scudo incastrato tra dei residui di palazzi.
“Dobbiamo contattare gli altri”.
Tony strinse le labbra aggrottando la fronte, i suoni delle esplosioni gli rimbombava nelle orecchie.
“Credevo avessi capito che tutto ciò che è tecnologico è andato totalmente KO!”.
Steve lanciò un'occhiata alla serie di robot che sparavano verso i residui dei palazzi e delle macchine, altri si dirigevano verso ovest volando in formazioni da cinque.
“Devi fare un ultimo volo. Solo per prendermi lo scudo” ordinò.
Tony si mise in ginocchio premendo il pugno in terra, metà del braccio della mark fumava cigolando, dalle giunture delle gambe si intravedevano i fili.
“Ho un piano” annunciò.
Steve lo guardò sgranando gli occhi, allungò la mano verso di lui e Tony partì in volo. Si schiantò contro il robot al centro della formazione in volo, due dei robot gli afferrarono le braccia distruggendole e gli altri due tirarono le gambe. La Mark esplose, Tony strillò precipitando verso il basso e Steve saltò sulla macchina. Rotolò in avanti, sentì qualcosa esplodere alle proprie spalle e corse tra le macerie, balzò sui residui di palazzo e li usò come trampolino afferrando Tony al volo. Rotolò in terra e nascose entrambi dietro un carro armato abbandonato aperto. Tony tossì ripetutamente, il labbro e l'occhio erano tumefatti; del sangue gli usciva dalla fronte e gli arti erano ricoperti di lividi e bruciature.
“Ok”, ammise, “non avevo un piano”.
Steve lo lasciò, grugnì guardandosi intorno.
“Stai esagerando” sibilò.
Tony gli fece l'occhiolino, si accovacciò maggiormente e sogghignò.
“Andiamo, non era tanto male” si lamentò.
Steve strinse i pugni aggrottando la fronte.

Guardò verso l'alto e sgranò gli occhi osservando l'aereo planare in picchiata, colpì con una gomitata un soldato e tirò lo scudo addosso a quello dietro di lui. 
“Steve!” strillò Howard.
Steve alzò lo sguardo, Howard agitò la mano dal vano aereo aperto e gettò una corda. Steve grugnì, la afferrò e l'aereo si rizzò.
“Stai esagerando, Howard!” strillò.
Howard tirò la corda, gli afferrò la mano e lo aiutò a salire sull'aereo. Gli fece l'occhiolino, allargò le braccia e sogghignò.
“Te l'avevo detto di avere un piano!”.


“Ehi!” chiamò Tony
Steve sgranò gli occhi, osservò Tony accovacciato sopra il carroarmato che gli porgeva la mano. Tony si indicò.
“Avevo detto di avere un piano”.
Steve sospirò, afferrò la mano dell'altro e rotolarono dentro il carroarmato. Tony si alzò, raggiunse i comandi e ghignò.
“Ora si ragiona”.
Steve sospirò, si sedette accanto a lui e strinse le labbra.
“Vorrò esserci quando si ragionerà con voi Stark” borbottò.
Tony ghignò, riattivò il sensore del carroarmato e piegò il capo di lato.
“Intanto, Capitano”, disse, “facciamo il culo a quegli stronzi”.  
  
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