Fanfic su artisti musicali > The GazettE
Segui la storia  |       
Autore: LeviaKasamatsu    02/03/2015    1 recensioni
Come posso affrontare l'amnesia di Akira, quando sono così codardo? Lo amo davvero così tanto da riuscire a superare me stesso? Oppure... no?
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aoi, Kai, Reita, Ruki, Uruha
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sentivo lo sguardo di Yutaka trafiggermi la schiena, mentre rimanevo lì immobile a fissare Akira. Senza che me ne accorgessi, lo ritrovai accanto al letto e la sua mano era su una spalla di quest'ultimo.

''Aki, davvero non ti ricordi di Taka?'' chiese serio.

''Non dico cazzate, Yuta! Non ti ricordi che sono stato in coma per otto mesi? L'avrai conosciuto in quel lasso di tempo, ti dimentichi ogni cosa così facilmente!''

''Sei tu quello che si è dimenticato qualcosa. Lo conosciamo da quando eravamo ventenni. Tu e Takanori state anche insie-...''

''Yutaka, zitto!'' lo fermai appena in tempo.

''Cosa c'è ora?!'' rispose, voltandosi verso di me.

''Non forzarlo a ricordare... non credo possa essere d'aiuto.''

Sentimmo Akira bisbigliare qualcosa per poi impanicarci per le sue urla.

''Y-Yutaka, l-la te-testa..!'' farneticò, tenendo la testa tra le mani. La stanza si riempì di veloci 'bip, bip', segno che il suo cuore batteva all'impazzata.

''Taka, chiama un dottore, muoviti!'' disse Yutaka mentre cercava di aiutare Akira in qualche modo.

Ritornai in me e corsi fuori nel corridoio. Sentii la voce di Yuu chiamarmi alle spalle ma lo ignorai; non avevo tempo. Arrivai con il fiatone al banco delle infermiere, strillando. ''Un dottore per Akira Suzuki nella stanza 127, vi prego!''

Grazie a Dio si muoverono in fretta. Mentre li guardavo correre, io ripresi a camminare ma deviai per l'uscita; non riuscivo a ritornare da Akira. Il vento gelato mi colpì in pieno viso, facendomi tremare. Camminai verso il parcheggio, per tornare a casa. Buttai il mazzo di fiori in una pattumiera vicina, prima di salire in auto. Rimasi lì seduto a fumare, per qualche minuto che per me sembravano ore. Un misto di emozioni mi riempiva il cervello. Mi sentivo vuoto, arrabbiato e triste. Ogni volta che inspiravo il fumo dalla sigaretta, ricordavo i momenti in cui Akira cercava di diminuirmi la dose di tabacco giornaliera. Non riuscì più a trattenere quel grande nodo alla gola; cominciai a piangere disperato, urlando ''Perchè non si ricorda di me?! Non ero io la persona più importante per lui? Yutaka se lo ricorda, perchè di Takanori no?! Akira, ti odio! Mi hai detto solo cazzate!'' mentre battevo la testa al volante. Non mi accorsi del fatto che ogni battuta di testa causava un 'bip' del clacson. Mentre urlavo disperato, la portiera accanto a me si aprì improvvisamente e due mani mi presero per le spalle, forzandomi a smettere di battere la testa.

''Taka, cosa cazzo stai facendo?! Fermati!'' mi urlò la persona.

Mi fermai per un momento a guardare chi fosse con gli occhi annebbiati e pieni di lacrime. Notai i capelli neri e lunghi, il piercing al labbro e i tratti femminili: era Yuu.

Mi gettai sulle sue braccia, continuando a piangere. Il crollo emotivo si era totalmente preso possesso di me. Strinsi così tanto quella fonte di calore che forse avrei potuto fratturargli qualche costola, ma Yuu semplicemente mi stringeva a sé, senza opporsi. Cercava di tranquillizzarmi con la sua voce che per la prima volta la sentii calda e rassicurante, accarezzandomi piano la testa. Rimanemmo in quella posizione, in quel parcheggio freddo e dopo ciò non ricordai più niente.

 

Mi risvegliai nel mio letto, nella mia camera immersa nel buio; il mio comodino emanava una minuscola lucina rossa che proveniva dalla sveglia. Mi misi a sedere abbastanza lentamente, dato che la testa continuava a girare. Osservai l'ora: erano le 8 di sera. Mi chiesi come ero riuscito ad arrivare sano e salvo a casa, e Yuu mi venne in mente; probabilmente era stato lui a portarmi qui. Arrossai un po', quando i ricordi mi si riaffiorarono nel cervello, io che lo abbracciavo mentre piangevo disperato. Mi vergognai.

Mi alzai dal letto, indossai le ciabatte e uscii dalla stanza, senza accendere luci. Quando entrai nel corridoio, sentii dei passi avviccinarsi che mi immobilizzò. ''Cazzo, è un ladro?!'' pensai tra me e me. Sfilai una ciabatta, pronto ad usarla come arma. I passi si avvicinavano sempre di più, e della tensione cominciò a possedermi. Quando sentii che la persona era molto vicina a me, gridai l'urlo di battaglia e lo colpii con tutta la forza che avevo, nonostante il fatto che la ciabatta probabilmente non lo avrebbe sicuramente steso.

Una voce familiare tuonò. ''Taka, ma che cazzo fai? Sei fuori?!''

Era Yuu. Non riuscivo a vederlo in viso e quindi accesi la luce del corridoio, tastando il muro alla ricerca dell'interruttore. La luce mi impedì di vedere per qualche secondo e poi riuscii finalmente a riconoscere il suo viso, molto incazzato.

''Yuu, ma cosa ci fai in casa mia e perchè vaghi nel buio?!''

''Ma tu li nascondi 'sti cazzo di interruttori!'' disse, puntando la ciabatta verso l'interruttore dove vi era appoggiata la mia mano.

''Ma che cosa dici, sei te che sei stupido!''

Il suo viso divenne scuro e quasi quasi vidi il suo corpo emanare aura nera.

''E-Ehm.. Perchè sei ancora qui?'' chiesi, cercando di cambiare argomento.

''Kouyou sta venendo a prendermi e voleva anche vedere come stai. Per sbaglio l'ho messo un po' in agitazione, raccontandogli che avevi fatto.'' Rispose tirando la mia ciabatta per terra, verso i miei piedi.

La riindossai. ''Merda... Non dovevi. E Yutaka?''

''Credo sia ancora all'ospedale, oppure è tornato a casa.''

''E...'' deglutii a forza. ''...Lui?''

''Di Akira non so praticamente nulla, quando ti ho visto correre per il corridoio, ti ho direttamente seguito ma poi ti ho perso di vista e ti ho ritrovato lì. Sentire il clacson ha facilitato la mia ricerca.''

Restammo in silenzio per qualche minuto, lui fissava me ed io il pavimento. Ruppe il silenzio.

''Taka, che cos'è successo?''

''Credo che Akira abbia un'amnesia. Non si ricorda niente di me ma di Yutaka sì...''

''Cosa?!'' chiese, prendendomi per le spalle.

''Sono arrivato lì e Yutaka mi è quasi saltato addosso dicendomi che Akira si era ripreso e quando l'ho visto non si ricordava più di me e poi Yuta si è messo a parlare del suo passato e allora Akira ha cominciato ad urlare perchè la testa gli faceva male e io ho chiamato un dottore e poi sono scappato e... e... e...'' dissi confusamente, tutto d'un fiato.

Tutto d'un tratto, le sue braccia avvolgerono di nuovo il mio corpo e mi strinse a sé. Sembrò un padre preoccupato per il proprio figlio.

Non ricambiai l'abbraccio, rimasi semplicemente imbambolato. I suoi abbracci erano così rassicuranti e caldi, mi facevano sentire protetto e tranquillo. Non mi sarebbe dispiaciuto se fossimo rimasti lì, così, per sempre; forse sarei riuscito a dimenticare il dolore.

Ding dong.

Il suono del campanello lo fece staccare di malavoglia da me e si diresse verso la porta. Sentii Kou entrare e quindi li raggiunsi. Mi saltò addosso, e lo fermai prima che si mettesse a piangere come una fontana.

''Kou, non piangere, sto bene, davvero.'' e lo abbracciai stretto.

''Taka-chan, ti prego, fatti aiutare da noi! Non ti voglio vedere così... non posso sopportarlo.''

Dopo essere riuscito a calmare Kouyou ed averlo convinto che non c'era bisogno che dovessi passare la notte da loro, mi disse che sarebbe tornato domani a passare il tempo con me e che mi avrebbe raccontato cosa disse il dottore di Akira; dopo ciò uscirono per tornare a casa.
Il silenzio e la solitudine pesarono come due pezzi di piombo sul mio cuore ferito.

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > The GazettE / Vai alla pagina dell'autore: LeviaKasamatsu