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Autore: inu_ka    03/03/2015    4 recensioni
La scuola il luogo più detestato dalla maggior parte degli studenti eppure non tutti la pensano così. Questo accade in un piccolo gruppeto di amici loro sono Inuyasha, Kagome, Miroku e Sango e proprio quest'ultima ama la scuola più di ogni altra cosa. Questo è il loro ultimo anno di superiori frequentano il liceo classico e loro malgrado dovranno affrontare gli esami di stato. Tra programmi di studi, amori intrighi e macchinazioni questi ragazzi dovranno affrontare il loro anno più buio ma come tutte le cose hanno un inizio e una fine ma raggiungere la fine sarà tutt'altro che facile.
Se volete sapere cosa riserverà quest'anno a questi poveri ragazzi non vi resta che provare a leggere. Vi avviso sin da adesso ch ela storia tratterà tematiche delicate come la violenza e che sarà tutt'altro che breve. Spero di avervi incuriosito almeno un pochino.
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Era arrivato il grande giorno a breve si sarebbero celebrate le nozze. Se non fosse che la notte precedente l’avevano passata insonne, non sarebbero riusciti a dormire, Rin era emozionata e non vedeva l’ora di dire il suo “Si’” mentre Sesshomaru era nervoso al solo pensiero di essere al centro dell’attenzione, non era da lui mettersi in mostra ma purtroppo quel giorno non poteva fare altrimenti, volente o nolente avrebbe avuto puntato addosso gli occhi di tutti.
La mattina si alzò prestissimo tanto che suo padre non si era ancora svegliato e, visto che era ancora presto per vestirsi, decise di concedersi un bagno nella vasca idromassaggio sperando che almeno così riuscisse un po’ a calmarsi. Avrebbe pagato oro per avere lì suo zio Ryu almeno lo avrebbe aiutato così come aveva aiutato suo fratello il giorno delle sue nozze, ma purtroppo questa volta la sua partecipazione era in sospeso perché sua moglie Kagura era in attesa e da quel che gli aveva raccontato non se la stava passando molto bene o almeno così era stato nei primi mesi, perciò la sua presenza dipendeva tutto da come stava sua moglie.
Si immerse nella vasca e gli odori dei sali sembravano averlo rilassato, infatti appena si sentì un po’ più leggero uscì dalla vasca e dopo essersi legato un asciugamano in vita, si mise davanti allo specchio asciugandosi la lunga chioma argentea chiedendosi se fosse meglio legarli o lasciarli sciolti ma siccome non riusciva a scegliere, decise di lasciare la cosa per ultimo. Quando furono del tutto asciutti uscì dal bagno dirigendosi nella sua camera, cominciando a prepararsi. Nel frattempo Inu si era alzato e al contrario di quello che aveva pensato suo figlio, lui non aveva chiuso occhio. Quella notte era stato particolarmente agitato, inizialmente non ne comprese il motivo e  scartò a priori le nozze in quanto Sesshomaru non era il primo figlio che si sposava e poi con Inuyasha non era stato così però, quando gli cadde l’occhio su una foto di famiglia, riuscì a capire il motivo per cui era così agitato. Il suo inconscio lo aveva portato a pensare che dopo il matrimonio di Sesshomaru sarebbe rimasto solo lui e nessun altro in quella casa. A breve Sesshomaru, proprio come suo fratello, sarebbe andato via per poter costruire una famiglia tutta sua abbandonando quella di origine. Inu era contento per i suoi figli ma una volta sposati quella casa avrebbe perso quel po’ di vitalità che aveva, ogni giorno sarebbe stato uguale al precedente, non ci sarebbe stato nessuno da rimproverare, nessuno da accudire, nessuno con cui sfogarsi e nessuno con cui parlare ormai quella casa sarebbe rimasta vuota lasciando lì solo lui e i suoi ricordi.
Ma improvvisamente sentì una voce che lo ridestò dai suoi angosciosi pensieri: “ Non sarai mai solo, sapevi sin da quando sono nati che questo momento sarebbe arrivato ma ricorda, loro ci saranno sempre e anche io sarò sempre con te amore mio”. Inu pronunciò il nome di sua moglie, non aveva dubbi, era stata lei a fargli notare che i suoi figli sarebbero stati sempre con lui anche se non sotto lo stesso tetto. Tutte queste emozioni esplosero in un pianto liberatorio, dopo ciò si decise ad uscire dalla sua camera e andò a fare colazione, lì trovò suo figlio che faceva avanti e indietro per la cucina tenendo una mano nei capelli, quando lo vide gli venne spontaneo increspare le labbra fino a formare un sorriso poi gli si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla.
In: Sesshomaru che ne dici se adesso ci sediamo e ci facciamo una bella chiacchierata?
Sesshomaru sobbalzò, tant’era preso dall’agitazione che non si era accorto dell’arrivo di suo padre.
Se: Papà non ti ho sentito arrivare.
In: Per forza ormai ti sei estraniato dal mondo, e se non ti fermi consumerai tutto il pavimento.
Se: Scusami ma sono agitato, prima mi era calmato un po’ ma appena ho visto quei due deficienti di fronte, mi sono agitato di nuovo.
In: Stai parlando di tuo fratello?
Se: Sì.
In: E cosa hai visto di così strano che ti ha fatto agitare?
Se: Bhe praticamente li ho visti mentre, sicuramente, stavano litigando e Kagome faceva avanti e indietro con in mano la roba della bambina, poi si è rivolta ad Inuyasha che subito dopo l’ha abbracciata così si è calmata e lui ha continuato a fare quello che stava facendo lei.
In: E questo ti ha fatto agitare? Mi dici cosa c’è di tanto strano? In fondo lo fanno sempre.
Se: Non so forse la paura di trovarmi in una situazione del genere e non saperla gestire come fa lui.
In: Sesshomaru quello è il loro modo di amarsi, loro si sono comportati sempre così e come vedi ogni volta loro si amano come se fosse il primo giorno. Comunque il trucchetto di abbracciarla quando si arrabbia gliel’ho insegnato io quindi imparalo anche tu, fidati è infallibile. Comunque tu e Inuyasha siete l’uno l’opposto dell’altro quindi non è detto che tu viva le sue stesse situazioni. E ora figliolo basta pensare a tuo fratello e concentrati su te stesso. Forza è ora, vai a prepararti.
Se: Grazie papà come sempre sai come tirarmi su.
In: Altrimenti che padre sarei.
Se: Ah papà un’altra cosa, mi servirebbe un tuo parere. Secondo te i capelli li lascio sciolti o li lego?
In: Bhe il vero Sesshomaru li ha sempre portati sciolti non vedo perché oggi dovresti legarli? E poi non hai mai voluto portarli legati nemmeno quando la recita della scuola lo prevedeva, quindi lasciali sciolti.
Sesshomaru annuì e sorrise per poi tornare nella sua camera a prepararsi, mentre si allontanava, suo padre lo guardava malinconico perché forse quella era l’ultima volta che lo avrebbe consolato, forse dopo il matrimonio avrebbe riacquistato fiducia in se stesso e sicuramente quando avrebbe avuto qualche cedimento al suo posto ci sarebbe stata Rin e non più lui. Poco dopo anche lui andò a prepararsi.
Intanto anche Rin era intenta a prepararsi e a dispetto di quello che ci si poteva aspettare, lei era abbastanza tranquilla. Si poteva dire che i futuri sposi si fossero scambiati i caratteri.
Quello che era più agitato in quella casa era Taiga che ancora non si rassegnava al fatto che sua figlia a breve si sarebbe sposata, anche lui come Inu, si trovò a pensare che dopo quel matrimonio la casa sarebbe rimasta vuota, ma lui a differenza del suo amico non sarebbe rimasto solo perché al suo fianco avrebbe avuto sua moglie che nel frattempo stava aiutando la loro bambina a vestirsi.
Nella stanza di Rin si poteva respirare la felicità in ogni angolo, la stessa felicità che stava provando lei.
Per quanto riguardava questo matrimonio la differenza tra i precedenti era che ognuno si stava preparando a casa propria e non fu affatto facile visto che i rispettivi mariti erano del tutto negati in quel campo, forse l’unico che se la cavava un po’ era Inuyasha anche se imprecava per tutte quelle strane abbottonature che avevano gli abiti da donna, si lamentava anche per quelli di sua figlia, adesso era alle prese con il vestito di sua moglie provò più volte ma alla fine si arrese perché non riusciva ad alzare la cerniera invisibile in quanto era molto diversa da quella degli abiti da uomo.
I: Kagome perché voi donne dovete rendere tutto così complicato?
K: Perché cos’ha di strano? E’ una semplice cerniera invisibile.
I: Ma continua ad impicciarsi con la stoffa.
H: Mamma posso provare io?
K: Va bene però se si impiccia non insistere altrimenti la mamma rimane senza vestiti.
I: Ehi solo io posso vederti così.
Disse in tono malizioso, cercando però di non farsi sentire da sua figlia, ultimamente aveva il vizio di raccontare tutto quello che sentiva e quindi dovevano stare attenti a quello che si dicevano, potevano parlare liberamente solo quando non c’era. Nel frattempo Hitomi era riuscita ad alzare la cerniera.
H: Papà hai visto come sono brava? Voi maschietti non sapete fare niente.
I: Ah è così? Allora quando vorrai essere fatta i capelli da papà non te li faccio più così vai dalla tua mamma.
H: No! scusa, scusa scusa papà.
Disse facendo gli occhietti dolci a cui il padre non riusciva a resistere e la stessa cosa succedeva quando era la mamma a farglieli.
I: E va bene ora però andiamo a prepararci.
H: Sìììììì. Papà mi fai i capelli come zia Kikyo?
I: Bhe li porti sempre sciolti come zia Kikyo.
H: No come in quella foto.
Hitomi si riferiva alla foto del matrimonio dei suoi genitori, lì Kikyo aveva legato i capelli in una treccia laterale, la lunghezza dei capelli della bambina lo permetteva, ora bisognava vedere solo se lui ne fosse stato capace altrimenti avrebbe chiesto direttamente a Kikyo. Kagome intanto si era seduta sul divano, era al quinto mese di gravidanza e quindi si stancava facilmente d’altronde lì dentro c’erano due gemelli, una femminuccia e un altro che non aveva la benché minima intenzione di rivelare cos’era, tante volte avevano provato a scoprirlo ma niente da fare, adesso si erano arresi. Non importava cosa fosse, l’importante era che fosse in salute e dalle ecografie lo era abbastanza anzi era più grande della sorella. Inuyasha, dopo aver sistemato la bambina, si sedette accanto a sua moglie in attesa dell’orario del matrimonio.
 
A casa di Sango e Miroku stava accadendo un vero e proprio putiferio. Miroku era una vera e propria frana, aveva provato ad aiutare Sango a vestire i gemelli ma il risultato era stato davvero disastroso per non parlare del nodo della sua cravatta, sembrava che si fosse allacciato le scarpe, perciò Sango prima di dedicarsi a se stessa dovette sistemare l’intera famiglia. Rimpiangeva i matrimoni precedenti dove tutte le ragazze si erano preparate insieme almeno loro erano pratiche di vestiti mentre i mariti erano completamente degli inetti. Miroku era stato capace persino di far staccare i bottoni dello scamiciato della bambina e ciò significava altro lavoro per Sango.
 
Rin fino a quel momento era rimasta tranquilla, ma ora il ticchettio dell’orologio le stava facendo venire l’ansia perché stava ad indicare con le sue lancette che l’ora del matrimonio si stava avvicinando. Nonostante facesse freddo, lei si sentiva accaldata a causa di tutte quelle emozioni. Era felice del fatto che tra poche ore sarebbe diventata la moglie di Sesshomaru, ma inevitabilmente in lei si fece avanti lo spettro dell’inadeguatezza, ora capiva come si erano sentite Kagome e Sango il giorno del loro matrimonio, loro avevano detto le stesse cose che adesso stava pensando lei. In quel momento le avrebbe tanto volute avere lì con lei anche se adesso c’era sua madre che la confortava, avrebbe preferito loro perché così poteva parlare liberamente di tutto senza dover stare attenta a quello che diceva, ma ciò non era possibile e quindi per il momento dovette accontentarsi di avere sua madre.
Intanto l’ora di avviarsi era quasi arrivata e, Sesshomaru insieme a suo padre, cominciarono ad uscire di casa così da poter arrivare in anticipo alla funzione anche perché se lo sposo fosse arrivato dopo la sposa avrebbe fatto la peggior figura della sua vita, e poi il ritardo non faceva per lui, in vita sua non era mai arrivato in ritardo ad un appuntamento e odiava chi lo faceva, purtroppo con Rin aveva fatto l’abitudine perché lei era perennemente in ritardo e non si sarebbe stupito se anche oggi lo fosse stato.
Sesshomaru aveva le gambe e le mani che gli tremavano, anche lui come Rin, avrebbe tanto voluto qualcuno altro che non fosse stato suo padre, gli sembrò strano ma in quel momento voleva tanto che suo fratello fosse lì con lui, senz’altro lo avrebbe preso in giro ma così almeno lo avrebbe distratto. Istintivamente volse lo sguardo verso la casa di suo fratello abbozzando un lieve sorriso, e pensò che a breve anche lui avrebbe cominciato a vivere con Rin, cercò di immaginarsi come sarebbe stata la loro vita da quel giorno e soprattutto immaginò la sua Rin perennemente arrossita, nonostante fossero insieme da tanti anni lei ogni volta che lui la sfiorava inevitabilmente arrossiva e questa era un’altra cosa che Sesshomaru aveva amato di lei. Immaginò anche il casino che ci sarebbe stato quando sarebbe nato il loro primo figlio. Insomma cercò di immaginarsi come sarebbe stata la sua vita dopo il matrimonio quando finalmente sarebbero stati davvero una cosa sola.
Era così preso da quei pensieri da non accorgersi di essere arrivato finchè non sentì la voce di suo padre che lo stava chiamando.
In: Figliolo, allora sei pronto?
Se: Diciamo di sì.
In: Non ci starai mica ripensando?
Se: Certo che no, sono solo un po’ nervoso. Penso che anche tu sia stato nervoso il giorno del tuo matrimonio.
In: Eccome se lo ero, sudavo freddo e tua madre non ha smesso un secondo di prendermi in giro.
Se: Già, la mamma. Come vorrei che fosse qui in questo momento.
Sesshomaru chinò il capo e si mise la mano in tasca, lì prima di uscire aveva messo il ciondolo che racchiudeva la foto di famiglia pensando che così anche lei avrebbe partecipato al suo matrimonio, suo padre si accorse di tutto e facendogli un sorriso gli posò una mano sulla spalla.
In: Sesshomaru anche se tua madre non c’è più, lei è sempre con noi.
Sesshomaru annuì, poi suo padre gli fece una domanda che lo spiazzò anche perché non avrebbe mai immaginato che gliela facesse proprio in quell’occasione.
In: Sesshomaru so che te lo avrò chiesto un’infinità di volte ma oggi sii sincero. Tu incolpi tuo fratello per l’assenza di tua madre? Puoi rispondere liberamente perché in questo momento non è qui.
Sesshomaru lo guardò e non pensò nemmeno a cosa avrebbe risposto perché la sua risposta era sempre stata la stessa e non l’avrebbe mai cambiata sia che Inuyasha fosse presente o meno. In quel momento Inuyasha arrivò con la sua famiglia, aveva sentito tutto e adesso aspettava la risposta di suo fratello. Sesshomaru non li aveva visti quindi non sapeva che ora lo stava ascoltando.
Kagome anche aveva ascoltato quella conversazione e aveva notato il cambiamento di umore del marito, così gli strinse la mano e lo accarezzò nel tentativo di calmarlo. Molte volte Inuyasha si era sentito responsabile per la morte della madre gli era sempre stato detto che non era colpa sua ma purtroppo lui non ne era mai stato convinto, ora aspettava la risposta di suo fratello che secondo lui questa volta sarebbe stata diversa visto che per suo fratello lui non c’era. Intanto Sesshomaru aveva bloccato suo padre con una risposta secca.
Se: Papà assolutamente “NO”. E’ stata una coincidenza che nostra madre sia morta dandolo alla luce, era già malata e che Inuyasha fosse nato o meno lei sarebbe morta comunque, perciò Inuyasha non ha nessuna colpa e anche se io e lui litighiamo, ogni giorno ringrazio nostra madre per averlo fatto nascere. Quindi papà non farmi più una domanda del genere perché tanto la risposta sarà sempre la stessa. Ci siamo intesi?
Inu annuì, era fiero di suo figlio questa era la conferma che in tutti questi anni lui aveva sempre e solo detto la verità.
Dopo ciò, si diressero nella chiesa dove Inu accompagnò suo figlio all’altare mentre la coppia che era rimasta fuori, gioiva.
Kagome si era commossa per la risposta di suo cognato mentre ora suo marito era più sereno e soprattutto felice perché ciò significava che davvero suo fratello non lo incolpava della perdita della madre e adesso con la gioia nel cuore si dirigeva, insieme alla sua famiglia, nella chiesa dove suo fratello avrebbe vissuto il giorno più bello della sua vita.
Intanto tutti gli invitati erano arrivati, ora mancava solo la sposa con la sua famiglia che nonostante fosse già pronta, era comunque in ritardo. La colpa questa volta non era sua ma bensì dell’autista che aveva sbagliato la chiesa, e adesso aveva anche sbagliato strada andando ad imbottigliarsi nel traffico. Dopo mezz’ora di attesa la sposa arrivò e tutti presero posto. Rimasero incantati dalla bellezza tanto semplice quanto elegante della sposa il cui corpo era fasciato da  un elegante abito bianco di chiffon in stile impero, l’assenza delle maniche e la scollatura a cuore lo rendevano davvero stupendo, il bustino aveva dei piccoli decori di perline infine lo strascico di corte dava quel tocco di eleganza per renderlo davvero unico, sulle spalle aveva un copri spalle di pelliccia che avrebbe messo per riscaldarsi un po’, in fondo era pur sempre dicembre. Rin con quell’abito sembrava davvero una principessa e il sorriso radioso che aveva sul volto era una cosa spettacolare. Sesshomaru rimase incantato da quella visione e mentre Rin si avvicinava all’altare gli venne automatico portarsi la mano vicino alla tasca dove vi era il ciondolo chiedendo a sua madre di dargli la forza necessaria per reggere a quella situazione temendo di svenire da un momento all’altro. Quando Rin arrivò all’altare suo padre la lasciò nelle sue mani ma non senza averne detta una delle sue.
Ta: Sesshomaru ti affido la mia bambina trattala bene, mi fido di te.
Se: Non temere.
Sesshomaru riuscì a dire solo queste parole, poco dopo la funzione iniziò e quello che successe rimase tutti a bocca aperta.
Si stava avvicinando il momento dello scambio delle promesse e Sesshomaru era sempre più agitato infatti adesso stava sudando, suo fratello se ne accorse e molto discretamente cercò di calmarlo, ci riuscì in minima parte ma l’agitazione comunque restava. Cercava di convincersi che quelle erano solo delle semplici parole, non di certo sarebbero servite quelle per dimostrarle la sua fedeltà infatti la sua filosofia era sempre stata che la vita è fatta di fatti e non di parole, forse era questo il motivo che lo rendeva nervoso lui non era un tipo di parole ma era più un tipo da fatti e il pronunciare simili frasi davanti a tutta quella gente non era da lui. Il momento era arrivato e quando il sacerdote lo invitò a pronunciare la sua promessa, Sesshomaru aveva le mani che gli tremavano ma quello era il male minore perché il peggio arrivò quando dovette iniziare a parlare. La voce sembrava non volerne sapere di uscire e più si sforzava e peggio era, dopo il terzo tentativo un minimo di voce, seppur flebile e balbettante, uscì. Ci mise un po’ più del previsto nel terminare la pronuncia della sua promessa ma alla fine ce l’aveva fatta anche Rin era agitata ma comunque se la cavò meglio del suo sposo. Anche lo scambio degli anelli per lui fu una tragedia stava addirittura sbagliando la mano. Nel momento di confermare la propria volontà nell’accettarsi come sposi, la voce di Sesshomaru, nonostante il microfono fosse stato alzato a tutto volume, non si sentì affatto per il semplice motivo che non riuscì nemmeno a pronunciare un semplice “SI’” infatti rispose solo con un cenno del capo. Dopo averli dichiarati marito e moglie, il sacerdote diede allo sposo il permesso di baciare la sposa, Rin sentì un sospiro di sollievo all’interno del bacio che lui le stava dando. In fondo non ci si poteva aspettare tanto da uno che aveva fatto la sua proposta di matrimonio con una torta infatti già da lì si era visto che Sesshomaru non era il tipo da pronunciare frasi del genere e averle pronunciate davanti a tutti gli invitati per lui era stata una fatica immane, ora finalmente la cerimonia era finita sperava solo di essere ancora in uno stato decente per le foto, anche se non gli interessava più di tanto però, un ricordo di quel giorno lo voleva avere ma si ripromise di far sparire il video anche se sapeva che suo padre aveva provveduto a farsene uno da solo.
Usciti dalla chiesa furono investiti da una pioggia di riso oltre che presi d’assalto dagli invitati che volevano fare i loro auguri ai neo sposini, ovviamente non mancò chi lo prese in giro per quello che era successo, Sesshomaru cercò di fulminarli con il suo sguardo gelido ma non ci riuscì, era da un po’ di tempo che non funzionava più.
Gli sposi raggiunsero l’auto dirigendosi verso il posto prescelto per le foto mentre gli invitati si diressero alla location dove si sarebbe svolto il ricevimento.
Sesshomaru aveva fatto bene a scegliere una location dove tutto era al chiuso perché non appena i bambini arrivarono lì, cominciarono a correre a destra e a sinistra questa volta però le mamme lasciarono ai papà l’ingrato compito di starli dietro mentre loro  si erano comodamente sedute sui divani nella hall in attesa dell’arrivo degli sposi. Anche a questo matrimonio tutti tennero d’occhio il povero Jakotsu affinché non ne combinasse una delle sue anche se in fondo sapevano che se aveva in mente di fare qualcosa nessuno sarebbe riuscito a trattenerlo perché in qualche modo avrebbe messo in atto il suo piano.
Gli sposi avevano deciso di fare le foto in un posto molto caratteristico il cui stile era misto tra l’antico e il moderno, la differenza tra i due stili non si notava era come se chi avesse progettato quel posto avesse trovato un punto d’incontro tra l’antico e il moderno non facendo capire dove finiva l’uno e iniziava l’altro. Il posto era perfetto e il servizio fotografico stava riuscendo davvero bene. Dopo un po’ il fotografo concesse una pausa così gli sposi si accomodarono su una delicata panchina di legno che per metà era circondata da fiori variopinti.
R: Fhiù, accidenti non ce la faccio più, queste scarpe sono una trappola infernale e sto anche congelando.
Rin si strinse nel copri spalle strofinandosi le braccia per riscaldarsi un po’ ma ben presto si ritrovò stretta nell’abbraccio di suo marito con la sua giacca sulle spalle, quando lo guardò sorrise arrossendo.
Se: Così va meglio?
R: Sì ma così sarai tu a sentire freddo.
Se: Ci vuole ben altro lo sai che non sono molto freddoloso.
R: Lo so, ricordo il viaggio in Russia. Lì c’erano temperature glaciali e tu eri lo stesso caldo mentre io ero un ghiacciolo vivente.
Sesshomaru la strinse ancora di più e si avvicinò al suo orecchio per parlarle senza essere sentito.
Se: Certo che lo ricordo, soprattutto perché nel letto mi hai congelato con le tue manine per non parlare dei piedi, però devo ammettere che poi quel tocco mi è piaciuto. Sai dopo la cerimonia potremo rifarci visto il freddo che fa.
Rin aveva il viso in fiamme, come gli saltava in mente di dire certe cose, non che lei fosse una ragazza pura e casta ma parlare di certe cose la imbarazzava e quello che aveva appena detto suo marito adesso le stava facendo venire caldo. Sesshomaru se ne accorse e decise di stuzzicarla un po’.
Se: Dai Rin non ho detto niente di male, non c’è bisogno di arrossire.
Rin gonfiò le guance come per dimostrarsi offesa, cosa che ovviamente non era, poi le venne in mente quello che era accaduto in chiesa e così trovò il modo di ribattere.
R: Ah sì, bhe nemmeno prima avresti dovuto dire niente di male eppure ti sei imbarazzato e hai cominciato a balbettare.
Sesshomaru voltò il capo al pensiero di quello che era accaduto poco prima, ma la cosa durò pochi secondi perché poco dopo riprese a parlare sempre in tono malizioso.
Se: Lo sai che io sono un uomo di fatti e non di parole e credo di avertelo dimostrato in questi anni.
Disse carezzandole la schiena con la punta delle dita, a quel tocco Rin chiuse di riflesso gli occhi quello era il modo in cui Sesshomaru la toccava quando voleva farla rilassare, lei di rimando gli mise i capelli dietro l’orecchio strofinandolo dolcemente. Istintivamente riaprì gli occhi, per il momento dovevano fermarsi lì, poi Rin si rivolse al marito in tono molto silenzioso.
R: Mi sa che ho sposato la persona sbagliata.
Sesshomaru la guardò interrogativa.
Se: Perché?
R: Perché non ti sei sentito parlare, altrimenti mi avresti dato ragione. Hai parlato come mio fratello.
Se: Tze! Arrivare al suo livello è un’impresa impossibile.
Poco dopo furono richiamati dal fotografo che aveva finito di raccogliere gli attrezzi così poterono dirigersi verso il locale dove avrebbero fatto le ultime foto con le damigelle e i pagetti. Avevano deciso di fare lì le foto con i bambini per non farli prendere freddo visto che il locale aveva anche il panorama esterno al coperto e quindi non ci sarebbe stato nessun problema per loro.
Quando arrivarono, i bambini erano mezzi scomposti avevano giocato così tanto mentre li aspettavano che adesso sembravano appena alzati dal letto, purtroppo i papà non erano stati in grado di tenerli in ordine anzi avevano contribuito anche loro a farli ridurre come dei bambini di strada proponendo dei giochi assurdi, loro non erano da meno infatti Miroku aveva perso l’elastico che teneva legati i suoi capelli adesso sembrava una donna cosa che Jakotsu non mancò di far notare immortalandolo anche in una foto ricordo, ora per legarli aveva preso l’elastico di sua figlia costringendo la povera Sango a rivoluzionarle l’intera acconciatura mentre il maschietto aveva perso il papillon. Inuyasha aveva i capelli tutti spettinati e aveva fatto staccare i due bottoni del gilet mentre la treccia di Hitomi era sparita e ora stava piangendo, così Kagome dovette chiedere ai proprietari del locale se potevano darle un ago e un po’ di filo così da poter ricucire i bottoni mentre Kikyo rifece la treccia alla bambina. Akyra invece era quello che era rimasto un po’ più in ordine infatti aveva solo il nodo della cravatta slacciato, mentre le ragazze stavano sistemando mariti e figli, sospirarono e all’unisono pronunciarono la frase dello sconforto.
K, Ky, S: Mai lasciare i bambini nelle mani dei papà.
Miroku e Inuyasha guardarono le ragazze in malo modo.
M: Abbiamo fatto quello che ci avete detto. Mai una volta che foste contente, avete sempre qualcosa da ridire.
I: Hai ragione.
K: Scusate ma vi rendete conto del macello che avete fatto? Non vi abbiamo di certo chiesto di ridurvi così. Ora per colpa vostra abbiamo ritardato le foto e se non vi dispiace io ho fame.
Non appena Kagome finì la frase, sentì i bambini che si stavano muovendo così invitò tutti a sentire come i due furfanti stavano scalciando, quando gli altri li sentirono sorrisero per quella piacevole sensazione, Inuyasha per la gioia tirò a sé la sua donna e la baciò. Poi poco dopo Kagome riprese a parlare.
K: Avete sentito? Anche loro reclamano il pranzo.
I: Hai ragione, forza andiamo o i miei cuccioli e mamma orsa moriranno di fame.
Kagome sentendo come l’aveva chiamata, tirò suo marito per l’orecchio.
K: Mamma orsa?
I: Sì perché quando ti arrabbi sembri un grizzly.
Hitomi sentendo quella parola tirò la gonna della mamma per attirarne l’attenzione.
H: Mamma cos’è un ghizi?
K: Il grizzly? E’ un comunissimo orso.
Dopo aver ricevuto la sua spiegazione Hitomi si rivolse al padre.
H: E allora papà perché non dici orso. Io non capisco quelle parole strane.
Sentendo la bambina tutti scoppiarono a ridere, Inuyasha aveva voluto fare il saputello ma purtroppo con sua figlia la cosa gli si era rivolta contro. Dopo essersi sistemati si diressero nel giardino al coperto dove avrebbero fatto le ultime foto. Quando gli sposi li videro arrivare, all’unisono ringraziarono il cielo per essersi finalmente decisi ad arrivare, ma ovviamente Sesshomaru e Inuyasha si scambiarono i loro soliti saluti.
Se: Finalmente vi siete decisi ad arrivare. Per caso i bambini li avete riconcepiti?
I: Ah ah ah molto divertente. C’è stato solo qualche piccolo problema di ordine con i bambini.
Se: E tra questi bambini scommetto che ci sei tu.
I: Ehi cerca di smetterla. Perché non ti ammutolisci come hai fatto in chiesa.
Se: Ehi non prendermi in giro altrimenti dopo il ricevimento ti farò rimpiangere di essere nato.
I: Perché aspettare dopo, io te lo faccio rimpiangere adesso.
I due fratelli avevano ricominciato a battibeccare, Inu dall’altra parte del giardino si passò una mano sul viso. I suoi figli avrebbero potuto compiere centinaia di anni, avrebbero potuto sposarsi e avere figli in quantità, ma sarebbero rimasti per sempre dei bambini ma per quanto litigassero si sarebbero sempre voluti un gran bene e nel momento del bisogno potevano sempre contare sull’aiuto reciproco, inoltre le loro liti non duravano nemmeno dieci minuti infatti era proprio quello che stava succedendo. Poco prima avrebbero voluto uccidersi e invece adesso stavano facendo le foto come se non fosse successo niente.
Gli invitati all’interno del locale continuavano a guardare gli orologi, era piuttosto tardi e la fame cominciava a farsi sentire ma a richiamare l’attenzione degli sposi ci avrebbe pensato il grande Jakotsu che, dopo aver preso il microfono dalla console del dj, si diresse verso il giardino e dopo essersi schiarito la voce e cominciò a parlare, voleva usare un tono da duro ma con il suo timbro vocale non era per niente credibile.
J: Prova, prova. Allora l’annuncio è rivolto agli sposi e a chi li accompagna.
I chiamati in causa lo guardarono chiedendosi con quale trovata se ne sarebbe uscito adesso, anche il resto degli invitati fu incuriosito da quello che stava succedendo. Sesshomaru si passò un mano davanti al viso e improvvisamente gli venne in mente la splendida poesia che Jakotsu aveva composto in suo onore per non parlare della canzone che gli aveva dedicato. Era tentato ad andare vicino all’amico per impedirgli di aprire bocca ma la mano di Rin lo bloccò, sì fermò anche perché era troppo tardi, Jakotsu aveva già ripreso a parlare.
J: Bene ora che ho la vostra attenzione volevo farvi notare che sono le 15:00 e qui stiamo praticamente morendo di fame perciò, se non volete celebrare un centinaio di funerali, siete pregati di licenziare il fotografo ed entrare in sala altrimenti mi vado a travestire da sposa e do io inizio al ricevimento, perciò Rin se non vuoi che io prenda il tuo posto porta qui il tuo maritino, e subito. Però a pensarci bene quasi quasi mi travesto lo stesso così prenderò il tuo posto e tu potrai continuare il tuo servizio fotografico.
Appena Jakotsu finì di parlare tutti scoppiarono a ridere ad eccezione degli sposi e di suo padre che ormai aveva perso ogni speranza di recuperare il figlio, invece Bankotsu ci aveva fatto l’abitudine e ogni volta che suo fratello ne inventava una delle sue lui era sempre in prima fila perché ciò significava solo una cosa: divertimento assicurato.
Gli sposi immediatamente smisero di farsi le foto, anche perché avevano davvero finito, e si diressero verso l’ingresso della sala mentre gli invitati ringraziarono Jakotsu per averli fatti rientrare, così almeno potevano iniziare a mettere qualcosa sotto i denti.
Quando gli sposi entrarono la musica della marcia nuziale fu sovrastata dalla voce degli invitati che all’unisono gridarono un “FINALMENTE” seguito poi dal battito delle mani. Appena si accomodarono, i camerieri cominciarono a servire il buffet, successivamente si sarebbero spostati nella sala dove avrebbero iniziato a servire il resto del pranzo a partire dal primo.
Nella sala non volò una mosca e l’unico rumore che si sentiva era quello delle posate che sbattevano contro i piatti e il pianto di qualche bambino che si rifiutava di stare seduto a mangiare. Quando il buffet terminò, gli invitati furono fatti accomodare nella sala principale. Tutti rimasero incantati da quella sala che oltre ad essere enorme era anche finemente decorata. I tavoli erano disposti lateralmente e su ognuno di essi vi era il nome della famiglia a cui era stato assegnato, il segnaposto con il cognome della famiglia era disposto al centro del tavolo ed era fatto di Swarovski mentre ai singoli posti vi era un segnaposto a forma di tulipano e su carta riso era stato stampato il nome dell’invitato. Le tovaglie erano color crema con dei leggeri ricami floreali mentre le sedie erano rivestite con coprisedie del medesimo colore delle tovaglie ed erano legati con un fiocco di raso rosa. Il tavolo degli sposi era posto in fondo alla sala al centro e dietro di esso vi era una vetrata che lasciava intravedere la fontana in stile greco che era all’esterno, inoltre all’interno di essa si potevano ammirare degli splendidi fiori di loto che galleggiavano sulla superficie cristallina dell’acqua. Quando si sarebbe fatto buio sarebbe stata illuminata da una luce tenue per renderla ancora più suggestiva. Anche nella sala la luce era molto soffusa e veniva riflessa dall’immenso lampadario di cristallo che vi era al centro. La console del dj era stata posta sotto un’enorme arcata allestita con dei tulipani posti sopra l’organza che ne rivestiva la struttura. Dopo aver ammirato l’eleganza della sala ognuno cercò il proprio tavolo per potersi finalmente accomodare. Le pietanze furono servite molto lentamente, ciò era stato disposto dagli sposi così da permettere la degustazione di ogni singola portata, Sesshomaru aveva ingaggiato anche un noto violinista famoso per le sue composizioni e per la durata dell’intero ricevimento allietava con la sua musica che riuscì a commuovere una buona parte degli invitati.
Rin rimase shoccata dall’organizzazione del matrimonio, per lei era tutto perfetto non aveva niente di cui lamentarsi, aveva fatto bene a fidarsi dei gusti di Sesshomaru che accortosi della stupore della ragazza le cinse le spalle ridestandola e parlandole.
Se: Allora che ne pensi?
Rin che fino a quel momento si era trattenuta, iniziò a piangere poggiandosi sulla spalla del marito.
R: E’ tutto così perfetto, non potevo desiderare di meglio. Questo è il matrimonio che ho sempre sognato. Ti ringrazio hai reso questo giorno ancora più speciale, grazie grazie di cuore.
Sesshomaru le asciugò le lacrime con il pollice e le fece un tenero sorriso.
Se: Ehi piccola oggi non sono ammesse lacrime di nessun tipo, lo sai che non mi piace quando piangi.
Disse carezzandole la schiena, così dopo aver smesso di piangere annuì.
Kikyo era da un po’ che osservava gli sposi e dopo aver visto l’ultima scena si alzò e si diresse nella toilette, dove cominciò a piangere. Sia Sango che Kagome avevano notato lo strano cambiamento della loro amica così decisero di seguirla, appena la raggiunsero la videro piangere in modo convulso così si sedettero accanto a lei cercando di consolarla, quando si calmò cominciò a parlare.
Ky: Ragazze scusate per la scena impietosa. Dov’è Akyra, non vi ha seguite?
S: No stava parlando di sport con Miroku e Inuyasha.
Kikyo sorrise perché così almeno suo figlio non l’avrebbe vista in quello stato.
K: Kikyo ti va di dirci cosa ti è preso? Appena hai visto Sesshomaru e Rin che stavano parlando sei scappata.
Ky: Mi dispiace ma è stato più forte di me quando ho visto quella scena avrei tanto voluto che al loro posto ci fossimo stati io e Koga.
Sebbene fossero passati otto anni dalla morte di Koga, Kikyo non l’aveva mai superata e tutt’ora quella ferita era ancora aperta e non aveva alcuna intenzione di rimarginarsi. Questo era il terzo matrimonio che partecipava e ognuno di quello rappresentava per lei la punizione per aver tentato di rovinare la loro felicità e alla fine ciò le si era ritorto contro rendendola infelice per sempre.
Le ragazze avevano capito alla perfezione il suo stato d’animo ma per la prima volta non sapevano cosa fare, così l’unica cosa che forse avrebbe funzionato era quello di abbracciarla. Loro dicevano sempre che un abbraccio valeva più di mille di parole, infatti dopo averla abbracciata Kikyo si calmò e le ringraziò per il loro sostegno. Dopo essersi ricomposta tornarono in sala dove adesso si stavano scatenando a suon di musica. Il caldo cominciava a farsi sentire e i bambini si erano così sfrenati che adesso erano tutti sudati e per le mamme era arrivato il momento di cambiarli prima che prendessero un accidente visto che a breve avrebbero dovuto spostarsi nella sala dove ci sarebbe stato il buffet di frutta e dolci.
Nel frattempo Rin aveva raggiunto le ragazze prima, a causa degli invitati, non era riuscita a stare con loro mentre i loro mariti raggiunsero lo sposo lasciandole ai loro pettegolezzi.
R: Finalmente un po’ di tregua. Ragazze allora che ve ne pare? Su forza voglio un vostro giudizio.
S: Bhe devo complimentarmi con voi l’organizzazione è davvero eccellente.
Ky: Sì per non parlare del locale, è così elegante.
K: Già, per non parlare del violinista è commuovente.
R: State dicendo sul serio?
Disse Rin con gli occhi lucidi per l’emozione, le ragazze annuirono. Quel matrimonio era davvero stupendo  non c’era niente da criticare. Rin dopo averle abbracciate riprese a parlare facendole una confessione di cui qualcuno ne era già a conoscenza.
R: Ragazze devo confessarvi una cosa, io con l’organizzazione non c’entro niente ha fatto tutto Sesshomaru compreso musica e decorazioni.
S: Whuau è magnifico. Certo che hai avuto coraggio ad affidare l’intera organizzazione nelle mani di Sesshomaru. Io con Miroku non lo avrei mai fatto.
R: Non posso darti torto, mio fratello ha il gusto dell’horror. Ho lasciato tutto nelle mani di Sesshomaru perché ero sicura dei suoi gusti.
Ky: Infatti è tutto così delicato se non lo avessi detto nessuno si sarebbe mai immaginato che è stato un uomo ad organizzare il tutto.
Rin sorrise, era felice che le altre la pensassero come lei. Intanto anche i maschi avevano intavolato una conversazione con lo sposo.
I: Allora fratellone come ti senti adesso che ti sei sposato?
Se: Senz’altro rilassato.
M: Mi raccomando tratta bene la mia sorellina anche se so che non c’è bisogno che te lo dica io.
Se: Infatti. Rin per me è stata una benedizione e adesso che ci siamo finalmente sposati non me la lascerò di certo scappare.
I ragazzi si meravigliarono a quelle parole, non si sarebbero mai aspettati che uno come Sesshomaru si aprisse così tanto con loro, e l’unica cosa che riuscirono a fare fu quella di sorridere constatando che Rin era davvero riuscita ad abbattere quella corazza impenetrabile che Sesshomaru si era costruito con gli anni. Continuarono a parlare anche di progetti per il futuro e Sesshomaru non nascose che adesso che erano sposati il loro obiettivo sarebbe stato quello di costruirsi una famiglia, ma solo quando Rin sarebbe stata pronta. Sesshomaru nel dire ciò voltò il capo arrossendo.
Parlarono a lungo e smisero solo quando il metre disse che era il momento di cambiare sala. Appena raggiunto il posto tutti si accomodarono ai proprio posti, molti non ce la facevano più erano davvero strapieni nemmeno i balli erano riusciti ad alleggerirli un po’, ma al dolce nessuno volle rinunciarci. Anche Rin aveva esagerato e adesso si sentiva un vero e proprio barilotto, era seduta accanto a suo marito che continuava a mangiare e sembrava che non fosse ancora del tutto pieno. Rin sbuffò per quanto era piena e per staccare un po’ cominciò a parlare.
R: Accidenti ho mangiato così tanto che adesso il vestito mi va stretto non vedo l’ora di togliermelo.
Sesshomaru le si avvicinò malizioso premurandosi che non ci fossero orecchie troppo curiose ad ascoltare.
Se: Non preoccuparti quando tutto sarà finito penserò io a liberarti da quella prigione.
Detto ciò le sfiorò la schiena facendola arrossire e da lì Rin capì che dopo il ricevimento la festa per loro sarebbe continuata. Poco dopo si ridestò sentendo la voce di suo marito che a quanto pareva non aveva ancora finito.
Se: Sai anche a me la camicia comincia ad andarmi stretta.
Rin arrossì nuovamente però poi decise di rispondere anche lei con maliziosità mettendogli i capelli dietro l’orecchio.
R: E va bene a quello ci penserò io. Un piacere per un piacere.
L’ultima frase fu detta con ancora più maliziosità in quanto nascondeva un doppio senso perché in questo caso piacere non significava favore ma bensì appagamento. Sesshomaru a sentirla parlare così, si stupì era la prima volta che diceva cose simili, forse aveva ragione: il matrimonio l’aveva del tutto sbloccata liberandola dall’imbarazzo di parlare di certe cose, sperava solo che non perdesse la capacità di arrossire in fondo quella era una cosa che lui aveva sempre amato di lei, la rendeva così dolce e delicata del tutto simile ad una bambina che ha bisogno di protezione, però anche la nuova Rin gli piaceva ma sperava comunque di non perdere quella vecchia.
Sesshomaru la strinse a sé e le diede un bacio sulla fronte proprio come se fosse una bambina, il timore che aveva avuto svanì perché Rin con quel bacio era arrossita dunque la sua bambina c’era ancora ma a quella si era aggiunta anche una più intraprendente però senza sostituire l’originale, a quella visione Sesshomaru sorrise facendole una tenera carezza a cui Rin rispose prendendo una ciocca dei lunghi capelli argentei di suo marito attorcigliandoseli al dito. Continuò per un bel po’ finchè lui non decise di farglielo notare anche se a lui piaceva tanto, però a breve avrebbero dovuto alzarsi per il taglio della torta.
Se: Rin tra un po’ quella ciocca me la staccherai dalla testa, non temere avrai il suo padrone per sempre ma per il momento dovrai separati da essa.  
Disse mettendole la mano su quella che reggeva la ciocca. Rin sorrise a quel gesto e si trovò a pensare a quando lo aveva visto per la prima volta, mai e poi mai lo avrebbe ritenuto capace di dire o fare cose simili. Sesshomaru era sempre parso un ragazzo freddo e scostante che spesso rispondeva con semplici monosillabi e parlava solo se strettamente necessario ma adesso era un’altra persona. Col tempo aveva imparato ad essere più di compagnia infatti non erano poche le volte che erano usciti in gruppo, lui stesso diceva che non era da lui fare simili usciti perché spesso preferiva stare da solo chiuso nella sua camera, però questo era prima che si mettessero insieme perché dopo, lui sin dal primo giorno che era uscito con lei si era subito aperto. Ricordava quando l’aveva portata in quel posto che per lui era sacro, quello stesso giorno si erano dati il loro primo vero bacio, da allora si era aperto sempre di più. Ricordava anche quando arrivò il momento della sua prima volta, in quel momento lei si era sentita estremamente in imbarazzo perché sicuramente lui era molto più esperta di lei ma quando le disse che anche per lui quella era la prima volta, lei all’inizio rimase stupita ma dopo gli disse che sicuramente la stava prendendo in giro e lui con molta delicatezza le aveva detto che quella era davvero la sua prima volta perché con le altre lui aveva fatto sesso mentre con lei stava per fare l’amore e quindi anche lui era inesperto in quel campo, solo così lei si era finalmente lasciata andare e per loro ogni volta era speciale. A quel ricordo arrossì e se non fosse stato per le luci soffuse, Sesshomaru sicuramente se ne sarebbe accorto ma, anche se non aveva notato le sue guance imporporate, si accorse comunque che aveva lo sguardo perso nel vuoto così le passò una mano davanti agli occhi per catturare la sua attenzione.
Se: Rin ci sei?
R: Eh sì, che succede?
Se: Succede che hai lo sguardo nel vuoto, a cosa stai pensando?
R: A niente.
Se: Non è vero. Ora dimmi a cosa stai pensando.
R: Pensavo a te.
Se: A me?
R: Sì, a come sei cambiato in questi anni. Prima eri una persona fredda incapace di ridere, scherzare o rimanere semplicemente in gruppo mentre adesso sei diverso. Ora ridi, fai battute che a volte lasciano di ghiaccio, e rimani con piacere con altre persone e il tuo viso ha finalmente imparato ad assumere un’espressione più serena più dolce ma soprattutto ha imparato a sorridere. In altre parole hai abbandonato il vecchio Sesshomaru o forse quello non è mai esistito, hai cercato di essere una persona diversa che non si addiceva alla tua personalità perché per me quello che sei adesso è quello che sei sempre stato ma che purtroppo hai voluto nascondere. Forse l’unica cosa che è sempre stata vera è il tuo orgoglio perché secondo me quella è un’eredità di famiglia in fondo anche tuo fratello lo è. Comunque amore mio lascia che te lo ridica: quello che sei adesso è il tuo vero IO.
Sesshomaru, mentre Rin parlava, rifletteva su quello che stava dicendo e doveva ammettere che quella era la verità. Lui aveva voluto mostrarsi sempre una persona schiva e fredda ma solo perché temeva che affezionandosi a qualcuno potesse soffrire ma alla fine ci era voluta una come Rin per far riemergere il suo vero IO e per questo le sarebbe stato eternamente grato, ma come gli aveva detto lei l’orgoglio era una cosa che non avrebbe mai abbandonato.
Se: Rin se parli così mi fai sentire una femminuccia.
R: E che male c’è nell’essere una persona dolce e gentile?
Se: Rin per favore non farti sentire dagli altri o per me sarebbe la fine, ho pur sempre una reputazione da difendere.
R: Non preoccuparti questa sarà una cosa che rimarrà tra me e te.
Dopo un po’ il dj chiamò gli sposi perché era arrivato il momento del taglio della torta, ma prima ovviamente non poteva mancare il video commemorativo. Ormai quei video erano diventati obbligatori ai loro matrimoni e per questo li chiamarono sarcasticamente: “video commemorativi”, anche perché molto spesso in quei video c’erano fotogrammi e video davvero imbarazzanti soprattutto se c’era lo zampino di Jakotsu ma anche Miroku non era da meno. Per la proiezione del video li fecero accomodare nella sala dove si era svolto il buffet degli antipasti che ora era allestito come un cinema con tanto di schermo e poltrone, così tutti si sedettero attendendo la proiezione del video. Il primo fotogramma che apparve fu quello con il titolo del video che era stato ironicamente intitolato: “Storia di un ghiacciolo e della piccola che gli insegnò a parlare”. Il titolo era stato scelto proprio per prenderlo in giro, comunque era vero da quando stava con Rin Sesshomaru parlava molto di più. Gli sposi già dal titolo capirono che il video per loro non sarebbe stato affatto piacevole. Il video proseguì mostrando immagini e spezzoni di altri video di quando erano bambini e man mano con foto sempre più recenti come il loro primo anniversario di fidanzamento, il loro primo viaggio in Francia insieme al resto della famiglia, i loro compleanni, le loro lauree e inevitabilmente arrivò anche il momento di mostrare fotogrammi e video del loro addio al nubilato/celibato inclusa la grande perfomance di Jakotsu che aveva voluto concludere il video con immagini che mostravano la sua mano legata a quella di Sesshomaru da un filo di seta rosso ma poi uscì una terza mano che con un paio di forbici tagliava il filo mostrando poi una scritta: “Jakotsu game over”, seguito poi da una foto degli sposi con su scritto: “auguri di cuore per il vostro matrimonio”.
Il video era terminato ed era stato esilarante e commuovente al tempo stesso, le musiche con cui era stato realizzato contribuirono alla buona riuscita del video infatti appena si riaccesero le luci per la sala echeggiò un applauso. Gli sposi ringraziarono gli autori del video per poi dirigersi nel giardino al coperto dove avrebbero scartato i regali e tagliato la torta, anche per il loro matrimonio era stato organizzato uno spettacolo pirotecnico ma questa volta anche Sesshomaru volle partecipare, infatti gli ultimi fuochi li aveva scelti lui.
Per quanto riguardava i regali anche qui c’era lo scherzo ma questa volta non erano stati i ragazzi ad organizzarlo ma Sango che si ricordò di quando con Rin aveva provato a fare dei dolci che per poco non mise fuoco alla cucina perciò si decise di basare lo scherzo basandosi su quell’incidente. Sul tavolo dei regali erano stati messi due pacchi uno rosa per la sposa e uno celeste per lo sposo. Rin fu la prima ad aprire il suo pacco e all’interno vi trovò un’enciclopedia di cucina con tanto di ricette spiegate e illustrate, poi c’era anche un libro con le manovre di soccorso in caso di avvelenamenti e anche un manuale antincendio, dopo fu il turno di Sesshomaru di aprire il suo pacco, all’interno vi trovò una scorta di digestivi così da poter sopravvivere alla cucina disastrosa di Rin ed era presente anche un kit per la lavanda gastrica nel caso i digestivi non fossero stati sufficienti. Gli sposi guardarono in modo diverso gli artefici dello scherzo infatti Rin aveva uno sguardo omicida mentre Sesshomaru aveva uno sguardo triste e sconsolato e il solo pensiero di Rin ai fornelli lo terrorizzava, ma quando pensò ai fornelli si ricordò che non sapevano nemmeno dove sarebbero andati a vivere perché quando Sesshomaru lo aveva fatto presente a suo padre, lui gli disse che della casa non doveva preoccuparsi perché a quella ci avrebbe pensato lui ma quando gli aveva chiesto dove si trovava la casa suo padre non aveva voluto dirgli niente dicendogli solo che al suo matrimonio lo avrebbe saputo infatti tra i regali vi era una scatolina con il simbolo della loro famiglia ossia un gigantesco cane bianco con una grossa coda e le lunghe orecchie dunque quello era il regalo di suo padre. Sesshomaru e Rin aprirono insieme il pacchetto e dentro vi era un mazzo di chiavi con l’indirizzo della casa e quando lo lessero ad entrambi venne un colpo ma quello che rimase più shoccato fu Sesshomaru perché la via della casa era la stessa di quella di suo fratello e il numero civico era quello della villa accanto quindi lui e suo fratello sarebbero stati vicini di casa. Quella villa gli era sempre piaciuta infatti era intenzionato a comprarla ma quando si era deciso, la villa era già stata venduta e da quello che vedeva adesso, il compratore era suo padre. Ora che lo sapeva aveva il cuore colmo di gioia anche suo fratello ne era felice ma come al solito lo espresse a modo suo.
I: Papà sbaglio o quello è l’indirizzo della villa accanto alla mia?
In: No non ti sbagli è proprio quella.
I: Papà il Giappone è enorme, come ti è saltato in mente di mettermi il ghiacciolo come vicino di casa. Lo sai il freddo che farà? Ora per colpa tua dovremo accendere i termosifoni al massimo.
Se: Inuyasha se la smetti con questo teatrino mi fai un regalo enorme.
I: Spiacente non la smetto anche perché il regalo te l’ho già fatto.
Sesshomaru lo fulminò sperando che la smettesse, intanto le loro mogli erano al settimo cielo ed ora stavano saltando come delle ragazzine. Inuyasha cercò di fermare sua moglie anche perché temeva che con quelle scarpe vertiginose potesse cadere ma la gioia era talmente forte che nemmeno lui riuscì a fermarla.
K: Che bello saremo vicini di casa, sono felicissima.
R: Sììì anche io. Whuau.
Le ragazze continuavano a saltellare ed erano talmente felici che istintivamente abbracciarono il loro suocero che aveva reso possibile una cosa così bella. Inu le abbracciò di rimando, anche lui era felice perché le aveva rese più solari, per lui quel regalo era stato niente in confronto a quello che le ragazze avevano fatto ai suoi figli, avevano donato il loro cuore e il loro amore rendendoli degli uomini completi. Per lui una casa non valeva quanto la felicità dei figli inoltre li avrebbe avuti entrambi come vicini di casa. Il fatto che a Sesshomaru fosse piaciuta la villa accanto a quella di suo fratello era stata una vera fortuna perché così non avrebbe perso di vista i suoi figli che in ogni momento potevano contare sul suo aiuto.
Quando le ragazze si calmarono tornarono dai loro mariti che nel guardarle avevano un sorriso da ebete stampato sul volto, anche loro erano contenti ma ovviamente non lo avrebbero dimostrato come le loro mogli.
Ora che sapevano dove avrebbero abitato erano molto più tranquilli inoltre Sango potè proseguire con la seconda parte del regalo.
S: Bene ora che sapete dove andrete ad abitare, vi regaliamo anche questo.
Sango porse il biglietto e quando gli sposi lo lessero le volsero un’occhiata inceneritrice.
I: Cari sposini perché non ci dite di cosa si tratta?
Inuyasha nel dirlo continuava a ghignare, Sesshomaru sospirò e cominciò a leggere il biglietto ma mentre leggeva continuava a guardarli con sguardo omicida.
Se: Allora i miei carissimi parenti hanno ben pensato di farmi un regalo idiota come loro.
K: Ci dici cosa c’è scritto?
Se: “Buono per l’acquisto di un sistema antincendio di ultima generazione”.
Tutti scoppiarono a ridere mentre Rin era diventata rossa sia per la rabbia e sia per la vergogna.
Se: Contenti? Siete dei veri idioti.
M: Eddai almeno così se la mia sorellina metterà fuoco alla cucina potrete sopravvivere.
I: State attenti a non bruciare la mia villa, sai fratellone vale più di te.
Se: Forse un pensierino posso farcelo ma con te dentro. Aspetto che tua moglie e la bambina escano di casa e poi boom. A volte mi chiedo cosa ci abbia trovato in te tua moglie.
I: Sai è una domanda che avrei voluto fare a Rin, poverina che destino ingrato.
In: Figlioli per favore smettetela vi stanno guardando tutti.
Quando i ragazzi se ne resero conto era troppo tardi perché tutti li stavano fissando e stavano ridendo di gusto, furono salvati dall’inizio dello spettacolo pirotecnico. Gli invitati appena sentirono il primo botto volsero lo sguardo al cielo dimenticandosi della sceneggiata dei fratelli No Taisho. Lo spettacolo iniziò con i classici fuochi d’artificio ma man mano che lo spettacolo proseguiva questi prendevano forme diverse infatti alcuni erano anche a forma di margherita e tulipani ossia i fiori preferiti di Rin. Lo spettacolo durò più di mezz’ora e Sesshomaru lasciò i fuochi più belli per il finale, infatti proprio adesso avevano iniziato a sparare il primo colpo ed era un lucchetto celeste chiuso a forma di cuore a questo seguì un fuoco a forma di chiave rosa, l’ultimo fuoco invece raffigurava la chiave rosa dentro la serratura del cuore celeste, il lucchetto però questa volta era aperto.
Sesshomaru strinse a sé sua moglie e quando lo spettacolo finì, la stupì pronunciando una delle sue frasi insolite.
Se: Rin tu hai la chiave del mio cuore e d’ora in poi sarai tu a decidere se rimanerlo aperto.
Rin lo guardò con gli occhi che pregavano per piangere ma riuscì a trattenersi finchè non diede la sua risposta.
R: Rimarrà per sempre aperto.
Detto ciò Rin non ce la fece più e nascose il viso nel petto di suo marito per non far vedere le lacrime ma lui se ne accorse comunque e con le dita le sollevò il mento permettendo ai loro sguardi di incrociarsi.
Se: Piccola avevo detto niente lacrime per oggi anzi per sempre.
Sesshomaru sorrise nel dirle ciò e anche Rin, che dopo essersi asciugata le lacrime, gli regalò uno dei suoi sorrisi più belli.
Quando lo spettacolo pirotecnico terminò, ci fu il taglio della torta e successivamente la distribuzione delle bomboniere. Una volta che tutti gli invitati se ne andarono, poterono finalmente andare nella stanza che la location li aveva offerto.
Se: Finalmente, per quanto sia stato stupendo questo giorno, sono davvero a pezzi nemmeno il lavoro mi stanca così.
Disse massaggiandosi le spalle.
R: Eddai in fondo ci siamo divertiti.
Sesshomaru era dietro di lei e non resistette ad abbracciarla.
Se: Sì anche se alcune cose se le potevano risparmiare.
R: Se ti riferisci alla parte finale del video di Jakotsu ti do ragione ma devi ammettere che è stato piuttosto diverten…te.
Sesshomaru le aveva accarezzato la schiena e questo cominciava già a mandarla in estasi, i baci che ora le stava dando sul collo le fecero perdere qualsiasi interesse per la conversazione. Mentre la baciava, Sesshomaru armeggiava con la cerniera del vestito e per rendere più facile l’impresa, la voltò verso di sé legando così le loro labbra in un lungo bacio. Nel frattempo Rin gli aveva messo le braccia dietro al collo e questo rendeva la cosa più facile infatti poco dopo Sesshomaru era riuscito ad abbassarle il vestito, Rin arrossì quando sentì il vestito ai suoi piedi ma in fondo lo faceva sempre.
Se: Ehi piccola tranquilla ti ho solo liberato dalla prigione. Non era quello che volevi fare dopo il ricevimento?
Disse in tono malizioso, lei aveva perfettamente capito come sarebbero andate le cose e perciò decise di reggere il gioco, e dopo avergli messo i capelli dietro le orecchie accarezzandole e con tono malizioso rispose alla domanda del marito.
R: Sì può darsi. Ma se non sbaglio anche tu hai detto che la camicia cominciava ad andarti stretta.
Disse cominciando ad armeggiare con i bottoni della camicia che in poco tempo tra un bacio e l’altro aveva finito col fare compagnia al suo abito. Si fermò solo un attimo per ammirare gli addominali asciutti del suo sposo e dopo aver goduto di quella visione cominciò a definirli con la punta delle dita, anche lui definì con il suo tocco le curve della sua sposa per lui quel corpo era perfetto e il solo sfiorarlo donava un piacere immenso. Rimasero in piedi a baciarsi e toccarsi ancora per un po’ finchè anche gli ultimi indumenti finirono sul pavimento così una volta liberi da ogni trappola, Sesshomaru prese in braccio la sua donna e la sdraiò dolcemente sul letto continuando a baciarla mentre le mani andavano ad esplorare parti che fino a quel momento erano nascoste. In breve tempo i loro corpi divennero uno solo, una volta soddisfatti poterono dire che la festa era realmente finita dopo un po’ si addormentarono per poi svegliarsi solo per la fame. Quello era il loro primo buongiorno da coniugi a cui ne sarebbero seguiti tantissimi e chissà un giorno  ci sarebbe stato più di un buongiorno da dare.
Dopo pranzo passarono a salutare i genitori per poi recarsi all’aeroporto per il viaggio di nozze, la destinazione era l’America sarebbero partiti in due ma sarebbero ritornati in tre infatti quello fu il loro regalo di natale, il più bello che si potesse avere. Rin amava il natale ma da quell’anno lo avrebbe amato ancora di più perché quello era il primo natale che festeggiava da moglie e da futura madre, stessa cosa per Sesshomaru che non vedeva l’ora di sapere cos’era ma era ancora presto e se decideva di fare come il/la cugino/a, lo avrebbe saputo solo al momento della nascita ed era proprio quello che stava succedendo a suo fratello infatti uno dei gemelli si rifiutava di dire cos’era, ormai in casa avevano cominciato a fare le scommesse su cosa fosse, la maggior parte aveva scommesso che i gemelli sarebbero state tutte e due femmine ma Kagome sperava che almeno uno fosse un maschietto così anche lei avrebbe avuto qualcuno che stravedesse per lei perché era convinta che ormai le femmine stravedessero per il papà infatti Hitomi era la dimostrazione perfetta di quello che pensava, guai a chi toccava suo padre non che a lei non volesse bene ma era solo più legata al padre anche perché spesso lui era complice delle malefatte della bambina comunque l’importante era che stesse bene.
Erano passati tre mesi dal matrimonio di Rin e Sesshomaru e in una delle ecografie di controllo si era visto di che sesso sarebbe stato il loro bambino anche se in questo caso si parlava di bambina infatti per la gioia di entrambi il loro primo figlio sarebbe stata una femminuccia. Kagome era arrivata alla fine della gravidanza e a breve avrebbero scoperto il sesso dell’altro gemello. La gravidanza era proceduta senza intoppi infatti per tutta la sua durata non aveva avuto problemi di alcun genere però man mano che la data del parto si avvicinava Inuyasha era sempre più preoccupato, temeva che succedesse qualcosa come quando era nata Hitomi, e ogni volta che si recava al cimitero a far visita a sua madre, pregava affinché tutto filasse per il meglio.
Era notte fonda e Kagome sentì l’impellente bisogno di andare in bagno ma non fece in tempo ad arrivare che si sentì bagnata, sul momento non capiva come mai non fosse riuscita a trattenere ma poi si ricordò che le settimane erano scadute e quindi quello poteva significare una sola cosa: le acque si erano rotte. Corse in camera da letto a chiamare suo marito.
K: Inuyasha.
Lo chiamò dolcemente per non spaventarlo ma lui comunque la sentì immediatamente perché negli ultimi tempi aveva il sonno molto leggero per paura che se lo avesse chiamato lui non avrebbe sentito.
I: Che succede?
Disse allarmato.
K: Si sono rotte le acque.
Inuyasha si meravigliò per come lo aveva detto, Kagome aveva usato un tono molto tranquillo mentre lui era terrorizzato infatti in due minuti era pronto e nel frattempo aveva chiamato suo padre.
I: Avanti papà rispondi.
Inuyasha era sempre più nervoso, doveva portare Kagome in ospedale e non poteva di certo portare con sé la bambina e l’unico modo era quello di lasciarla da suo padre ma non poteva piombare così dietro casa ed era per questo motivo che aveva deciso di chiamarlo. Dopo pochi squilli rispose.
In: Inuyasha che succede?
Disse allarmato.
I: Papà a Kagome si sono rotte le acque. Devo portarla in ospedale e la bambina non possiamo portarla con noi quindi potresti tenerla tu?
In: Ma certo.
I: Ok allora ora te la porto.
In: Lasciala dormire, vengo io.
Inu in cinque minuti era lì così Inuyasha e Kagome corsero in ospedale. Nel frattempo le contrazioni erano diventate più forti e quindi dopo un’ecografia fu portata in sala travaglio perché entrambi i bambini erano pronti per nascere. Inuyasha le stette vicino per tutta la durata del parto, sebbene avesse un po’ di impressione, non avrebbe mai lasciato da sola sua moglie non con il terrore che aveva. Dopo tre ore i bambini erano fuori, sia i bambini che la mamma stavano alla grande. Alla fine il secondo gemello era la loro terza femminuccia, quando Kagome lo seppe sospirò solamente non aveva le forze per commentare ma senz’altro lo avrebbe fatto appena si fosse riposata. Quando si addormentò, Inuyasha chiamò suo padre per informarlo che le nipotine erano nate e anche per sapere come stava Hitomi.
In: Davvero sono due femminucce? Ma è fantastico, e come l’ha presa Kagome?
I: Per adesso dorme, insomma partorire due figli in una volta sola non è stata una passeggiata anche se ringraziando il cielo è andato tutto per il meglio, sono sicuro che non appena si sveglierà le urla si sentiranno fino a casa. Papà potresti portare tu la bambina all’asilo?
In: Ma certo è già tutto pronto. Appena la lascio all’asilo vengo a vedere le altre nipotine. A proposito a chi somigliano?
I: Quando verrai lo vedrai.
In: Va bene. Hai avvisato tuo fratello?
I: E’ già qui, ha detto che aveva il turno di notte.
In: Quindi lui è il primo che ha visto le bambine, ma come si è permesso di vederle prima di me.
I: Dai papà non farla tragica ci vediamo più tardi.
Inuyasha riattaccò e chiamò Sango per darle la bella notizia.
I: Sango scusa ti ho svegliata?
S: Svegliata? Ma scherzi qui è un miracolo se si dorme ormai da quando ci sono queste due pesti non sappiamo più cosa significhi dormire.
I: Davvero è così terribile avere dei gemelli?
Disse allarmato, in fondo era quello che gli sarebbe spettato da quel giorno.
S: Inuyasha non immagini quanto. Comunque perché mi hai chiamata a quest’ora?
I: Kagome ha partorito.
Sango appena sentì la notizia e urlò per la gioia.
S: Davvero? Che bello e cos’è l’altro gemello?
I: Sorpresa.
S: Antipatico appena sistemo i bambini corro lì. Come sta mia sorella?
Sango un po’ temeva la risposta ma si calmò perché Inuyasha al telefono non era sembrato per niente agitato.
I: Sta bene ora sta dormendo era piuttosto distrutta.
S: Povera sorellina come la capisco. Comunque tra un po’ sono lì da voi. Ah me la pagherai per non avermi voluto dire il sesso del mio nipotino.
Inuyasha sorrise, era felicissimo che questa volta fosse andato tutto per il meglio. Ringraziò sua madre per aver fatto in modo che andasse tutto per il meglio.
Dopo due ore Kagome si svegliò, le era bastato poco per riprendersi anche se era ancora un po’ debole.
K: Cucciolotto, come stanno le bambine?
I: Stanno benissimo, tu piuttosto come ti senti?
K: Distrutta. Inuyasha ora davvero basta figli anzi figlie.
Inuyasha sorrise, perché se stava parlando così voleva dire che sua moglie aveva recuperato già parte della sua grinta.
I: Direi proprio di sì.
Disse stringendole la mano e accarezzandole i capelli che erano ancora un po’ sudati.
I: Ho già avvisato gli altri, verranno dopo aver portato i bambini all’asilo.
Dopo due ore tutti avevano sistemato i bambini e si erano recati in ospedale per vedere i nuovi arrivati, nel frattempo Sesshomaru era corso a prendere sua moglie che lo aveva minacciato dicendo che ci sarebbe andata a piedi se non si fosse sbrigato ad andarla a prendere e lui sapeva che Rin era perfettamente capace di fare ciò. Quando tutti arrivarono salutarono Kagome e si precipitarono a vedere le gemelle, erano curiosi di sapere a chi somigliassero. La sorte era stata crudele perché tutte somigliavano al padre, le due gemelle erano identiche a lui avevano i capelli argentati e gli occhi ambrati proprio come lui. Le battutine non mancarono infatti il primo ad iniziare fu Miroku.
M: Eh caro Inuyasha su tre figli non hai avuto nemmeno un maschio, proverete a farne altri finchè non ne arriverà uno?
Kagome lo fulminò, da Miroku doveva aspettarsi una cosa simile.
I, K: No.
I: Tre figlie ci bastano. Non è forse così Kagome?
K: Assolutamente sì.
S: E se ne arrivasse un altro?
K: Sangoooooooo, ho appena partorito fatemi riprendere. Comunque per rispondere alla tua domanda inopportuna, se dovesse arrivarne un altro non lo rifiuteremo ma per il momento non ci penso nemmeno.
Inuyasha sorrise, questa volta era andata tutto per il meglio e poteva godersi appieno quel lieto evento.
Se: Fratellino da quel che vedo sei capace di fare solo femmine.
I: Ehi non è solo colpa mia.
S: E invece è solo tua.
Inuyasha non capiva perché dessero la colpa solo a lui in fondo i figli si facevano in due quindi la colpa era cinquanta e cinquanta ma presto qualcuno avrebbe provveduto a chiarirgli le idee.
Se: Questo conferma di quanto tu sia idiota. Ti faccio una piccola spiegazione sperando che tu capisca. Il sesso dei bambini viene definito dai cromosomi l’essere umano è composta da due cromosomi XX per la donna mentre XY per l’uomo, se ai cromosomi della donna si lega la Y dell’uomo allora il bambino sarà maschio ma se è la X a legarsi, il bambino sarà femmina. Ecco perché è l’uomo il colpevole del sesso dei figli.
Inuyasha conosceva questa teoria ma in quel momento non gli era venuta in mente anche perché quegli argomenti non gli interessavano in fondo lui era un avvocato e non un medico. Rin approfittò della situazione per fare una piccola battuta innocente.
R: Inuyasha mi dispiace ma da quel che vedo il tuo cromosoma Y è ammuffito visto che riesci a fare solo femmine.
Inuyasha la guardò in malo modo e decise di controbattere.
I: Signorina se non sbaglio anche nella tua pancia c’è una femminuccia.
R: Ma è la prima.
M: Sorellina anche voi farete come loro? Insomma vi riempirete di femminucce finchè non arriverà l’erede No Taisho?
Rin arrossì ma come gli veniva in mente a suo fratello di dire simili cose davanti a tutti ma a distoglierla da quei pensieri ci pensò il suocero.
In: Ehi maschi o femmine che siano non importa, saranno sempre gli eredi della famiglia.
Mentre tutti parlavano Kagome si addormentò e dopo averla vista dormire beatamente, tutti uscirono lasciandola dormire tranquilla. Rin la guardò e pensò che a breve anche a lei sarebbe toccata quella situazione e a quel pensiero arrossì.
Dopo pochi giorni Kagome e le gemelle furono dimesse dando il via a numerosi notti insonne visto che le bambine sembravano farlo apposta perché quando smetteva di piangere una iniziava l’altra.
I giorni passavano e con essi anche i mesi, senza che se ne accorgessero erano arrivati a settembre e per Rin si avvicinava il grande giorno. Stavano per scadere le settimane della gravidanza e Rin aveva già preparato le valige, Sesshomaru la trovava spesso a parlare col pancione pregando alla loro bambina di uscire. Era uscita fuori conto di una settimana e mentre era intenta a cucinare ebbe una contrazione talmente forte da farla ripiegare su se stessa, a casa con lei c’erano Inu e Kagome con le gemelline, e immediatamente le furono vicino e la fecero sdraiare sul divano giusto il tempo necessario per prendere la roba e portarla in ospedale, avvisarono Sesshomaru che era già sul posto. Appena arrivati sul posto i medici portarono Rin in sala travaglio, Sesshomaru era agitatissimo e ciò costrinse i dottori a farlo uscire dalla sala parto ora con lei c’era sua madre mentre Sesshomaru faceva avanti e indietro per il corridoio innervosendo chiunque lo osservasse per più di un minuto, finalmente dopo un po’ il dottore uscì dicendogli che sua moglie aveva partorito e così senza tanti complimenti entrò nella stanza per poter vedere la sua bambina per la prima volta. Quando entrò la scena che gli si parò davanti lo fece commuovere, sul letto c’era la sua Rin con la loro bambina. Rin aveva le guance imporporate e i capelli bagnati per lo sforzo del parto mentre la loro bambina era tenera e delicata come una pesca perciò decisero di chiamarla Momoko ossia “bambina della pesca”. L’espressione che aveva in volto stupì tutti, nessuno lo aveva mai visto così solare e felice era strano da dire ma l’espressione che Sesshomaru mostrava, riuscì a scaldare il cuore di chiunque lo guardasse. Ora poteva dire di avere una vita perfetta, aveva un lavoro soddisfacente, una moglie che lo amava e amava più della sua vita e ora aveva anche una splendida figlia, non poteva desiderare di meglio.
Si poteva dire che adesso tutti avevano una vita perfetta, una famiglia e un lavoro che permetteva loro di avere una vita agiata.
Da quando si erano conosciuti molte cose erano cambiate, avevano passato momenti bui dal quale fortunatamente ne erano usciti del tutto indenni, avevano instaurato relazioni solide che con l’avvento dei figli si erano consolidate di più. Ora erano tutti felici della vita che conducevano e non avrebbero cambiato nulla di tutto ciò, perché le esperienze passate buone o cattive che fossero state li aveva aiutati a crescere e a diventare quelli che erano. 

ANGOLO DELL'AUTRICE:

Ok questa volta la storia è davvero finita "l'anno che mai finirà" è terminato e tutto è finito per il meglio. Vi dico solo che la storia originale non era affatto così ma vabbè si sa che le idee vengono man mano che si scrive.Comunque spero tanto che chiunque abbia letto la storia li sia piaciuta e ora che questa è finita è già in programma un altra.

RINGRAZIAMENTI:

Allora i ringraziamenti questa volta sono tantissimi: Innanzituto ringrazio Sesshomaru_sama che ha insistito a farmi pubblicare la storia, ringrazio i recensori che mi hanno spronata ad andare avanti, riingrazio chi con la sua recensione mi ha dato nuovi spunti per continuare a sviluppare la storia. Ringrazio chi ha recensito assiduamente quasi tutti i capitoli come ROSADC.
Vi dico solo che la storia doveva terminare con il matrimonio di Inuyasha e Kagome senza sviluppare le altre coppie infatti per gli ultimi tre capitoli sono usciti grazie ad HEART che da quello che ho capito è una fan della coppia Sesshomaru/Rin infatti glieli dedico volentieri e spero che con l'ultimo capitolo abbia sviluppato meglio questa coppia ma sarai tu a dirlo. Sò di essermi ripetuta con il verbo ringraziare, ma è così. GRAZIE DI CUORE
Baci Inu_ka
  
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