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Autore: Ehybastaldo_    03/03/2015    1 recensioni
A parte qualche pomeriggio divertente o qualche festa altrettanto curiosa, mi vengono in mente solo due episodi in cui Louis mi ha messo nei casini con lui.
"Sono due le volte che ti metti nei casini, trascinandomi con te." gli dico, seria.
"Beh... Come si dice? Non c'è due senza te." prova a sdrammatizzare.
"In realtà si dice non c'è due senza tre." lo correggo e, come suo solito fare, alza gli occhi al cielo.
"Puntigliosa." mi prende in giro.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La musica rimbomba per tutto l’appartamento.
Guardo Skyler e lei guarda me.
La musica si fa più forte, i vetri tremano quasi fino a frantumarsi e il vaso sul tavolo traballa, spostandosi giusto di qualche centimetro. Il pavimento sotto ai nostri piedi vibra e il lampadario sopra le nostre teste dondola un po’.
Basta! Adesso ne ho le tasche piene!
Lascio cadere la penna sul tavolo e, strisciando rumorosamente la sedia sul pavimento, mi alzo di scatto, infuriata. Skyler mi copia e mi segue fino l’ingresso di casa.
“Lasciali fare, sono solo dei ragazzi.” li difende.
Che sono dei ragazzi, lo so anche io, ma di lasciarli stare, ancora una volta, non se ne parla. Domani ho uno stupido esame di lingua straniera e di certo un party improvvisato alla casa di fianco alla nostra non è l’ideale per rilassarsi come si deve prima di un test.
Attraverso il giardino già pieno di spazzatura da feste e picchio forte il mio pugno sulla porta d’ingresso. Danno una festa aperta a chiunque e chiudono la porta a chiave? Come se in tutto il quartiere non si sente questa musica assordante. Un martello sbattuto ripetutamente al muro avrebbe fatto un suono più sopportabile di questa musica orribile!
“Ireland! Hai deciso di unirti alla festa?”
Malik. Impossibile non trovarlo in queste feste organizzare all’ultimo secondo. Perché è così che funziona in questa casa: questi cinque babbei –amici, ancora non so perché-, non sono in grado di organizzare una festa come si deve, seguendo una scaletta, con tanto di cibo, inviti, ma soprattutto un vero dj. No. Loro una sera non sanno che fare, si annoiano, mandano quattro messaggi in croce e fanno tutto così, su due piedi, divenendo più rumorosi del normale.
Una volta ero la prima a presentarmi alle loro feste. Non volevo di certo apparire la solita asociale nuova vicina di casa appena trasferita. Che stupida, che ero!
“Dov’è il boss?” chiedo a denti stretti. E per fortuna non c’è tanto freddo stasera, o la mia tuta due volte la mia taglia che uso per starmene comoda in casa mi avrebbe fatto da vestito da bara.
Noto che il figo –questo glielo concedo, perché su Zayn Malik si può dire di tutto, tranne che non è bello in un modo illegale- mi guarda con le sopracciglia alzate, confuso del nomignolo con cui ho chiamato il padrone di casa.
“Boss?” fa eco e, appena lo dice, al suo fianco, compare il suo braccio destro Harry Styles. E pensare che la prima volta che lo vidi ci avevo quasi sbavato dietro, rovinando il mio magico sogno ad occhi aperti -dove già mi ci vedevo al suo fianco con tre figli (due femmine e un maschio), due cani, un gatto e due uccellini-  cadendo rovinosamente per terra davanti a lui, sbucciandomi perfino un ginocchio. Non solo non mi aveva aiutato a rimettermi in piedi, ma mi aveva anche deriso, chiamando i suoi amici e copiando perfettamente e dettagliatamente la scena a cui aveva assistito.
“Ehy Ireland, quanto tempo! Perché non ti unisci pure tu alla nostra piccola festicciola?” indica distratto alle sue spalle, dove circa trenta persone stanno ballando in mezzo al salotto, o stanno limonando sui divani, o stanno ridendo senza un motivo ben preciso davanti a dei grandi bicchieri rossi, riempiti da chissà che cosa.
“Passo.” e detto questo, spingo via i due ed entro nel caos di quella casa. In lontananza vedo la chioma bionda di Niall –chissà stavolta quale numero di shampoo colorante ha usato per renderli così luminosi-, irlandese fino al midollo. Indossa perfino un’enorme felpa verde abbinata alle sue blazer –indovinate?- rigorosamente dello stesso colore. Decido così di inoltrarmi in cucina, sperando di trovarlo almeno lì.
Mentre apro la porta, colpisco accidentalmente qualcuno, che prontamente si lamenta.
“Ma che cavolo?!” impreca e riconosco la voce di Liam, anche se sembra strano, visto il volume così alto della musica spacca-timpani, che qualche cretino ha appena aumentato.
“Scusa.” dico, ma Liam sa che sono super ironica. Non mi interessa se gli ho fatto male con la porta, figuriamoci se mi importa che gli ho appena fatto cadere i bicchieri pieni di alcol scadente per terra. Skyler non poteva avere il colpo di fulmine con chiunque altro? Pure un pale sarebbe stato meglio di Liam Payne.
Il ragazzo sospira irritato e mi sorpassa per andare nel salotto a mani vuote, lasciando il disastro spargersi per tutto il pavimento. Sicuro non pulirò io questo schifo.
Alzo lo sguardo e finalmente vedo Tomlinson, anche se non ho pensato che poteva essere avvinghiato a qualcuno, come in questo momento con una biondina, adagiata sul bancone della cucina, con un vestitino che le ricopre… Scherzo, quel pezzo di stoffa non le nasconde proprio nulla.
“Louis!” lo chiamo, ma quello continua la sua esplorazione della bocca della sconosciuta, ignorandomi. Alzo gli occhi al cielo, camminando poi con le mie ciabattine a forma di Paperina fino al ragazzo. Gli tocco la spalla e finalmente  si degna di guardarmi, anche se sembra scocciato dall’interruzione non voluta.
“Ma cosa vuoi? Non vedi che ho da fare?” quasi sbraita, mentre io mi trattengo dal rispondergli che se vuole gli posso prestare la mia collezione di ‘Esplorando il corpo umano’ se proprio vuole conoscere l’interno di una bocca. Ma sto zitta e lo osservo per qualche secondo sbalordita: ha macchie di rossetto su tutto il viso e il collo, ha la camicia per metà sbottonata e la cintura dei pantaloni penzola aperta sul davanti.
“So che le tue feste sono sempre il top del tip…” gli mostro la stanza, piena di bottiglie rovesciate ovunque “Ma io domani ho un esame da sostenere.” digrigno i denti e chiudo le mani a pugno, lungo i miei fianchi. Si sta facendo pure tardi, per quanto mi riguarda.
Lui scoppia a ridere e “Sei venuta alla festa giusta, allora.” esclama con nonchalance.
Spalanco gli occhi: non l’ha detto davvero.
“Sono seria, Tomlinson.” sbuffo.
 “E io di più. Quale posto migliore di questo per non pensare ad un esame?” agita le mani per aria, come a mostrarmi quello che dovrebbe distrarmi. E’ lui che mi sta distraendo senza farmi ripassare!
“A casa mia, in totale silenzio?” dico retorica.
La bionda ancora seduta sul bancone, intenta ad ascoltare il nostro piccolo battibecco, sbuffa sonoramente, scocciata. Scende dal piano della cucina e si avvicina a me e Louis, che nel frattempo mi è venuto in contro.
“Chiamami di quando ti sei liberato di certi parassiti.” gracchia e se ne va ondeggiando i fianchi in salotto, lasciandoci soli in cucina.
Louis si lamenta per un momento, riabbottonandosi la camicia in modo lento. Io combatto contro il mio istinto per non andare dietro quella stupida oca e strapparle i capelli, uno per uno.
“Mi hai rovinato la scopata migliore della mia vita.” dice in tono frustato, mentre lo vedo allontanarsi verso il salotto.
“Ehy, aspetta!” lo seguo nel caos più totale, salendo poi al piano superiore proprio dietro di lui. “Non sto scherzando, Louis. Ho bisogno di pace e ne ho bisogno adesso.”
Lo vedo sfilare una chiave dalla tasca e apre la porta di camera sua. Scavalco due ragazzi che si stanno baciando –o mangiando?- ed entro anche io, richiudendo la porta alle mie spalle.
E’ da una vita he non metto piede in questa camera e adesso mi fa anche uno strano effetto. Ma lo strano effetto sarà dovuto dal corpo nudo di Louis, che si cambia senza problemi davanti a me, come se nulla fosse. Ci deve essere per forza qualche calorifero acceso nelle vicinanze, o allora avrò io la febbre. Sicuro, non c’è altra spiegazione.
“I miei genitori mancano due giorni e io ne devo approfittare, lo sai, mi conosci ormai.” spiega, mentre strofina un fazzoletto sul volto per togliersi le tracce di rossetto.
E’ un cocciuto! Ed io ne uscirò vincitrice, stavolta.
Poi succede qualcosa di strano: tutto è silenzioso. Niente musica, niente schiamazzi, niente di niente.
Louis si gira dalla mia parte, allarmato. Io sorrido. Forse è stata Skyler a venire in mio soccorso –ma non solo il mio-, sfruttando la cotta di Malik che ha per lei. Un triangolo amoroso che io non capirò mai.
“Uhm… Va beh... Visto che è così… Buonanotte!” e felice, giro i tacchi.
Appoggio la mano sulla maniglia della porta, ma questa viene aperta da qualcun altro.
Rimango paralizzata alla vista di un poliziotto –carino, ma non è questo che per un momento mi ha mandato in trance.
“Dovete seguirmi in centrale. Non fiatate, perché già siete nei casini.” dice con voce quasi robotica.
Mi giro verso Louis e “Ma io ti ammazzo!” urlo e prendo la rincorsa per andare a strangolare l’idiota Tomlinson.

 
 
 
Ma salve!
Ci tenevo intanto a ringraziare chiunque sia entrato qui giusto
per vedere l’ennesima demenza di Sofia.
E quindi... Mi farebbe piacere anche sapere che ve ne pare c:
Non è una os, ma nemmeno una fanfiction con non so quanti
capitoli, infatti saranno solo tre, questo più altri due lol
 
E bo, vorrei ringraziare _ciuffano per l’ennesimo
Spettacolare banner <3
Alla prossima :)

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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